Garrone non riesce a gestire l’enorme materiale umano, sociale ed intellettuale offerto dal libro di Roberto, non riesce a guardare negli occhi le terre che vorrebbe raccontare(che non conosce) e da vita ad una fiction di grande spessore estetico ma senz’anima e senza coraggio. L’episodio di Scampia è sicuramente un piccolo capolavoro, però osservando gli attori si capisce che il merito non è di Garrone ma dei ragazzi di Scampia che narrano se stessi, che ardono nell'essere "protagonisti" di quell'universo cinematografico "mafioso" di cui si nutrono, dei Tony Montana periferici che danno ai luoghi, agli sguardi e alle parole la sonorità di un'esistenza senza scelta ma carica di anima. Gomorra è un film pericoloso, se regista e sceneggiatori si aggirassero nei cinema della periferia napoletana capirebbero come i "ragazzi" lo stanno guardando (proiezioni con risate e canzoni dei neomelodiche cantate a squarciagola, ragazzi che sanno dirti cosa e' vero e cosa è inventato, sono loro la realtà!), se uscissero dalle loro torri d'avorio dovrebbero dire che questa "mitologia gomorriana" sta affiliando e non salvando. Garrone fino a Gomorra aveva esercitato la sua cinematografia su microstorie, offrendoci squarci di periferie e storie di emarginazione, improvvisamente la sua "arte di nicchia" si è confrontata con milioni di "utenti da centro commerciale", con multisale asfissianti in cui i giovani trascorrono le loro esistenze; non riuscendolo a capire (questa è una colpa!), ha tolto a Gomorra l'unica cosa che rendeva grandi i suoi film precedenti: la speranza che nasce dal dolore assoluto. Nel film di Garrone manca una figura che attraversa gli eventi, dando agli episodi non una connessione logica ma emotiva; annullando la figura di Roberto che in vespa sente i “fatti”, Garrone toglie alle vicende i “sensi”, raffazzonando cinque microstorie senza una valida sceneggiatura, con i due ragazzi di Casal di Principe che sembrano macchiette stile Franco e Ciccio. L’episodio di Scampia ha vita "autonoma" perché noi tutti vediamo costantemente e quotidianamente questo budello aperto nella nostra quotidianità, Garrone non fa altro che prendersi la nostra rabbia portandola sul set attraverso il capitolo degli scissionisti narrato da Roberto, impossessandosi anche della sua rabbia. Gli altri episodi, già molto romanzati nel libro di Roberto, essendo più vita scritta che vita vissuta dell’autore, si sciolgono al sole dell’inconcludenza. L'’Imbalsamatore è vilipeso da Gomorra, quasi che Garrone non abbia saputo leggere il libro, come gran parte dei due milioni di lettori, soffermandosi con una sguardo superficiale sulla tragicità degli spari e del degrado, senza vedere i meccanismi del potere, la critica feroce alla politica, l’odio viscerale per il capitalismo, il profondo livore esistenziale di chi vive in questa terra senza rinunciare a capire. Nel film di Garrone non ci si schiera, il mondo esterno (la società) sembra non esistere, sia nel volto positivo di chi osserva carico di impotenza l’evolversi del giornaliero ma prova a resistere, sia nel volto negativo di una società che ha fatto di Scampia un ghetto, un enclave, un cancro terminale, senza più speranza per chi è fuori e per chi è dentro. Gomorra è un film di "colta mortalità", che non doveva esserlo; un film da "gente del nord", da frequentatori di salotti buoni, da radical di sinistra, da "chiattillo" che si sorprende del sangue perché non sa e vuole continuare a non sapere, che inorridis
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pep82
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mercoledì 21 maggio 2008
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un pericolo reale!
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Non condivido proprio tutto ciò che hai scritto, ma in sostanza con la tua recensione sottolinei un pericolo reale: Quanta autoindulgenza o addirittura autocompiacimento può derivare da un film del genere? Ho vissuto anche io l'episodio dei ragzzi che, durante la proiezione, sghignazzavano e cantavano le canzoni dei neomelodici... La denuncia così diviene farsa! Perciò, se lo si guarda come fiction, lo si può giudicare un buon lavoro, ma se si considera il suo intento di condanna, Garrone e soci hanno fallito.
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susanna
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mercoledì 21 maggio 2008
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presuntuosetto???
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Rispetto ma non condivido ciò che hai scritto del film Per il resto come fai a sostenere che gran parte dei lettori di 'Gomorra' non abbiano compreso ciò che sta al di là del rumore degli spari e della violenza feroce?!!!Il clamore che ha avuto forse è legato proprio a questa comprensione Di libri su violenza, mafia, etc ce ne erano già parecchi mi sembra, o no?Rifletti
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coachc
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giovedì 22 maggio 2008
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la rappresentazione è sempre "pericolosa"...
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Rispetto il tuo diritto di manifestare le tue riserve su Gomorra, non credo sia corretto il giudizio di "pericolosità" del film di Garrone. Quel che fotografi facendo riferimento al comportamento degli spettatori è un meccanismo risaputo e non certo peculiare di Gomorra. Anche Il Padrino, 30 anni fa, la mitologia che circonda Romanzo Criminale, Il Camorrista ne furono "vittime"... ma così pure The Doors: che rapporto esiste tra la banda della Magliana e la rockstar oscura ed intellettuale Jim Morrison? che rapporto intercorre tra la mafia italoamericana e la tossicodipendenza di un mito del rock? niente, nessun elemento, escluso "la rappresentazione" e l'industria dello spettacolo... Ma questo a Garrone, ed ancor prima a Saviano, è chiaro, la tua obiezione è fatta propria da loro : la manifestazione di palese ridicolo del "muschillo" che gioca a ripetere le battute di Scarface "include" la tua obiezione e mette tutto, anche il comportamento in sala, in un gigantesco gioco di specchi.
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Rispetto il tuo diritto di manifestare le tue riserve su Gomorra, non credo sia corretto il giudizio di "pericolosità" del film di Garrone. Quel che fotografi facendo riferimento al comportamento degli spettatori è un meccanismo risaputo e non certo peculiare di Gomorra. Anche Il Padrino, 30 anni fa, la mitologia che circonda Romanzo Criminale, Il Camorrista ne furono "vittime"... ma così pure The Doors: che rapporto esiste tra la banda della Magliana e la rockstar oscura ed intellettuale Jim Morrison? che rapporto intercorre tra la mafia italoamericana e la tossicodipendenza di un mito del rock? niente, nessun elemento, escluso "la rappresentazione" e l'industria dello spettacolo... Ma questo a Garrone, ed ancor prima a Saviano, è chiaro, la tua obiezione è fatta propria da loro : la manifestazione di palese ridicolo del "muschillo" che gioca a ripetere le battute di Scarface "include" la tua obiezione e mette tutto, anche il comportamento in sala, in un gigantesco gioco di specchi...
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pep82
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giovedì 22 maggio 2008
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per coachc
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Coachc, la tua osservazione è giusta, ma valida per film, come il Padrino o The Doors, senza fini etici. Ribadisco, se Garrone non intendeva girare un film denuncia, ma solo di rappresentare sullo schermo una situazione (tra l'altro risaputa)drammatica, Gomorra è un buon risultato, altrimenti devo dare ragione a luigi, fermo restando che non condivido il suo giudizio negativo sull'opera cinematografica, a mio avviso, onesta e di alto livello.
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coachc
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giovedì 22 maggio 2008
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per pep82
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Hai ragione, Gomorra vuole essere qualcosa in più "di uno spettacolo" ma resta, suo malgrado, una "rappresentazione". Ed allora, oltre a ridicolizzare la mitologia spicciola di quelli che trasformano il camorrista in un eroe, una cosa secondo me riuscita benissimo con la scena della "alla Scarface", non può fare. Può apparire paradossale, ma "oltre la rappresentazione" e verso l'etica, Saviano riesce ad andarci, ancora una volta, solo "suo malgrado": stamattina leggevo su Il Mattino di Napoli che nel borghese vomero, apparentemente lontano dalla logica criminale ed abitato in prevalenza dal ceto medio "intellettuale", insegnanti, giornalisti, impiegati, si sono rifiutati di affittargli un appuntamento perchè i condomini si lamentavano dei rischi.
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Hai ragione, Gomorra vuole essere qualcosa in più "di uno spettacolo" ma resta, suo malgrado, una "rappresentazione". Ed allora, oltre a ridicolizzare la mitologia spicciola di quelli che trasformano il camorrista in un eroe, una cosa secondo me riuscita benissimo con la scena della "alla Scarface", non può fare. Può apparire paradossale, ma "oltre la rappresentazione" e verso l'etica, Saviano riesce ad andarci, ancora una volta, solo "suo malgrado": stamattina leggevo su Il Mattino di Napoli che nel borghese vomero, apparentemente lontano dalla logica criminale ed abitato in prevalenza dal ceto medio "intellettuale", insegnanti, giornalisti, impiegati, si sono rifiutati di affittargli un appuntamento perchè i condomini si lamentavano dei rischi... purtroppo, solo così si torna ne "l'etica", un film diviene etico non perchè smentisce i meccanismi dello spettacolo, ma solo ed esclusivamente perchè "scomodo". Solo la sperimentazione estrema, "la verifica incerta" va oltre...
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pep82
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giovedì 22 maggio 2008
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per coachc
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Coachc, ancora una volta tutto ciò che dici è giusto, ma Saviano e Garrone sono due persone distinte e le loro rispettive opere lo dimostrano. Saviano ha rischiato e rischia per ciò che ha scritto, il suo è un libro-denuncia; Garrone, invece, non credo sia sotto scorta. Il suo film è ben riuscito, ma non è una denuncia e nemmeno un'inchiesta, tutto qui, non gliene faccio una colpa.Non critico Gomorra perchè non smentisce i meccanismi dello spettacolo(altrimenti non sarebbe un film, non credi?),ma in quanto non lo reputo per niente scomodo(ci sono film molto più scomodi). Magari lo sarebbe stato se si fosse concentrato meno sulla guerra tra bande rivali e un po' più sugli interessi reali della camorra.
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Coachc, ancora una volta tutto ciò che dici è giusto, ma Saviano e Garrone sono due persone distinte e le loro rispettive opere lo dimostrano. Saviano ha rischiato e rischia per ciò che ha scritto, il suo è un libro-denuncia; Garrone, invece, non credo sia sotto scorta. Il suo film è ben riuscito, ma non è una denuncia e nemmeno un'inchiesta, tutto qui, non gliene faccio una colpa.Non critico Gomorra perchè non smentisce i meccanismi dello spettacolo(altrimenti non sarebbe un film, non credi?),ma in quanto non lo reputo per niente scomodo(ci sono film molto più scomodi). Magari lo sarebbe stato se si fosse concentrato meno sulla guerra tra bande rivali e un po' più sugli interessi reali della camorra. Un buon film, tutto sommato, che però non rimarrà nella storia del cinema, nè in particolare, in quella del cinema inchiesta.Una riuscita "rappresentazione",ma non un capolavoro.Infine, non devi meravigliarti dei borghesucci del Vomero,quelli hanno ancora paura dell'uomo nero...
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kat
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venerdì 23 maggio 2008
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altrove gira diversamente
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Sono andata a vedere il film ieri sera, a Padova. Forse a Napoli gira così, ma ti assicuro che a Padova siamo usciti dal cinema pittosto infuriati. Ci siamo pure chiesti se dovessimo considerare questa gente degli italiani come noi. Saranno anche italiani, ma con noi non c'entrano assolutamente niente. Se penso che i soldi delle mie tasse vanno anche a questa gente mi viene il voltastomaco.
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pep82
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venerdì 23 maggio 2008
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kat, documentati prima di scrivere!!!
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Non hai fatto altro che confermare ciò che ho scritto... Il film non serve a "mobilitare" nè i politici, nè le coscienze (noi napoletani sapevamo già tutte queste cose, perciò ci hanno sconvolto relativamente), ma ha solo contribuito ad accentuare certo razzismo, certe prevenzioni, nonché l'ignoranza da parte degli italiani del Nord e degli europei (anche se reputo i francesi abbastanza intelligenti per non fare di tutta un'erba un fascio, ho qualche dubbio sugli italiani...). Comunque ciò che si vede nel film è abominevole, ma non dovrebbe disgustarti troppo, perchè se Napoli(non tuttta però) oggi è in queste condizioni la responsabilità è pure di certi politici ed imprenditori del nord che si sono serviti della camorra per sversare i rifiuti delle loro regioni(la tua in particolare ha parecchie colpe anche se ora se ne lava le mani! VERGOGNA!!!!)o per avere favori d'ogni sorta.
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Non hai fatto altro che confermare ciò che ho scritto... Il film non serve a "mobilitare" nè i politici, nè le coscienze (noi napoletani sapevamo già tutte queste cose, perciò ci hanno sconvolto relativamente), ma ha solo contribuito ad accentuare certo razzismo, certe prevenzioni, nonché l'ignoranza da parte degli italiani del Nord e degli europei (anche se reputo i francesi abbastanza intelligenti per non fare di tutta un'erba un fascio, ho qualche dubbio sugli italiani...). Comunque ciò che si vede nel film è abominevole, ma non dovrebbe disgustarti troppo, perchè se Napoli(non tuttta però) oggi è in queste condizioni la responsabilità è pure di certi politici ed imprenditori del nord che si sono serviti della camorra per sversare i rifiuti delle loro regioni(la tua in particolare ha parecchie colpe anche se ora se ne lava le mani! VERGOGNA!!!!)o per avere favori d'ogni sorta. Quindi documentati e non vivere, come troppi dalle tue parti, in una dolce e rassicurante ignoranza.
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pep82
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venerdì 23 maggio 2008
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p.s. per kat
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Comunque chi dovrebbe lamentarsi per le tasse sono proprio i cittadini napoletani, abbandonati dallo stato e dal resto d'Italia, dopo che la loro città è stata spremuta come un limone. Nel tuo "paese delle meraviglie"non credo ci si possa lamentare per qualche disservizio o per la spazzatura non raccolta (posso essere quindi più indignato io che le mie tasse vadano a privilegiati come voi...) Ti assicuro che NOI siamo veramente incazzati, perciò stai attenta alle parole e non crogiolarti in una illusione di onestà... Tutti i nodi verrano al pettine!!!
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pep82
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venerdì 23 maggio 2008
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kat, vai a studiare...
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Beh, la vostra onestà è solo di facciata... Non mi hai risposto sui contatti che politici ed imprenditori(molti di loro al governo) hanno intrattenuto con la camorra, la mafia e la 'ndrangheta! Facile etichettare come disonesta un'intera città quando non ci si abita e si vive in una realtà ovattata ma sotto sotto altrettanto sporca. Poi ti ripeto, delle tasse ne usufruite voi, visto che Napoli è stata abbandonata dallo stato. Vorrei vedere io come se la sarebbe cavata il Veneto, senza l'aiuto della criminalità organizzata napoletana, a sversare i propri rifiuti. La tua risposta denota tutta la tua ignoranza! Studia la storia e capirai perchè certe situazioni si sono verificate e che non esiste la brava gente e quella cattiva.
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Beh, la vostra onestà è solo di facciata... Non mi hai risposto sui contatti che politici ed imprenditori(molti di loro al governo) hanno intrattenuto con la camorra, la mafia e la 'ndrangheta! Facile etichettare come disonesta un'intera città quando non ci si abita e si vive in una realtà ovattata ma sotto sotto altrettanto sporca. Poi ti ripeto, delle tasse ne usufruite voi, visto che Napoli è stata abbandonata dallo stato. Vorrei vedere io come se la sarebbe cavata il Veneto, senza l'aiuto della criminalità organizzata napoletana, a sversare i propri rifiuti. La tua risposta denota tutta la tua ignoranza! Studia la storia e capirai perchè certe situazioni si sono verificate e che non esiste la brava gente e quella cattiva. Ricordati poi che i camorristi non sono la maggioranza e che c'è tantissima gente che studia o lavora onestamente(io sono studente universitario e non ho mai avuto il minimo contatto con delinquenti, perciò che colpa ne ho?!).
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kat
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venerdì 23 maggio 2008
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caro pep
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Caro pep,io ho una laurea (non comprata,mi raccomando) in scienze politiche per cui tanto ignorante non penso di essere. Anche i miei amici sono tutti laureati (e per laurearsi,credimi,hanno studiato sul serio). Avresti dovuto sentire i commenti della gente dopo la proiezione fuori dal cinema : probabilmente ti saresti nascosto nel bagno, perchè t'avrebbero sepolto (in senso figurato : siamo a Padova, non a Napoli). Ho un amico napoletano che per trovare un lavoro decente è venuto a vivere qui e mai mi sognerei di pensare che sia una brutta persona. Sai che mi ha detto ? Che gli elementi validi "emigrano" e solitamente chi resta lo fa perchè ha "le spalle coperte" o è consapevole di non valere poi molto o è parte e/o connivente del "sistema".
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Caro pep,io ho una laurea (non comprata,mi raccomando) in scienze politiche per cui tanto ignorante non penso di essere. Anche i miei amici sono tutti laureati (e per laurearsi,credimi,hanno studiato sul serio). Avresti dovuto sentire i commenti della gente dopo la proiezione fuori dal cinema : probabilmente ti saresti nascosto nel bagno, perchè t'avrebbero sepolto (in senso figurato : siamo a Padova, non a Napoli). Ho un amico napoletano che per trovare un lavoro decente è venuto a vivere qui e mai mi sognerei di pensare che sia una brutta persona. Sai che mi ha detto ? Che gli elementi validi "emigrano" e solitamente chi resta lo fa perchè ha "le spalle coperte" o è consapevole di non valere poi molto o è parte e/o connivente del "sistema". Sono sicura che lui sa bene cosa dice, mica come me che mi sono limitata a leggere e chiedere in giro.La camorra non è solo un modo di vivere, è una mentalità. Proprio come la mafia. Detto questo ti saluto. Ti auguro una vita onesta come la mia
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fra
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venerdì 23 maggio 2008
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pep 82, ma vai a lavorare
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Pep, fà un piacere alla collettività : invece di ammorbare questo sito con i tuoi commenti logorroici e tendenziosi, vedi di trovarti un lavoro (preferibilmente onesto) e di essere (finalmente) d'aiuto alla collettività. Chiacchera di meno ed agisci di più perchè tu hai l'aria di uno tanto bravo a pontificare e poco a concludere. Scommetto che pesi ancora sulle spalle dei tuoi, da bravo parassita. Francamente qui quello che si deve vergognare sei proprio tu. Cresci vah, che sei sufficientemente vecchio per fare qualcosa nella vita che esuli dal solito "blablabla". E non ti permettere di dare degli "stupidi ed ignoranti" ai laureati settentrionali. Sei così livoroso ed invidioso da fare pena.
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Pep, fà un piacere alla collettività : invece di ammorbare questo sito con i tuoi commenti logorroici e tendenziosi, vedi di trovarti un lavoro (preferibilmente onesto) e di essere (finalmente) d'aiuto alla collettività. Chiacchera di meno ed agisci di più perchè tu hai l'aria di uno tanto bravo a pontificare e poco a concludere. Scommetto che pesi ancora sulle spalle dei tuoi, da bravo parassita. Francamente qui quello che si deve vergognare sei proprio tu. Cresci vah, che sei sufficientemente vecchio per fare qualcosa nella vita che esuli dal solito "blablabla". E non ti permettere di dare degli "stupidi ed ignoranti" ai laureati settentrionali. Sei così livoroso ed invidioso da fare pena. Patetico. ps. se tu sei uno scrittore io sono un premio nobel.
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fra
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venerdì 23 maggio 2008
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oooooook pep
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Pep, facci un piacere : rimani a Napoli!!!!!!!!!!!!!!
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coachc
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venerdì 23 maggio 2008
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x kat
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Anche se non lo sai, la malavita finanzia la tua bella città del nord: i soldi della malavita organizzata si riciclano nelle aziende del tuo bel "paese di Bengodi". Complimenti, hai visto Gomorra ma non ci hai capito nulla.
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ila
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lunedì 26 maggio 2008
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sono solidale
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Lucida e spietata analisi la tua.La condivido.Per me,con rammarico,il film di Garrone resta un'occasione mancata.Si è chiuso in un micro-mondo che a me che "vivo a Bolzano" appare più folcloristico che condivisibile;quando forse la ferita più dolente sulla quale Saviano ha saputo premere il dito è che quella Scampia non è affar loro,ma c'è del nostro se le cose stanno così..La storia del sarto e del ragazzo che si "ribella"a Servillo meritavano più cura, meritava più spazio il racconto del legame tra "loro" e "noi", per capire che forse le differenze nn sono poi così nette e le colpe ,quelle si, vadano più ridistribuite.
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da napoli
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lunedì 26 maggio 2008
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non raggiunge il cuore di quel contesto sociale
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ho letto il libro e condivido la tua lucida analisi. "dà vita ad una fiction di grande spessore estetico ma senz’anima e senza coraggio" e senza la rabbia…! come hai giustamente sottolineato. mancando tutto questo viene meno l'essenza di quello che è il bellissimo libro di saviano e soprattutto della vera comprensione di quella situazione infernale ma complessa da raccontare (ma saviano c'è riuscito nel suo libro) e rappresentare in un film. questo il suo limite: una semplice e cruda rappresentazione dei fatti non è vera arte ("l'arte non deve rappresentare il visibile, ma rendere visibile l’invisibile"). 'solo rappresentazione del fatto', senza scavare per raggiunge il cuore, l'essenza della comprensione di quel contesto sociale.
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max
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mercoledì 28 maggio 2008
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non sono tutti matti in questo mondo
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Concordo ogni singola parola della tua bellissima recensione. Pochi si rendono conto dell'inutilità, o della pericolosità di questo film.
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cry
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mercoledì 28 maggio 2008
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un film squallido freddo e ghettizante
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penso che il regista dovrebbe prendere più dimestichezza con tutto, con le riprese, con il suono, le inquadrature, etc etc, è un film al quale manca una storia.Lo spettatore non si affeziona e quindi non vive in prima persona le emozioni. Queste vengono vissute freddamente, tipo documentario di un qualcosa che non si capisce. E' molto ghettizzante e screditante nei confronti dei Napoletani. Si esce dalla visione di quel film ed il primo commento che si sente dalla persone è:"bisogna fare tabula rasa". La frase si commenta da sola.Insomma certi film dovrebbero essere studiati un pò meglio se vogliono lanciare un messaggio costruttivo.Un film che non mi è proprio piaciuto.
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luigi
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mercoledì 28 maggio 2008
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vi ringrzio. gomorra non era necessario !
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Grazie per le recensioni positive,a coloro che hanno guardato il film senza sentire il "chiasso" dei critici e ignorando il potere della mediaticità, esprimo la mia vicinanza per un racconto che non ha anima, che non analizza, che non spiega,che non trasuda rabbia e speranza,che ci toglie la voglia di lottare perchè fiacca il nostro desiderio di continuare a capire.Il film è bello ma non necessario,L'IMBALSAMATORE è IL VERO CAPOLAVORO!Vi invito a guardare il mio blog www.kargan.splinder.com, troverete la stessa recensione,lasciate il vostro giudizio affinchè altri possano leggere voci "a-mediatiche" come le vostre.Luigi
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opippo
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giovedì 29 maggio 2008
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sono d'accordo
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mi trovi pienamente d'accordo.
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carla
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venerdì 30 maggio 2008
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concordo con luigi ma..
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..l'anima che non viene rappresentata è però forse un'anima difficile da far comprendere a chi non è napolentano come noi, d'altronde la nostra Napoli al di fuori viene sempre etichettata e mai capita, purtroppo vedo ch eè così...
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marco tognato
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sabato 8 maggio 2010
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sono d'accordo con te luigi
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Sono d'accordo con te luigi, soprattutto quando parli della tristezza derivante dall'improvvisa apertura della sua "arte di nicchia" (ma ci sarebbe da ridire, qui, mica tanto di nicchia, alla fine della proiezione di "Primo amore" tutto il pubblico della sala dove lo vidi era entusiasta, ed era molto - il pubblico - e non credere che fossero tutti intellettuali o snob, anzi...) verso un pubblico folto e da centro commerciale. Anch'io ho provato una sensazione di disagio (e già di nostalgia) quando, prima di andare a vedere Gomorra, seppi che il regista sarebbe stato proprio quel Garrone che tanto avevo amato, in "Terra di mezzo" e in "L'imbalsamatore", ma soprattutto in "Primo amore" dove aveva raggiunto (forse) il suo stile.
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Sono d'accordo con te luigi, soprattutto quando parli della tristezza derivante dall'improvvisa apertura della sua "arte di nicchia" (ma ci sarebbe da ridire, qui, mica tanto di nicchia, alla fine della proiezione di "Primo amore" tutto il pubblico della sala dove lo vidi era entusiasta, ed era molto - il pubblico - e non credere che fossero tutti intellettuali o snob, anzi...) verso un pubblico folto e da centro commerciale. Anch'io ho provato una sensazione di disagio (e già di nostalgia) quando, prima di andare a vedere Gomorra, seppi che il regista sarebbe stato proprio quel Garrone che tanto avevo amato, in "Terra di mezzo" e in "L'imbalsamatore", ma soprattutto in "Primo amore" dove aveva raggiunto (forse) il suo stile. Eppoi questo "commitment" con Gomorra, e il discorso si è bloccato. E la gente che si riempie la bocca con "Garrone qua e Garrone là" e io che vorrei dir loro "aspettate, non avete visto ancora niente, andatevi a vedere...". Sì, è difficile da digerire. Si vuole sempre condividere le proprie passioni culturali con gli altri, ma non tanto da farli appassionare così tanto quanto noi. Lì scatta la gelosia ("Giù le mani da Garrone, l'ho visto prima io!"). Insomma, vorremmo che i nostri registi preferiti venissero riconosciuti da tutti e al contempo che rimanessero una "nicchia", una nicchia con una statuina da adorare in solitudine. Indecisi. Ma va bene così. Ci siamo avvezzi e in fondo ci piace.
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