American Psycho

Film tratto dall'omonimo libro di Bret Easton Ellis che tanto scalpore aveva suscitato nei primi anni novanta. Uno Yuppie di Wall Street molto ricco, vive la sua vita di giorno e si trasforma in uno spietato killer maniaco-depressivo alla notte. La sceneggiatura è sciocca ed innoqua, non ha nulla della potenza espressiva del libro, non ne ha i dialoghi taglienti, l'umorismo nero e l'ultraviolenza patinata che si sente a piene mani. Banalizza una delle opere che maggiormente descrivono la natura degli anni ottanta e le ossessioni dell'uomo (il protagonista affitta decine di volte la stessa cassetta, guarda sempre gli stessi programmi non perdendosene mai nemmeno una puntata ecc.). L'orrore che vi è descritto non trova spazio nel film, o meglio viene ridotto all'osso facendo perdere il senso della trama; certo non si poteva mostrare tutto perchè sarebbe stato esagerato e inguardabile per quasi tutti, ma almeno si poteva concedere qualcosa di più. La regista dirige in maniera sciatta e incolore e ha grandi responsabilità nel non essere riuscita a trasformare in un capolavoro del genere una storia dal grande potenziale, riducendo il film ad un'opera senz'arte ne parte. Anche le scene d'azione, che potevano essere sfruttate per animare il film e renderlo più appetibile a certi palati, non vengono rese in maniera accettabile, anzi sono ridotte scioccamente. Reese Whinterspoon interpreta nel film il ruolo centrale della fidanzata del protagonista, qui invece totalmente ignorato e ridotto a poche e insignificanti battute, non si capisce nemmeno che lei sia la sua fidanzata. Il risultato è un film che ha buttato a mare un grande potenziale e non si capisce come mai sia stato affidato ad una regista semi-inesperta che non ha mai fatto niente di apprezzabile, finora almeno.