Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Giorgio Molteni |
Attori | Roberto Farnesi, Chiara Gensini, Giorgia Wurth, Michelangelo Pulci, Francesca Faiella Davide Paganini, Ilaria Patanè. |
Uscita | giovedì 11 luglio 2013 |
Distribuzione | Microcinema |
MYmonetro | 2,69 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 aprile 2019
Guido, giovane architetto di successo con ragazze, super-car, super casa, ma sbadato fino a dimenticarsi di avere una figlia di sei anni che muore per lui.
CONSIGLIATO NÌ
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"Non sono gli oggetti ad essere smarriti, ma voi stessi". Da questa considerazione prende le mosse il film di Giorgio Molteni, ideato e sceneggiato dallo stesso regista. Il protagonista è Guido (Roberto Farnesi), un architetto quarantenne che da bambino ha visto morire suo padre e da adulto conduce una vita all'insegna dell'allontanamento sistematico degli affetti, compresi l'ex moglie "colpevole" di averlo troppo amato e la figlia Arianna, sei anni e un dentino sparito.
La vita di Guido è all'insegna delle sparizioni, a cominciare dal padre per finire con un cacciavite, scomparso proprio nel giorno in cui l'ex moglie gli deposita in casa Arianna senza alcun preavviso invitandolo, per una volta, a prendersene cura lui. Non dovrebbe essere del tutto una sorpresa per Guido che anche Arianna poco dopo scompaia, e invece è l'inizio di un excursus nell'inconscio e fra i fantasmi del passato dell'architetto anaffettivo. Niente paura, questo non è un horror, ma un mix di dramma e commedia che fa sorridere e spesso anche riflettere.
Oggetti smarriti è un tentativo originale di raccontare una storia in bilico fra realismo e realismo magico, quotidiano e surreale, allucinazione e realtà. Molteni usa bene il suo piccolo budget sostituendo agli effetti speciali le trovate visive e narrative, ad esempio creando una realtà parallela in cui un fantasmagorico ufficio oggetti smarriti viene gestito da una telefonista che sostituisce con la sua viva voce i messaggi preregistrati (Giorgia Wurth in un curioso doppio ruolo, visto che è anche l'ex moglie di Guido) e da un centralinista che pare Mister Bean (Alessandro Bianchi, metà del duo comico ligure Bianchi e Pulci).
Anche l'idea di affidare a una sorta di man in black (Michelangelo Pulci, l'altra metà del duo comico di cui sopra) la spiegazione "scientifica" della destinazione ultima degli oggetti smarriti - gli occhiali, il telecomando, il calzino spaiato che ognuno di noi perde ripetutamente - è molto efficace dal punto di vista narrativo. Soggetto e sceneggiatura sono talmente ben scritti, precisi ed eccentrici, nonché ricchi di dialoghi privi di ridondanza fictional, che ci aspettiamo che qualche major americana ne acquisti prima o poi i diritti e ne rifaccia una commedia blockbuster con un cast di superstar (suggerimento: Bradley Cooper nei panni di Guido), nel solco di Big o di Faccia a faccia.
Peccato che la regia di Molteni non riesca a sollevarsi con uguale grazia a leggerezza all'altezza della sua bella storia. In particolare, ciò che manca è l'agilità nel "muovere" le scene, mettendo la stessa elasticità filmica e un'altrettanto disinvolta gestione dell'immagine a servizio della narrazione. Oggetti smarriti si riempie così di tempi morti che si traducono in "vuoti" visivi e acustici, cui non può ovviare il pur efficace commento sonoro: vuoti che forse vorrebbero essere metafisici, visto il tema ricorrente dell'assenza, ma che un pubblico ormai abituato a ritmi più veloci sul grande schermo, soprattutto nei cosiddetti film per famiglie, probabilmente faticherà a digerire.
Peccato anche perché il messaggio del film è a tratti geniale e ricco di poesia, e il registro narrativo fuori dai canoni fa sperare in una nuova capacità di coniugare autorialità e appeal commerciale internazionale, tant'è vero che Oggetti smarriti è stato molto gradito dalla platea di giovani provenienti da tutto il mondo al Giffoni film festival, dove il film ha vinto il secondo premio nella categoria riservata agli over 18 e il premio Anec: la tensione narrativa c'è, basterebbe applicarla anche a regia e montaggio.
Ho purtroppo visto Oggetti smarriti in compagnia di amici stranieri cui è inspiegabilmente sfuggito l'irresistibile appeal internazionale della pellicola. Mi sono sinceramente vergognata. Ma, sinceramente, ancora più imbarazzante è stato leggere le acrobazie verbali di Paola Casella, disperatamente protesa a lanciare salvagenti (due stelle e mezzo.