Cold War |
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Un film di Pawel Pawlikowski.
Con Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza.
continua»
Titolo originale Zimna wojna.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 85 min.
- Polonia 2018.
- Lucky Red
uscita giovedì 20 dicembre 2018.
MYMONETRO
Cold War
valutazione media:
3,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una storia d'amore, travagliata e soffertadi Antonio MontefalconeFeedback: 0 |
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giovedì 27 dicembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
'Cold War', premiato per la regia a Cannes 2018 e trionfatore agli EFA con 5 premi (miglior film, regia, montaggio, sceneggiatura e attrice), è l'ultima coinvolgente pellicola del regista premio Oscar per 'Ida'. Il film narra un amore travolgente e impossibile, tra Wiktor (Tomasz Kot), un musicista e direttore di un corpo di ballerini e cantanti, e l'allieva Zula (Joanna Kulig – già vista in 'Ida'), durante gli anni '50 e '60, gli anni della Guerra Fredda citati dal titolo. Tra la natia Polonia, la Berlino divisa, la Jugoslavia e la Parigi bohémien, il regista mette in scena una vicenda che dedica ai propri genitori (che con i due protagonisti condividono il nome di battesimo) e cerca di dar vita ad una materia romantica e dolorosa al tempo stesso, che ha sullo sfondo il mutevole e drammatico scenario storico-sociale della Polonia del dopoguerra e dell'Europa intera. Raffinato l'apparato stilistico-formale: lo script è rigoroso e poco convenzionale, i toni e la tensione sono smorzati, la narrazione divisa in una serie di brevi riquadri, l'aspect ratio 1:1.37 (4/3), le inquadrature fisse, il reparto musicale accurato e fondamentale (i canti popolari della tradizione polacca, gli inni sovietici, il jazz), la fotografia impreziosita da un elegante e suggestivo bianco e nero (che rievoca il grigiore della complessità dell'epoca, oltre che i travagliati e tormentati moti dell'animo e sentimentali dei due protagonisti, i quali più volte durante il film si perderanno e ritroveranno, incapaci a stare insieme e a trovare un equilibrio, come del resto lo sfondo politico oppressivo e totalitario). Un'opera interessante, forse più riuscita nella prima parte, e un po' trattenuta sul versante emozionale, ma di indubbia qualità visiva e di contenuti, che scava nei conflitti psichici e caratteriali, nelle inquietudini e nei tormenti, nelle colpe e nelle insoddisfazioni, alla ricerca di una «vista migliore» dove poter guardare meglio l'altro, l'avvenire e se stessi...
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