cosatinta
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lunedì 5 ottobre 2015
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decisamente sopravvalutato
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Margherita Buy nei panni di Margherita Buy, Sabrina Ferilli che crede ancora che il romanesco possa rendere credibili le sue interpretazioni, attori italiani nei panni di attori italiani che cercano di interpretare ruoli italiani, una colonna sonora da midi anni '90, una sceneggiatura povera che crede che trattatre un soggetto inedito per il cinema italiano basti a soddisfare lo spettatore. Gli scavallamenti di campo non si contano, la regia non ha consistenza. La grammatica del cinema qui se la sono scordata. "Ricorda, prima di tutto, il disegno" raccomandava Mino Maccari. La scrittura debole, la messa in scena insapore, la direzione degli attori mancata, la fotografia piatta.
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Margherita Buy nei panni di Margherita Buy, Sabrina Ferilli che crede ancora che il romanesco possa rendere credibili le sue interpretazioni, attori italiani nei panni di attori italiani che cercano di interpretare ruoli italiani, una colonna sonora da midi anni '90, una sceneggiatura povera che crede che trattatre un soggetto inedito per il cinema italiano basti a soddisfare lo spettatore. Gli scavallamenti di campo non si contano, la regia non ha consistenza. La grammatica del cinema qui se la sono scordata. "Ricorda, prima di tutto, il disegno" raccomandava Mino Maccari. La scrittura debole, la messa in scena insapore, la direzione degli attori mancata, la fotografia piatta. Tutto senza il disegno. Ma tanto ce stà 'a Ferilli che se bacia cò 'a Buy... che ce frega... anche se è uno dei baci più brutti e meno credibili che si siano mai visti al cinema.
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francone
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domenica 5 marzo 2017
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atroce pellicola di
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I critici italiani la devono piantare di andare al cinema sperando di vedere un film di sinistra, e dovrebbero iniziare ad augurarsi di vedere un bel film. Questo fa parte della prima e non della seconda categoria. La mancanza totale dell'aspetto erotico è ridicola; l'unica scena di sesso è censurata dalla storia con uno spostamento di camera, anziché con il normale montaggio, come per far intendere che quelle sono cose private che non ci riguardano e che non hanno a che fare con la lotta all'emacipazione: stronzate. Finché non sarà normale girare un film realistico su di una coppia gay, non avremo l'emancipazione, e negare la rappresentazione del rapporto erotico di una coppia qui è mera espressione del moralismo che ci affligge; nell'unica scena di contatto, un bacio, la Buy appare terrorizzata e avvilita.
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I critici italiani la devono piantare di andare al cinema sperando di vedere un film di sinistra, e dovrebbero iniziare ad augurarsi di vedere un bel film. Questo fa parte della prima e non della seconda categoria. La mancanza totale dell'aspetto erotico è ridicola; l'unica scena di sesso è censurata dalla storia con uno spostamento di camera, anziché con il normale montaggio, come per far intendere che quelle sono cose private che non ci riguardano e che non hanno a che fare con la lotta all'emacipazione: stronzate. Finché non sarà normale girare un film realistico su di una coppia gay, non avremo l'emancipazione, e negare la rappresentazione del rapporto erotico di una coppia qui è mera espressione del moralismo che ci affligge; nell'unica scena di contatto, un bacio, la Buy appare terrorizzata e avvilita. Ma questo ci porta al secondo enorme problema del film: la recitazione, talmente improbabile da far apparire la Ferilli, in tutta la sua coattezza, una buona attrice; i dialoghi suonano finti non solo per questo ma probabilmente anche per colpa di una scrittura piuttosto superficiale. E visto che qualcuno ha parlato del fatto che il film non ceda agli stereotipi, beh, gli faccio notare come la bisessuale (o neolesbica, forse lei si definisce così, non ricordo) Margherita Buy è per l'ennesima volta colei che fa del male all'altra, colei che ha avuto più storie, tormentata emotivamente, colei che crea problemi per la sua insicurezza e instabilità emotiva. Beh, innanzitutto chiariamo che la bisessualità esiste e ha la stessa dignità delle altre tendenze sessuali. E poi che i bisessuali non sono instabili emotivi, non sono troie e non vanno con tutti, non fanno finta e non sono personaggi autocostruiti, non sono vite storte ma vite come le altre. E a me La vita di Adele era pure piaciuta. Però basta con questo cliché, è offensivo e sta diventando insopportabile. Firmato, un bisessuale di sinistra che quando va al cinema non si augura film di sinistra ma film belli.
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eva k.
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giovedì 8 ottobre 2015
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una bella commedia intelligente
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Il film mi è piaciuto molto. È una commedia brillante, intelligente ed ironica. Uno sguardo femminile che ci regala una bella storia d'amore omosessuale tra due donne. La sessualità diventa un contorno e la scelta è più che condivisibile. La regista è riuscita a cogliere con dei tratti di ironia quelle che sono le fragilità umane e la bellezza di un amore semplice, sfiorando e restituendo al pubblico emozioni che sono proprie dell'amore in sé nel bene e nel male. Racconta di una quotidianità comune ai molti aggiungendo quei particolari a volte impercettibili e quelle tanto amabili sfumature dell'amore nella sua nudità.
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Il film mi è piaciuto molto. È una commedia brillante, intelligente ed ironica. Uno sguardo femminile che ci regala una bella storia d'amore omosessuale tra due donne. La sessualità diventa un contorno e la scelta è più che condivisibile. La regista è riuscita a cogliere con dei tratti di ironia quelle che sono le fragilità umane e la bellezza di un amore semplice, sfiorando e restituendo al pubblico emozioni che sono proprie dell'amore in sé nel bene e nel male. Racconta di una quotidianità comune ai molti aggiungendo quei particolari a volte impercettibili e quelle tanto amabili sfumature dell'amore nella sua nudità. I due personaggi possono essere noi. In ognuna possiamo ritrovare parti di noi o di chi amiamo o di chi abbiamo amato. La paura della perdita, la confusione e il mettersi in discussione si mescolano con il desiderio di ritrovarsi e rinnovarsi. Una commedia con la quale si sorride e ci si emoziona. Un bel finale dove i sentimenti trionfano e l'unica perdita è il lasciar andare quelle cose che non funzionavano più. Una Margherita Buy meravigliosa credibile con Sabrina Ferilli che grazie alla regista è riuscita a trovare lo spazio necessario per esprimersi senza forzature. Il talento e la passione della regista sono riusciti a creare un film per tutti. Guardandolo mette a nudo anche lo spettatore che non può trovare differenze sulla base dell'orientamento sessuale ma divertito ed emozionato riconosce che l'amore attraversa tutti. Un bel film.
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pepito1948
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lunedì 5 ottobre 2015
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una commedia come tante
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Una storia come tante, raccontate mille volte nel corso del cinema di sentimenti: la convivenza di una coppia è turbata dalla diversità di indole dei partner: uno convinto e riflessivo, brillante ed ironico quanto basta per vivere il menage con leggerezza, l'altro titubante, serioso, isterico e tormentato. Una "divagazione" improvvisa mette in crisi il rapporto, tutto sembra precipitare ma il cerchio, deformato come ruota di bicicletta urtata da un camion, si ricompone chiudendosi. Nessuna novità quindi che devii dai consueti clichè e schematismi di genere: lo spessore psicologico dei personaggi è appena abbozzato, la sceneggiatura pittosto povera salvo qualche battuta apprezzabile, la regia è da encefalogramma piatto, in una commedia che ricalca il tipico schema americano (e quindi universale) che, dopo l'iniziale presentazione dei personaggi principali e di contorno con una certa lievità, vira verso lo psicodramma saltando gli snodi essenziali, per concludersi con l'immancabile lieto fine.
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Una storia come tante, raccontate mille volte nel corso del cinema di sentimenti: la convivenza di una coppia è turbata dalla diversità di indole dei partner: uno convinto e riflessivo, brillante ed ironico quanto basta per vivere il menage con leggerezza, l'altro titubante, serioso, isterico e tormentato. Una "divagazione" improvvisa mette in crisi il rapporto, tutto sembra precipitare ma il cerchio, deformato come ruota di bicicletta urtata da un camion, si ricompone chiudendosi. Nessuna novità quindi che devii dai consueti clichè e schematismi di genere: lo spessore psicologico dei personaggi è appena abbozzato, la sceneggiatura pittosto povera salvo qualche battuta apprezzabile, la regia è da encefalogramma piatto, in una commedia che ricalca il tipico schema americano (e quindi universale) che, dopo l'iniziale presentazione dei personaggi principali e di contorno con una certa lievità, vira verso lo psicodramma saltando gli snodi essenziali, per concludersi con l'immancabile lieto fine.
E non basta per produrre effetti sussultori il fatto che i protagonisti siano due lesbiche: appena accennata la problematica dell'omosessualità nei rapporti tra le due e con gli altri in termini scontati, il film si dipana secondo i soliti clichè senza debordare significativamente da percorsi narrativi abbondantemente noti. L'interpretazione di Buy e Ferilli, se confrontata con i normali standard cui ci hanno abituato, segna un passo avanti, se non altro per intensità, ma non va oltre una prova decorosa. Senza contare che, ancora una volta, alla Buy viene chiesto di immedesimarsi nel personaggio rigidamente confezionato visto in quasi tutti i suoi , salvo calarsi in un rapporto diverso; ma si fa fatica ad accorgersene.
Insomma un'opera superficiale, in cui manca la verticalità di un qualsiasi tentativo di approfondimento: il traghetto va, seguendo la solita ripetitiva rotta.
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lati29
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venerdì 2 ottobre 2015
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molto piacevole
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Come detto nel titolo, ho trovato questo film molto piacevole e discretamente divertente. Brave le due attrici e anche i personaggi di contorno. Non mi era mai capitato di vedere un domestico filippino come quello del film, quindi un "bravo" a chi ha avuto l'idea. Ripeto, molto brave le protagoniste anche se magari aspetterei ancora qualche film prima di paragonare Sabrina Ferilli ad Anna Magnani, come ho letto su altri siti. Senza nulla togliere alla bravura della Ferilli, naturalmente, ma Anna Magnani è, beh, un'altra dimensione. Margherita Buy è convincente nel ruolo di donna innamorata ma piena di dubbi. L'ho appena vista nell'ultimo film di Nanni Moretti e mi ha fatto piacere vedere che è sempre di una notevole bravura anche nelle commedie e non solo nei film drammatici.
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Come detto nel titolo, ho trovato questo film molto piacevole e discretamente divertente. Brave le due attrici e anche i personaggi di contorno. Non mi era mai capitato di vedere un domestico filippino come quello del film, quindi un "bravo" a chi ha avuto l'idea. Ripeto, molto brave le protagoniste anche se magari aspetterei ancora qualche film prima di paragonare Sabrina Ferilli ad Anna Magnani, come ho letto su altri siti. Senza nulla togliere alla bravura della Ferilli, naturalmente, ma Anna Magnani è, beh, un'altra dimensione. Margherita Buy è convincente nel ruolo di donna innamorata ma piena di dubbi. L'ho appena vista nell'ultimo film di Nanni Moretti e mi ha fatto piacere vedere che è sempre di una notevole bravura anche nelle commedie e non solo nei film drammatici. Il tema è trattato con molta eleganza e risulta una storia autentica. Mi è rimasto solo un dubbio ma l'oculista, cioè l'amante maschio, nell'ultima scena del film, ci stava provando anche con l'ex marito di Federica o sono io che mi sono lasciata suggestionare?
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(di maria)
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robert eroica
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domenica 18 ottobre 2015
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una commedia povera
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Probabilmente “Viaggio da sola” sempre con Margherita Buy era un fuoco di paglia, una buona riuscita, tra commedia all’italiana, influssi mitteleuropei e uno sguardo non banale su una realtà in divenire, quella di una donna tutta sola che cercava il senso della propria vita. Diciamo questo perché l’ultimo lavoro di Maria Sole Tognazzi (figlia d’arte, ma a suo tempo ha partecipato anche allo Zecchino d’oro dell’Antoniano di Bologna, questa volta in incognito; ma certe cose vanno proprio dette ?) “Io e lei” è un film davvero brutto. Troppe cose non funzionano nella storia di una coppia omosessuale che ha il volto di Sabrina Ferilli (un ex attrice che forse tenta il rilancio con un nuovo ruolo, ma ora sembra intenta ancora a fare lo spot di Poltrone e sofà) e di Margherita Buy (molto anonima, e senza quei picchi di isteria controllata che sono il suo marchio di fabbrica da molto, troppo tempo).
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Probabilmente “Viaggio da sola” sempre con Margherita Buy era un fuoco di paglia, una buona riuscita, tra commedia all’italiana, influssi mitteleuropei e uno sguardo non banale su una realtà in divenire, quella di una donna tutta sola che cercava il senso della propria vita. Diciamo questo perché l’ultimo lavoro di Maria Sole Tognazzi (figlia d’arte, ma a suo tempo ha partecipato anche allo Zecchino d’oro dell’Antoniano di Bologna, questa volta in incognito; ma certe cose vanno proprio dette ?) “Io e lei” è un film davvero brutto. Troppe cose non funzionano nella storia di una coppia omosessuale che ha il volto di Sabrina Ferilli (un ex attrice che forse tenta il rilancio con un nuovo ruolo, ma ora sembra intenta ancora a fare lo spot di Poltrone e sofà) e di Margherita Buy (molto anonima, e senza quei picchi di isteria controllata che sono il suo marchio di fabbrica da molto, troppo tempo). Intanto il manico, cioè la sceneggiatura, cosa strana per una vecchia volpe come Francesca Marciano. Scontata, scolastica, una banale storia di convivenza-tradimento-riconciliazione mutata di segno ma senza sorprese. E con il brutto di voler concludere quasi ogni scena con battute tra il triviale e il gretto (vedasi tutta l’ignobile sequenza della Buy a casa del figlio mentre sente i mugolii di una giovane coppia che fa l’amore, ma anche molto altro, tipo la cena del “ritorno” in famiglia della Ferilli, con la madre sputasentenze che rimprovera ancora l’ex compagna della figlia di non aver rifatto la “colonna fecale” del bagno). Poi un montaggio anonimo che non riesce a ravvivare gli stenti di una regia che palesa evidenti deficit soprattutto di ritmo. Le protagoniste fanno quello che possono, ma dei limiti di una abbiamo detto. E l’altra a parte la simpatia, lascia poco altro. Gli uomini sono figurine senza spessore, che passano come ectoplasmi senza anima. Il finale ha una buona intensità ma non basta a salvare un’operazione più di testa che di cuore.
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no_data
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sabato 18 giugno 2016
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meglio lei. ma poi, perchè?
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Un film leggero su un tema molto controverso nell'opinione pubblica, avvezza ai formalismi e alla salvaguardia delle apparenze. La vicenda si sviluppa intorno all'unione di due donne che si rispettano, intimamente si conoscono bene e si comprendono. Il loro legame è fondato sull'ironia, sulla leggerezza, sull'attenzione, sulla premura, tutte quei requisiti che rendono un rapporto stabile anche quando la passione si attenua e cede il posto a un sentimento diverso, ma altrettanto forte. Una delle due vorrebbe vivere con spontaneità la sua unione, l'altra ha delle remore, che con poca lealtà durano anche troppo. All'improvviso irrompe l'uomo con la sua seduzione a confondere di nuovo idee e orientamento sessuale.
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Un film leggero su un tema molto controverso nell'opinione pubblica, avvezza ai formalismi e alla salvaguardia delle apparenze. La vicenda si sviluppa intorno all'unione di due donne che si rispettano, intimamente si conoscono bene e si comprendono. Il loro legame è fondato sull'ironia, sulla leggerezza, sull'attenzione, sulla premura, tutte quei requisiti che rendono un rapporto stabile anche quando la passione si attenua e cede il posto a un sentimento diverso, ma altrettanto forte. Una delle due vorrebbe vivere con spontaneità la sua unione, l'altra ha delle remore, che con poca lealtà durano anche troppo. All'improvviso irrompe l'uomo con la sua seduzione a confondere di nuovo idee e orientamento sessuale. Ma il nido femminile esercita un richiamo più forte delle lusinghe maschili. La casa stessa delle due compagne parla di loro: calda nei colori, eccentrica nell'arredamento, elegante e raffinata insieme. Ma i personaggi restano appena abbozzati, senza introspezioni profonde, senza complessità di analisi. Tutto scorre con troppa semplicità: l'ex marito che si unisce a una giovane donna, il dottore che lascia subito capire la sua disponibilità, la sua vecchia amica che non nasconde l'attrazione subita, i due uomini che si ritrovano complici nei passatempi, il figlio che sembra non aver subito alcun contraccolpo dai suoi singolari genitori, il domestico omosessuale e sensibile. La serietà della tematica avrebbe meritato una rappresentazione meno stereotipata, che rendesse più giustizia alle diversità di genere. Non siamo in fondo tutti così scontati e così poco dotati di spessore. Cosa cerchiamo nel partner: l'intesa acquisita tra due persone complici o l'attrazione di due esseri diversi che del confronto continuo si nutrono? Il film nella sua semplicità quasi confonde un po' le idee, come accade a una delle due protagoniste.
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angelo umana
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mercoledì 14 ottobre 2015
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è ufficiale: la omosessualità è riconosciuta
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Vieni al cinema insieme a me, c’è l’attore che piace a te… diceva una canzone di molti anni fa: in questo film ci sono ben due attrici che piacciono, icone del nostro cinema, ormai famose e affermate, possono interpretare le parti che vogliono, anche col coraggio di darsi un lungo bacio riappacificatore alla fine del film, tanto è giusto che l’amore omosessuale abbia diritto di essere finalmente manifestato. Questo è l’ultimo dei loro film, last but not least, pure se forse non richiamerà folle enormi di spettatori. Margherita (Buy) e Sabrina (Ferilli) sono una felice coppia e recitano la parte ognuna come sa, come è.
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Vieni al cinema insieme a me, c’è l’attore che piace a te… diceva una canzone di molti anni fa: in questo film ci sono ben due attrici che piacciono, icone del nostro cinema, ormai famose e affermate, possono interpretare le parti che vogliono, anche col coraggio di darsi un lungo bacio riappacificatore alla fine del film, tanto è giusto che l’amore omosessuale abbia diritto di essere finalmente manifestato. Questo è l’ultimo dei loro film, last but not least, pure se forse non richiamerà folle enormi di spettatori. Margherita (Buy) e Sabrina (Ferilli) sono una felice coppia e recitano la parte ognuna come sa, come è. Del resto lo diceva Moretti per bocca della Buy nel film Mia Madre, “che il personaggio non si privi totalmente del suo essere attrice”.
La prima è discreta, titubante, non vorrebbe che la loro unione omosessuale venisse divulgata ai quattro venti, ha figlio ed ex-marito, il film comincia infatti con la foto di gruppo dopo una cerimonia religiosa con la sua famiglia allargata. Della sua coppia particolare Margherita quasi si vergogna. La verace Sabrina invece è “pane al pane”, più diretta e decisa, sembra più lei che “porta i pantaloni” in casa.
La regista è Maria Sole Tognazzi, la stessa di Viaggio sola con protagonista la Buy. Potrebbe vedersi nel film la rappresentazione del quotidiano di una coppia di donne: esse sono mostrate più propense ad affrontare le discussioni, le crisi della loro convivenza, a sviscerare le incomprensioni o i famigerati tradimenti. Al contrario nelle coppie eterosessuali parrebbe tacersi di più, si lascia che i problemi si cristallizzino e diventino col tempo senza via d’uscita. Il film è ovviamente molto “femminile”, delicato, potrebbe non essere epocale e passar via velocemente dalla memoria, un po’ “piatto” e tradizionale quanto a crisi di coppia, però fa ridere e commuovere, ma in giuste dosi, delicatamente ed in fondo con l’eleganza delle due protagoniste.
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daniela macherelli
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giovedì 15 ottobre 2015
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io e lei : un'identità finalmente trovata
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Federica e Marina vivono insieme da cinque anni ma, mentre la seconda vive il suo orientamento sessuale con sicurezza di sè, la prima, che è stata sposata ed ha un figlio ormai maggiorenne, non lo vive con altrettanta naturalezza. Federica, forse per formazione culturale, forse per il fatto di non vedere del tutto chiaro dentro se stessa, non riesce a vivere il rapporto con la sua compagna senza incertezze e ripensamenti; a un certo punto lascia Marina, sentendo l'esigenza di lasciar emergere quella parte di sè che crede di trovare il suo completamento nel legame con un uomo e nel riavvicinemento alla sua ex famiglia. Infatti, quandi incontra Marco, un amico che non vedeva da tanti anni, scocca subito la scintilla; inoltre Federica, appena lasciata Marina, va a stare qualche giorno a casa del figlio, che vive con altri ragazzi, ritornando in un certo senso a ricoprire il ruolo di madre che da qualche tempo di fatto non esercitava più.
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Federica e Marina vivono insieme da cinque anni ma, mentre la seconda vive il suo orientamento sessuale con sicurezza di sè, la prima, che è stata sposata ed ha un figlio ormai maggiorenne, non lo vive con altrettanta naturalezza. Federica, forse per formazione culturale, forse per il fatto di non vedere del tutto chiaro dentro se stessa, non riesce a vivere il rapporto con la sua compagna senza incertezze e ripensamenti; a un certo punto lascia Marina, sentendo l'esigenza di lasciar emergere quella parte di sè che crede di trovare il suo completamento nel legame con un uomo e nel riavvicinemento alla sua ex famiglia. Infatti, quandi incontra Marco, un amico che non vedeva da tanti anni, scocca subito la scintilla; inoltre Federica, appena lasciata Marina, va a stare qualche giorno a casa del figlio, che vive con altri ragazzi, ritornando in un certo senso a ricoprire il ruolo di madre che da qualche tempo di fatto non esercitava più. Successivamente accetta di essere ospite, insieme a Marco, nella lussuosa abitazione che era stata la sua e dove ora vive il marito con la sua giovane compagna e il loro bambino, quasi avesse nostalgia del tradizionale ambiente familiare formato da marito, moglie e figlio, e volesse, in un certo senso, tornare a riviverlo. In questo suo tentativo di rientrare nella "normalità" , Federica, però, non è molto aiutata dalle figure maschili che, in un ruolo o nell'altro, le sono vicine: l'ex marito è un uomo superficiale e grossolano, mentre Marco si rivela quasi subito un narcisista alquanto distratto, innamorato più di se stesso che di lei. La situazione di effettiva solitudine in cui si trova spinge Federica a interrogare la sua interiorità più profonda e avverte con chiarezza che il sentimento che riempie veramente il suo cuore è quello verso Marina e torna da lei senza più tentennamenti; nel finale le due compagne si riconcialiano e per Federica, stavolta, tutto è chiaro.
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eva k.
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giovedì 8 ottobre 2015
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bella e divertente commedia
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Il film è uno sguardo femminile sulla realtà di un amore tra due donne adulte che ci regala una bella storia.
Il film riesce a cogliere con ironia quelle sottili sfumature dell’amore che solo una regista donna poteva cogliere e mette a nudo quelle piccole fragilità che ci accompagnano in amore.
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Il film è uno sguardo femminile sulla realtà di un amore tra due donne adulte che ci regala una bella storia.
Il film riesce a cogliere con ironia quelle sottili sfumature dell’amore che solo una regista donna poteva cogliere e mette a nudo quelle piccole fragilità che ci accompagnano in amore. Sono fragilità che a volte si intravedono soltanto e sembrano misurate; ma sono esattamente quelle fragilità proprie di due persone adulte. Intravedere provoca a volte emozioni più forti e intime. Sono raccontate quelle insignificanti ma tanto amabili abitudini delle quali non si può fare a meno. Questo film non ammicca né agli omosessuali né agli eterosessuali. È semplicemente la storia di un amore, dove le paure sono quelle comuni ai molti: la paura di aver lasciato indietro qualcosa, la paura del giudizio altrui, la paura di rompere un silenzio e uscire da quella campana di vetro nella quale si vuole custodire l’ amore per non perderlo. Dietro queste paure ci possono essere vari contenuti: qui c’è una donna che ha paura del giudizio altrui per il fatto di avere una relazione con una donna. A volte ha paura di se stessa. La sessualità quando si racconta una storia così rimane un contorno. Quelle emozioni impercettibili, sfiorate, accarezzate non potevano essere rappresentate meglio.
Il film lascia anche il messaggio positivo che l’amore vince sempre. In questo caso con un duplice significato: la crisi che si supera sempre quando altre emozioni si insinuano e soprattutto l’amore per una donna non ha niente di meno rispetto ad un uomo, sempre amore è, da qui il finale noto.
Questo è un film per tutti ed è questo che fa la differenza.
Margherita Buy, straordinaria attrice è stata in grado di rappresentare quelle emozioni contrastanti a loro modo seduttive. Sabrina Ferilli diretta da M. Sole Tognazzi è riuscita a essere credibile e divertente senza costrutti o stereotipi.
Una commedia che merita di essere vista più volte perché diverte ed emoziona.
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