lunetta
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giovedì 4 giugno 2009
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suspence, emozione,e....conpassione
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E' la trasposizione cinematografica del
primo volume di una trilogia dello scrittore svedese Stieg Larsson, morto prematuramente all'età di 50 anni. Il regista, svedese anche lui, costruisce un noir originale, poco holliwoodiano, con protagonista maschile bruttino, ma buono e eticamente ineccepibile, e una protagosnista femminile simile ad una Twiggy moderna, anoressica, dark, eticamente eccepibile ma ampiamente
giustificabile..... insomma, mi ha fatto riflettere, mi ha disgustato, commosso, e altro ancora.
Un giallo "americano" avrebbe avuto solo suspence e colpi di scena, sangue, etc. Quì c'è molto di più:dolore, rimpianti, tenerezza, vendetta, con la V maiuscola.
Un film che sembra uno dei tanti, ma secondo me è fuori dal comune.
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E' la trasposizione cinematografica del
primo volume di una trilogia dello scrittore svedese Stieg Larsson, morto prematuramente all'età di 50 anni. Il regista, svedese anche lui, costruisce un noir originale, poco holliwoodiano, con protagonista maschile bruttino, ma buono e eticamente ineccepibile, e una protagosnista femminile simile ad una Twiggy moderna, anoressica, dark, eticamente eccepibile ma ampiamente
giustificabile..... insomma, mi ha fatto riflettere, mi ha disgustato, commosso, e altro ancora.
Un giallo "americano" avrebbe avuto solo suspence e colpi di scena, sangue, etc. Quì c'è molto di più:dolore, rimpianti, tenerezza, vendetta, con la V maiuscola.
Un film che sembra uno dei tanti, ma secondo me è fuori dal comune.. davverro bellissimo.
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fabrizio cirnigliaro
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venerdì 5 giugno 2009
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lisbeth nos a malo
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Nel romanzo, da cui è tratto questo film, il mistero della scomparsa della ragazza viene risolto 100 pagine prima della fine del libro. Piuttosto insolito per un giallo. Ma questo infatti non è il solito giallo. Scritto prima della grande crisi economica, lo scrittore svedese descrive nel peggiore dei modi possibili il mondo della finanza. Non lascia spazio ad equivoci o interpretazioni. Non crede neanche nei cambiamenti o nelle redenzioni, queste persone devono fare il bene degli azionisti e delle proprie aziende, anche se questo vorrà dire occultare la verità per salvare il nome e la reputazione della famiglia. Se la borsa svedese tentenna loro sono prontissimi a mettere al sicuro il proprio capitale all’estero, fregandosene della conseguenza primaria del loro agire,l’affossamento dell’economia svedese e dell’occupazione.
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Nel romanzo, da cui è tratto questo film, il mistero della scomparsa della ragazza viene risolto 100 pagine prima della fine del libro. Piuttosto insolito per un giallo. Ma questo infatti non è il solito giallo. Scritto prima della grande crisi economica, lo scrittore svedese descrive nel peggiore dei modi possibili il mondo della finanza. Non lascia spazio ad equivoci o interpretazioni. Non crede neanche nei cambiamenti o nelle redenzioni, queste persone devono fare il bene degli azionisti e delle proprie aziende, anche se questo vorrà dire occultare la verità per salvare il nome e la reputazione della famiglia. Se la borsa svedese tentenna loro sono prontissimi a mettere al sicuro il proprio capitale all’estero, fregandosene della conseguenza primaria del loro agire,l’affossamento dell’economia svedese e dell’occupazione. I giornalisti e i mass media non vengono descritti in modo migliore. Spesso il loro ruolo si limita solamente nel tenere un microfono o a scrivere degli articoli su commissione del “potente”. Troppo spesso si dimostrano di essere senza spina dorsale o di puntare solamente alla carriera. Blomkvist invece è un giornalista serio, ha fondato la rivista Millenium, in cui vengono effettuate delle inchieste “scomode”, che puntano il dito contro i soliti potenti di turno, con il rischio di finire in bancarotta, perché questo tipo di giornalismo difficilmente attira gli investimenti degli inserzionisti, un po’ come la trasmissione Report in Italia. Neanche Mikael però è perfetto e suo malgrado prenderà una decisione che peserà come un macigno sulla sua coscienza,di uomo e di giornalista. Cinica invece la rappresentazione del riccone Vanger, con la quale lo scrittore sembra dichiarare la sua assoluta mancanza di fiducia nella classe dirigente svedese. Se avete già visto il film ma non avete mai letto il romanzo vi starete chiedendo di che libro stia parlando, perché tutte queste cose nella trasposizione cinematografica non ci sono. Eppure sono soprattutto questi gli aspetti del romanzo che ne hanno decretato il successo, grazie ad un incessante passaparola e alla recensioni positive dei critici, esaltati dalla storia di questo giornalista che fa bene il suo lavoro. Io non sono del parere che da un buon libro esca sempre un brutto film, senza disturbare Kubrick, basterebbe citare alta Fedeltà, Requiem for a Dream,Il Padrino ,Fight Club etc etc.
Probabilmente se il film fosse stato girato in questi giorni il regista avrebbe osato di più, perché il romanzo dà molti spunti, la società descritta in uomini che odiano le donne è davvero uno spaccato della realtà, l’avidità, il potere, l’autorità, il razzismo, l’integralismo religioso, le speculazioni finanziarie, quasi nessuno di questi temi è stato tratto nel film, e quei pochi che hanno trovato dello spazio vengono banalizzati. Solo la violenza subita dalle donne, soprattutto da Lisbeth, è raccontata bene. Non è un caso che la parte migliore è quella che mostra il ”rapporto” fra Lisbeth e il suo tutore. Quando la libido acceca la ragione dell’uomo arriva Lisbeth al liberarlo dal suo peccato, dal suo male, forse per sempre. Lisbeth nos a malo, appunto.
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parte ripario
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mercoledì 3 giugno 2009
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lettori o spettatori
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Se avete letto prima il libro uscirete dal cinema soddisfatti. Se non lo avete letto potrete mentire tranquillamente, vantandovi di avere letto almeno un libro nel 2009, perché la ricostruzione cinematografica di Niels Arden Oplev è così fedele al romanzo di Stieg Larsson che solo a Guantanamo potranno farvi confessare che sul vostro comodino c'è soltanto polvere.
Se non avete letto prima il libro incontrerete molti personaggi e farete forse un po' fatica a orientarvi nella famiglia Vagner. Se invece lo avete letto siete favoriti. Non perché sapete già tutto, ma perché fate parte della comunità di chi entra nei libri che legge e, scambiando con essi un pezzetto di anima, li fa suoi per sempre.
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Se avete letto prima il libro uscirete dal cinema soddisfatti. Se non lo avete letto potrete mentire tranquillamente, vantandovi di avere letto almeno un libro nel 2009, perché la ricostruzione cinematografica di Niels Arden Oplev è così fedele al romanzo di Stieg Larsson che solo a Guantanamo potranno farvi confessare che sul vostro comodino c'è soltanto polvere.
Se non avete letto prima il libro incontrerete molti personaggi e farete forse un po' fatica a orientarvi nella famiglia Vagner. Se invece lo avete letto siete favoriti. Non perché sapete già tutto, ma perché fate parte della comunità di chi entra nei libri che legge e, scambiando con essi un pezzetto di anima, li fa suoi per sempre. In questo modo siete già parenti di Michael Blomqvist e Lisbeth Salander e il film assume il sapore di una rimpatriata tra amici: il massimo risultato che un film tratto da un romanzo può ottenere.
È la stessa cosa che accade con Harry Potter: ogni film ti riporta al libro e quindi ad Hogwards e l'effetto comunità è così forte che senti tuo simile anche lo spettatore seduto di fianco a te. Persino se vota Lega. "Uomini che odiano le donne" è uscito con grande tempestività in Italia. Per Harry Potter, che presenta in questi giorni il promo del film n. 6, hanno invece aspettato troppo, dopo due anni dall'ultimo film e dall'ultimo libro si rischia di non riconoscere più gli amici o di trovarli troppo cambiati. Se cominci a dare del lei a Hermione si rischia il grande freddo. Ma questo è un altro film.
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saro romeo
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martedì 2 giugno 2009
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un film importante
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Mi è sembrato un fil che, se pur su un cannovaccio estremamente classico, sia ben costruito, non vi sono cadute di tensione, ti attanaglia fin dall'inizio, recitazione ottima, grande solidità narrativa, non indugia in sentimentalismi, tratteggio equilibrato dei personaggi, insomma "tiene" molto bene dall'inizio alla fine. A mio avviso esiste comunque un aspetto debole: il contesto storico, il passato nazista, viene presentato quasi come fiction necessaria alla narrazione piuttosto che come una verità storica. Il nazismo Svedese, precursore di quello tedesco, non ha mai raggiunto le atrocità di suoi emuli ma è stato, soprattutto da dottrinalmente, molto severo ed importante e ciò nel film non viene reso, nel libro invece sì.
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Mi è sembrato un fil che, se pur su un cannovaccio estremamente classico, sia ben costruito, non vi sono cadute di tensione, ti attanaglia fin dall'inizio, recitazione ottima, grande solidità narrativa, non indugia in sentimentalismi, tratteggio equilibrato dei personaggi, insomma "tiene" molto bene dall'inizio alla fine. A mio avviso esiste comunque un aspetto debole: il contesto storico, il passato nazista, viene presentato quasi come fiction necessaria alla narrazione piuttosto che come una verità storica. Il nazismo Svedese, precursore di quello tedesco, non ha mai raggiunto le atrocità di suoi emuli ma è stato, soprattutto da dottrinalmente, molto severo ed importante e ciò nel film non viene reso, nel libro invece sì. E' una mancanza.
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penthesilea
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mercoledì 3 giugno 2009
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cosa avrebbe pensato larsson del film?
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Ho letto l'intera trilogia di Stieg Larsson ( di cui il primo volume ben due volte!) e venerdì ho visto il film. Le mie aspettative nel complesso non sono state deluse, anche se ho apprezzato assai poco i cambiamenti radicali rispetto al libro...per esempio perché far morire di cancro Anita Vanger? E il Mikael donnaiolo ( per molti aspetti alter ego del Larsson) dov'era? E Erika Berger?...Per fortuna a sopperire a tali "mancanze" ci ha pensato la straordinaria recitazione di Noomi Rapace...è stata la Lisbeth che mi ero aspettata! Chi sa cosa avrebbe pensato lo scrittore...forse sarebbe stato contento nel vedere lo straordinario successo della sua saga...soprattutto della sua Lisbeth Salander, nuova icona di quelle donne che non vogliono subire la violenza degli uomini che odiano le donne!
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Ho letto l'intera trilogia di Stieg Larsson ( di cui il primo volume ben due volte!) e venerdì ho visto il film. Le mie aspettative nel complesso non sono state deluse, anche se ho apprezzato assai poco i cambiamenti radicali rispetto al libro...per esempio perché far morire di cancro Anita Vanger? E il Mikael donnaiolo ( per molti aspetti alter ego del Larsson) dov'era? E Erika Berger?...Per fortuna a sopperire a tali "mancanze" ci ha pensato la straordinaria recitazione di Noomi Rapace...è stata la Lisbeth che mi ero aspettata! Chi sa cosa avrebbe pensato lo scrittore...forse sarebbe stato contento nel vedere lo straordinario successo della sua saga...soprattutto della sua Lisbeth Salander, nuova icona di quelle donne che non vogliono subire la violenza degli uomini che odiano le donne! Da un libro prodotto eccellente di un genio del thriller è venuto fuori un buon lavoro!
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[+] guardati millenium
(di nicodiba)
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cry73
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domenica 31 maggio 2009
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molto bello!
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Ho letto con passione la trilogia innamorandomi dei personaggi pagina dopo pagina. Sono rimasta molto soddisfatta del film che si è dimostrato abbastanza fedele al libro per quanto riguarda la trama. Sebbene ritenga difficile trasferire su pellicola in un tempo così limitato tutte le sfaccettature dei personaggi e dei loro complessi rapporti, penso che si potesse fare di meglio nell'interpretazione di Mikael. Al contrario ho trovato Lisbeth assolutamente credibile e perfettamente in linea con l'idea che mi ero fatta. Ho apprezzato anche lo stile poco patinato a cui invece ci hanno abituati i film d'oltreoceano, la scelta di personaggi "imperfetti" e dall'aspetto molto "normale" ha reso il tutto ancora più apprezzabile ed essenziale.
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Ho letto con passione la trilogia innamorandomi dei personaggi pagina dopo pagina. Sono rimasta molto soddisfatta del film che si è dimostrato abbastanza fedele al libro per quanto riguarda la trama. Sebbene ritenga difficile trasferire su pellicola in un tempo così limitato tutte le sfaccettature dei personaggi e dei loro complessi rapporti, penso che si potesse fare di meglio nell'interpretazione di Mikael. Al contrario ho trovato Lisbeth assolutamente credibile e perfettamente in linea con l'idea che mi ero fatta. Ho apprezzato anche lo stile poco patinato a cui invece ci hanno abituati i film d'oltreoceano, la scelta di personaggi "imperfetti" e dall'aspetto molto "normale" ha reso il tutto ancora più apprezzabile ed essenziale. Per quanto riguarda la sceneggiatura credo ci sia stata qualche omissione di troppo che non ha permesso di esplorare l'intimità dei personaggi, forse è stata una scelta fatta per privilegiare la caratteristica del thriller, non rallentare il ritmo e abbassare la tensione. Purtroppo non si fa quasi cenno al rapporto molto particolare tra Mikael e Erika, Erika e Greger e nemmeno ai sentimenti contrastanti che Lisbeth fa nascere nei confronti di chi ha a che fare con lei, Palmgren, Armanskij, Miriam, ecc...
Nel complesso comunque ho apprezzato il film e attendo con ansia il prossimo che sembra sia previsto per l'autunno di quest'anno.
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daniele d'antoni
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martedì 14 settembre 2010
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in equilibrio tra thriller e denuncia sociale.
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In una gelida Svezia invernale s’intrecciano le vite e i criptici passati del giornalista Mikael Bloomckvist che indaga sui loschi traffici di un importante impresario, del nobile Henrik Vanger, che tenta di far luce sul mistero che avvolge il rapimento di sua nipote Arriette, della quale non si hanno più notizie da oltre quarant’anni; e della giovane Lisbeth Salander che tenta di far fronte al proprio passato a dir poco orribile e oscuro. Il destino unisce questi tre personaggi, nel momento in cui Bloomckvist viene denunciato e ritenuto ingiustamente colpevole di diffamazione dell’impresario sul quale stava indagando; prima di scontare la pena, viene contattato da Henrik Vanger, che gli muoverà la richiesta di aiutarlo a portare a termine le ricerche del rapitore di sua nipote; Lisbeth Salander infine, pirata informatico professionista, si metterà in contatto con lo stesso Bloomckvist per aiutarlo.
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In una gelida Svezia invernale s’intrecciano le vite e i criptici passati del giornalista Mikael Bloomckvist che indaga sui loschi traffici di un importante impresario, del nobile Henrik Vanger, che tenta di far luce sul mistero che avvolge il rapimento di sua nipote Arriette, della quale non si hanno più notizie da oltre quarant’anni; e della giovane Lisbeth Salander che tenta di far fronte al proprio passato a dir poco orribile e oscuro. Il destino unisce questi tre personaggi, nel momento in cui Bloomckvist viene denunciato e ritenuto ingiustamente colpevole di diffamazione dell’impresario sul quale stava indagando; prima di scontare la pena, viene contattato da Henrik Vanger, che gli muoverà la richiesta di aiutarlo a portare a termine le ricerche del rapitore di sua nipote; Lisbeth Salander infine, pirata informatico professionista, si metterà in contatto con lo stesso Bloomckvist per aiutarlo...
Il film, che rimane in perfetto equilibrio tra thriller e denuncia sociale, apre una trilogia cinematografica tratta da tre rispettivi e omonimi romanzi del compianto Stieg Larsson, e si sviluppa di pari passo col progredire delle indagini, attorno alla magistrale costruzione dei personaggi (tanto complicati quanto affascinanti) che animano la storia, e affronta temi importanti, delicati e soprattutto attuali, quali Il logorio causato dal denaro e dal potere eccessivi; la falsità delle apparenze, che ad esempio consegnano all’opinione pubblica una visione linda e rispettabile della famiglia Vanger, la quale invece nasconde maniaci Nazisti; il Nazismo stesso, che ancora ferisce dal passato, attraverso i nuovi nuclei di fanatismo ancora presenti in diverse zone del mondo; il piacere della vendetta e la volontà di compierla, che va oltre alla volontà del perdono e quindi la millenaria questione di quanto sia labile e instabile il confine che ci fa propendere per il perdono o viceversa per la vendetta; il fraintendimento della parola di Dio (Corano o Bibbia in tal caso non cambia), che se non compresa a fondo porta ad azioni crudeli e meschine (come potrebbero essere gli attentati terroristici da un lato o, come nel caso in questione, il martirio e l’uccisione di persone indifese, seguendo un rituale considerato “divino”).
Infine ciò cui il titolo fa riferimento, la violenza sulle donne, non solo fisica ma anche psicologica. L’indagine è costellata da un calvario di donne torturate e uccise, per il semplice gusto di farlo, per la sola colpa di essere donne; donne delle quali la stessa Lisbeth è portabandiera nonché vendicatrice universale.
Poco importa se in fin dei conti viene da chiedersi se fosse stato veramente necessario realizzare una trasposizione cinematografica di un best seller. Perché “uomini che odiano le donne” non solo ha una regia, un montaggio e una fotografia di qualità, uno stile asciutto, essenziale, diretto, ma è soprattutto interpretato benissimo da ognuno degli attori, più o meno noti, tra i quali spiccano la bravissima Noomi Rapace (Lisbeth Salander) e Michael Nyqvist (Mikael Bloomckvist). È quindi non soltanto una storia particolare, insolita e affascinante, ma anche un ottimo capitolo del cinema moderno.
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massimiliano di fede
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lunedì 1 giugno 2009
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l'ombra del nazismo , nella fredda svezia
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Un Film tutto scandinavo che entra prepotentemente nell’olimpo delle pellicole che verranno a lungo ricordate. Gli ingredienti di questo thriller, ambientato nel panorama delle vicende conflittuali tra giornalismo e politica della Svezia dei nostri giorni e, gradualmente riaffiorano antiche ombre Naziste.
Andando a ritroso nel tempo, ricordiamo la trasposizione cinematografica del libro di Perter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve, la produzione Americana fece delle scelte molto discutibili, in primis gli attori, dove la parte della Signora piacente di mezza età Smilla rappresentata nel romanzo, venne affidata ad una più fresca e più giovane Julia Ormond..
IL romanzo dello scrittore e giornalista prematuramente scomparso Stieg Larsson, “uomini che odiano le donne”, fa parte della Trilogia Millennium.
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Un Film tutto scandinavo che entra prepotentemente nell’olimpo delle pellicole che verranno a lungo ricordate. Gli ingredienti di questo thriller, ambientato nel panorama delle vicende conflittuali tra giornalismo e politica della Svezia dei nostri giorni e, gradualmente riaffiorano antiche ombre Naziste.
Andando a ritroso nel tempo, ricordiamo la trasposizione cinematografica del libro di Perter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve, la produzione Americana fece delle scelte molto discutibili, in primis gli attori, dove la parte della Signora piacente di mezza età Smilla rappresentata nel romanzo, venne affidata ad una più fresca e più giovane Julia Ormond..
IL romanzo dello scrittore e giornalista prematuramente scomparso Stieg Larsson, “uomini che odiano le donne”, fa parte della Trilogia Millennium. La trasposizione cinematografica affidata al regista Danese Niels Arden Oplev, è sicuramente la più riuscita, anche perché la produzione e il cast del film è tutta scandinava il chè, a differenza del romanzo di Peter Hoeg, le ambientazioni vengono perfettamente rappresentate grazie anche agli attori.
Il giornalista economico Mikael Blonqvist, perde una causa per diffamazione ed è costretto a dimettersi dalla direzione del Giornale Millenium. Nel frattempo gli viene affidato il compito di indagare più approfonditamente sulla scomparsa della Nipote di un magnate svedese, risalente a trent’anni prima . Nel corso delle indagini viene aiutato da una giovane, dal fare un po’ particolare e mascolina, ricercatrice e Hacker , Lisbeth Salander, che lo aiuta a far emergere delle verità inquietanti e ,dove dietro a quella scomparsa si nascondono rituali antisemiti e nazisti.
Gli attori si sono comportati tutti egregiamente, ottima la regia, il montaggio è veloce ed incalzante che tiene lo spettatore con la giusta suspance.
4 stelle molto meritate
Massimiliano Di Fede www.fmfilm.it
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[+] pellicole che verranno ricordate...
(di fabruss)
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weach
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domenica 17 ottobre 2010
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tutto il male del mondo
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Difficile parlare di un film di dolore ; le parole a volte non sono strumento adeguato per descrivere un processo energetico negativo.
Il regista Neils Arden Oplev traspone il libro di Stieg Larsonn ,di risonanza mondiale,, lo fa bene mettendo in scena una pellicola dai colori scuri e crepuscolari ed una storia "senza veli"con attori intensi ;su tutti spicca la protagonista Noemi Rapace, molto caratterizzata,espressiva , tagliente , passionale guerriera,buona; i sui occhi scuri bruciano il male che la circonda ed ha una forza interire che traspare in tutta sua intensità.
Buone parole vanno espresse anche per l’altro protagonista Michael Niqvist co una recitazione intensa , umana comunicativa.
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Difficile parlare di un film di dolore ; le parole a volte non sono strumento adeguato per descrivere un processo energetico negativo.
Il regista Neils Arden Oplev traspone il libro di Stieg Larsonn ,di risonanza mondiale,, lo fa bene mettendo in scena una pellicola dai colori scuri e crepuscolari ed una storia "senza veli"con attori intensi ;su tutti spicca la protagonista Noemi Rapace, molto caratterizzata,espressiva , tagliente , passionale guerriera,buona; i sui occhi scuri bruciano il male che la circonda ed ha una forza interire che traspare in tutta sua intensità.
Buone parole vanno espresse anche per l’altro protagonista Michael Niqvist co una recitazione intensa , umana comunicativa.
E' thriller dai toni esaperati con contorni incestuosi.,violenti ,di sottomissione ed omicidi;con suspence le cui evidenze saranno chiare solo negli ultimi fotogrammi.
Lo spettatore resta rapito da questa trama criptata cercando di comprendere l'epilogo che viene dalla regia sapientemente negato.
Un cast di attori svedesi e danesi tanto sconosciuti quanto bravi contribuisce a rendere godiibile "uomini che odiano le donne".
Un thriller doloroso che metta a nudo il male del mondo senza pietà e senza sconti.
Si può fare alla regia un unico appunto , il lungometraggio ha superato la soglia di attenzione accettabile oltrepassando ampiamente le due ore di proiezione; la lentezza espositiva , per quanto preparatoria , si è fatta sentire in modo particolare nella parte centrale del film.
Eccellente lavoro.
weach illuminati
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giorgio47
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venerdì 5 giugno 2009
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discreto film abbastanza fedele al libro
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Quando vedo un film e ho letto il romanzo da cui è tratto, mi capita sempre di guardarlo da una doppia angolazione. Da una parte cerco di vedere se il film è fedele al libro e dall’altra se il film da solo, senza l’aiuto del ricordo della lettura, è autosufficiente. Diciamo subito che questo film, anche se alcuni personaggi sono accennati, altri omessi, alcuni rapporti sono semplificati, nell’essenza resta comunque fedele al libro. Inoltre penso che il film possa essere goduto anche da chi non abbia letto il libro. Diciamo anche che non stiamo parlando di un film memorabile, anche se tutto regge abbastanza bene e il personaggio, secondo me difficilissimo da far uscire dalle pagine del libro per renderlo in carne ed ossa, di Lisbeth Salander è invece credibile nell’ottima interpretazione di Noomi Rapace.
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Quando vedo un film e ho letto il romanzo da cui è tratto, mi capita sempre di guardarlo da una doppia angolazione. Da una parte cerco di vedere se il film è fedele al libro e dall’altra se il film da solo, senza l’aiuto del ricordo della lettura, è autosufficiente. Diciamo subito che questo film, anche se alcuni personaggi sono accennati, altri omessi, alcuni rapporti sono semplificati, nell’essenza resta comunque fedele al libro. Inoltre penso che il film possa essere goduto anche da chi non abbia letto il libro. Diciamo anche che non stiamo parlando di un film memorabile, anche se tutto regge abbastanza bene e il personaggio, secondo me difficilissimo da far uscire dalle pagine del libro per renderlo in carne ed ossa, di Lisbeth Salander è invece credibile nell’ottima interpretazione di Noomi Rapace. Nel complesso un film scorrevole e discreto che si lascia guardare senza annoiare e, visto quello che spesso passa per le sale cinematografiche, non mi pare poco.
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