linda polverari
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lunedì 29 giugno 2009
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“frankie and johnny (a man and a woman)"
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Frankie e Johnny è una commedia brillante e romantica che delinea amabilmente la vita di piccole persone comuni e solitarie che lottano per trovare l’amore.
Divorziato da tre anni e con due bambini che vivono con la ex moglie, Johnny (Al Pacino) esce di prigione dopo 18 mesi di carcere per aver falsificato un assegno. Trova lavoro come cuoco nel ristorante greco “Apollo”. Estroverso, sensibile e con una grande voglia di ricominciare a vivere, si fa ben volere da tutti i colleghi tranne che da Frankie (Michelle Pfeiffer), la bella e triste cameriera troppo delusa dal sesso maschile per credere ancora nell’amore. Lui si innamora di lei e con tenacia e disarmante semplicità cercherà di conquistarla.
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Frankie e Johnny è una commedia brillante e romantica che delinea amabilmente la vita di piccole persone comuni e solitarie che lottano per trovare l’amore.
Divorziato da tre anni e con due bambini che vivono con la ex moglie, Johnny (Al Pacino) esce di prigione dopo 18 mesi di carcere per aver falsificato un assegno. Trova lavoro come cuoco nel ristorante greco “Apollo”. Estroverso, sensibile e con una grande voglia di ricominciare a vivere, si fa ben volere da tutti i colleghi tranne che da Frankie (Michelle Pfeiffer), la bella e triste cameriera troppo delusa dal sesso maschile per credere ancora nell’amore. Lui si innamora di lei e con tenacia e disarmante semplicità cercherà di conquistarla. Lei, dopo il lavoro, preferisce rinchiudersi nel suo appartamento spiando dalla finestra la vita dei vicini del palazzo di fronte, convincendosi sempre di più a non voler avere nulla a che fare con gli uomini tanto che, quando il suo amico gay, Tim, interpretato da un eccezionale Nathan Lane, la esorta con umorismo compassionevole a trovarsi un uomo, Frankie, risponde che preferisce starsene a casa con il suo videoregistratore e una bella pizza: “… hai la cena e il cinema e non devi sopportare uno scemo che ti infila la lingua in un orecchio”. Inizialmente l’insistenza di Johnny le fa venire i brividi: “Tu non guardi, scruti….il tuo sguardo è troppo intenso” le confida Frankie mentre camminano nella notte e lui, che è sempre più convinto di riuscire ad aprire uno spiraglio nella sua armatura, la bacia nel momento in cui un autocarro, dietro di loro, apre il bagagliaio pieno di fiori inondando lo schermo di colore. Il film è un caleidoscopio di battute acute e divertenti tra i protagonisti e i personaggi minori di cui la maestrale regia, con brevi e rapidi schizzi, ne delimita perfettamente il carattere tanto da renderli tutti comprimari. Circondati da questi eccentrici e goffi personaggi, Frankie e Johnny bisticciano si cercano, si sfiorano, si amano riuscendo pian piano a dissipare gli ostacoli che anche l’amore vero ha. Grazie alla carica di simpatia di un Al Pacino in gran forma, espansivo, delicato e sincero, i timori e i brutti ricordi di Frankie, che di lividi nel cuore ne ha parecchi, spariranno quando, i due innamorati, metteranno a nudo le loro anime in un finale poeticamente romantico.
Linda Polveari
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stefania
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sabato 24 marzo 2007
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frankie e johnny
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La storia è quella di una cameriera Frankie, che lavora in una tavola calda, ben rinchiusa in se stessa dopo una storia infelice,e di Johnny , un cuoco,che ha fatto l'esperienza della prigione,ma ha conservato la voglia di vivere.Entrambi devono portare avanti giornate dure di lavoro,in un ambiente non facile.Johnny è il primo ad innamorarsi e a provare a trascinare Frankie via dalla solita routine, e dalla sua paura
di innamorarsi di nuovo.Pieno di ottimismo,e di risorse, per nulla scoraggiato dalla chiusura di Frankie, Johnny riesce dapprima ad incuriosirla , poi a divertirla, ed infine ad invitarla a passare una serata insieme.Frankie riuscirà a contraccambiarlo.
Film ben interpretato , con due attori che riescono a tradurre
bene i sentimenti ingarbugliati di chi soffre a causa di situazioni difficili.
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La storia è quella di una cameriera Frankie, che lavora in una tavola calda, ben rinchiusa in se stessa dopo una storia infelice,e di Johnny , un cuoco,che ha fatto l'esperienza della prigione,ma ha conservato la voglia di vivere.Entrambi devono portare avanti giornate dure di lavoro,in un ambiente non facile.Johnny è il primo ad innamorarsi e a provare a trascinare Frankie via dalla solita routine, e dalla sua paura
di innamorarsi di nuovo.Pieno di ottimismo,e di risorse, per nulla scoraggiato dalla chiusura di Frankie, Johnny riesce dapprima ad incuriosirla , poi a divertirla, ed infine ad invitarla a passare una serata insieme.Frankie riuscirà a contraccambiarlo.
Film ben interpretato , con due attori che riescono a tradurre
bene i sentimenti ingarbugliati di chi soffre a causa di situazioni difficili.Bravo Al Pacino nel ruolo di un uomo che sa vivere con la fiducia nel domani, e quasi perfetta Michelle Pfeiffer,nel ruolo di una donna delusa, rinchiusa ma non insensibile al gioco dell'amore.
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manuezozzò
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venerdì 25 marzo 2016
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bastano gli attori
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Jonnnie (Al Pacino), ex galeotto divorziato con figli, e Frankie (Michelle Pfeiffer), delusa dalla vita e da uomini traditori e violenti, si innamorano nel ristorante in cui lavorano entrambi: il lento e insistente corteggiamento a cui Johnnie sottoporrà Frankie riuscirà ad abbatterne le difese e a convincerla a riaprirsi alla vita.
Garry Marshall non sarà né Fellini, né Spielberg, né Wilder; eppure le sue pellicole riescono quasi sempre a catturare l'attenzione dello spettatore. Non è un caso che il suo "Pretty Woman", ad oltre un quarto di secolo, faccia sempre, in ogni prima serata televisiva (quante ne possiamo contare?) incetta di ascolti.
Per assurdo, Paura d'amare può essere considerato anche superiore al suo illustre predecessore.
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Jonnnie (Al Pacino), ex galeotto divorziato con figli, e Frankie (Michelle Pfeiffer), delusa dalla vita e da uomini traditori e violenti, si innamorano nel ristorante in cui lavorano entrambi: il lento e insistente corteggiamento a cui Johnnie sottoporrà Frankie riuscirà ad abbatterne le difese e a convincerla a riaprirsi alla vita.
Garry Marshall non sarà né Fellini, né Spielberg, né Wilder; eppure le sue pellicole riescono quasi sempre a catturare l'attenzione dello spettatore. Non è un caso che il suo "Pretty Woman", ad oltre un quarto di secolo, faccia sempre, in ogni prima serata televisiva (quante ne possiamo contare?) incetta di ascolti.
Per assurdo, Paura d'amare può essere considerato anche superiore al suo illustre predecessore. Non si tratta di un capolavoro, beninteso, ma di una bella - e niente affatto banale - storia d'amore interpretata da due mostri sacri (ricordate INNAMORARSI di Ulu Grosbard?) che valgono il prezzo del biglietto. Qualche eccesso di melassa qua e là e un improbabile ristorante multietnico non guastano una pellicola estremamente godibile. Straordinaria, peraltro, la prova di attori; Al Pacino svolge alla grande il suo compitino, ma la Pfeiffer vince ai punti, dando al proprio personaggio un'aria di genuina sofferenza, senza però mai apparire innaturale o patetica.
Ottimi i personaggi di contorno, tra i quali non poteva mancare Hector Elizondo, aficionado dei film di Marshall.
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greyhound
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martedì 24 settembre 2019
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come un fulmine nel buio della notte
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La trama di questa pellicola è apparentemente chiara, perlomeno a causa della traduzione del titolo che è stata fatta in Italia; si tratta di una classica storia d’amore. In realtà ciò che è portato sullo schermo è una vera e propria descrizione riguardante due individui, minuziosamente dettagliati e “studiati”, ognuna con le proprie fragilità e i propri punti di forza. Non è un caso, infatti, che il titolo originale sia “Frankie e Johnny”, nomi dei protagonisti e titolo della canzone omonima (peraltro inserita nella colonna sonora).
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La trama di questa pellicola è apparentemente chiara, perlomeno a causa della traduzione del titolo che è stata fatta in Italia; si tratta di una classica storia d’amore. In realtà ciò che è portato sullo schermo è una vera e propria descrizione riguardante due individui, minuziosamente dettagliati e “studiati”, ognuna con le proprie fragilità e i propri punti di forza. Non è un caso, infatti, che il titolo originale sia “Frankie e Johnny”, nomi dei protagonisti e titolo della canzone omonima (peraltro inserita nella colonna sonora).
L’ambientazione è la New York della fine anni ’80 – inizio ’90, come ci fanno intuire alcuni elementi descritti al suo interno (si pensi ai videoregistratori e relative VHS), ma la collocazione temporale non è per niente rilevante alfine della storia narrata. Ciò in virtù del fatto che le interazioni tra i personaggi e, in particolar modo la dinamica sviluppantesi tra Michelle Pfeiffer e Al Pacino, si adatterebbe a qualsiasi realtà spaziotemporale. Questo concetto è rafforzato anche dal ruolo stranamente in ombra (per un film prodotto da Hollywood) della città newyorkese, che rimane sullo sfondo; utilizzata se non altro per sottolineare l’isolamento e lo straniamento dei suoi abitanti.
Ma qual è l’elemento che caratterizza principalmente la pellicola?
Indubbiamente, come già ricordato in precedenza, l’evoluzione di Frankie e Johnny, entrambi soggetti che a causa di ragioni difformi si trovano in difficoltà nei rapporti con l’altro, affrontano la vita con modalità opposte, ma che sotto la superficie non sono altro che facce della stessa medaglia. Due individui soli che non anelano altro che trovare un equilibrio.
Johnny è solare, ciarliero, desideroso di recuperare il tempo perso durante la permanenza in prigione; per questo non impiega molto tempo a farsi ben volere nel nuovo luogo di lavoro. Tuttavia, come ben presto si scoprirà, la sua anima è afflitta da un grande peso, ossia il rapporto incrinato con i suoi figli e la conseguente paura di apparire un perdente (in particolar modo se paragonato con il nuovo compagno dell’ex moglie). Frankie si caratterizza per essere, invero, completamente all’opposto rispetto al suo nuovo collega. Chiusa, fredda con qualsiasi persona che tenti di avvicinarsi oltre una rigida distanza di sicurezza, convinta che indossare una spessa corazza sia l’unico strumento per difendersi dalla durezza della vita. Ma soprattutto, desiderosa di sottrarsi all’abbraccio che Johnny vorrebbe, non solo metaforicamente, darle.
L’essenza della pellicola giace proprio nel dialogo verbale e non che s’instaura tra i due, rendendo la loro convivenza giornaliera decisamente accidentata, per non dire complicata. La diversità nell’interpretare la vita, il modo di affrontare gli eventi che si presentano loro e il rapporto che sussiste con i rispettivi passati caratterizzerà il loro rapporto e le fasi che lo contraddistinguono. Non è un caso, infatti, che nel momento in cui lo spettatore si troverà di fronte a un cambiamento nella loro interazione non saprà mai a ciò a cui sarà messo di fronte: un avanzamento o un arretramento?
Con il trascorrere della pellicola, però, si assisterà alla creazione di un legame sempre più profondo (che porterà anche a comprendere la ragione del distacco con cui la Pfeiffer interpreta la vita) e alla sempre maggiore convinzione delle proprie intenzioni da parte dell’uomo. Un fatto che condurrà la donna, sempre più stupita, a interrogarsi riguardo le ragioni di questo comportamento, ma al contempo a rimanerne affascinata.
In definitiva “Paura d’amare” può essere considerato a ragion veduta come un film romantico, sebbene proprio per le ragioni precedentemente descritte, una definizione di tal tipo rimane riduttiva. Ciò in quanto alla sua conclusione lo spettatore potrà usufruire di alcuni utili spunti, il più rilevante dei quali è il fatto che molto spesso la famigerata “soul sister” (il corrispettivo inglese per anima gemella) giace dove meno ci si potrebbe attendere. Sovente la chiave è saper guardare, leggere i segnali e rispondere con la delicatezza necessaria, così come Johnny e Frankie sono stati in grado, alla fine, di fare.
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