nino pellino
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domenica 3 novembre 2019
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la regia rende affascinante questo horror fantasy
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Gran bel lavoro da parte del regista Mike Flanagan che conferisce a questo horror fantasy un certo fascino e l'interesse a seguirlo fino alla fine nonostante la sua durata di ben due ore e mezza e nonostante la lentezza di alcune scene soprattutto nel primo tempo che comunque non sono assolutamente da considerarsi come tempi morti. Rispetto al romanzo di cui questo film ne rappresenta la relativa trasposizione cinematografica, mi sento di dire che l'operazione mi sembra dignitosamente riuscita. Gli attori sono perfettamente bravi nel dare valore e spessore ai personaggi che interpretano e gli effetti speciali sono risultati a me molto graditi in quanto mi rimandano alla creatività dei veri film horror carismatici dei tempi passati e senza un eccessivo uso sfrenato di trucchi visivi e caotici fatti a computer.
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Gran bel lavoro da parte del regista Mike Flanagan che conferisce a questo horror fantasy un certo fascino e l'interesse a seguirlo fino alla fine nonostante la sua durata di ben due ore e mezza e nonostante la lentezza di alcune scene soprattutto nel primo tempo che comunque non sono assolutamente da considerarsi come tempi morti. Rispetto al romanzo di cui questo film ne rappresenta la relativa trasposizione cinematografica, mi sento di dire che l'operazione mi sembra dignitosamente riuscita. Gli attori sono perfettamente bravi nel dare valore e spessore ai personaggi che interpretano e gli effetti speciali sono risultati a me molto graditi in quanto mi rimandano alla creatività dei veri film horror carismatici dei tempi passati e senza un eccessivo uso sfrenato di trucchi visivi e caotici fatti a computer. Molto belle le scene finali che contengono diversi significati che vengono, tra l'altro, già dettagliatamente spiegati nel romanzo. Una particolarità: il film avrebbe funzionato anche senza scomodare un capolavoro come "Shining" del 1980 e comunque ritengo di non perdere troppo tempo nel lasciasi condizionare dal voler fare a tutti i costi dei puntigliosi paragoni con il film di Kubrick. Il discorso è molto semplice: quello era e rimarrà per sempre un capolavoro della cinematografia mondiale, mentre questo film, "Doctor Sleep", rappresenta un ottimo horror fantasy.
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[+] non è un film eccelso, ma neanche disastroso
(di antonio montefalcone)
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jaylee
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domenica 17 novembre 2019
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non tutto e’ oro quello che luccica
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Il secondo sequel di un film di Stanley Kubrick, oltre che il secondo sequel di un film di Stephen King, ma l’unico sequel basato su un opera di entrambi, ovvero Shining (nel caso ve lo steste chiedendo, gli altri film sono 2001 Odissea nello Spazio e It). Stavolta alla regia però per ovvi motivi, abbiamo Mike Flanagan, uno specialista di horror, che ha dovuto faticare non poco per convincere King ad usare non la sua versione di Shining (una miniserie TV fine anni ’90), ma il capolavoro di Kubrick, che King ha sempre odiato per le tante libertà prese nella sceneggiatura rispetto al testo originale.
Ed infatti si vede benissimo: molte le scene ricostruite all’interno del film, qualcuna addirittura recuperata ma manipolata (tra cui l’iconica alluvione di sangue che esce dagli ascensori), e innumerevoli i riferimenti più o meno nascosti in qua e là.
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Il secondo sequel di un film di Stanley Kubrick, oltre che il secondo sequel di un film di Stephen King, ma l’unico sequel basato su un opera di entrambi, ovvero Shining (nel caso ve lo steste chiedendo, gli altri film sono 2001 Odissea nello Spazio e It). Stavolta alla regia però per ovvi motivi, abbiamo Mike Flanagan, uno specialista di horror, che ha dovuto faticare non poco per convincere King ad usare non la sua versione di Shining (una miniserie TV fine anni ’90), ma il capolavoro di Kubrick, che King ha sempre odiato per le tante libertà prese nella sceneggiatura rispetto al testo originale.
Ed infatti si vede benissimo: molte le scene ricostruite all’interno del film, qualcuna addirittura recuperata ma manipolata (tra cui l’iconica alluvione di sangue che esce dagli ascensori), e innumerevoli i riferimenti più o meno nascosti in qua e là. Il film ed il libro rispondono a questa domanda: cosa è successo a Danny Torrance (e a sua madre Wendy) dopo i terrificanti eventi dell’Overlook Hotel nel 1980?
Detto fatto: Danny, ormai più vicino ai 50 che ai 40, si è rifatto una vita nel New Hampshire: la sua “luccicanza” (la capacità di parlare con gli spiriti dei defunti, nonché di entrare nella mente delle persone) è stata finalmente accettata, ed ha trovato lavoro in un hospice, come inserviente e consolatore di chi sta per morire, assieme ad una gatta pure lei dotata di poteri simili. Non è il solo al mondo, come già sa; ma una specie di comunità di vampiri psichici stanno cercando quelli come lui per garantirsi la vita eterna e dovrà uscire allo scoperto per salvare se stesso ed una bambina dai poteri come i suoi.
Stavolta King ha fatto sapere di essere pienamente soddisfatto dell’adattamento: e questo ci spiega come mai il suo unico tentativo di regia (Brivido, 1986) rimane negli annali come uno dei più brutti film basati sui suoi libri. Nel senso: questo Doctor Sleep non è terribile, anzi a tratti è pure piacevole, ma è lontano anni luce dal film con Jack Nicholson. Il problema è semplice: mentre il fascino di Shining rimane in quello che evoca, ma di fatto non spiega mai (tanto che esiste letteratura – e un docu-film- che prova ad interpretarlo), qui il Mago svela i suoi trucchi e così facendo diventa un semplice Prestigiatore.
In effetti, questo è un film che sembrano 2 messi assieme: la setta dei Vampiri Psichici e il ritorno al Overlook Hotel, e come i due si amalgamano non sempre viene benissimo. Curioso, perché a se’ stanti reggono abbastanza bene, ma nell’insieme sembrano forzati, così come certe ricostruzioni del film originale, messe lì quasi per compiacere i fan.
Bravino Ewan McGregor, credibile e diligente (e, immaginiamo un grande onore per lui – che ottiene di replicare la scena in cui Jack Nicholson mette la faccia nella porta aperta dall’ascia); ma il resto gira senza infamia e senza lode, incluse le attrici principali, la malvagia strega Rebecca Ferguson, e la giovane “padawan” (visto che il ruolo di Jedi si addice al buon Ewan) Kyliegh Curran (anche qui una ragazza al posto del protagonista maschile originale come da tendenza imperante). Le volte in cui effettivamente Doctor Sleep fa paura si contano sulle dita di una sola mano, e qualcuna avanza pure.
In definitiva: un thriller, come si sarebbe detto una volta, un po’ televisivo con l’omaggio ad un capolavoro vero, che toglie il dubbio se sia stato superiore il libro o il film. Si narra da tempo che stia per arrivare un prequel, speriamo andrà meglio. Nel frattempo, come conclude Danny ad un certo punto del film (non vi diciamo dove) con un doppio senso che in italiani non rende: “Continua a Luccicare” –“Keep Shining”. (www.versionekowalski.it)
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lorenzo
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martedì 8 settembre 2020
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un film che non ha niente (di speciale)
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La produzione di un sequel di Shining è un’impresa immane. Fare il confronto con il film di Kubrick è impossibile. Dovremmo fare tabula rasa della perfezione e confrontarci con qualcosa di nuovo, un nuovo, però, che non ha niente di speciale. Doctor Sleep è un calderone di immagini viste e riviste con una tipologia di narrazione classica che toglie qualsiasi tipo di magia, con due fazioni che si scontrano in una lotta tra immortali e luccicanti. Anche il fattore nostalgia delle vecchie scene di Shining recitate (anche benino) da nuovi attori si perde nel marasma di un film troppo lungo e noioso, dove la luccicanza perde tutta la sua brillantezza. Il ritorno all’Overlook Hotel nella parte finale è forse la scena più interessante ma alcune immagini ci fanno rimanere perplessi.
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La produzione di un sequel di Shining è un’impresa immane. Fare il confronto con il film di Kubrick è impossibile. Dovremmo fare tabula rasa della perfezione e confrontarci con qualcosa di nuovo, un nuovo, però, che non ha niente di speciale. Doctor Sleep è un calderone di immagini viste e riviste con una tipologia di narrazione classica che toglie qualsiasi tipo di magia, con due fazioni che si scontrano in una lotta tra immortali e luccicanti. Anche il fattore nostalgia delle vecchie scene di Shining recitate (anche benino) da nuovi attori si perde nel marasma di un film troppo lungo e noioso, dove la luccicanza perde tutta la sua brillantezza. Il ritorno all’Overlook Hotel nella parte finale è forse la scena più interessante ma alcune immagini ci fanno rimanere perplessi. Purtroppo. Forse è la trama, forse è la lunghezza, forse è la banalità a mettere in dubbio la buona riuscita della folle impresa. Tutto questo dispiace – probabilmente si poteva fare di meglio (anche dal punto di vista della trama, ma la luccicanza di King sembra essersi un po’ spenta negli ultimi anni). Detto questo la colonna sonora risuona bene in un classico stile horror, lo stesso vale per la scelta della fotografia e per la scenografia, peccato per la sceneggiatura (all’infuori della scena al vecchio bancone dove Danny incontra lo spettro di suo padre). Insomma, Doctor Sleep è un film horror normalissimo, come se ne vedono spesso, senza arte né parte. Diamo 2 stelle per la nostalgia, ma si poteva sicuramente fare di meglio, di molto meglio.
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inesperto
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sabato 9 novembre 2019
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redrum
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Più che di horror, trattasi di un buon dark fantasy. Da Shining si prende solamente spunto, per raccontare una storia che si discosta quasi del tutto dal capolavoro di Kubrick, i cui elementi dànno l'avvio e la conclusione alla pellicola. Questo determina una certa autonomia della trama rispetto all'ingombrante originale, mossa alquanto furba per evitare paragoni esiziali... Una bambina prodigio ed un ex bimbo prodigio (il nostro Danny), ora adulto, combattono fianco a fianco una lotta magica contro un gruppo di malvagi cannibali spirituali, guidati da una fascinosa e bellissima Rebecca Ferguson. Per niente noioso, anzi particolarmente stimolante, le vicende sono narrate con buon ritmo, alternando momenti action ad altri di riflessione.
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Più che di horror, trattasi di un buon dark fantasy. Da Shining si prende solamente spunto, per raccontare una storia che si discosta quasi del tutto dal capolavoro di Kubrick, i cui elementi dànno l'avvio e la conclusione alla pellicola. Questo determina una certa autonomia della trama rispetto all'ingombrante originale, mossa alquanto furba per evitare paragoni esiziali... Una bambina prodigio ed un ex bimbo prodigio (il nostro Danny), ora adulto, combattono fianco a fianco una lotta magica contro un gruppo di malvagi cannibali spirituali, guidati da una fascinosa e bellissima Rebecca Ferguson. Per niente noioso, anzi particolarmente stimolante, le vicende sono narrate con buon ritmo, alternando momenti action ad altri di riflessione. Senza un avo di tal fatta, si parlerebbe tranquillamente di un bel prodotto d'intrattenimento.
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felicity
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lunedì 30 marzo 2020
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non necessario, ma piacevole
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Di un sequel di "Shining" nessuno probabilmente sentiva la necessità, eppure in questo "Doctor Sleep" ci sono vari elementi interessanti, potenzialmente capaci di stimolare la riflessione.
C’è anzitutto lo scontro kinghiano tra forze del male e forze del bene. A ciò si aggancia il tema della morte.
C'è infine il confronto/scontro di Danny con Jack e con il proprio passato.
Ma è soprattutto il finale del film e il confronto con il capolavoro kubrickiano a essere interessante, in un dialogo tra presente e passato cinematografico, fatto di citazioni ma anche di tradimenti.
Nell'omaggio alla pellicola dell’80, in cui rivivono personaggi, situazioni e inquadrature, trova sfogo la cinefilia del pubblico e dell’autore.
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Di un sequel di "Shining" nessuno probabilmente sentiva la necessità, eppure in questo "Doctor Sleep" ci sono vari elementi interessanti, potenzialmente capaci di stimolare la riflessione.
C’è anzitutto lo scontro kinghiano tra forze del male e forze del bene. A ciò si aggancia il tema della morte.
C'è infine il confronto/scontro di Danny con Jack e con il proprio passato.
Ma è soprattutto il finale del film e il confronto con il capolavoro kubrickiano a essere interessante, in un dialogo tra presente e passato cinematografico, fatto di citazioni ma anche di tradimenti.
Nell'omaggio alla pellicola dell’80, in cui rivivono personaggi, situazioni e inquadrature, trova sfogo la cinefilia del pubblico e dell’autore.
Lo Shining di Kubrick è qui una categoria dello spirito, vedasi l’inquadratura centrale, a camera fissa, cui il regista Flanagan ricorre più e più volte, specie nella rappresentazione degli interni. Dalla fissità al dolly, è un attimo, ed ecco Danny nell’hotel, nel salone delle feste, a ripercorrere i passi straniati di suo padre Jack Torrance. Nell’incontro tra i due, davanti all’ambra luminosissima, piena di luccicanza, di un whisky, il film raggiunge il suo climax, di devozione, di commozione, di dissoluzione.
Il finale è un crescendo metacinematografico potenzialmente interessante, che non trova però adeguato spazio in un film che vuole dire troppo e che finisce per convincere poco.
Il clou dell'opera, il confronto col passato, funziona, ma arriva troppo tardi e non si dà il tempo di sviluppare adeguatamente la riflessione.
Flanagan sembra non riuscire a integrare i vari spunti offerti dalla storia in un'opera organica e convincente e la sensazione è quella che sia stata messa troppa carne al fuoco, che l'eccesso di materiale finisca infine per inficiare la capacità dell’opera di coinvolgere, di suscitare paura e angoscia.
Anche visivamente il film decolla solo negli ultimi venti minuti, in cui il confronto con Kubrick si fa più stringente.
Per il resto le soluzioni cercate dal regista rimangono piuttosto piatte e convenzionali.
Il risultato è un film che intrattiene, ma che sembra poter dare molto più di quello che effettivamente dà.
Doctor Sleep lascia un ricordo piacevole eppure vago.
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wolvie
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domenica 28 febbraio 2021
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evocazioni di due s.k
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1) Nel 1977 Stephen King scrive "The Shining", I Ed. Italiana Milano, Sonzogno 1978 con il titolo " Una Splendida Festa di Morte", 1978,
2) Nel 1980 Stanley Kubrick scrive e dirige il film "The Shining ", successo planetario, ma che non piace a Stephen King,
3) Nel 1997, Mick Garris, su script di Stephen King, dirige una miniserie TV in 3 puntate intitolata "Shining", più fedele agli eventi narrati nel romanzo,
4) Nel 2013, Stephen King scrive il seguito del libro del 1977, ovvero, "Doctor Sleep", I Ed. Italiana, Sperling & Kupfer, 2014,
5) Nel 2019, Mike Flanagan scrive e dirige questo film, con il solito miscasting di Ewan McGregor, nei panni di Danny Torrance, modificando fortemente il finale del romanzo, decisamente più emozionante sulle pagine scritte che in questo prodotto, che si ibrida fortemente con il film di Kubrick.
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1) Nel 1977 Stephen King scrive "The Shining", I Ed. Italiana Milano, Sonzogno 1978 con il titolo " Una Splendida Festa di Morte", 1978,
2) Nel 1980 Stanley Kubrick scrive e dirige il film "The Shining ", successo planetario, ma che non piace a Stephen King,
3) Nel 1997, Mick Garris, su script di Stephen King, dirige una miniserie TV in 3 puntate intitolata "Shining", più fedele agli eventi narrati nel romanzo,
4) Nel 2013, Stephen King scrive il seguito del libro del 1977, ovvero, "Doctor Sleep", I Ed. Italiana, Sperling & Kupfer, 2014,
5) Nel 2019, Mike Flanagan scrive e dirige questo film, con il solito miscasting di Ewan McGregor, nei panni di Danny Torrance, modificando fortemente il finale del romanzo, decisamente più emozionante sulle pagine scritte che in questo prodotto, che si ibrida fortemente con il film di Kubrick.
21 anni dopo i fatti accaduti all' Overlock Hotel, Dan è un uomo che annega la sua " luccicanza " nell' alcool, conducendo una vita nomade ed autodistruttiva.
Toccando il fondo, decide di reagire e giunto in una piccola cittadina, trova lavoro come inserviente in una "casa di riposo" per anziani, dove aiuta i malati prossimi alla morte a trovare un dolce e tranquillo trapasso nell' aldilà (da cui il Dottor Sonno del titolo).
Un contatto telepatico con una ragazzina, dotata di un' enorme quantità di luccicanza, porterà alla scoperta di un gruppo di esseri quasi immortali, "mangiatori" di luccicanza, che scoperta la fanciulla si metteranno sulle sue tracce, ma Dan trova la sua missione nel proteggerla.
La resa dei conti avverrà al lugubre Hotel, dove tutto è cominciato.
Il film vive di fama regressa, notevole la ricostruzione dell'' interno dell' Overlock e di alcune sequenze del film di Kubrick. Il film mantiene anche un buon ritmo, ed utilizzando un "espediente mentale" già visto nel "Acchiappasogni "(ma si sa che King è così!), veniamo spesso catapultati nell' immaginario, oramai collettivo, del primo film.
Eppure, riesce a vivere di vita propria, questo "Doctor Sleep", senza eccellere, rimane un buon prodotto medio, senza guizzi particolari, ma la scena della tortura al ragazzino del baseball è ben fatta e disturbante.
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dandy
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giovedì 18 marzo 2021
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luccicanza contro oscurità.
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Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King(da noi inizialmente edito come "Una splendida festa di morte").Sceneggiato da Flanaghan(con certe libertà nei confronti del romanzo),un discreto esempio di horror cinefilo che tratta con maestria sia il tema dei fantasmi(quelli del passato in primis)che il tema kinghiano dei traumi estremi nell'adolescenza come dolorosa necessità per crescere e vivere e il rapporto padri-figli.Non tutto è riuscito,la lunghezza può risultare un peso(c'è anche una versione estesa di '180),ed era comprensibile che in molti avrebbero storto il naso per il confronto diretto con "Shining",del quale sono rifatte alcune sequenze più iconiche(la corsa di Danny in triciclo,l'incontro con le gemelle,la camera 237,l'ondata di sangue,l'abbattimento della porta con l'ascia e l'inseguimento nel labirinto innevato).
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Adattamento dell'omonimo romanzo di Stephen King(da noi inizialmente edito come "Una splendida festa di morte").Sceneggiato da Flanaghan(con certe libertà nei confronti del romanzo),un discreto esempio di horror cinefilo che tratta con maestria sia il tema dei fantasmi(quelli del passato in primis)che il tema kinghiano dei traumi estremi nell'adolescenza come dolorosa necessità per crescere e vivere e il rapporto padri-figli.Non tutto è riuscito,la lunghezza può risultare un peso(c'è anche una versione estesa di '180),ed era comprensibile che in molti avrebbero storto il naso per il confronto diretto con "Shining",del quale sono rifatte alcune sequenze più iconiche(la corsa di Danny in triciclo,l'incontro con le gemelle,la camera 237,l'ondata di sangue,l'abbattimento della porta con l'ascia e l'inseguimento nel labirinto innevato).Ma il regista continua a dimostrare un'indubbia competenza narrativa e tecnica(oltre a Kubrick,lo stile sembra debitore degli ultimi Lynch e Cronenberg,con possibili richiami ad altri film tratti dall'universo di King,tipo "Il miglio verde") e il tutto ha una certa durezza degna dello scrittore(la morte del bambino e quelle dei membri del Nodo).Ed è indovinata l'idea di un collegamento tra Danny e suo padre Jack attraverso la famigerata caldaia dell'Overlook Hotel.Bello anche il finale.Puntualmente bravo McGregor.Comprensibilmente ma ingiustamente bistrattato da critica e pubblico.Non c'è confronto col film di Kubrick,ma aldilà degli omaggi non bisogna per forza cercare un confronto,più che altro un'evoluzione aggiornata(col bambino che diventa una ragazzina afroamericana)e seppur non perfetta,degna di nota.Il regista è anche montatore.Le musiche dei Newton Brothers rifanno alcune di quelle di "Shining".Alex Essoe,protagonista di "Starry Eyes",è Wendy Torrance.L'ex Elliot di "ET"Henry Thomas e l'ex Lurch dei due film della Famiglia Addams Carel Struycken interpretano Jack Torrance e Granpa Flick.
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frascop
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lunedì 4 novembre 2019
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vedibile per stephen king ma troppo lungo
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Ewan McGregor interpreta Danny Torrance, il figlio del custode dell'Overlook Hotel (Jack Nicholson in Shining, l’horror di Kubrick del 1980). Adesso il bambino ormai diventato uomo si libera dell'alcol e ricomincia a vivere in una nuova città grazie all’aiuto di un insperato amico, Bill. Ma il passato ritorna e questo film narra la lotta di Danny e della bambina Abra contro la banda soprannaturale di Rose “Cilindro (bravissima Rebecca Ferguson), una sorta di hippie che si nutre della luccicanza uccidendo i bambini che la possiedono. La lotta è lunga, anche troppo, e si conclude proprio nel malefico posto di Kubrick, l’Overlook Hotel. La storia, congegnata anche da Stephen King, si segue anche se una mezzoretta poteva essere accorciata in sede di montaggio, e l’horror, di cui Mike Flanagan è esperto, è molto contenuto.
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Ewan McGregor interpreta Danny Torrance, il figlio del custode dell'Overlook Hotel (Jack Nicholson in Shining, l’horror di Kubrick del 1980). Adesso il bambino ormai diventato uomo si libera dell'alcol e ricomincia a vivere in una nuova città grazie all’aiuto di un insperato amico, Bill. Ma il passato ritorna e questo film narra la lotta di Danny e della bambina Abra contro la banda soprannaturale di Rose “Cilindro (bravissima Rebecca Ferguson), una sorta di hippie che si nutre della luccicanza uccidendo i bambini che la possiedono. La lotta è lunga, anche troppo, e si conclude proprio nel malefico posto di Kubrick, l’Overlook Hotel. La storia, congegnata anche da Stephen King, si segue anche se una mezzoretta poteva essere accorciata in sede di montaggio, e l’horror, di cui Mike Flanagan è esperto, è molto contenuto.Tutti gli omaggi a Kubrick e all’indimenticabile Nicholson non fanno altro che far rimpiangere almeno a me il fascino di quel capolavoro. Ad un certo punto Abra con la sua telepatia verso Dan mi ha fatto pensare alla ragazzina Undici di Stranger Things, la serie dei fratelli Duffer. Mentre i protagonisti salgono verso l'hotel nella neve per trenta secondi la colonna sonora diventa così debordante e pomposa che forse i musicisti (The Newton brothers) pensavano di poter ambire all'Oscar.
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