«La caja», spettri paterni per un continente maledetto in cerca di salvezza
di Antonello Catacchio Il Manifesto
Hatzin fa la seconda media, è in autobus, chiuso nel bagno, prende a calci una guarnizione di plastica, mentre gli altri protestano per entrare. Poi arriva in una landa desolata. Scende.
C' è un container, più in là, cintata, una fossa. Hanno ritrovato dei desaparecidos. Lui è lì per ritirare la cassa contenente i resti del padre. È l' inizio magnifico di La caja film in concorso del messicano Lorenzo Vigas.
Un' autentica stretta al cuore con quel bimbo che telefona alla nonna per dire che è lì con papà in una modesta stanzetta, in attesa di rientrare il giorno successivo con l' ingombrante cassa. [...]
di Antonello Catacchio, articolo completo (3038 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 7 settembre 2021