steffa
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giovedì 9 novembre 2023
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mediocre
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decisamente mediocre, più che cinema film per la tv
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xerox
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lunedì 20 giugno 2022
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film mediocre perchè...
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Ho avuto l'impressione che King abbia scritto il seguito di Shining per togliersi qualche pietruzza dalla scarpa per i malumori avuti con Kubrick per la sceneggiatura del primo film. Le sequenze inserite di Shining sono purtroppo tutte a scapito di Doctor Sleep che non ha nulla a che fare con Shining. Anche se Mc Gregor e Ferguson sono bravi attori. Personalmente mi disturbano tantissimo le scene di violenza sui bambini (stavo mollando il film su questa scena); e per concludere, solita annotazione che scrivo su quasi tutti i film che commento: TROPPO LUNGO!
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marco bianchini
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martedì 15 giugno 2021
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a se... merita!
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Non psicologico e imprevedibile, oltre che iconico... però nel complesso un bel film.
Ben curato il filo che collega la nuova pellicola al primo Shining, compresi gli attori, molto simili a quelli originari. Viene dato spazio anche alla vita e alle emozioni degli attori principali, il che aiuta a sentirsi parte della scena.
Salta all'occhio il discostamento dal film originale soprattutto per la regia: le inquadrature ampie e le riprese calme, del meticoloso Stanley Kubrick, sono sostituite dalle classiche innovazioni del cinema thriller degli ultimi dieci anni, con grafica e dinamismo come punti di forza.
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Non psicologico e imprevedibile, oltre che iconico... però nel complesso un bel film.
Ben curato il filo che collega la nuova pellicola al primo Shining, compresi gli attori, molto simili a quelli originari. Viene dato spazio anche alla vita e alle emozioni degli attori principali, il che aiuta a sentirsi parte della scena.
Salta all'occhio il discostamento dal film originale soprattutto per la regia: le inquadrature ampie e le riprese calme, del meticoloso Stanley Kubrick, sono sostituite dalle classiche innovazioni del cinema thriller degli ultimi dieci anni, con grafica e dinamismo come punti di forza. L'azione, inoltre, si sviluppa non più totalmente nell' Overlook Hotel bensì in giro per gli USA.
Nel film sono presenti anche alcuni riferimenti e citazioni (e anche qualcosa di più) del vecchio Shining.
La trama, estratta dal romanzo di Stephen King, è avvincente e strutturata, anche se maggiormente povera di dettagli rispetto al film originale. Forse per incontrare gli attuali canoni cinematografici, viene preso ed esaltato il concetto di "bene e male", ma purtroppo banalizzato negli standard fiabeschi o western, dei "buoni e cattivi", facendo così perdere quella "luccicanza" intrinseca del romanzo.
Coinvolgente, nostalgico, avventuroso... ma poco spaventoso, non lascia qualcosa di forte come invece Shining incise nel cuore della gente quel "REꓷЯUM" rosso sangue.
E nonostante il finale, sembri scemare in peggio, viene ripreso in maniera egregia, lasciando lo spettatore quasi come se tutto fosse accaduto, ma nulla fosse cambiato...
Una morale nascosta probabilmente c'è, ma sicuramente pianta dentro ognuno di noi un seme diverso, probabilmente, secondo ciò che noi riusciamo a comprendere e trarre da questo film.
È un esperienza diversa per ognuno, e cosa lasci dentro di noi è sicuramente un mistero, ma come dice il piccolo Denny:
"Non lo so se è magia, io... l'ho sempre chiamata luccicanza!"
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dandy
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giovedì 18 marzo 2021
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luccicanza contro oscurità.
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Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King(da noi inizialmente edito come "Una splendida festa di morte").Sceneggiato da Flanaghan(con certe libertà nei confronti del romanzo),un discreto esempio di horror cinefilo che tratta con maestria sia il tema dei fantasmi(quelli del passato in primis)che il tema kinghiano dei traumi estremi nell'adolescenza come dolorosa necessità per crescere e vivere e il rapporto padri-figli.Non tutto è riuscito,la lunghezza può risultare un peso(c'è anche una versione estesa di '180),ed era comprensibile che in molti avrebbero storto il naso per il confronto diretto con "Shining",del quale sono rifatte alcune sequenze più iconiche(la corsa di Danny in triciclo,l'incontro con le gemelle,la camera 237,l'ondata di sangue,l'abbattimento della porta con l'ascia e l'inseguimento nel labirinto innevato).
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Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King(da noi inizialmente edito come "Una splendida festa di morte").Sceneggiato da Flanaghan(con certe libertà nei confronti del romanzo),un discreto esempio di horror cinefilo che tratta con maestria sia il tema dei fantasmi(quelli del passato in primis)che il tema kinghiano dei traumi estremi nell'adolescenza come dolorosa necessità per crescere e vivere e il rapporto padri-figli.Non tutto è riuscito,la lunghezza può risultare un peso(c'è anche una versione estesa di '180),ed era comprensibile che in molti avrebbero storto il naso per il confronto diretto con "Shining",del quale sono rifatte alcune sequenze più iconiche(la corsa di Danny in triciclo,l'incontro con le gemelle,la camera 237,l'ondata di sangue,l'abbattimento della porta con l'ascia e l'inseguimento nel labirinto innevato).Ma il regista continua a dimostrare un'indubbia competenza narrativa e tecnica(oltre a Kubrick,lo stile sembra debitore degli ultimi Lynch e Cronenberg,con possibili richiami ad altri film tratti dall'universo di King,tipo "Il miglio verde") e il tutto ha una certa durezza degna dello scrittore(la morte del bambino e quelle dei membri del Nodo).Ed è indovinata l'idea di un collegamento tra Danny e suo padre Jack attraverso la famigerata caldaia dell'Overlook Hotel.Bello anche il finale.Puntualmente bravo McGregor.Comprensibilmente ma ingiustamente bistrattato da critica e pubblico.Non c'è confronto col film di Kubrick,ma aldilà degli omaggi non bisogna per forza cercare un confronto,più che altro un'evoluzione aggiornata(col bambino che diventa una ragazzina afroamericana)e seppur non perfetta,degna di nota.Il regista è anche montatore.Le musiche dei Newton Brothers rifanno alcune di quelle di "Shining".Alex Essoe,protagonista di "Starry Eyes",è Wendy Torrance.L'ex Elliot di "ET"Henry Thomas e l'ex Lurch dei due film della Famiglia Addams Carel Struycken interpretano Jack Torrance e Granpa Flick.
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wolvie
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domenica 28 febbraio 2021
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evocazioni di due s.k
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1) Nel 1977 Stephen King scrive "The Shining", I Ed. Italiana Milano, Sonzogno 1978 con il titolo " Una Splendida Festa di Morte", 1978,
2) Nel 1980 Stanley Kubrick scrive e dirige il film "The Shining ", successo planetario, ma che non piace a Stephen King,
3) Nel 1997, Mick Garris, su script di Stephen King, dirige una miniserie TV in 3 puntate intitolata "Shining", più fedele agli eventi narrati nel romanzo,
4) Nel 2013, Stephen King scrive il seguito del libro del 1977, ovvero, "Doctor Sleep", I Ed. Italiana, Sperling & Kupfer, 2014,
5) Nel 2019, Mike Flanagan scrive e dirige questo film, con il solito miscasting di Ewan McGregor, nei panni di Danny Torrance, modificando fortemente il finale del romanzo, decisamente più emozionante sulle pagine scritte che in questo prodotto, che si ibrida fortemente con il film di Kubrick.
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1) Nel 1977 Stephen King scrive "The Shining", I Ed. Italiana Milano, Sonzogno 1978 con il titolo " Una Splendida Festa di Morte", 1978,
2) Nel 1980 Stanley Kubrick scrive e dirige il film "The Shining ", successo planetario, ma che non piace a Stephen King,
3) Nel 1997, Mick Garris, su script di Stephen King, dirige una miniserie TV in 3 puntate intitolata "Shining", più fedele agli eventi narrati nel romanzo,
4) Nel 2013, Stephen King scrive il seguito del libro del 1977, ovvero, "Doctor Sleep", I Ed. Italiana, Sperling & Kupfer, 2014,
5) Nel 2019, Mike Flanagan scrive e dirige questo film, con il solito miscasting di Ewan McGregor, nei panni di Danny Torrance, modificando fortemente il finale del romanzo, decisamente più emozionante sulle pagine scritte che in questo prodotto, che si ibrida fortemente con il film di Kubrick.
21 anni dopo i fatti accaduti all' Overlock Hotel, Dan è un uomo che annega la sua " luccicanza " nell' alcool, conducendo una vita nomade ed autodistruttiva.
Toccando il fondo, decide di reagire e giunto in una piccola cittadina, trova lavoro come inserviente in una "casa di riposo" per anziani, dove aiuta i malati prossimi alla morte a trovare un dolce e tranquillo trapasso nell' aldilà (da cui il Dottor Sonno del titolo).
Un contatto telepatico con una ragazzina, dotata di un' enorme quantità di luccicanza, porterà alla scoperta di un gruppo di esseri quasi immortali, "mangiatori" di luccicanza, che scoperta la fanciulla si metteranno sulle sue tracce, ma Dan trova la sua missione nel proteggerla.
La resa dei conti avverrà al lugubre Hotel, dove tutto è cominciato.
Il film vive di fama regressa, notevole la ricostruzione dell'' interno dell' Overlock e di alcune sequenze del film di Kubrick. Il film mantiene anche un buon ritmo, ed utilizzando un "espediente mentale" già visto nel "Acchiappasogni "(ma si sa che King è così!), veniamo spesso catapultati nell' immaginario, oramai collettivo, del primo film.
Eppure, riesce a vivere di vita propria, questo "Doctor Sleep", senza eccellere, rimane un buon prodotto medio, senza guizzi particolari, ma la scena della tortura al ragazzino del baseball è ben fatta e disturbante.
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lorenzo
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martedì 8 settembre 2020
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un film che non ha niente (di speciale)
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La produzione di un sequel di Shining è un’impresa immane. Fare il confronto con il film di Kubrick è impossibile. Dovremmo fare tabula rasa della perfezione e confrontarci con qualcosa di nuovo, un nuovo, però, che non ha niente di speciale. Doctor Sleep è un calderone di immagini viste e riviste con una tipologia di narrazione classica che toglie qualsiasi tipo di magia, con due fazioni che si scontrano in una lotta tra immortali e luccicanti. Anche il fattore nostalgia delle vecchie scene di Shining recitate (anche benino) da nuovi attori si perde nel marasma di un film troppo lungo e noioso, dove la luccicanza perde tutta la sua brillantezza. Il ritorno all’Overlook Hotel nella parte finale è forse la scena più interessante ma alcune immagini ci fanno rimanere perplessi.
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La produzione di un sequel di Shining è un’impresa immane. Fare il confronto con il film di Kubrick è impossibile. Dovremmo fare tabula rasa della perfezione e confrontarci con qualcosa di nuovo, un nuovo, però, che non ha niente di speciale. Doctor Sleep è un calderone di immagini viste e riviste con una tipologia di narrazione classica che toglie qualsiasi tipo di magia, con due fazioni che si scontrano in una lotta tra immortali e luccicanti. Anche il fattore nostalgia delle vecchie scene di Shining recitate (anche benino) da nuovi attori si perde nel marasma di un film troppo lungo e noioso, dove la luccicanza perde tutta la sua brillantezza. Il ritorno all’Overlook Hotel nella parte finale è forse la scena più interessante ma alcune immagini ci fanno rimanere perplessi. Purtroppo. Forse è la trama, forse è la lunghezza, forse è la banalità a mettere in dubbio la buona riuscita della folle impresa. Tutto questo dispiace – probabilmente si poteva fare di meglio (anche dal punto di vista della trama, ma la luccicanza di King sembra essersi un po’ spenta negli ultimi anni). Detto questo la colonna sonora risuona bene in un classico stile horror, lo stesso vale per la scelta della fotografia e per la scenografia, peccato per la sceneggiatura (all’infuori della scena al vecchio bancone dove Danny incontra lo spettro di suo padre). Insomma, Doctor Sleep è un film horror normalissimo, come se ne vedono spesso, senza arte né parte. Diamo 2 stelle per la nostalgia, ma si poteva sicuramente fare di meglio, di molto meglio.
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domenica 2 agosto 2020
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the end of shining
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Ne scriverebbe una terza parte? Studio Carlos Castaneda da 40 anni e la sua opera non termina con L' arte di sognare, quale "Shining2" è ma con la ruota del tempo. Personalmente sì. Dopo che ho visto il video della canzone Vivere o Niente di Vasco Rossi presente nel cofanetto Vascononstoplive019 ho capito e finalmente accettato che la vera e unica luccicanza è la purezza degli occhi. Grazie. Giovanni Romagnani
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felicity
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lunedì 30 marzo 2020
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non necessario, ma piacevole
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Di un sequel di "Shining" nessuno probabilmente sentiva la necessità, eppure in questo "Doctor Sleep" ci sono vari elementi interessanti, potenzialmente capaci di stimolare la riflessione.
C’è anzitutto lo scontro kinghiano tra forze del male e forze del bene. A ciò si aggancia il tema della morte.
C'è infine il confronto/scontro di Danny con Jack e con il proprio passato.
Ma è soprattutto il finale del film e il confronto con il capolavoro kubrickiano a essere interessante, in un dialogo tra presente e passato cinematografico, fatto di citazioni ma anche di tradimenti.
Nell'omaggio alla pellicola dell’80, in cui rivivono personaggi, situazioni e inquadrature, trova sfogo la cinefilia del pubblico e dell’autore.
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Di un sequel di "Shining" nessuno probabilmente sentiva la necessità, eppure in questo "Doctor Sleep" ci sono vari elementi interessanti, potenzialmente capaci di stimolare la riflessione.
C’è anzitutto lo scontro kinghiano tra forze del male e forze del bene. A ciò si aggancia il tema della morte.
C'è infine il confronto/scontro di Danny con Jack e con il proprio passato.
Ma è soprattutto il finale del film e il confronto con il capolavoro kubrickiano a essere interessante, in un dialogo tra presente e passato cinematografico, fatto di citazioni ma anche di tradimenti.
Nell'omaggio alla pellicola dell’80, in cui rivivono personaggi, situazioni e inquadrature, trova sfogo la cinefilia del pubblico e dell’autore.
Lo Shining di Kubrick è qui una categoria dello spirito, vedasi l’inquadratura centrale, a camera fissa, cui il regista Flanagan ricorre più e più volte, specie nella rappresentazione degli interni. Dalla fissità al dolly, è un attimo, ed ecco Danny nell’hotel, nel salone delle feste, a ripercorrere i passi straniati di suo padre Jack Torrance. Nell’incontro tra i due, davanti all’ambra luminosissima, piena di luccicanza, di un whisky, il film raggiunge il suo climax, di devozione, di commozione, di dissoluzione.
Il finale è un crescendo metacinematografico potenzialmente interessante, che non trova però adeguato spazio in un film che vuole dire troppo e che finisce per convincere poco.
Il clou dell'opera, il confronto col passato, funziona, ma arriva troppo tardi e non si dà il tempo di sviluppare adeguatamente la riflessione.
Flanagan sembra non riuscire a integrare i vari spunti offerti dalla storia in un'opera organica e convincente e la sensazione è quella che sia stata messa troppa carne al fuoco, che l'eccesso di materiale finisca infine per inficiare la capacità dell’opera di coinvolgere, di suscitare paura e angoscia.
Anche visivamente il film decolla solo negli ultimi venti minuti, in cui il confronto con Kubrick si fa più stringente.
Per il resto le soluzioni cercate dal regista rimangono piuttosto piatte e convenzionali.
Il risultato è un film che intrattiene, ma che sembra poter dare molto più di quello che effettivamente dà.
Doctor Sleep lascia un ricordo piacevole eppure vago.
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alex
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domenica 1 marzo 2020
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lento e sconclusionato
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Solo accostare questo film a Shining é delittuoso, film brutto, lento, ho rischiato di addormentarmi un paio di volte, effetti speciali imbarazzanti... Diciamo che se proprio voleste vederlo, vi auguro manchi la corrente elettrica in casa.
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fabian t.
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domenica 23 febbraio 2020
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imbarazzante e non necessario
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Fin dai primi minuti, e dalle scene che citano "Shining" in modo palesemente posticcio e inutile, si intuisce la vera natura puramente commerciale del film. Sebbene possegga una certa forza visiva e una propria dignità narrativa, il prodotto finale - proprio a causa di tutti gli imbarazzanti e futili collegamenti con il capolavoro di Kubrick messi quasi per caso - risulta un ibrido malriuscito con un cast appena sufficiente (a eccezione della Ferguson), musiche anonime e mistero pari a zero. Sarebbe stato più efficace se la storia fosse stata del tutto slegata a quella di Shining; invece proprio nell'ossessione di creare continui e sconclusionati rimandi sta il punto debole dell'intero film che altrimenti sarebbe risultato ancor più godibile e interessante.
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