thomas
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giovedì 24 marzo 2022
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carino, ma nulla più
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Se è vero che, nel pendolo che regola la storia dell’umanità, i rapporti uomo donna pare stiano raggiungendo la massima oscillazione verso la loro misurazione in centimetri e ore, “Corro da te” ci racconta l’altra parte dell’oscillazione, quella un po’ démodé, che misura quei rapporti in empatia, abnegazione e, soprattutto “sacrificio”, una parola oggi quasi esecrabile. Eh si, perché optare per l’esclusività e la stabilità di un rapporto sentimentale comporta in primo luogo la rinuncia a tutto il resto e, questa scelta, immediatamente modifica l’unità di misura: non più esclusivamente piacere usa e getta, ma progetto a lungo termine, in alcuni momenti difficile da portare avanti, ma in fondo più sano ed appagante.
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Se è vero che, nel pendolo che regola la storia dell’umanità, i rapporti uomo donna pare stiano raggiungendo la massima oscillazione verso la loro misurazione in centimetri e ore, “Corro da te” ci racconta l’altra parte dell’oscillazione, quella un po’ démodé, che misura quei rapporti in empatia, abnegazione e, soprattutto “sacrificio”, una parola oggi quasi esecrabile. Eh si, perché optare per l’esclusività e la stabilità di un rapporto sentimentale comporta in primo luogo la rinuncia a tutto il resto e, questa scelta, immediatamente modifica l’unità di misura: non più esclusivamente piacere usa e getta, ma progetto a lungo termine, in alcuni momenti difficile da portare avanti, ma in fondo più sano ed appagante. Ne sa qualcosa Gianni/Michele/Roberto/Luciano, seduttore seriale dai cento nomi, narciso compulsivamente alla ricerca dell’avventura di una notte e via, capace di inventare ogni volta una storia diversa per il gusto di una conquista fine a se stessa e dell’approvazione ammirata di un gruppetto di amici; l’incontro con una paraplegica gli aprirà scenari nuovi e inaspettati, ponendolo dinanzi ad un bivio. Premesso che alcuni personaggi di contorno funzionano davvero, come la segretaria dell’azienda e la nonna della protagonista (Piera degli Esposti alla sua ultima interpretazione) mentre altri, invece, sono abbozzati in maniera molto approssimativa (l’amico medico di lui e la sorella di lei), va rilevato che Riccardo Milani ha confezionato un film in alcuni momenti divertente, in (pochi) altri capace di far pensare, ma comunque molto furbo. Miriam Leone è una paraplegica sportiva, musicista, ricca (stupenda la villa di famiglia) e pure strafiga, un modello un po’ raro nella vita reale. Pierfrancesco Favino un imprenditore facoltosissimo, con villa da mille e una notte, jaguar rombante e stanza da pranzo che si trasforma in piscina, non proprio un personaggio rappresentativo del mondo ordinario. La prima avrebbe comunque un codazzo di spasimanti, il secondo non avrebbe necessità di inventarsi storie e nomi per passare una notte in compagnia. Semplicemente ridicolo, poi, che nell’era di internet un imprenditore di successo con “140 punti vendita” non sia rintracciabile in foto su google e possa spacciarsi impunemente per paraplegico. “Corro da te”, quindi, non va preso sul serio perché è la classica storiella di stampo hollywoodiano (non a caso in un dialogo viene espressamente citata “Pretty Woman”), non illustra affatto la realtà delle persone disabili, il loro mondo “altro”, la solitudine che attaglia le loro vite e le concrete difficoltà che devono affrontare: a parte qualche sbrigativa scena tutto si focalizza sul rapporto tra i due protagonisti e quello della paraplegia è soltanto un pretesto per raccontarci in fondo una storia d’amore tra due “diversamente abili”: una nel fisico, l’altro nell’anima.
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m. giambrone
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sabato 16 luglio 2022
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c'era bisogno di questo remake?
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Una storia molto bella scritta da Dubosc, una pellicola interpretata da bravi attori. Mi riferisco al film originale "Tout le monde debout". Il senso di questo remake francamente mi sfugge. Nulla aggiunge infatti alla versione originale, che rimane altamente preferibile per la maggiore delicatezza della trama e la capacità degli attori di essere credibili sia nei momenti di comicità che in quelli drammatici. Favino è certamente un bravo attore, ma il ruolo poco si addice a lui, perché non è né un comico né ha l'aspetto di un dongiovanni. Miriam Leone brava. La trama è fedele all'originale se non per lo "scivolone" incomprensibile della "scommessa" che spinge il protagonista a portare avanti la seduzione (con tanto di selfie a letto), ciò che fa di Gianni una persona talmente becera da rendere poco credibile il suo successivo riscatto.
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Una storia molto bella scritta da Dubosc, una pellicola interpretata da bravi attori. Mi riferisco al film originale "Tout le monde debout". Il senso di questo remake francamente mi sfugge. Nulla aggiunge infatti alla versione originale, che rimane altamente preferibile per la maggiore delicatezza della trama e la capacità degli attori di essere credibili sia nei momenti di comicità che in quelli drammatici. Favino è certamente un bravo attore, ma il ruolo poco si addice a lui, perché non è né un comico né ha l'aspetto di un dongiovanni. Miriam Leone brava. La trama è fedele all'originale se non per lo "scivolone" incomprensibile della "scommessa" che spinge il protagonista a portare avanti la seduzione (con tanto di selfie a letto), ciò che fa di Gianni una persona talmente becera da rendere poco credibile il suo successivo riscatto. Metto 3 stelle per il soggetto di Franck Dubosc, che ha scritto una storia molto bella, ma per il resto solo delusione.
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andymerlino
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martedì 16 agosto 2022
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remake inutile e molto al di sotto dell’originale
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Avevo visto l'originale francese "Tutti in piedi" ed è un film godibilissimo che mi era molto piaciuto. A parte il fatto che fare un remake italiano di un film francese così recente ha poco senso secondo me, ma questo clone l'ho trovato molto più banale e molto meno coinvolgente. La scelta degli attori è poco azzeccata, il film perde molto in credibilità e classe. La recitazione della Leone è molto inespressiva, manca di naturalezza. Non è credibile nemmeno la differenza di età della coppia, l'attrice nel film francese ha molta più classe e risulta molto più convincente. Direi che è un clone inutile, meglio godersi l'originale, molto più divertente e credibile nel ritmo e nella recitazione.
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Avevo visto l'originale francese "Tutti in piedi" ed è un film godibilissimo che mi era molto piaciuto. A parte il fatto che fare un remake italiano di un film francese così recente ha poco senso secondo me, ma questo clone l'ho trovato molto più banale e molto meno coinvolgente. La scelta degli attori è poco azzeccata, il film perde molto in credibilità e classe. La recitazione della Leone è molto inespressiva, manca di naturalezza. Non è credibile nemmeno la differenza di età della coppia, l'attrice nel film francese ha molta più classe e risulta molto più convincente. Direi che è un clone inutile, meglio godersi l'originale, molto più divertente e credibile nel ritmo e nella recitazione.
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fabrizio friuli
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martedì 2 gennaio 2024
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l'' invalido immaginario
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Un ricco " Don Giovanni " italiano dedica tutto sé stesso al jogging mattutino e alla conquista delle donne ed anche al suo lavoro: egli è un uomo d' affari e i suoi affari riguardano la vendita di scarpe sportive. Quando egli si ritrova involontariamente seduto su una sedia a rotelle, finge di essere invalido per approcciare un ' attraente donna che dice di occuparsi dell' assistenza ai disabili, ma poi cambia bersaglio, fingendo di essere invalido per conquistare sua sorella ( anche per vincere una scommessa ): una violinista che ha perso l' uso delle gambe a causa di un incidente.
La commedia italiana di Riccardo Milani ha come protagonista un donnaiolo che, conoscendo una donna che risulta essere diversa dalle altre, cambia in meglio e si innamora della donna in questione, sebbene al principio egli voglia conquistarla vedendola come il solito " trofeo di caccia ", il che lo rende simile al personaggio interpretato da Alessandro Preziosi che appare nella commedia Maschi Contro Femmine, essendo entrambi due uomini dissoluti che si innamorano della donne speciali, ovviamente, i personaggi maschili e femminili sono diversi, infatti, il personaggio femminile impersonato da Miriam Leone è una tennista e musicista invalida che scopre la verità su di lui, perciò, il film Corro Da Te, è la solita commedia italiana alla quale manca una storia originale ( tra l' altro , è anche il remake di un film francese ) e i personaggi stessi non contribuiscono a migliorare il lungometraggio italiano, non è certo un brutto film , ma non è neanche un film da ricordare, neppure la scelta degli attori è servita a molto, nonostante siano stati scelti Pierfrancesco Favino ( divenuto ormai un attore italiano di tendenza ) ed anche Miriam Leone ( anche lei un' attrice di talento ma di tendenza ) , tra l'altro , il fratello del protagonista è impersonato dallo stesso attore che interpretato " lo schiavo " della serie italiana Boris ( Carlo De Ruggieri ) e in questo film ha interpretato un altro personaggio " sfigato ", che riesce ad ottenere un riscatto, fidanzandosi con la sorella della protagonista femminile della commedia, che comunque, ha una parte finale alquanto dolce : Il protagonista fa jogging sforzandosi troppo e inaspettatamente, viene raggiunto da Chiara che gli permette di muoversi, facendolo sedere sulle sue ginocchia e di proseguire insieme il " percorso che li attende ".
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Un ricco " Don Giovanni " italiano dedica tutto sé stesso al jogging mattutino e alla conquista delle donne ed anche al suo lavoro: egli è un uomo d' affari e i suoi affari riguardano la vendita di scarpe sportive. Quando egli si ritrova involontariamente seduto su una sedia a rotelle, finge di essere invalido per approcciare un ' attraente donna che dice di occuparsi dell' assistenza ai disabili, ma poi cambia bersaglio, fingendo di essere invalido per conquistare sua sorella ( anche per vincere una scommessa ): una violinista che ha perso l' uso delle gambe a causa di un incidente.
La commedia italiana di Riccardo Milani ha come protagonista un donnaiolo che, conoscendo una donna che risulta essere diversa dalle altre, cambia in meglio e si innamora della donna in questione, sebbene al principio egli voglia conquistarla vedendola come il solito " trofeo di caccia ", il che lo rende simile al personaggio interpretato da Alessandro Preziosi che appare nella commedia Maschi Contro Femmine, essendo entrambi due uomini dissoluti che si innamorano della donne speciali, ovviamente, i personaggi maschili e femminili sono diversi, infatti, il personaggio femminile impersonato da Miriam Leone è una tennista e musicista invalida che scopre la verità su di lui, perciò, il film Corro Da Te, è la solita commedia italiana alla quale manca una storia originale ( tra l' altro , è anche il remake di un film francese ) e i personaggi stessi non contribuiscono a migliorare il lungometraggio italiano, non è certo un brutto film , ma non è neanche un film da ricordare, neppure la scelta degli attori è servita a molto, nonostante siano stati scelti Pierfrancesco Favino ( divenuto ormai un attore italiano di tendenza ) ed anche Miriam Leone ( anche lei un' attrice di talento ma di tendenza ) , tra l'altro , il fratello del protagonista è impersonato dallo stesso attore che interpretato " lo schiavo " della serie italiana Boris ( Carlo De Ruggieri ) e in questo film ha interpretato un altro personaggio " sfigato ", che riesce ad ottenere un riscatto, fidanzandosi con la sorella della protagonista femminile della commedia, che comunque, ha una parte finale alquanto dolce : Il protagonista fa jogging sforzandosi troppo e inaspettatamente, viene raggiunto da Chiara che gli permette di muoversi, facendolo sedere sulle sue ginocchia e di proseguire insieme il " percorso che li attende ". Nell' ultima scena, i personaggi principali si sono ritrovati nella tenuta di campagna della famiglia di Chiara ed essi iniziano ad attuare un ballo collettivo ed anche Gianni permette a Chiara di ballare insieme a lui, prendendola come se fosse la sua sposa. Nonostante la parte finale del film si sia rivelata molto dolce, il film di Riccardo Milani resta un film appena sufficiente.
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