imperior max
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lunedì 11 settembre 2023
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un invito a riflettere quando la prossima volta vedremo uno sbarco a lampedusa...!
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Ora ora nelle sale, IO CAPITANO di Matteo Garrone.
Seydou e Moussa, due cugini senegalesi, affrontano un’odissea nel Nord Africa per arrivare in Italia tra lunghe attraversate nel deserto, circostanze abbastanza fortuite, cavilli poco ortodossi e malavita. Solo che a differenza di Ulisse, noto navigatore, stratega, sovrano e soldato, Seydou è un semplice sedicenne pieno di sogni che si caricherà di responsabilità e incontrerà difficoltà talmente grandi da far riflettere i suoi coetanei europei. E non solo loro, caro Matteo Salvini…!
Al solito Garrone gira in modo ineccepibile, tanti campi larghi che esaltano il panorama africano, una fotografia calda che esalta l’ambientazione e l’atmosfera, dei bei primi piani sui personaggi che anche solo con le immagini riescono a dar loro una buona caratterizzazione.
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Ora ora nelle sale, IO CAPITANO di Matteo Garrone.
Seydou e Moussa, due cugini senegalesi, affrontano un’odissea nel Nord Africa per arrivare in Italia tra lunghe attraversate nel deserto, circostanze abbastanza fortuite, cavilli poco ortodossi e malavita. Solo che a differenza di Ulisse, noto navigatore, stratega, sovrano e soldato, Seydou è un semplice sedicenne pieno di sogni che si caricherà di responsabilità e incontrerà difficoltà talmente grandi da far riflettere i suoi coetanei europei. E non solo loro, caro Matteo Salvini…!
Al solito Garrone gira in modo ineccepibile, tanti campi larghi che esaltano il panorama africano, una fotografia calda che esalta l’ambientazione e l’atmosfera, dei bei primi piani sui personaggi che anche solo con le immagini riescono a dar loro una buona caratterizzazione. E’ tutto in lingua senegalese con i sottotitoli, ad eccezione di alcune parole in lingue locali ed ovviamente in italiano. Un montaggio ben gestito dove fa’ scorrere bene le due ore di durata. La parte finale, fin dall’inizio, ha un crescendo via via sempre più grande di ansia, specie se non si ha la patente nautica e un barcone decente…
La storia segue molto il punto di vista di Seydou, di come vede il suo paese natale, di come viene a sapere le storie sull’Europa dalle parole degli adulti insieme agli insegnamenti e alle usanze locali e di come vive di speranze e nostalgia attraverso un paio di momenti onirici ben inscenati. Attraverso il viaggio si vedono due aspetti dell’umanità. Dal lato negativo della mafia libanese che fa’ soldi con gli scafisti e la tratta degli schiavi, la legge del più forte dove chi rimane indietro a malincuore viene abbandonato e chi ha più soldi, spesso e volentieri, direttamente o meno, è grazie ai migranti.
Di contro e quasi a ribaltare, il lato positivo brilla molto come la solidarietà, una fratellanza dove uno aiuta l’altro senza chiedere nulla in cambio, lottando fino alla fine tutti insieme, un legame “padre e figlio” molto ben raccontato, il sacrificio e il duro lavoro per perseguire degli obiettivi di vita laddove non si ha nulla da perdere. Curiosamente ci sono momenti allegri ed ironici molto sottili con battute pressoché memorabili, complice forse Massimo Ceccherini che, insieme a Garrone, scrive la sceneggiatura.
Forse si poteva spingere con più cattiveria e realismo per come vediamo le tante storie di sbarchi, specie quelle andate peggio. Ma forse questa era una delle tante andata meglio e anche se in modo più fanciullesco del solito, qualcuno doveva pur raccontarla una volta arrivato a Lampedusa.
Visione obbligata, dato che qua in Europa ultimamente sappiamo raccontare molto meglio degli americani le storie di chi non è bianco senza fare i politicamente corretti.
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vittorio stano
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mercoledì 13 settembre 2023
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diventino figli nostri !
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Seydou e Moussa due empatici 16enni senegalesi si lasciano sopraffare dall'entusiasmo e dall'ingenuità tipica dell'età e si ritrovano ad affrontare problemi più grandi di loro intraprendendo un viaggio reale dall'Africa al "Paese dei balocchi". il loro viaggio diventa un'odissea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia, i pericoli del mare e, spesso, la morte. I due cugini sono alla ricerca di un sogno da realizzare. Seydou e Moussa hanno una famiglia che li ama, una vita semplice: scuola, amici e social. La famiglia di Seydou non è proprio povera. Fratelli e sorelle dormono nella stessa stanza, ma lui e la sorellina sono felici.
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Seydou e Moussa due empatici 16enni senegalesi si lasciano sopraffare dall'entusiasmo e dall'ingenuità tipica dell'età e si ritrovano ad affrontare problemi più grandi di loro intraprendendo un viaggio reale dall'Africa al "Paese dei balocchi". il loro viaggio diventa un'odissea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia, i pericoli del mare e, spesso, la morte. I due cugini sono alla ricerca di un sogno da realizzare. Seydou e Moussa hanno una famiglia che li ama, una vita semplice: scuola, amici e social. La famiglia di Seydou non è proprio povera. Fratelli e sorelle dormono nella stessa stanza, ma lui e la sorellina sono felici. Le ragazzine lo adorano e la mamma anche. Lui va a scuola, fa rap con gli amici e le amiche, suona alle feste dove la madre e le ragazze ballano scatenate. Lo stesso per il cugino, eppure hanno deciso di andarsene alla ricerca di un sogno da realizzare. Per un giovane italiano che volesse realizzare il suo "sogno nel cassetto" basta prendere un volo low cost o di linea intercontinentale e atterrare in qualche metropoli europea-americana-asiatica; per questi giovani invece, il campo di crescita e maturazione umana li porta a scegliere di fare un viaggio spesso mortale nella prospettiva di una vita migliore. Per questo "Io Capitano" ci fa trasalire, ci dà uno scossone emotivo così forte da far aprire occhi e cuore a chi non ha ancora riflettuto su quanto, ognuno degli uomini e delle donne che compiono un qualsiasi viaggio di emigrazione, meritano di essere riconosciuti nella loro dignità. Questi meritano di avere un volto, sogni e desideri... e non diventare dei numeri oggetto di statistiche o di insulse chiacchiere giornalistiche o politiche ai limiti del razzismo. Giovani come Seydou e Moussa vanno accolti e sostenuti nel processo d'inclusione dialettica nella società d' accoglienza. I minori diventino soggetti da educare-scolarizzare-formare professionalmente. Diventino figli nostri. Accolti empaticamnte, diventerebbero cittadini ligi al dovere e rispettosi del prossimo. Con "Io Capitano" Garrone racconta una storia reale, concreta, dura dove un ragazzo ingenuo intraprende un viaggio reale e metaforico fedele alle logiche dell'esodo. Gli abusi e le violenze fisiche e psicologiche hanno origine a partire dal continente africano ad opera di trafficanti, polizia e mercenari locali. Il resto è cronaca. L'elicottero della Guardia Costiera è un sospiro di sollievo. Ci rende per un attimo magicamente italiani: "quelli che salvano !" Colpevoli e assolti nello stesso tempo. Garrone ha realizzato un mix perfetto tra realismo e fiaba oscura. Seydou Sarr e Moussa Fall sono due attori sconosciuti nella migliore tradizione del cinema neorealistico italiano. Garrone fa raccontare ai due adolescenti una tragedia immane vista con gli occhi di un semplice uomo comune. I due ragazzi seguono l'impulso incosciente di avventura e curiosità verso il mondo della loro età. Garrone racconta con grazia, poesia, rispetto e la consapevolezza di avere tra le mani il potere di aprire mente e cuore delle persone. Io Capitano è un ottimo film, un capolavoro che non ha bisogno di lunghi dialoghi, grandi scenografie e un cast stellare. Merita un Oscar a Hollywood. VITTORIO STANO
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paolorol
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sabato 23 dicembre 2023
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il coraggio di sfidare la banalità
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Garrone è un regista geniale e coraggioso che con questo capolavoro sfida frontalmente lo stereotipo per raccontarci una soria che parla della nostra civilizzazione ormai totalmente asservita al consumismo sfrenato ed all'impoverimento intellettuale..I nostri giovani sono ormai drogati ed ipnotizzati dalle immagini scintillanti che li divorano dagli schermi dei loro smartphone e hanno perso di vista la realtà. Nessuno si ritiene qualcosa di inferiore, come minimo, ad un pricipe o ad una principessina, nessuno riesce più ad immaginarsi in un ruolo che non sia di facile successo. Una moltitudine di modelle, attori, cantanti, influencer..falliti. E possiamo forse pretendere saggezza e realismo da due ragazzini minorenni che vivono in Senegal, in un sobborgo dove il momento più fashion dell'anno è uno scatenato evento danzante, così simile ad un rave nostrano ma distantissimo dalle fascinazioni del mondo occidentale ?
Garrone compie una scelta radicale nella realizzazione di un quasi docufilm controcorrente che rinuncia alla rappresentazione di un quadro pietistico scontato, laddove un'umanità annichilita da guerre, carestie e povertà abbandona l'inferno nel quale sta agonizzando per cercare la sopravvivenza.
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Garrone è un regista geniale e coraggioso che con questo capolavoro sfida frontalmente lo stereotipo per raccontarci una soria che parla della nostra civilizzazione ormai totalmente asservita al consumismo sfrenato ed all'impoverimento intellettuale..I nostri giovani sono ormai drogati ed ipnotizzati dalle immagini scintillanti che li divorano dagli schermi dei loro smartphone e hanno perso di vista la realtà. Nessuno si ritiene qualcosa di inferiore, come minimo, ad un pricipe o ad una principessina, nessuno riesce più ad immaginarsi in un ruolo che non sia di facile successo. Una moltitudine di modelle, attori, cantanti, influencer..falliti. E possiamo forse pretendere saggezza e realismo da due ragazzini minorenni che vivono in Senegal, in un sobborgo dove il momento più fashion dell'anno è uno scatenato evento danzante, così simile ad un rave nostrano ma distantissimo dalle fascinazioni del mondo occidentale ?
Garrone compie una scelta radicale nella realizzazione di un quasi docufilm controcorrente che rinuncia alla rappresentazione di un quadro pietistico scontato, laddove un'umanità annichilita da guerre, carestie e povertà abbandona l'inferno nel quale sta agonizzando per cercare la sopravvivenza.
No, i due protagonisti abbandonano di notte, di nascosto, contro la volontà delle loro famiglie, non ricche ma neppure disagiate, per intraprendere un viaggio pericolosissimo che metterà a serio repentaglio la loro vita. Abbagliati dal desiderio di riuscire a conquistare un angolino anche di secondo piano nello stardoom. Quello che da loro la forza di sopportare le prove più dure senza perdere il coraggio è proprio il desiderio di "farcela", di entrare nel club di quei fortunati ai quali la gente chiede un autografo per strada..
Il film scorre lento ed inesorabile raccontandoci orrori che forse si avvicinano solo lontanamente alla cruda realtà ma ciononostante riescono a colpire le nostre menti ciniche ed egoiste. Formalmente perfetto, sceneggiatura essenziale e pertanto realistica, fotografia splendida, recitazione straordinaria. Che fine faranno i due protagonisti ora che "ce l'hanno fatta"? A Venezia li abbiamo visti sfilare orgogliosi dei loro look costosi e kitsh, graziati dalla sorte come i personaggi che hanno interpretato.
Garrone non ci pone di fronte a ricatti morali,ci costringe a pensare all'importanza dell'apparire. E lo fa con una grande maestria, degna di rappresentare agli Oscar un'Italia che purtroppo non esiste.
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cardclau
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venerdì 8 settembre 2023
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nella vita le favole sono essenziali
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O Captain! my Captain! our fearful trip is done; The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won; The port is near, the bells I hear, the people all exulting, While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring; … [Walt Whitman, ca 1865]
O Capitano! Mio Capitano, il nostro tremendo viaggio è terminato; la nave ha superato tutte le prove; il premio che abbiamo agognato è conquistato; il porto è vicino, odo le campane suonare a distesa; tutto il popolo esulta; mentre gli occhi seguono l’invitto scafo, la nave severa e intrepida …
Gli attori sono di una spontaneità sorprendente, orchestrati e guidati da un grande regista, Matteo Garrone.
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O Captain! my Captain! our fearful trip is done; The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won; The port is near, the bells I hear, the people all exulting, While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring; … [Walt Whitman, ca 1865]
O Capitano! Mio Capitano, il nostro tremendo viaggio è terminato; la nave ha superato tutte le prove; il premio che abbiamo agognato è conquistato; il porto è vicino, odo le campane suonare a distesa; tutto il popolo esulta; mentre gli occhi seguono l’invitto scafo, la nave severa e intrepida …
Gli attori sono di una spontaneità sorprendente, orchestrati e guidati da un grande regista, Matteo Garrone. La sua capacità di descrivere il dolore ed il male, non comune, e di raccontare le sue storie, si miscela alla delicatezza di non voler costringere a formulare giudizi, lasciando allo spettatore la piena libertà in questo campo. Sta a noi non abituarci, al male. Ma questa volta c’è qualcosa di più, la speranza.
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