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Un’americanata giapponese di Wakamatsu che gronda di retorica lacrimevole e di patetismo ad ogni scena, in cui si esaltano le gesta eroiche dei protagonisti, che, con una recitazione dai toni esasperati, come se stessero calcando il palco di un teatro kabuki, mettono in scena un disastro nucleare epocale che avrebbe, invece, meritato non soltanto una rappresentazione più realistica di quanto accaduto l’11 marzo del 2011 a Fukushima, ma soprattutto un approfondimento sulle responsabilità di chi costruì quella centrale a due passi dall’oceano, cosa che manca del tutto, ovvero è appena accennata nella battuta di un’anziana sfollata per il rischio di contaminazioni. Occasione sprecata per i giapponesi per far luce con un film inchiesta sulle cause di una catastrofe ambientale annunciata che avrebbe potuto avere effetti devastanti e che risulta purtroppo soporifero per tutti gli altri.
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