luca alvino
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mercoledì 26 maggio 2010
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un'operazione evemerista
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Perché un uomo onesto diventa un fuorilegge? Cosa si cela dietro questo carnevalesco rovesciamento dei valori? E perché una tale forzatura grottesca esercita un fascino così potente nell'immaginario collettivo, sia pure nello spazio ludico e purificato della rappresentazione, della fiction? Il Robin Hood di Ridley Scott costituisce un prequel, un antefatto, la rivelazione degli eventi che hanno portato l'infallibile arciere a divenire un fuorilegge. Scott compie un'operazione evemerista, andando alla ricerca della storia dietro la leggenda; non per edificare un ponte tra l'una e l'altra, quanto per mettere in discussione il carattere astratto del mito, screditarne la pretesa di un'origine divina, minarne il carattere di assolutezza.
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Perché un uomo onesto diventa un fuorilegge? Cosa si cela dietro questo carnevalesco rovesciamento dei valori? E perché una tale forzatura grottesca esercita un fascino così potente nell'immaginario collettivo, sia pure nello spazio ludico e purificato della rappresentazione, della fiction? Il Robin Hood di Ridley Scott costituisce un prequel, un antefatto, la rivelazione degli eventi che hanno portato l'infallibile arciere a divenire un fuorilegge. Scott compie un'operazione evemerista, andando alla ricerca della storia dietro la leggenda; non per edificare un ponte tra l'una e l'altra, quanto per mettere in discussione il carattere astratto del mito, screditarne la pretesa di un'origine divina, minarne il carattere di assolutezza. Robin Hood ancora non esiste. Si chiama Robin Longstride, ed è un soldato che torna in Inghilterra da Gerusalemme al seguito di re Riccardo, al termine della terza crociata. Ma da dove viene, realmente, Robin Longstride? Lui stesso non ne ha un'idea precisa: «So dove sono stato, ma non da dove vengo», rivela a un certo punto. Come a dire che le esperienze compiute nel passato non determinano necessariamente un'origine, non disegnano una direzione e non stabiliscono un'identità. È bene diffidare delle traiettorie teleologiche, lasciando gli avvenimenti irrelati tra loro e preferendo i fatti alla loro interpretazione. Occorre seguire l'esempio della freccia, che percorre rapidamente un tragitto senza segnarne lo spazio in modo permanente. Altrimenti si rischia di fare come re Giovanni, che sostiene di aver ricevuto la corona d'Inghilterra direttamente da Dio, e con tale motivazione ideologica e pretestuosa rifiuta e brucia la prima bozza della Magna Charta propostagli dai baroni del Regno. Ma Robin Longstride ha imparato a conoscere a proprie spese in quali modi detestabili venga usurpato il nome di Dio per giustificare ambizioni e crudeltà fin troppo umane: sa perfettamente che Dio non può avere nulla a che fare con la strage di Acri, e che tra l'uno e l'altra passa la stessa differenza esistente tra un patto di sangue e un graffio accidentale. Ma sa anche che la promessa fatta a un uomo in punto di morte, pur non essendo vincolata al sacro, certamente deve essere adempiuta, anche a rischio della vita. Non per un astratto senso dell'onore, ma per il riconoscimento del valore degli affetti; non come sottomissione alla forza del divino, ma come omaggio alla debolezza dell'uomo. La lealtà non ha bisogno di essere sponsorizzata dal cielo. Essere un fuorilegge, allora, significa rifiutare un ordine ideologico che non tuteli le ragioni dei deboli; significa aborrire il privilegio e l'arbitrio, restituire i diritti agli oppressi, la leggenda alla storia; riscattare i miserabili dall'umiliazione, e, con l'esempio, rendere dignità al loro coraggio oltraggiato.
Un ritmo in crescendo, un cast affiatato e di pregio, la confidenza di regista e attori con le scene epiche, fanno di questo Robin Hood un film assai godibile e convincente, da apprezzare nella fruizione a tutto tondo della sala cinematografica, che rende al meglio la spettacolarità delle scene corali sulla costa gallese, l'alticcia allegria dei merry men in balia della Manica in burrasca, e la frizzante suggestione degli agguati nel bosco. Peccato quel pizzico di eccessivo compiacimento nella battaglia finale, che - pur rimanendo di innegabile efficacia - riecheggia un po' troppo da vicino alcune sequenze del Gladiatore e il celeberrimo «hold» di Braveheart.
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rongiu
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sabato 18 ottobre 2014
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acromatopsia.
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Metti che sei in possesso di un copione e che ti piaccia; metti che hai già un'idea sulle mani che ne gireranno le pagine, gli occhi che lo leggeranno ed un cervello che emetterà il verdetto, rispondendo così al quesito postogli : - "Che te ne pare o cose del genere"; metti che questi due personaggi si chiamano Russell Crowe \ per il copione / e Ridley Scott \ per tutto il resto /; ti vien facile la soluzione. Bene, si può fare e subito. E invece no! Proprio così. Un "Non mi piace!", secco e spietato è la risposta del regista a quanto propostogli. A questo punto, che si fa'? Cosa pensi abbia pensato Crowe. \ Lascia perdere? Aspetta tempi migliori per realizzare il progetto? / - No! Niente di tutto questo.
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Metti che sei in possesso di un copione e che ti piaccia; metti che hai già un'idea sulle mani che ne gireranno le pagine, gli occhi che lo leggeranno ed un cervello che emetterà il verdetto, rispondendo così al quesito postogli : - "Che te ne pare o cose del genere"; metti che questi due personaggi si chiamano Russell Crowe \ per il copione / e Ridley Scott \ per tutto il resto /; ti vien facile la soluzione. Bene, si può fare e subito. E invece no! Proprio così. Un "Non mi piace!", secco e spietato è la risposta del regista a quanto propostogli. A questo punto, che si fa'? Cosa pensi abbia pensato Crowe. \ Lascia perdere? Aspetta tempi migliori per realizzare il progetto? / - No! Niente di tutto questo. Con pazienza, parla e riparla della storia, dell'idea, dei protagonisti, dei dettagli e compagnia bella, all'amico Ridley, che tra l'altro claudicante per un pezzo di metallo introdotto dal chirurgo nel ginocchio, vorrebbe proprio mandarlo a quel paese. E, quando tutto sembra perduto, quando t'accorgi che il silenzio sovrasta il respiro e i secondi sono più lenti dei millesimi ... ecco che un "Ok! Fermati! Va bene! Mi hai convinto! Ma, è tutto da riscrivere!" E' proprio in questo, in questo preciso istante che entrambi, Russel e Scott, guardandosi, si convincono che sarà una bella avventura. E noi? A noi non resta che dire grazie a tutti i protagonisti e non per la bella storia presentata, per le emozioni donate. Quante? Bella domanda e merita una risposta. La lista dei colori va' dall'acquamarina allo zaffiro, passando per il giallo napoli ed il rosso falun. I colori trasmettono emozioni. Quindi, una risposta valida per tutti non c'è; dipende dalla nostra maggiore o minore acromatopsia.
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alcoholfueledtommy
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sabato 15 maggio 2010
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un robin "inedito"
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Esce finalmente la versione definitiva di un progetto in cantiere da più d'un paio d'anni e già soggetto a più riscritture, anche se dalle anticipazioni si capiva chiaramente che il regista voleva qualcosa di diverso del solito. E qui sorge spontanea la domanda: è meglio lasciare la leggenda così com'è, narrarla nuovamente nei suoi toni favolistici ed avventurosi, con la sana contrapposizione manichea "buoni-cattivi", in un Medioevo semirealistico e affascinante? O serve un aggiornamento, una "laicizzazione" del personaggio e della vicenda in una prospettiva storica e meno ingenua più adatta ai nostri tempi? Difficile rispondere, ma il regista e lo sceneggiatore Brian Helgeland non possono venire etichettati in una delle due correnti: Questo "Robin Hood" rilegge certamente il personaggio in maniera più disincantata e umana, ma non per questo lo deve spogliare dei suoi toni leggendari ed eroici.
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Esce finalmente la versione definitiva di un progetto in cantiere da più d'un paio d'anni e già soggetto a più riscritture, anche se dalle anticipazioni si capiva chiaramente che il regista voleva qualcosa di diverso del solito. E qui sorge spontanea la domanda: è meglio lasciare la leggenda così com'è, narrarla nuovamente nei suoi toni favolistici ed avventurosi, con la sana contrapposizione manichea "buoni-cattivi", in un Medioevo semirealistico e affascinante? O serve un aggiornamento, una "laicizzazione" del personaggio e della vicenda in una prospettiva storica e meno ingenua più adatta ai nostri tempi? Difficile rispondere, ma il regista e lo sceneggiatore Brian Helgeland non possono venire etichettati in una delle due correnti: Questo "Robin Hood" rilegge certamente il personaggio in maniera più disincantata e umana, ma non per questo lo deve spogliare dei suoi toni leggendari ed eroici. La storia è molto diversa, una sorta di "prequel" in cui l'arciere di Re Riccardo (siamo nel 1199) troverà le motivazioni e la forza di mettersi dall' altro lato della legge per difendere i poveri dai soprusi della nobiltà e del clero,tutto questo in giusto equilibrio tra la classica avventura scanzonata (il rocambolesco viaggio dalla Francia all' Inghilterra,l'agguato alla spedizione di grano), tocchi leggeri di commedia (l'anomala schermaglia amorosa tra Robin e Lady Marian, assolutamente non convenzionale) ,spettacolari battaglie ed intrighi politici delle alte sfere. La prospettiva è quindi più "filologica" che storica, ma rende così più credibile la vicenda. La mano di Scott si vede chiaramente nell' uso della fotografia e nella cura della ricostruzione, ma il regista è aiutato anche dall'ottimo montaggio di Pietro Scalia che valorizza soprattutto le scene d'azione. Attori perfetti: Crowe ha una fisicità e una naturalezza sorprendente, e tra i migliori in campo ci sono Cate Blanchett (perfetta nella parte della vedova orgogliosa e combattiva), William Hurt (un credibile Guglielmo il Maresciallo), Mark Strong (nel ruolo di Godfrey, oscuro doppiogiochista al soldo dei Frencesi, che sostituisce lo sceriffo di Nottingham nel ruolo del cattivo) e Mark Addy (un corpulento e vitale Frà Tuck, indubbiamente il personaggio più divertente).Insomma, volevano qualcosa di diverso e ci sono riusciti in buona misura. E anche se la vera Leggenda inizierà dopo, basta anche solo la bella immagine alla fine della battaglia in cui vediamo,con forte controcampo,Robin con una freccia incoccata pronto a lanciare,a ricordarci il fascino leggendario dell' arciere più famoso e amato di sempre.
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ginger snaps
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sabato 31 luglio 2010
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strepitoso
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davvero un colossal, scenografie e dialoghi stupendi. Magnifica l'interpretazione di tutti gli attori, ma come non poteva non calzare anche le vesti del Gladiatore il caro Russel Crowe, ormai quando si interpretano certi ruoli si rimane anche vittime del personaggio. Stupendamente raccontato e diretto dal fantastico Ridley Scott, si celano durante tutto il film alcuni riferimenti ad altre pellicole ormai Cult. Niente di grave. Almeno abbiamo visto una storia raccontata in maniera diversa e insolita dai soliti Robin Hood a cui eravamo abituati. Io cmq mi sono molto divertita e poi come non esserlo alla vista di un'interprete così affascinante come Russel.
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davvero un colossal, scenografie e dialoghi stupendi. Magnifica l'interpretazione di tutti gli attori, ma come non poteva non calzare anche le vesti del Gladiatore il caro Russel Crowe, ormai quando si interpretano certi ruoli si rimane anche vittime del personaggio. Stupendamente raccontato e diretto dal fantastico Ridley Scott, si celano durante tutto il film alcuni riferimenti ad altre pellicole ormai Cult. Niente di grave. Almeno abbiamo visto una storia raccontata in maniera diversa e insolita dai soliti Robin Hood a cui eravamo abituati. Io cmq mi sono molto divertita e poi come non esserlo alla vista di un'interprete così affascinante come Russel.
In ogni caso bisogna ammettere che siamo vittime del cinema Americano, e con la A maiuscola. Noi purtroppo non ci avvicinamo nemmeno lontanamente allo loro spettacolarità
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weach
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giovedì 24 marzo 2011
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ridley scott e russell crowe fanno replay
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Robin Hood prima
Di Ridiley Scott.
Il sodalizio del regista Con Russell Crowe ,dopo il potente film il Gladiatore , si ripete in questo film.
I due lavori cenamotgrafici si rincorrono anche ,su di un piano di vibrazione musicale e d’azione ,a tratti, anzi, questo Robin Hood sembra voler agganciare la " vibrazione sincronica perfetta "de il Gladiatore“.
Speciale è l’apprezzamento per Ridley Scott di cui seguiamo con passione gli eventi a partire dallo splendido “the duellist” del 1977;( decisamente “vino buono” questo the duellist, ogni anno che passa è più buono).
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Robin Hood prima
Di Ridiley Scott.
Il sodalizio del regista Con Russell Crowe ,dopo il potente film il Gladiatore , si ripete in questo film.
I due lavori cenamotgrafici si rincorrono anche ,su di un piano di vibrazione musicale e d’azione ,a tratti, anzi, questo Robin Hood sembra voler agganciare la " vibrazione sincronica perfetta "de il Gladiatore“.
Speciale è l’apprezzamento per Ridley Scott di cui seguiamo con passione gli eventi a partire dallo splendido “the duellist” del 1977;( decisamente “vino buono” questo the duellist, ogni anno che passa è più buono). Poco dopo arriva il clamoroso Alien, thriller da astronave intenso , originale , innovativo , di grande suspense , con azione travolgente .
Rimaniamo poi rapiti dall’immenso Blad Runner del 1982.
Infondo due film di fantascienza , diversi ,ma vicini nel tempo , sono la prova del nove, che non è una sciocchezza la risonanza energetica , il richiama di percorsi narrativi di un regista nel caso di specie .
Per ritrovare altro film altrettanto speciale dovranno passare alcuni anni ,e toc toc , ad un certo punto arriva il citato gladiatore con un energetico e giusto Russell Crowe nei panni anni del generale Massimo ed un Joaquin Phoenix nei panni di un raccapricciante Commmodo;poi ancora , e un poco a braccio,Hannibal del 2001.
Tante altre filmografie fra questi lavori citati , ma quelle sopra enunciate sono di per se sufficienti per dire di Ridley Scott, sei un mostro !!!!!!!!”un mostro “ che , nella discontinuità della perfezione , sempre comunque , resta qualitativo,professionale, agganciato all’azione ,al conflitto fra le energie contrapposte che agiscono nel campo della vita, pronto ad in intercettare con una obiettivo attento i particolari che rendono speciale la rappresentazione di un movimento scenico.
Ma ritorniamo al nostro Robin Hood, siamo qui per questo. Chi non ha notato il richiamo energetico ,“vibrazionale” dell’onda musicale già presente nel Il gladiatore in questo film ?! Niente di male, si cerca , quando si può , di richiamare energie positive , ma non sempre i richiamo funziona perfettamente anche perché il replay è sempre difficile,impone il l confronto che ,a volte ,è scomodo.
Un Russell Crowe non completamente ispirato, a volte smarrito in una storia un poco slegata,che sembra quasi il frutto di tanti set assemblati con un poco di difficoltà;ridondanza di dialoghi spesso retorici e poveri di profonda ispirazione, una durata”biblica” della pellicola , fanno del film un qualcosa di complesso da decifrare.
Resta film rispettabile ,godibile, eccellente documento dell’ epoca rappresentata ,dove la storia del mito viene ridisegnata con spazio alla povertà spirituale dell’uomo ,del resto come sempre.
Film consigliato, siamo comunque al cospetto di un regista maestro
Grazie
weach illuminati
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boacky
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mercoledì 13 aprile 2011
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scott fa centro con l'arco di robin hood
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Non è una grossa novità cinematografica ma la squadra formata da Ridley Scott e Russel Crowe non finisce di stupire. Questa volta Scott decide di dedicarsi al fascino della leggenda ma mette da parte il Robin supereroe che eravamo stati abituati a vedere. Di ritorno dalle crociate, Robin Longstride viene cacciato dall'esercito di Re Riccardo Cordileone e, con alcuni amici fidati, incomincia la marcia verso casa con l'Inghilterra nel cuore. Durante la permanenza a Nottingham, l'arciere crociato troverà la sua anima gemella interpretata da una poco femminile Cate Blanchett, che nonostante ciò risulta ben integrata nella trama del film. Intanto l'esercito francese minaccia le coste inglesi e il patriotismo di Robin sarà tanto elevato da schierarsi a fianco dei potenti, nel disperato tentativo di salvare l'economia in crisi di Nottingham e tutta la sua povera gente La bravura di Ridley Scott impedisce di assistere ad un remake del gladiatore spostato un millenio dopo e immerge lo spettatore in più di due ore di riprese da oscar.
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Non è una grossa novità cinematografica ma la squadra formata da Ridley Scott e Russel Crowe non finisce di stupire. Questa volta Scott decide di dedicarsi al fascino della leggenda ma mette da parte il Robin supereroe che eravamo stati abituati a vedere. Di ritorno dalle crociate, Robin Longstride viene cacciato dall'esercito di Re Riccardo Cordileone e, con alcuni amici fidati, incomincia la marcia verso casa con l'Inghilterra nel cuore. Durante la permanenza a Nottingham, l'arciere crociato troverà la sua anima gemella interpretata da una poco femminile Cate Blanchett, che nonostante ciò risulta ben integrata nella trama del film. Intanto l'esercito francese minaccia le coste inglesi e il patriotismo di Robin sarà tanto elevato da schierarsi a fianco dei potenti, nel disperato tentativo di salvare l'economia in crisi di Nottingham e tutta la sua povera gente La bravura di Ridley Scott impedisce di assistere ad un remake del gladiatore spostato un millenio dopo e immerge lo spettatore in più di due ore di riprese da oscar. Il film, prodotto della Universal, non può essere considerato un rifacimento delle precedenti avventure del ladro buono in quanto la versione di Scott è una sorta di prologo della favola britannica più famosam di tutti i tempi
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alexpark
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mercoledì 24 novembre 2010
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e così iniziò la leggenda
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Il duetto perfetto Scott-Crowe non si smentisce ancora una volta dato che è staro capace di ricreare una sorta di prequel della leggenda che tutti noi conosciamo:Robin,paladino della giustizia, ruba ai ricchi e da ai poveri.Infatti tutto ciò che è narrato in questo capitolo,penso proprio primo e ultimo,non è altro che le vite e le avventure precedenti di Robin Hood,Little John e compari.La pellicola inizia con con l'assedio di una roccaforte che vede impegnato l'esercito inglese capeggiato da Riccardo Cuor di Leone a danno di quello francese.Robin e i suoi compagni d'armi non sono altro che semplici arceri che tentano di tornare a casa dopo dieci anni al servizio della patria per la terza crociata.
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Il duetto perfetto Scott-Crowe non si smentisce ancora una volta dato che è staro capace di ricreare una sorta di prequel della leggenda che tutti noi conosciamo:Robin,paladino della giustizia, ruba ai ricchi e da ai poveri.Infatti tutto ciò che è narrato in questo capitolo,penso proprio primo e ultimo,non è altro che le vite e le avventure precedenti di Robin Hood,Little John e compari.La pellicola inizia con con l'assedio di una roccaforte che vede impegnato l'esercito inglese capeggiato da Riccardo Cuor di Leone a danno di quello francese.Robin e i suoi compagni d'armi non sono altro che semplici arceri che tentano di tornare a casa dopo dieci anni al servizio della patria per la terza crociata.Si imbatteranno in Ser Godfrey che amico fidato del re di Inghilterra ambiguamente compie un imboscata ad un gruppo di cavalieri che debbono portare in patria la corona del re ormai deceduto.Allora Robin e i suoi cambiando il loro grado militare semplicemente indossando gli indumenti dei cavalieri deceduti trovando così l'unico modo di tornare in patria clandestinamente.Una volta consegnata la regale corona la compagnia si sposta poi verso Nothingam dove Robin deve,sotto giuramento,portare una notizia nefanda ad un padre ormai senza figlio.Così verrà accolto da questo signore di questo piccolo villaggio come un figlio ed è qui che,vedendo il nuovo re d'Inghilterra opprimere il popolo con tasse e stragi eccessive,si risveglia in lui il desiderio di combattere i soprusi combattendo contro l'esercito di Francia che nel frattempo si preparava a sbarcare in Inghilterra per invaderla.Ovviamente sarà lo scontro finale la Spannung che porterà ad una conclusione prevedibile ma sempre impregnata del suo fascino.
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weach
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giovedì 24 marzo 2011
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uno sott ed un ccrwe che si ripetono!!
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Robin Hood prima
Di Ridiley Scott.
Il sodalizio del regista Con Russell Crowe ,dopo il potente film il Gladiatore , si ripete in questo film.
I due lavori cenamotgrafici si rincorrono anche ,su di un piano di vibrazione musicale e d’azione ,a tratti, anzi, questo Robin Hood sembra voler agganciare la " vibrazione sincronica perfetta "de il Gladiatore“.
Speciale è l’apprezzamento per Ridley Scott di cui seguiamo con passione gli eventi a partire dallo splendido “the duellist” del 1977;( decisamente “vino buono” questo the duellist, ogni anno che passa è più buono).
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Robin Hood prima
Di Ridiley Scott.
Il sodalizio del regista Con Russell Crowe ,dopo il potente film il Gladiatore , si ripete in questo film.
I due lavori cenamotgrafici si rincorrono anche ,su di un piano di vibrazione musicale e d’azione ,a tratti, anzi, questo Robin Hood sembra voler agganciare la " vibrazione sincronica perfetta "de il Gladiatore“.
Speciale è l’apprezzamento per Ridley Scott di cui seguiamo con passione gli eventi a partire dallo splendido “the duellist” del 1977;( decisamente “vino buono” questo the duellist, ogni anno che passa è più buono). Poco dopo arriva il clamoroso Alien, thriller da astronave intenso , originale , innovativo , di grande suspense , con azione travolgente .
Rimaniamo poi rapiti dall’immenso Blad Runner del 1982.
Infondo due film di fantascienza , diversi ,ma vicini nel tempo , sono la prova del nove, che non è una sciocchezza la risonanza energetica , il richiama di percorsi narrativi di un regista nel caso di specie .
Per ritrovare altro film altrettanto speciale dovranno passare alcuni anni ,e toc toc , ad un certo punto arriva il citato gladiatore con un energetico e giusto Russell Crowe nei panni anni del generale Massimo ed un Joaquin Phoenix nei panni di un raccapricciante Commmodo;poi ancora , e un poco a braccio,Hannibal del 2001.
Tante altre filmografie fra questi lavori citati , ma quelle sopra enunciate sono di per se sufficienti per dire di Ridley Scott, sei un mostro !!!!!!!!”un mostro “ che , nella discontinuità della perfezione , sempre comunque , resta qualitativo,professionale, agganciato all’azione ,al conflitto fra le energie contrapposte che agiscono nel campo della vita, pronto ad in intercettare con una obiettivo attento i particolari che rendono speciale la rappresentazione di un movimento scenico.
Ma ritorniamo al nostro Robin Hood, siamo qui per questo. Chi non ha notato il richiamo energetico ,“vibrazionale” dell’onda musicale già presente nel Il gladiatore in questo film ?! Niente di male, si cerca , quando si può , di richiamare energie positive , ma non sempre i richiamo funziona perfettamente anche perché il replay è sempre difficile,impone il l confronto che ,a volte ,è scomodo.
Un Russell Crowe non completamente ispirato, a volte smarrito in una storia un poco slegata,che sembra quasi il frutto di tanti set assemblati con un poco di difficoltà;ridondanza di dialoghi spesso retorici e poveri di profonda ispirazione, una durata”biblica” della pellicola , fanno del film un qualcosa di complesso da decifrare.
Resta film rispettabile ,godibile, eccellente documento dell’ epoca rappresentata ,dove la storia del mito viene ridisegnata con spazio alla povertà spirituale dell’uomo ,del resto come sempre.
Film consigliato, siamo comunque al cospetto di un regista maestro
Grazie
weach illuminati
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il monco
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domenica 16 maggio 2010
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robin hood non è il gladiatore,ma scott non delude
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Sicuramente la nuova pellicola di Scott non avrà lo stesso appeal de Il Gladiatore, non trasmetterà lo stesso pathos né forse vincerà alcun oscar. Ma il mio giudizio rimane comunque positivo, sia perchè Scott riesce a dare nuova linfa al personaggio Robin Hood , ambientandolo in uno sfondo sicuramente più realistico e storico delle precedenti pellicole, sia per la scelta coraggiosa di distaccarsi dalla leggenda più nota al fine di descrivere più che altro l'inizio del mito.
Sul primo aspetto vorrei soffermarmi particolarmente: dal punto di vista storico (lasciando da parte le licenze "poetiche" e "cinematografiche" del regista) il film è ineccepibile; a cominciare dall'assedio all'inizio per finire con la controffensiva finale(eccetto Lady Marion con elmo e cotta) .
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Sicuramente la nuova pellicola di Scott non avrà lo stesso appeal de Il Gladiatore, non trasmetterà lo stesso pathos né forse vincerà alcun oscar. Ma il mio giudizio rimane comunque positivo, sia perchè Scott riesce a dare nuova linfa al personaggio Robin Hood , ambientandolo in uno sfondo sicuramente più realistico e storico delle precedenti pellicole, sia per la scelta coraggiosa di distaccarsi dalla leggenda più nota al fine di descrivere più che altro l'inizio del mito.
Sul primo aspetto vorrei soffermarmi particolarmente: dal punto di vista storico (lasciando da parte le licenze "poetiche" e "cinematografiche" del regista) il film è ineccepibile; a cominciare dall'assedio all'inizio per finire con la controffensiva finale(eccetto Lady Marion con elmo e cotta) .L'arco inglese è riprodotto con estrema maestria così come le tecniche d'assedio dell'epoca e gli accampamenti per finire con gli equipaggiamenti dei soldati.Russell Crowe è esattamente l'arciere per antonomasia del medioevo inglese, capace di tendere un arco lungo da 6 piedi e non sicuramente lo snello figuro che tutti noi immaginiamo ,che non sarebbe mai stato in grado di cimentarsi con un arma del genere.Cate Blanchett , allo stesso modo , non è la Lady Marion indifesa e debole quanto ricca e bella , ma è una donna di grande personalità e fascino , che da un tocco quasi shakespeariano all'intera pellicola. Nel film è chiaro come gli attori abbiano curato molto questo aspetto, infatti si nota come Crowe e compagni siano diventati abili arcieri apprendendo appieno la tecnica. Al contrario del Gladiatore , Ridley Scott riesce a dar vita a un Inghilterra del XII secolo molto verosimile abbandonando la computer grafica e dedicandosi a ricostruire pietra per pietra il villaggio di Nottingham e il castello di Londra!!!
L'unica cosa che, forse gli si può rimproverare, è forse l'assenza di dialoghi importanti e coinvolgenti, ma di certo non condivido il pensiero dei più ,delusi da un Robin Hood diverso da quello impresso nell'immaginario colletivo e più vicino al mingherlino baffuto con berretto piumato ,calzamaglia e gonnellino delle precedenti trasposizioni cinematografiche.
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[+] non denigriamo i migliori
(di marvelman)
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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suggestivo
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<< Al mio segnale, scatenate l’Inferno >> sono passati 10 anni da quando Russell Crowe è sceso in campo nel Colosseo, sfidando l’imperatore corrotto e tutto il sistema, nei panni del gladiatore dell’omonimo film, che gli fruttò l’Oscar al miglior attore, più altri quattro fra cui uno per il miglior film dell’anno, eppure a osservare l’attore nei panni dell’immortale arciere amato da letteratura e cinema, non sembra passato neppure un giorno da quando apparve sugli schermi il generale Massimo. Dopo il poco apprezzato – chissà quanto giustamente – Le Crociate, e in seguito a qualche pausa con la commedia Un’ottima annata, l’acclamato thriller-mafiamovie American Gangster e il drammatico Nessuna verità, Ridley Scott, torna al kolossal storico, mostrando di avere le idee ben chiare su quello che voleva narrare.
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<< Al mio segnale, scatenate l’Inferno >> sono passati 10 anni da quando Russell Crowe è sceso in campo nel Colosseo, sfidando l’imperatore corrotto e tutto il sistema, nei panni del gladiatore dell’omonimo film, che gli fruttò l’Oscar al miglior attore, più altri quattro fra cui uno per il miglior film dell’anno, eppure a osservare l’attore nei panni dell’immortale arciere amato da letteratura e cinema, non sembra passato neppure un giorno da quando apparve sugli schermi il generale Massimo. Dopo il poco apprezzato – chissà quanto giustamente – Le Crociate, e in seguito a qualche pausa con la commedia Un’ottima annata, l’acclamato thriller-mafiamovie American Gangster e il drammatico Nessuna verità, Ridley Scott, torna al kolossal storico, mostrando di avere le idee ben chiare su quello che voleva narrare. Accantonando – e non dimenticando – l’affascinante Robin Hood di Errol Flynn, quello animato e antropomorfo della Disney, quello crepuscolare di Sean Connery, e per chiudere il cerchio, quello memorabile e romantico di Kevin Costner, Ridley Scott, racconta delle origini del leggendario protagonista e ovviamente, mostrando l’orrore della guerra oltre che agli intrighi di corte ed evidenziando l’amore, l’amicizia e i valori patriottici, realizza un film d’azione, che rende scorrevoli e piacevoli le due ore e mezza di proiezione, orchestrando ottime scene di battaglia, ricche di adrenalina – in questo Scott ci sa fare eccome – ambientati negli scenari mozzafiato della Gran Bretagna, ottimamente fotografati da John Mathieson.Lo sceneggiatore e coautore del soggetto Brian Helgeland ha avuto la felice idea di ambientare il racconto prima che il suo protagonista assoluto diventi il Robin Hood universalmente noto, con l’obiettivo di mostrare l’uomo comune prima dell’eroe, e dargli una nuova credibilità.Ma proprio questa storia inedita e mai sfruttata, lo hanno reso – ingiustamente – un film poco apprezzato dalla critica. Questa versione di Robin Hood ricostruisce comunque un mondo medievale vario e affascinante, grazie soprattutto a costumi e scenografie di ottima fattura, veri elementi spettacolari della pellicola. Ridley Scott riesce a restituire al meglio questi elementi artificiali da racconto classico e al tempo stesso li integra perfettamente nelle ambientazioni prescelte, mostrando una volta di più un’ottima gestione degli aspetti spettacolari di un film di questa portata. I personaggi storicamente associati alla figura di Robin Hood, come Little John o lo Sceriffo di Nottingham, sono inseriti furbescamente come figurine in un catalogo, quasi a forza, nelle vicende di questo film, e gli attori che li interpretano non mostrano una convinzione o un’inventiva che non siano strettamente professionali. Per quanto riguarda i protagonisti, Mark Strong modella un cattivo convincente, e discretamente riuscito, e Cate Blanchett appare inaspettatamente insipida, mentre chi funziona davvero è un Russell Crowe che riesce per quasi tutto il film ad adattare la figura di Robin Hood al personaggio del duro ironico e sprezzante che ormai si porta dietro da diversi film, in un’incarnazione fuori dai canoni ma non disprezzabile. Meno epico e memorabile de Il gladiatore – Russell Crowe non più tanto in forma nonostante il duro training -, ma sicuramente un film piacevole e interessante, un blockbuster ben riuscito e che riesce ad avvincere. Si potrebbe quasi considerare un sequel de Le Crociate vista l’epoca in cui è ambientato, ma visto che nel finale, comunque validamente riuscito, la narrazione resta sospesa, si potrebbe pensare che questo film, potrebbe essere l’incipit di una vera e propria saga firmata da Scott, che, speriamo, possa riservarci, ottime sorprese. Crowe doveva essere doppiato dalla sua voce ufficiale, ossia, Luca Ward, ma a causa del suo infortunio all’Isola dei Famosi, Ward fu sostituito da Fabrizio Pucci.
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