Paura d'amare

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Un film di Garry Marshall. Con Michelle Pfeiffer, Al Pacino, Nathan Lane, Kate Nelligan, Hector Elizondo.
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Titolo originale Frankie and Johnny. Commedia, durata 117 min. - USA 1991. MYMONETRO Paura d'amare * * * - - valutazione media: 3,26 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Come un fulmine nel buio della notte Valutazione 3 stelle su cinque

di Greyhound


Feedback: 2909 | altri commenti e recensioni di Greyhound
martedì 24 settembre 2019

 

La trama di questa pellicola è apparentemente chiara, perlomeno a causa della traduzione del titolo che è stata fatta in Italia; si tratta di una classica storia d’amore. In realtà ciò che è portato sullo schermo è una vera e propria descrizione riguardante due individui, minuziosamente dettagliati e “studiati”, ognuna con le proprie fragilità e i propri punti di forza. Non è un caso, infatti, che il titolo originale sia “Frankie e Johnny”, nomi dei protagonisti e titolo della canzone omonima (peraltro inserita nella colonna sonora).

L’ambientazione è la New York della fine anni ’80 – inizio ’90, come ci fanno intuire alcuni elementi descritti al suo interno (si pensi ai videoregistratori e relative VHS), ma la collocazione temporale non è per niente rilevante alfine della storia narrata. Ciò in virtù del fatto che le interazioni tra i personaggi e, in particolar modo la dinamica sviluppantesi tra Michelle Pfeiffer e Al Pacino, si adatterebbe a qualsiasi realtà spaziotemporale. Questo concetto è rafforzato anche dal ruolo stranamente in ombra (per un film prodotto da Hollywood) della città newyorkese, che rimane sullo sfondo; utilizzata se non altro per sottolineare l’isolamento e lo straniamento dei suoi abitanti.

Ma qual è l’elemento che caratterizza principalmente la pellicola?

Indubbiamente, come già ricordato in precedenza, l’evoluzione di Frankie e Johnny, entrambi soggetti che a causa di ragioni difformi si trovano in difficoltà nei rapporti con l’altro, affrontano la vita con modalità opposte, ma che sotto la superficie non sono altro che facce della stessa medaglia. Due individui soli che non anelano altro che trovare un equilibrio.

Johnny è solare, ciarliero, desideroso di recuperare il tempo perso durante la permanenza in prigione; per questo non impiega molto tempo a farsi ben volere nel nuovo luogo di lavoro. Tuttavia, come ben presto si scoprirà, la sua anima è afflitta da un grande peso, ossia il rapporto incrinato con i suoi figli e la conseguente paura di apparire un perdente (in particolar modo se paragonato con il nuovo compagno dell’ex moglie). Frankie si caratterizza per essere, invero, completamente all’opposto rispetto al suo nuovo collega. Chiusa, fredda con qualsiasi persona che tenti di avvicinarsi oltre una rigida distanza di sicurezza, convinta che indossare una spessa corazza sia l’unico strumento per difendersi dalla durezza della vita. Ma soprattutto, desiderosa di sottrarsi all’abbraccio che Johnny vorrebbe, non solo metaforicamente, darle.

L’essenza della pellicola giace proprio nel dialogo verbale e non che s’instaura tra i due, rendendo la loro convivenza giornaliera decisamente accidentata, per non dire complicata. La diversità nell’interpretare la vita, il modo di affrontare gli eventi che si presentano loro e il rapporto che sussiste con i rispettivi passati caratterizzerà il loro rapporto e le fasi che lo contraddistinguono. Non è un caso, infatti, che nel momento in cui lo spettatore si troverà di fronte a un cambiamento nella loro interazione non saprà mai a ciò a cui sarà messo di fronte: un avanzamento o un arretramento?

Con il trascorrere della pellicola, però, si assisterà alla creazione di un legame sempre più profondo (che porterà anche a comprendere la ragione del distacco con cui la Pfeiffer interpreta la vita) e alla sempre maggiore convinzione delle proprie intenzioni da parte dell’uomo. Un fatto che condurrà la donna, sempre più stupita, a interrogarsi riguardo le ragioni di questo comportamento, ma al contempo a rimanerne affascinata.

In definitiva “Paura d’amare” può essere considerato a ragion veduta come un film romantico, sebbene proprio per le ragioni precedentemente descritte, una definizione di tal tipo rimane riduttiva. Ciò in quanto alla sua conclusione lo spettatore potrà usufruire di alcuni utili spunti, il più rilevante dei quali è il fatto che molto spesso la famigerata “soul sister” (il corrispettivo inglese per anima gemella) giace dove meno ci si potrebbe attendere. Sovente la chiave è saper guardare, leggere i segnali e rispondere con la delicatezza necessaria, così come Johnny e Frankie sono stati in grado, alla fine, di fare.

 

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