angelo umana
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mercoledì 12 gennaio 2011
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un'ossessione che riempie la vita
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El secreto de sus ojos. Una vita non può essere “piena di niente” e si può riempire di un’ossessione che non abbandona, che anzi la anima, le dà senso. E’magnifico il film di José Campanella, facile da leggere e molto chiaro nel raccontare, far capire soprattutto l’anima dei personaggi. L’ossessione può essere una prigione sordida costruita per un nemico, che è prigione pure per chi la procura, oppure un amore non dichiarato, che trova poi sfogo e compimento con un libro che lo racconta. E’ in effetti un film d’amore “Il segreto dei suoi occhi”, con gli sguardi e i piccoli dettagli che lo manifestano; d’amore e poliziesco, questo lato viene riempito da scene perfino esilaranti, ma il regista sa condurci fuori dallo schema prettamente poliziesco, indaga sull’anima.
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El secreto de sus ojos. Una vita non può essere “piena di niente” e si può riempire di un’ossessione che non abbandona, che anzi la anima, le dà senso. E’magnifico il film di José Campanella, facile da leggere e molto chiaro nel raccontare, far capire soprattutto l’anima dei personaggi. L’ossessione può essere una prigione sordida costruita per un nemico, che è prigione pure per chi la procura, oppure un amore non dichiarato, che trova poi sfogo e compimento con un libro che lo racconta. E’ in effetti un film d’amore “Il segreto dei suoi occhi”, con gli sguardi e i piccoli dettagli che lo manifestano; d’amore e poliziesco, questo lato viene riempito da scene perfino esilaranti, ma il regista sa condurci fuori dallo schema prettamente poliziesco, indaga sull’anima. Gli amori sono in realtà due: quello durato pochissimo tra una 23 enne uccisa e il giovane marito, un amore assoluto che per lui durerà sempre e che anzi gli darà l’”ossessione” che riempie la vita e quello non dichiarato per tanti anni tra una pubblico ministero e il suo vice, il magistrato che conduce le indagini sul delitto. Ma gli amori sono perfetti solo quando essi sono mancati e quando non vengono consumati?
Piccola nota polemica: questo film, ispano-argentino, ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Che senso aveva, se non uno “affaristico-politico”, che l’Italia presentasse l’insulso Baarìa, da notare, prodotto da Medusa?
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[+] grande emozione.
(di maristella)
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[+] remake fake
(di rudy_50)
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m.d.c
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giovedì 10 giugno 2010
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il dolore e la colpa in un film rivelazione
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I saggi suggeriscono che il tempo guarisce tutte le ferite, questa regola aurea non sembra valere nel caso de Il segreto dei suoi occhi, film rivelazione dell'anno e inatteso premio oscar vista l'agguerrita concorrenza. Destabilizzante dal punto di vista del genere(noir, melò e perfino thriller)il film dell'argentino Campanella(che non sarà Losey ma possiede un solido mestiere e uno stile versatile)dimostra come sia possibile amalgamare con armonia piani temporali e narrativi diversi(presente e passato,l'inchiesta e la passione amorosa)realizzando una storia che accumula dettagli carichi di un ansioso eppure decifrabile simbolismo.In breve la trama propone il sostituto cancelliere Ricardo Darin(una sorta di Mastroianni argentino)impegnato a ricordare la sua ossessiva indagine privata sull'uccisione di una giovane moglie avvenuta anni prima e a rimpiangere l'amore, mai vissuto, per il suo capo ufficio Soledad Villamil.
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I saggi suggeriscono che il tempo guarisce tutte le ferite, questa regola aurea non sembra valere nel caso de Il segreto dei suoi occhi, film rivelazione dell'anno e inatteso premio oscar vista l'agguerrita concorrenza. Destabilizzante dal punto di vista del genere(noir, melò e perfino thriller)il film dell'argentino Campanella(che non sarà Losey ma possiede un solido mestiere e uno stile versatile)dimostra come sia possibile amalgamare con armonia piani temporali e narrativi diversi(presente e passato,l'inchiesta e la passione amorosa)realizzando una storia che accumula dettagli carichi di un ansioso eppure decifrabile simbolismo.In breve la trama propone il sostituto cancelliere Ricardo Darin(una sorta di Mastroianni argentino)impegnato a ricordare la sua ossessiva indagine privata sull'uccisione di una giovane moglie avvenuta anni prima e a rimpiangere l'amore, mai vissuto, per il suo capo ufficio Soledad Villamil.Con il trascorrere del tempo,malgrado la scoperta dell'assassino grazie all'intuito del solerte e caparbio funzionario, le cose non hanno trovato la loro giusta collocazione con l'omicida tornato in libertà come scherano del nuovo regime militare,la frustrazione del marito della vittima e dell'assorto vice-cancelliere e la fuga di quest'ultimo, minacciato di ritorsioni, con la conseguente rinuncia all'amata. Ma saranno proprio i nodi irrisolti del passato a sciogliersi in un imprevedibile e sconcertante finale.
Vertiginoso mosaico narrativo,orchestrato con abilità sopra la norma, Il segreto dei suoi occhi fonde privato e pubblico, eros e morte, con un catalogo di ossessioni che sfiorano la psicosi(chissà perchè finora nessuno ha pensato a Dunrrematt e il suo la promessa),alludendo sottotraccia persino alla nobiltà racchiusa nel fallimento giudiziario e sentimentale. Ma se può sembrare troppo e ci si vuole limitare ai fatti, lo spettatore è obbligato a fare i conti con la tracce inesorabili del passato che la trama dolorosamente propone in un crescendo mozzafiato e ad ammettere che il film esce vincitore dalla sfida narrativa proposta, attraverso la sua invidiabile ingegnosità e la forza febbrile della sua utopia. Matteo De Chiara
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domenica 20 giugno 2010
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la vita interrotta dell'argentina del 76
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Benjamin Esposito (Ricardo Darin), dopo una carriera in tribunale, è ormai in pensione e si accinge a scrivere un romanzo, al centro del quale vi è il caso Morales, una storia giudiziaria di stupro ed omicidio che da venticinque anni lo ossessiona. Mentre in lunghi flashback vengono ricostruiti i fatti di quel lontano 1975, Benjamin ne rivive i ricordi e torna ad incontrarne i protagonisti. Anche gli ultimi nodi finiranno così per sciogliersi.
Il Segreto dei Suoi Occhi (tratto da un romanzo di Sacheri) non è un film giallo, per quanto racconti la storia di un delitto, le indagini conseguenti, le false piste, lo smascheramento del colpevole e la sua cattura, con tanto di rocambolesco inseguimento nella spettacolare sequenza allo stadio, di ammirevole perfezione tecnica; non è nemmeno un film sentimentale, eppure ampio spazio vi trova l'amore mancato fra Benjamin e la bella Irene (Soledad Villamil), rimasto sospeso per molti, lunghi anni e mostrato solo attraverso un intenso gioco di sguardi rivelatori; non è nemmeno un film storico, ma sullo sfondo è ben riconoscibile l'Argentina del golpe militare del 76, su cui cominciavano a soffiare i venti nefasti del terrore di stato.
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Benjamin Esposito (Ricardo Darin), dopo una carriera in tribunale, è ormai in pensione e si accinge a scrivere un romanzo, al centro del quale vi è il caso Morales, una storia giudiziaria di stupro ed omicidio che da venticinque anni lo ossessiona. Mentre in lunghi flashback vengono ricostruiti i fatti di quel lontano 1975, Benjamin ne rivive i ricordi e torna ad incontrarne i protagonisti. Anche gli ultimi nodi finiranno così per sciogliersi.
Il Segreto dei Suoi Occhi (tratto da un romanzo di Sacheri) non è un film giallo, per quanto racconti la storia di un delitto, le indagini conseguenti, le false piste, lo smascheramento del colpevole e la sua cattura, con tanto di rocambolesco inseguimento nella spettacolare sequenza allo stadio, di ammirevole perfezione tecnica; non è nemmeno un film sentimentale, eppure ampio spazio vi trova l'amore mancato fra Benjamin e la bella Irene (Soledad Villamil), rimasto sospeso per molti, lunghi anni e mostrato solo attraverso un intenso gioco di sguardi rivelatori; non è nemmeno un film storico, ma sullo sfondo è ben riconoscibile l'Argentina del golpe militare del 76, su cui cominciavano a soffiare i venti nefasti del terrore di stato. Campanella riesce a fondere i tre generi, creando un ibrido interessante ed originale, girato non senza ironia e con l'abilità del cineasta di classe. Non sarà un caso se molti dei leitmotiv del film (gli occhi, gli sguardi, le foto) alludono alla visione oppure (la macchina da scrivere, il romanzo, le lettere) alla scrittura, i due elementi che costituiscono, nel connubio di mise-en-scene e sceneggiatura, l'essenza stessa dell'opera cinematografica. Ma il merito maggiore del film è probabilmente la funzione di memoria storica che assolve (attraverso il tema dell'importanza del ricordo e della sua comprensione come chiave di interpretazione del presente): è nella figura di Isidoro Gomez (Javier Godino), assassino e stupratore arruolato dagli squadroni della morte che viene identificato quel male odioso e assoluto che ha terrorizzato il paese per troppi anni ed è nel terribile, interminabile supplizio che Ricardo Morales (Pablo Rago) gli infligge per vendetta che si legge quel bisogno di elaborare un dolore non ancora sopito, necessario affinché la vita interrotta di una nazione ferita e scovolta riesca finalmente a far i conti con il proprio passato ed a ripartire. Premio Oscar come miglior film straniero.
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balcazar
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giovedì 1 luglio 2010
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coinvolgente
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Un bellissimo film, una bella sorpresa! Due bravi attori, sconosciuti (a me) che interpretano molto bene le parti. Una trama mai scontata, che non perde il ritmo in nessun momento del film, con un pizzico di ironia negli atteggiamenti del collega di Benjamin, e con un finale (e non solo) che non ti aspetti.
Ho molto apprezzato anche il modo di inquadrare gli attori, i colori e le impostazioni delle scene.
Un apprezzamento anche alla bellezza della protagonista
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lucio c.
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domenica 4 luglio 2010
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quando l'amore chiede
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il segreto dei suoi occhi è un bel film, anzi un buon film. E' una storia "noir" ambientata nell' Argentina anni '70 che trova continuità nei giorni nostri, ma soprattutto dà e riceve linfa dalle "passioni" dei protagonisti. Ecco allora che diventa storia di amori, ma, come un sasso gettato nello stagno che crea cerchi concentrici, è anche storia di amicizia, dolore, giustizia. Il film pone tante domande, non dà risposte o meglio non dà "la risposta": quella, come sempre, dobbiamo trovarla dentro di noi.
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cuckor
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mercoledì 14 luglio 2010
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andate a vedere questo film!
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Veramente un bel film, intenso, recitato bene, con un'atmosfera quasi impalpabile ma sempre presente. Un modo di recitare forse un po' diverso, piu' lento, basato sugli sguardi e sulle pause, ma intenso.
Anche la storia è molto interessante, toccando appena, ma in modo efficace, il periodo nero dell'Argentina.
Insomma, da veder sicuramente.
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pensionoman
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venerdì 22 marzo 2013
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capolavoro da oscar
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CAPOLAVORO! Ecco la prima parola che scolpisce nella mente dello spettatore il film di Campanella, mentre scorrono i titoli di coda.
LA STORIA. Argentina, anni 70. Benjamin Esposito é un vice cancelliere del giudice istruttore (una specie di vice procuratore incaricato delle indagini, sotto la direzione del pubblico ministero) che si trova ad occuparsi di un caso di stupro e omicidio di una giovane, bellissima, donna, Lilliana Morales. Le indagini, con la supervisione del suo capo, il cancelliere Irene Menendez Hastings, si svilupperanno - tra vari ostacoli e difficoltà - grazie a una sua intuizione (nata da alcune fotografie della vittima) e a un colpo di genio investigativo del suo amico e assistente, Sandoval (istrionico e irriverente personaggio, tanto geniale, quanto dedito alla sua passione per la bottiglia), che li porteranno ad arrestare il colpevole, Isidoro Gomez.
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CAPOLAVORO! Ecco la prima parola che scolpisce nella mente dello spettatore il film di Campanella, mentre scorrono i titoli di coda.
LA STORIA. Argentina, anni 70. Benjamin Esposito é un vice cancelliere del giudice istruttore (una specie di vice procuratore incaricato delle indagini, sotto la direzione del pubblico ministero) che si trova ad occuparsi di un caso di stupro e omicidio di una giovane, bellissima, donna, Lilliana Morales. Le indagini, con la supervisione del suo capo, il cancelliere Irene Menendez Hastings, si svilupperanno - tra vari ostacoli e difficoltà - grazie a una sua intuizione (nata da alcune fotografie della vittima) e a un colpo di genio investigativo del suo amico e assistente, Sandoval (istrionico e irriverente personaggio, tanto geniale, quanto dedito alla sua passione per la bottiglia), che li porteranno ad arrestare il colpevole, Isidoro Gomez. Quest'ultimo però la farà franca e sarà rimesso in libertà, perché sgherro al servizio del regime (verrà addetto a far la guardia del corpo a Isabel Peron). 25 anni dopo, Esposito - ormai in pensione e mai rassegnatosi agli eventi - é assalito dal ricordo del caso, rimasto ancora aperto, e prova a chiudere il cerchio, scrivendone un romanzo, che lo porterà a scoperte e risvolti sorprendenti, inaspettati e imprevedibili, sul destino dell'assassino, come pure del suo amore di sempre per Irene, mai dichiarato apertamente e vissuto fino in fondo.
IL COMMENTO. Premio Oscar per il miglior film straniero nel 2010, l'opera di Campanella non può certo racchiudersi in un (solo) genere ben definito. Più di un poliziesco investigativo, a tratti giudiziario, e spesso ironico, al limite della commedia, é il risultato di una sensibilità artistica raffinatissima, che sconfina apertamente nel sentimentale, spingendosi fino alla denuncia storica, politica, giudiziaria e morale, di un paese (e di un popolo) che non ha ancora chiuso e risolto i suoi conti col recente passato. La sapiente mano del regista (che definire di grande maestria sarebbe riduttivo) guida lo spettatore attraverso concetti ed eventi a volte lievi e spesso assai profondi, che si esprimono perfettamente attraverso la fotografia, la scrittura e la memoria, assi portanti - nel loro insieme - della stessa opera cinematografica, in un riuscitissimo ensemblement di sguardi, foto, lettere, ricordi. Tutto culminerà nello straordinario finale (perla rara nel gioiello del film) che, come una dantesca legge del contrappasso, segnerà la "giusta" retribuzione del criminale, per aver privato il marito superstite dell'amore per la moglie. Ma anche la riscoperta dell'antico amore di Benjamin (e la volontá stavolta di viverlo e portarlo fino in fondo) sa di riscatto (non solo sociale) dell'individuo (di fronte all'ingiustizia che lo aveva privato di tutto), ma anche di un intero popolo davanti alla storia (che fa giustizia dei suoi carcerieri).
UN'OPERA STRAORDINARIA, CONDITA DI UNA OTTIMA FOTOGRAFIA E SPLENDIDE COLONNE SONORE, ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE E DA (RI)VEDERE, PER TUTTI GLI AMANTI DEL GRANDE CINEMA, CHE SPARGE BRIVIDI ED EMOZIONI A PIENE MANI NEL CUORE GONFIO DI OGNI SPETTATORE, LASCIANDOLO EBBRO DELLA SPERANZA DI UN DOMANI PIENO DI VITA E DI SPERANZA DI RISCATTO.
Saluti e Buona visione
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elenii85
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lunedì 18 luglio 2011
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uno sguardo sull'argentina per capire noi stessi
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c'è un orrendo delitto, c'è un tribunale, c'è la casta, ci sono uomini del diritto che cercano la verità malgrado il loro mondo sia violento e senza speranza. C'è il calcio, c'è il borghese piccolo piccolo che si fa giustizia da sè: ci siamo noi.
E c'è un ottimo film con montaggio impeccabile, attori coinvolti e mai autocompiaciuti - una rarità - ci sono dialoghi vincenti e crudamente reali, una scenografia mirabile - si pensi alle vedute d'interni, come il tribunale e la scena del crimine.
un thriller che è anche denuncia sociale, romanza psico-emotiva che indaga sui sentimenti e soprattutto sull'amore: quello che dura oltre la vita - e le sue complicazioni - e oltre la morte - nella sua semplicità, in un parallelo tra l'amato della vittima, coi suoi occhi grandi e rassegnati di cittadino impotente e piccolo piccolo (ma alla fine grande) e il protagonista, che ama tutta la vita una donna che non riesce mai a sfiorare.
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c'è un orrendo delitto, c'è un tribunale, c'è la casta, ci sono uomini del diritto che cercano la verità malgrado il loro mondo sia violento e senza speranza. C'è il calcio, c'è il borghese piccolo piccolo che si fa giustizia da sè: ci siamo noi.
E c'è un ottimo film con montaggio impeccabile, attori coinvolti e mai autocompiaciuti - una rarità - ci sono dialoghi vincenti e crudamente reali, una scenografia mirabile - si pensi alle vedute d'interni, come il tribunale e la scena del crimine.
un thriller che è anche denuncia sociale, romanza psico-emotiva che indaga sui sentimenti e soprattutto sull'amore: quello che dura oltre la vita - e le sue complicazioni - e oltre la morte - nella sua semplicità, in un parallelo tra l'amato della vittima, coi suoi occhi grandi e rassegnati di cittadino impotente e piccolo piccolo (ma alla fine grande) e il protagonista, che ama tutta la vita una donna che non riesce mai a sfiorare..fino alla fine.
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notedo
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mercoledì 2 febbraio 2011
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largo ai registi poco conosciuti
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Film di grande interesse che a mio avviso ha meritatamente battuto autori più blasonati. Molto fedele al romanzo di Eduardo Sacheri, Campanella ha adottato un modello cinematografico lontano dai tempi attuali partendo da un'immagine che è quella della solitudine. Noir di grande atmosfera ovvero un triller esistenziale costruito sulla memoria del protagonista mirata a dare un senso alla propria esistenza. Interessante il rimando alla storia dell'Argentina raccontata in modo indiretto ma in maniera felice sulla condizione di un popolo. Film dalla costruzione curiosa,molto coinvolgente con il pieno spiazzamento delle attese dello spettatore. Bravo Juan José Campanella: aspettiamo in Italia il tuo prossimo film che se non vado errato,dovrebbe essere già in programmazione.
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Film di grande interesse che a mio avviso ha meritatamente battuto autori più blasonati. Molto fedele al romanzo di Eduardo Sacheri, Campanella ha adottato un modello cinematografico lontano dai tempi attuali partendo da un'immagine che è quella della solitudine. Noir di grande atmosfera ovvero un triller esistenziale costruito sulla memoria del protagonista mirata a dare un senso alla propria esistenza. Interessante il rimando alla storia dell'Argentina raccontata in modo indiretto ma in maniera felice sulla condizione di un popolo. Film dalla costruzione curiosa,molto coinvolgente con il pieno spiazzamento delle attese dello spettatore. Bravo Juan José Campanella: aspettiamo in Italia il tuo prossimo film che se non vado errato,dovrebbe essere già in programmazione.
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la iena
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martedì 15 maggio 2012
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una vita non può essere piena di niente...
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Benjamin Esposito, un uomo un po’ ruvido, è un assistente pubblico ministero alle prese con un caso irrisolto; uno di quei casi che spesso l’ispettore di turno nei film insegue per tutta la vita. Una giovane ragazza è stata violentata e trucidata. Benjamin è ormai in pensione e decide di scrivere un romanzo che racconti quella storia. Saltando temporalmente al periodo dell’accaduto, Benjamin guardando alcune foto della ragazza da giovane ha l’intuizione. Osservando lo sguardo (da qui il titolo del film) di un compagno di scuola di lei, capisce che potrebbe esser lui l’assassino e si mette subito alla ricerca del ragazzo. E troppo tardi; questo è già scappato senza lasciare alcuna traccia di se.
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Benjamin Esposito, un uomo un po’ ruvido, è un assistente pubblico ministero alle prese con un caso irrisolto; uno di quei casi che spesso l’ispettore di turno nei film insegue per tutta la vita. Una giovane ragazza è stata violentata e trucidata. Benjamin è ormai in pensione e decide di scrivere un romanzo che racconti quella storia. Saltando temporalmente al periodo dell’accaduto, Benjamin guardando alcune foto della ragazza da giovane ha l’intuizione. Osservando lo sguardo (da qui il titolo del film) di un compagno di scuola di lei, capisce che potrebbe esser lui l’assassino e si mette subito alla ricerca del ragazzo. E troppo tardi; questo è già scappato senza lasciare alcuna traccia di se. Così Benjamin ed il suo assistente, un uomo con problemi di alcolismo, un po’ goffo ma spesso divertente, si intrufolano in casa della madre del presunto assassino trovando delle lettere che questi le ha inviato. Purtroppo anche qui vengono scoperti ed il magistrato non avendo prove concrete per incolpare l’uomo, decide di chiudere il caso. Il marito della giovane vittima, è un uomo devastato dalla perdita della moglie, imprigionato dai ricordi di lei. Questi, spinto da un amore puro, si reca ogni giorno per più di anno alla stazione ferroviaria, aspettando di incrociare l’assassino di sua moglie. Dopo un anno la svolta; il Sancho Panza della situazione, l’assistente di Esposito, rileggendo le lettere ha l’intuizione. In ognuna di quelle lettere l’uomo fa dei paragoni o cita dei giocatori di calcio di una squadra locale. Sarà proprio la passione per il calcio a tradire l’assassino che dopo un’estenuante fuga viene finalmente preso ed arrestato in uno stadio, durante una partita di calcio. L’interrogatorio a mio avviso è una delle parti più belle del film; Soledad Villamil, nel film Irene, capo, nonché ossessione inconfessabile di Benjamin, conduce l’assassino all’ammissione di colpevolezza, giocando magistralmente il gioco della provocatrice. Tutto sembra finito e l’uomo è condannato all’ergastolo ed invece… soltanto dopo poco l’assassino, forte di aver collaborato con la giustizia, viene nuovamente liberato. Il caso vuole che una notte, dopo l’ennesima sbronza, l’assistente di Benjamin si trova in casa del suo capo e mentre egli è fuori, viene ucciso al suo posto. Nel mezzo c’è tutta la storia d’amore tra Benjamin ed Irene; un amore corrisposto ma mai consumato che poi alla fine si risolverà per il meglio. Oltre questo? C’è il finale, che personalmente non trovo così scontato; il film vuole far credere che il marito della vittima, deluso dalla giustizia, abbia regolato i conti da solo. In parte è cosi, ma fortunatamente il regista non è stato cosi banale e soltanto negli ultimi minuti si scoprirà la reale conclusione del thriller.
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