dandy
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lunedì 25 settembre 2023
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"occhi sulla strada".
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Per la prima volta senza il fratello Bobby,il regista si ispira alla vera storia di Frank Villalonga(dopo gli anni '60 caratterista noto come Tony Lip,apparso nel Padrino,L'anno del dragone,Amore all'ultimo morso e noto principalmente per aver interpretato Carmine Lupertazzi nella serie dei Soprano)girando un sorprendente road movie che può sembrare come hanno detto alcuni una versione maschile di "A spasso con Daisy".Che sorprende per come usa i classici stereotipi ribadendo con piacevole intelligenza un concetto tanto ovvio quanto universale:amicizia e comprensione possono svilupparsi nei contesti più inverosimili e a dispetto di varie differenze(sociali,culturali,razziali e sessuali).
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Per la prima volta senza il fratello Bobby,il regista si ispira alla vera storia di Frank Villalonga(dopo gli anni '60 caratterista noto come Tony Lip,apparso nel Padrino,L'anno del dragone,Amore all'ultimo morso e noto principalmente per aver interpretato Carmine Lupertazzi nella serie dei Soprano)girando un sorprendente road movie che può sembrare come hanno detto alcuni una versione maschile di "A spasso con Daisy".Che sorprende per come usa i classici stereotipi ribadendo con piacevole intelligenza un concetto tanto ovvio quanto universale:amicizia e comprensione possono svilupparsi nei contesti più inverosimili e a dispetto di varie differenze(sociali,culturali,razziali e sessuali).E attraverso il viaggio dei protagonisti e il loro incontro-scontro sa analizzare tutte le contraddizioni dell'epoca a cominciare dal falso perbenismo e dell'integrazione solo apparente degli afoamericani (e italoamericani)in certi ambienti.Azzeccato nell'affrontare ogni cosa con leggerezza e con una bella alchimia tra Mortensen(ingrassato di 20 chili)ed Ali funziona egregiamente sia come commedia lieve che come film impegnato.Nick Villalonga,figlio di Frank,è uno degli sceneggiatori.Tre Oscar(film,sceneggiatura e miglior attore non protagonista ad Ali)su 5 nominations.Andrebbe visto anche in originale,dove Mortensen parla varie volte italiano.Il titolo si riferisce alla guida su come muoversinegli States durante il periodo della segregazione.Sia Villalonga che Shirley sono scomparsi nel 2013.
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toty bottalla
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martedì 7 giugno 2022
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ottimo film: credibile e non ipocrita!
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L'ottima regia e interpretazione dei protagonisti rendono il film credibile e piacevole, un on the road sui generis che appassiona man mano.
Viggo Mortensen strepitoso come sempre quasi irriconoscibile se penso a "Delitto Perfetto" Una storia amara di stupidità umana mai guarita del tutto. Saluti.
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cocorito123
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martedì 23 marzo 2021
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banale
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A me Green Book non è piaciuto affatto perché lo ho trovato di una banalità estrema, con una trama prevedibilissima e il tentativo del regista di evocare il clima sociale e la situazione di allora tramite una musica di sottofondo molto discutibile e da tipica sitcom e i costumi che gli attori indossano che li rendono soltanto ridicoli. Questi tentativi sono ovviamente vani e come unico risultato si ottiene un’ancora più grande peggioramento del film già a mio avviso negativo data l’enorme ovvietà del soggetto e l’interpretazione che oserei definire ridicola di due attori che generalmente sono anche bravi nel loro compito. Inoltre alcune battutine hanno reso il tutto un film sconsigliatissimo e pessimo, ad esempio quando Don Shirley dice “Lo sapevo che avevi la pistola!”, assolutamente cliché, ordinarie e imbarazzanti.
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A me Green Book non è piaciuto affatto perché lo ho trovato di una banalità estrema, con una trama prevedibilissima e il tentativo del regista di evocare il clima sociale e la situazione di allora tramite una musica di sottofondo molto discutibile e da tipica sitcom e i costumi che gli attori indossano che li rendono soltanto ridicoli. Questi tentativi sono ovviamente vani e come unico risultato si ottiene un’ancora più grande peggioramento del film già a mio avviso negativo data l’enorme ovvietà del soggetto e l’interpretazione che oserei definire ridicola di due attori che generalmente sono anche bravi nel loro compito. Inoltre alcune battutine hanno reso il tutto un film sconsigliatissimo e pessimo, ad esempio quando Don Shirley dice “Lo sapevo che avevi la pistola!”, assolutamente cliché, ordinarie e imbarazzanti. Il film si salverebbe solamente per il significato e l’insegnamento che vuole trasmettere, i quali però essendo uniti a una sceneggiatura, a delle interpretazione, alla colonna sonora, a una regia e a dei costumi non compatibili con il contesto storico rendono questo film, a mio parere, molto brutto.
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fabio 3121
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domenica 21 marzo 2021
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l''autista tony lip e il pianista don shirley
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il film è basato sulla storia vera del pianista nero Don Shirley (Mahershala Ali) che nel 1962 dovendo affrontare una tournè nel sud degli Stati Uniti ha bisogno di un autista per 2 mesi e lo trova in un buttafuori di nightclub italoamericano Tony Lip (Viggo Mortensen). All'inizio tra i 2 uomini, durante il viaggio in auto, il rapporto non è molto cordiale stante i diversi modi di fare. A Tony Lip la casa discografica del pianista consegna una guida "Green Book" dove sono indicati i motel dove i "colored" possono alloggiare. Don Shirley insieme a due altri musicisti bianchi formano un trio e si esibiscono nelle principali città americane in teatri e case private di bianchi ricchi e facoltosi.
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il film è basato sulla storia vera del pianista nero Don Shirley (Mahershala Ali) che nel 1962 dovendo affrontare una tournè nel sud degli Stati Uniti ha bisogno di un autista per 2 mesi e lo trova in un buttafuori di nightclub italoamericano Tony Lip (Viggo Mortensen). All'inizio tra i 2 uomini, durante il viaggio in auto, il rapporto non è molto cordiale stante i diversi modi di fare. A Tony Lip la casa discografica del pianista consegna una guida "Green Book" dove sono indicati i motel dove i "colored" possono alloggiare. Don Shirley insieme a due altri musicisti bianchi formano un trio e si esibiscono nelle principali città americane in teatri e case private di bianchi ricchi e facoltosi. Molti saranno gli episodi di razzismo che dovrà subire il povero pianista una volta terminate le sue acclamate esibizioni ricche di virtuosismi. Grazie al tuttofare Tony Lip, uomo rozzo ma che vive la strada, il pianista, omosessuale che soffre di solitudine e che beve ogni sera una bottiglia di whisky, sarà salvato da un'aggressione prima in un bar e successivamente in centro benessere. Alla fine tra l'autista e il pianista, che aiuta Tony a scrivere lettere d'amore alla moglie, si instaurerà una sincera e forte amicizia che culminerà nella cena di Natale a casa di Tony Lip con ospite Don Shirley. La pellicola tratta un tema serio e drammatico dei pregiudizi razziali nei confronti degli uomini di colore che erano riservati negli anni '60 in America attraverso una ottima sceneggiatura che porta lo spettatore a sensibili riflessioni. Davvero bella la ricostruzione degli ambienti dell'epoca sia per la scenografia che per i costumi. La vera forza del film sta nella magistrale interpretazione dei 2 protagonisti assolutamente credibili nelle rispettive parti. Oltre a Mahershala Ali avrebbe meritato il premio Oscar anche il bravissimo Viggo Mortensen. In definitiva, meritato l'Oscar quale miglior film. Voto: 8/10.
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carloalberto
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giovedì 18 marzo 2021
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se non fosse per viggo....
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Dall’autore di Scemo & più scemo cos’altro ci si poteva aspettare se non una commediola melensa e politicamente corretta che esalta i buoni sentimenti in perfetto stile hollywoodiano con quel tipico tono dolciastro e paternalistico ed un lieto fine natalizio prevedibile e sentimentaloide con la famigliola di italo americani, ignorante ma dal cuore grande, che, dopo un attimo di titubanza, accoglie calorosamente la star di colore bistrattata durante una tournèe nel profondo sud degli anni sessanta ancora profondamente razzista e segregazionista.
Astutamente il soggetto si rifà ad una storia realmente accaduta per acquisire credibilità e rendere la favoletta esopica più convincente e verosimile.
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Dall’autore di Scemo & più scemo cos’altro ci si poteva aspettare se non una commediola melensa e politicamente corretta che esalta i buoni sentimenti in perfetto stile hollywoodiano con quel tipico tono dolciastro e paternalistico ed un lieto fine natalizio prevedibile e sentimentaloide con la famigliola di italo americani, ignorante ma dal cuore grande, che, dopo un attimo di titubanza, accoglie calorosamente la star di colore bistrattata durante una tournèe nel profondo sud degli anni sessanta ancora profondamente razzista e segregazionista.
Astutamente il soggetto si rifà ad una storia realmente accaduta per acquisire credibilità e rendere la favoletta esopica più convincente e verosimile.
Se non fosse per la straordinaria, come sempre, interpretazione di Viggo Mortensen il film sarebbe da archiviare tra i b-movies o tra i film tv che ogni anno il sistema pseudo culturale a stelle e strisce produce per rassicurare il popolo americano che il bene alla fine trionfa sempre sul male grazie alla parte sana del paese, in una sorta di autoassoluzione collettiva dai crimini del passato e dalle perduranti ingiustizie.
Mentre tenta maldestramente di attaccare i pregiudizi razziali affrontando imprudentemente temi drammatici ed epocali con i toni della commedia, Farrelly indugia, senza rendersi conto della contraddizione, sullo stereotipo dell’italiano amico dei gangster, mangione, caciarone, sbruffone e mezzo imbroglione, insomma il solito pulcinella, che ha fatto la fortuna di molto cinema americano d’autore da Coppola a Scorsese.
La questione razziale, a mio avviso, merita un altro approccio e chi sostiene che si può trattare qualsiasi argomento, anche il più tragico, come quello della segregazione, figlia dell’aberrante mentalità schiavista, con ironia e leggerezza, dovrebbe riflettere su come reagirebbe se qualcuno osasse fare lo stesso prendendo spunto dai suoi drammi personali. Ma questo è l’atteggiamento vincente in questo momento storico ed il film, infatti, ha vinto diversi Oscar, come del resto La vita è bella di Benigni, che con altrettanta leggera e garbata ironia affrontò la tragedia indicibile ed irrappresentabile dell’Olocausto.
Questa è l’epoca in cui il sentimento del tragico è stato abolito. Una grossa fetta della società civile, regredendo alla prima infanzia, così come nega la vecchiaia e la morte come parte della vita, preferisce esorcizzare gli abomini esecrabili, orrendi ed ineffabili che hanno costellato la storia recente dell’Occidente e che dovrebbero destare una violenta reazione emotiva di sdegno e di rivolta e di condanna, facendoci sopra una commedia brillante e per certi aspetti anche divertente.
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mr.rizzus
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venerdì 12 febbraio 2021
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masterpiece
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lunedì 1 febbraio 2021
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greenbook - un piccolo capolavoro
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Sono completamente d'accordo con la sua critica. In ogni caso non c'è solo divertimento, ma il film rileva bene la pesante situazione di bieco razzismo nel profondo sud degli USA, e ancora negli anni '60! Oggi le condizioni sono certo migliorate, ma il recente disdicevole periodo del trumpismo, ha di nuovo messo in risalto gli effetti deleteri di certo suprematismo bianco che resiste negli USA: è la classica brace che cova sotto la cenere. Saluti e complimenti! Marco Brenni, Lugano
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st7n
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mercoledì 9 dicembre 2020
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magnifico, da qualsiasi prospettiva
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Credo che non ci sia molto da aggiungere rispetto ai tanti commenti letti qui.
Da qualsivoglia prospettiva lo si veda, guardi o si giudichi, resta semplicemente un capolavoro, un capolavoro di risate, un capolavoro di seria riflessione, un capolavoro come tale.
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pedro
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mercoledì 29 luglio 2020
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godetevi questo film
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Certamente un film straordinario.
Non importana se non fedele alla lettera ai fatti. Non importa che Mortensen non abbia ricevuto, anche lui, l’Oscar che meritava (certamente di più del vincitore malek). Almeno ha vinto come miglior film...l’avessero dato all’enormemente sopravvalutato Roma...fortuna che con green book non hanno avuto paura di fare un torto alle mistificazioni terzomondiste di Cuaron (poi, invero, non hanno resisitito, e Roma è, per loro, la miglior pellicola non in inglese del 2019...).
Come qualcuno ha scritto, nella recensione ufficiale e nella definizione “commedia” hanno toppato...pazienza. Nessuna commedia, qualche situazione simpatica, ma in realtà un film drammatico con uno dei più sensati messaggi antirazzisti.
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Certamente un film straordinario.
Non importana se non fedele alla lettera ai fatti. Non importa che Mortensen non abbia ricevuto, anche lui, l’Oscar che meritava (certamente di più del vincitore malek). Almeno ha vinto come miglior film...l’avessero dato all’enormemente sopravvalutato Roma...fortuna che con green book non hanno avuto paura di fare un torto alle mistificazioni terzomondiste di Cuaron (poi, invero, non hanno resisitito, e Roma è, per loro, la miglior pellicola non in inglese del 2019...).
Come qualcuno ha scritto, nella recensione ufficiale e nella definizione “commedia” hanno toppato...pazienza. Nessuna commedia, qualche situazione simpatica, ma in realtà un film drammatico con uno dei più sensati messaggi antirazzisti. Fossero più spesso di questa qualità...il mondo forse non sarebbe migliore, ma il cinema si.
Godetevi questo film.
NOTA: se l’avete visto in lingua originale vi farà certamente ridere l’italiano di mortensen e compaesani...come abbia fatto don shirley capire quell’italiano resterà un mistero della storia dle cinema.
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stenoir
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giovedì 4 giugno 2020
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due uomini agli antipodi e il valore dell'amicizia
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La storia -vera- di Tony Vallelonga (uno spassoso Viggo Mortensen), un italoamericano che lavora come buttafuori in un locale di New York, momentaneamente chiuso per dei controlli da parte della polizia, che per mantenere la famiglia, tramite un annuncio pubblicitario, si offre come autista e tuttofare di Donald Shirley (Mahershala Ali in gran forma, ma non è una novità), un musicista afroamericano, il quale da contratto deve suonare in diverse città del Sud degli Stati Uniti. Però siamo negli anni ’60, periodo storicamente complicato per le persone di colore, soprattutto in alcuni stati, [il titolo si riferisce a una guida, sulla quale venivano evidenziati i locali nei quali i neri potevano dormire e mangiare] e inoltre il nostro Tony è un ignorante -ma bonaccione- tendenzialmente razzista.
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La storia -vera- di Tony Vallelonga (uno spassoso Viggo Mortensen), un italoamericano che lavora come buttafuori in un locale di New York, momentaneamente chiuso per dei controlli da parte della polizia, che per mantenere la famiglia, tramite un annuncio pubblicitario, si offre come autista e tuttofare di Donald Shirley (Mahershala Ali in gran forma, ma non è una novità), un musicista afroamericano, il quale da contratto deve suonare in diverse città del Sud degli Stati Uniti. Però siamo negli anni ’60, periodo storicamente complicato per le persone di colore, soprattutto in alcuni stati, [il titolo si riferisce a una guida, sulla quale venivano evidenziati i locali nei quali i neri potevano dormire e mangiare] e inoltre il nostro Tony è un ignorante -ma bonaccione- tendenzialmente razzista. Inizia così un viaggio (personalmente in alcune situazioni non ho potuto non pensare a Quasi amici per certe dinamiche tra i protagonisti) di due persone agli antipodi, con momenti comici alternati ad altri drammatici, che durerà molto più di una tournèe, anzi, li terrà legati per il resto delle loro vite.
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