Il film tratta della famosa e mal risaputa disputa tra Sigismondo e Calo Gustavo. A mettere pepe su tutto ciò il rapporto professional-sessuale tra Carlo Gustavo e una sua paziente, poi futura terapeuta. Il campionario è completo: isteria, transfert e controtranfert, rapporto paziente-terapeuta, sessocentrismo, dispute sul metodo. RItengo che sia impossibile parlare di psicologia attraverso i media (per una insanabile idiosincrasia tra i due elementi) e ritengo altrettanto per quanto riguarda il cinema e la psicoanalisi. E' pur vero che è uno sporco lavoro e qualcuno deve pur farlo. In questo caso lo fà Cronenberg, regista da me molto amato, che però in questo caso, forse anche a causa dell'argomento, non ritengo che riesca ad insinuarsi nei reconditi della mente umana come è solito saper fare coi suoi film. Per questo motivo l'impressione complessiva è quella di una pellicola abbastanza inutile, che non dice nulla di particolarmente interessante. Devo essere onesto, quando mi sono alzato dal sedile della sala cinematografica ho pensato: "Certo che, col senno del poi, avrei potuto aspettare che uscisse in DVD". Tra le altre cose non ho ritrovato la plasticità nelle figure che ha caratterizzato molti film del regista. E' un film di luce, toni tenui e sfumati che restituiscono, anche in questo caso, una certa piattezza visiva. Gli attori sono molto bravi. Bisogna essere onesti dicendo che il doppiaggio della Knightley durante le crisi rende il tutto un po' ridicolo (d'altronde quando ci si abitua a vedere i film in lingua originale il doppiaggio rischia risultare sempre ridicolo). Insomma, come avrete capito non ne sono entusiasta (peccato perchè amo essere entusiasta di Cronenberg).
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nydhog
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domenica 9 ottobre 2011
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perfettamente d'accordo
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Approvo in pieno tutti i punti di questa recensione, a differenza degli altri film di Cronenberg questo non è riuscito a lasciarmi molto... Per le tematiche trattate non può che richiamare alla mente "Spider", che d'altra parte seppur nella sua esasperante lentezza riusciva a trasmettere quel senso di inquietudine nell' immergersi nel mondo distorto del protagonista. Qui abbiamo una Knightley che pur offrendo una prova convincente (non l'avrei mai detto) accentua in maniera fin troppo esasperata la sua condizione di paziente con gravi turbe risultando poco credibile nel momento in cui invece viene rappresentata in condizioni di perfettav sanità.In particolare la riflessione in cui mi sono ritrovato è che fare un film su un argomento del genere rappresenta una sfida fin troppo ardita, anche per un regista di grandi capacità come Cronenberg.
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Approvo in pieno tutti i punti di questa recensione, a differenza degli altri film di Cronenberg questo non è riuscito a lasciarmi molto... Per le tematiche trattate non può che richiamare alla mente "Spider", che d'altra parte seppur nella sua esasperante lentezza riusciva a trasmettere quel senso di inquietudine nell' immergersi nel mondo distorto del protagonista. Qui abbiamo una Knightley che pur offrendo una prova convincente (non l'avrei mai detto) accentua in maniera fin troppo esasperata la sua condizione di paziente con gravi turbe risultando poco credibile nel momento in cui invece viene rappresentata in condizioni di perfettav sanità.In particolare la riflessione in cui mi sono ritrovato è che fare un film su un argomento del genere rappresenta una sfida fin troppo ardita, anche per un regista di grandi capacità come Cronenberg. Un film di 3 ore, con perfetto rigore storico e tecnico nel trattamento delle tematiche, penso sarebbe stato gradito a pochi, non ultima alla produzione, visto che [considerando gli attori coinvolti] non si tratta certo di un film low budget. D'altra parte accettare compromessi in un film del genere significa o sfociare completamente nel commerciale e affondare negli stereotipi, oppure come è accaduto, puntare ad una via di mezzo fra la fruibilità al grande pubblico e rigore storico/tecnico, ottenendo un risultato che non soddisfa nessuno.
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henrietta77
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martedì 1 novembre 2011
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perfettamente d'accordo
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mi ritrovo pienamente nella tua recensione. ho visto il film invuriosita per ragioni "professionali" ma anche temendo come una materia così difficile sarebbe stata trattata. e se invece proprio dal punto di vista storico e tecnico, il film ha una sua solidità, è tutto il resto che rimane freddo e poco coinvolgente. tant'è che mi è venuto in mente che per mettere in scena la storia di un giovane medico ambizioso, che rompe col suo mentore ed è diviso tra passione e vita borghese, bisognava per forza scomodare freud e jung?
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