La parola ai giurati [1] |
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Un film di Sidney Lumet.
Con E.G. Marshall, Lee J. Cobb, Henry Fonda, Martin Balsam, Ed Begley.
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Titolo originale Twelve Angry Men.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 95 min.
- USA 1957.
MYMONETRO
La parola ai giurati [1]
valutazione media:
4,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'opera prima di Sidney Lumetdi Dr. O' Le'Feedback: 0 |
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giovedì 28 dicembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il titolo originale è rivelatore: Twelve Angry Men, dodici uomini arrabbiati.
Questo è lo stato d’animo della maggior parte dei solerti cittadini che vengono scelti per presiedere la giuria in un processo.
C’è chi ha altro da fare e va di fretta, chi , incattivito dalla vita, è propenso ad un giustizialismo spinto, chi considera quei momenti solo una perdita di tempo da ridurre al minimo.
Non importa che in ballo ci sia la vita di un giovane ragazzo – che ha l’ “aggravante” di essere di origini ispaniche -, accusato di parricidio.
Le prove sembrano schiaccianti, il tempo corre e sono tutti d’accordo sulla sua colpevolezza.
O meglio quasi tutti.
Il giurato numero otto infatti (il “buono” per antonomasia, Henry Fonda – meno che per Leone nel suo C’era una volta il West -) si pronuncia alla prima votazione con un laconico “not guilty”, non colpevole – memorabile la scena dello spoglio dei voti -.
Non che sia convinto della innocenza del ragazzo, vuole solo stimolare una discussione più accurata essendosi accorto della superficialità con cui i suoi “colleghi” avevano deciso di affrontare la situazione.
Poco a poco, riesaminando prova dopo prova, testimonianza dopo testimonianza, il buon Henry riesce a portare dalla sua parte tutti gli altri undici giurati, e a evitare una, probabilmente ingiusta, condanna.
Sidney Lumet esordisce sul grande schermo (aveva in precedenza diretto sceneggiati tv) con un film per certi versi “televisivo”.
Tutta la azione infatti si svolge tra la camera in cui sono riuniti i giurati per deliberare ed il prospiciente bagno (Hitchcock docet).
Niente flashback, niente esterni, l’imputato lo vediamo solo per qualche istante nei primissimi momenti della narrazione.
Insomma niente legal thriller o robetta simile, Lumet indaga sapientemente nella psicologia di ogni personaggio, ognuno dei quali caratterizzato in modo eccellente fino all’esasperazione, ed ottimamente interpretato.
Incredibile come un film girato ormai quasi cinquant’anni fa sia assolutamente ancora modernissimo.
Prima perla di una lunga e luminosa carriera, culminata nel 2004 con l’Oscar alla carriera, che avrebbe annoverato con i successivi Serpico (1974), Assassinio sull’Orient Express (1974), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) e Quinto Potere (1976) alcuni dei capolavori assoluti del cinema moderno.
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