liberia
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mercoledì 13 luglio 2022
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pessima figura degli "interpreti" italiani
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Sono trasalita quando ho letto che Marco Leonardi, rappresenterebbe una "notevole eccezione", quando invece è completamente fuori parte, sia fisicamente (arriva al ginocchio dei suoi interlocutori, ergo non incute timore e chiunque con due schiaffetti lo ridurrebbe in polvere) che a livello interpretativo (la calata alla Sperandeo è una cartuccia bagnata). Bisognerebbe essere intellettualmente onesti e ammettere che qui l'intero film non riesce a brillare proprio per la parte italiana, fiacca e di routine, felice di marcare il proprio cv inserendo un film di Re Scott ma ingabbiata nei volti dei soliti noti (annotati su qualche rubrica) da troppo tempo ormai (i naufraghi Giulio Base e Vaporidis ad esempio, per il prossino film suggerisco la Marcuzzi, la Blasi e Carmen Di Pietro).
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Sono trasalita quando ho letto che Marco Leonardi, rappresenterebbe una "notevole eccezione", quando invece è completamente fuori parte, sia fisicamente (arriva al ginocchio dei suoi interlocutori, ergo non incute timore e chiunque con due schiaffetti lo ridurrebbe in polvere) che a livello interpretativo (la calata alla Sperandeo è una cartuccia bagnata). Bisognerebbe essere intellettualmente onesti e ammettere che qui l'intero film non riesce a brillare proprio per la parte italiana, fiacca e di routine, felice di marcare il proprio cv inserendo un film di Re Scott ma ingabbiata nei volti dei soliti noti (annotati su qualche rubrica) da troppo tempo ormai (i naufraghi Giulio Base e Vaporidis ad esempio, per il prossino film suggerisco la Marcuzzi, la Blasi e Carmen Di Pietro). Ci vuole onestà intellettuale quando si recensisce.
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fabio 3121
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domenica 4 aprile 2021
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storia vera sceneggiata senza alcuna tensione
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il film è liberamente ispirato alla storia vera del rapimento avvenuto nel luglio del 1973 a Roma del giovane sedicenne John Paul Getty III nipote dell'allora uomo più ricco del mondo il magnate del petrolio Jean Paul Getty qui interpretato da Christopher Plummer. Portato in un casale in Calabria, i sequestratori chiedono un riscatto iniziale di 17 milioni di dollari. Il nonno, grande appassionato di opere d'arte di valore (quadri e sculture), annuncia alla stampa di non voler pagare il riscatto perché avendo altri 14 nipoti gli verrebbero tutti successivamente sequestrati. In realtà il vecchio miliardario è dipinto come un uomo avaro che pensa solo a come far soldi.
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il film è liberamente ispirato alla storia vera del rapimento avvenuto nel luglio del 1973 a Roma del giovane sedicenne John Paul Getty III nipote dell'allora uomo più ricco del mondo il magnate del petrolio Jean Paul Getty qui interpretato da Christopher Plummer. Portato in un casale in Calabria, i sequestratori chiedono un riscatto iniziale di 17 milioni di dollari. Il nonno, grande appassionato di opere d'arte di valore (quadri e sculture), annuncia alla stampa di non voler pagare il riscatto perché avendo altri 14 nipoti gli verrebbero tutti successivamente sequestrati. In realtà il vecchio miliardario è dipinto come un uomo avaro che pensa solo a come far soldi. Tuttavia ingaggia una persona di sua fiducia esperto in affari di negoziazioni e transazioni tale Fletcher Chase (Mark Wahlberg) per riportare il nipote a casa. Con l'ausilio dei carabinieri italiani e supportato dalla madre del ragazzo, a cui verrà tagliato un pezzetto di orecchio, Chase porterà a termine l'incarico facendo liberare il giovane dietro il pagamento di 4 milioni di dollari. La pellicola nella prima parte si dilunga eccessivamente ed inutilmente in diversi flashback per poi ritornare ai giorni successivi al sequestro. Il ritmo del film è decisamente lento e, tranne la parte finale, è privo di azione e tensione non riuscendo a coinvolgere emotivamente lo spettatore che osserva piattamente all'evoluzione del rapimento. Le interpretazioni sono tutte sotto la media e il fatto che molte scene sono state rigirate a seguito della esclusione dal film di Kevin Spacey ( per le accuse di molestie sessuali ) è l'unica attenuante al fatto che attori di spessore come Plummer e Wahlberg non entusiasmino particolarmente. In sostanza avendo la sceneggiatura troppo romanzato la storia la stessa ha una lunga durata e a tratti la visione perde un po' di interesse. Stavolta Ridley Scott ha confezionato un film appena sufficiente. Voto: 6/10.
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elgatoloco
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martedì 15 gennaio 2019
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all the money in the world...
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Con "All the Money in the World"(2017, Ridley Scott)il notevole regista britannico affronta un fatto di cronaca che scosse gli amibienti"In"e"vip"del mondo, trattandosi di un sequestro di un ragazzo(sedicenne), John Paul Getty III°, nipote di uno dei supermagnati USA; chi ricorda vagamente il fatto per averne sentito parlare da ragazzo, ha modo di approfondire il fatto e ciò che vi"circola intorno"(è il caso di chi scrive questa nota), ma lo stesso vale per chi non ne ha mai sentito parlare, per motivi di età. Sostanzialmente un film solido, capace anche di mostrare la terribile avarizia("molièriana", vien da dire.
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Con "All the Money in the World"(2017, Ridley Scott)il notevole regista britannico affronta un fatto di cronaca che scosse gli amibienti"In"e"vip"del mondo, trattandosi di un sequestro di un ragazzo(sedicenne), John Paul Getty III°, nipote di uno dei supermagnati USA; chi ricorda vagamente il fatto per averne sentito parlare da ragazzo, ha modo di approfondire il fatto e ciò che vi"circola intorno"(è il caso di chi scrive questa nota), ma lo stesso vale per chi non ne ha mai sentito parlare, per motivi di età. Sostanzialmente un film solido, capace anche di mostrare la terribile avarizia("molièriana", vien da dire...)di John Paul Getty il ,miliardario, capace di trattare la nuora, ossia la madre del ragazzo sequestrato, in modo totalmente anonimo, per non dire freddo e anche assolutamente"indifferente". Sul film pesa la questione della rimozione delle scene riguardanti Kevin Spacey, su cui ha pesato uno scandalo che non sappiamo se in qualche modo "presente"oppure invece inventato da chi(le vittime, presunte o vere)aveva interesse, anche economico, ad"emergere"in qualche modo...Certo il prodotto, con Christopher Plummer nella parte del magnate taccagno, rimane sostanzialmente inalterato, anche se non sapremo mai come sarebbe stato con la presenza di Spacey...Tra la documentazione(non il documentario, ma la ricostruzione storica accurata)e la fiction, il film è di notevole spessore(negli ultimi anni solo"Exodus:Gods and Kings"aveva lasciato francamente perplessi, più che altro per non aver voluto affrontare veramente il testo biblico)e capace di suscitare sentimenti e passioni. OLtre a Plummer, convincenti Mark Wahlberg, l'ex-agente CIA, Michelle Williams, Abigail Harris, la madre"negletta"del sequestrato, Charlie Plummer, nel ruolo del sequestrato, Timoothy Hutton e gli interpreti italiani. El Gato
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eusts
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martedì 31 luglio 2018
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favoletta
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L'impeccabile doppiaggio italiano questa volta è stato pigro...non è chiaro perché in Calabria si parla il siciliano ...le licenze del regista poi rispetto alla vera storia mi sembrano eccessive....compreso il riscatto finale di Getty senior che in realtà verso solo 2 milioni di dollari (deducibili) e la restante parte fu "prestata' al padre di Paul con un interesse del 4%...dettagli a parte il regista,per me, non ha idea dello scenario storico dei sequestri ....
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samanta
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lunedì 15 gennaio 2018
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quanto vale un orecchio
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Il film attualmente nelle sale cinematografiche ha la regia di Ridley Scott uno dei big di Hollywood, assai poliedrico nella sua attività (basti pensare a Blad Runner, Il gladiatore, Un'ottima annata) e che adesso si è cimentato in una storia tratta dalla realtà: il rapimento di Paul Getty III avvenuto a Roma nel 1973 nipote sedicenne di Paul Getty considerato l'uomo più ricco del mondo (in miliardi di dollari di allora), nonché dotato di una notevole avarizia. Il film ovviamente è un po' romanzato, come d'altra parte è inevitabile, ma salvo nella parte finale non si discosta troppo dalla realtà. All'inizio ci fu una grande confusione nelle indagini anche perché la madre sospettava uno scherzo ovvero un rapimento organizzato dal giovane che era uno sbandato dedito alla droga per spillare i soldi al nonno.
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Il film attualmente nelle sale cinematografiche ha la regia di Ridley Scott uno dei big di Hollywood, assai poliedrico nella sua attività (basti pensare a Blad Runner, Il gladiatore, Un'ottima annata) e che adesso si è cimentato in una storia tratta dalla realtà: il rapimento di Paul Getty III avvenuto a Roma nel 1973 nipote sedicenne di Paul Getty considerato l'uomo più ricco del mondo (in miliardi di dollari di allora), nonché dotato di una notevole avarizia. Il film ovviamente è un po' romanzato, come d'altra parte è inevitabile, ma salvo nella parte finale non si discosta troppo dalla realtà. All'inizio ci fu una grande confusione nelle indagini anche perché la madre sospettava uno scherzo ovvero un rapimento organizzato dal giovane che era uno sbandato dedito alla droga per spillare i soldi al nonno. solo dopo alcuni giorni ci fu la certezza di un vero sequestro organizzato dalla mafia calabrese. Ci fu l'imprevisto che il nonno si rifiutò di pagare il riscatto richiesto e solo dopo che al giovane fu tagliato un orecchio il nonno di fronte anche all'opinione pubblica cedette e venne pagato il riscatto anche se in misura ridotta, nel film si indica la somma di 4 milioni di dollari, finalmente il giovane viene liberato. Paul Getty III farà una brutta fine perché a 25 anni per un'overdose avrà un ictus che lo renderà paralizzato e quasi cieco, morirà a 55 anni nel 2011 lasciando un figlio avuto a 18 anni. Il nonno morirà tre anni dopo il rapimento, mentre nel film viene fatto morire contestualmente al rilascio del giovane. Il film è ben diretto la professionalità del regista non si discute, il ritmo pur non essendo sincopato come purtroppo spesso succede, non ha momenti morti ed è avvincente specie nel finale. Buona la fotografia, gli italiani non sono resi troppo ridicoli (grazie Ridley!), ottima l'interpretazione di Christopher Plummer (il vecchio Paul Getty) , che però non è nella parte nel senso che ha 88 anni ed è credibile quando interpreta un vecchio di 80 meno quando nel flashback interpreta un cinquantenne è ovvio che Kevin Spacey era più adatto, ottima anche l'interpretazione di Michelle Williams (la madre del giovane) e di Mark Wahlberg (il capo della sicurezza del nonno inviato ad aiutare la madre). Un accenno alla sostituzione di Kevin Spacey a me sa tanto di Orwell che in 1984 prevedeva la riscrittura della storia, Spacey è un ottimo attore e quello che ha commesso non c'entra con il film non vorrei che in base al politically correct (in alcune università USA è vietato Aristotile perché difendeva la schiavitù) venissero distrutti i dipinti di Caravaggio che era un tipaccio nella vita!
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michelecamero
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domenica 14 gennaio 2018
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soldi ... che passione
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Film americano, distribuito da Lucky Red, per me sinonimo di alta qualità cinematografica, che porta sugli schermi la vicenda del rapimento da parte della ‘Ndrangheta calabrese di Paul Getty, nipote dell’uomo più ricco del mondo, ma anche il più avaro che fa del danaro la ragion di vita, l’oggetto dell’amore, lo strumento per il potere, la cosa che apre ogni strada ed ogni porta, che consente tutto, (anche la freddezza nei sentimenti, l’arroganza, la maleducazione) il mezzo per circondarsi della BELLEZZA del Mondo. Uno dei passaggi più interessanti del film, secondo il mio giudizio, è quello in cui lo spettatore ascolta dal grande vecchio la sua teoria sugli oggetti che nella loro austera inamovibilità, non deludono, non tradiscono, chissà forse anche confortano.
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Film americano, distribuito da Lucky Red, per me sinonimo di alta qualità cinematografica, che porta sugli schermi la vicenda del rapimento da parte della ‘Ndrangheta calabrese di Paul Getty, nipote dell’uomo più ricco del mondo, ma anche il più avaro che fa del danaro la ragion di vita, l’oggetto dell’amore, lo strumento per il potere, la cosa che apre ogni strada ed ogni porta, che consente tutto, (anche la freddezza nei sentimenti, l’arroganza, la maleducazione) il mezzo per circondarsi della BELLEZZA del Mondo. Uno dei passaggi più interessanti del film, secondo il mio giudizio, è quello in cui lo spettatore ascolta dal grande vecchio la sua teoria sugli oggetti che nella loro austera inamovibilità, non deludono, non tradiscono, chissà forse anche confortano. Film riuscito con una fotografia più vicina al bianco e nero che al colore voluta così probabilmente per avvicinare maggiormente la pellicola alle atmosfere ed alle ambientazioni dei giorni in cui si svolsero le vicende narrate che ha il merito di conservare un ottimo ritmo per tutte le due ore ed oltre di durata senza annoiare né farle pesare. Trova la propria chiave di lettura migliore nell’illustrare la filosofia del danaro a cui tutto poi deve essere riportato nella società capitalista, prima d’ogni cosa gli uomini ed il valore di ogni uomo.. Bella la doppia scena della conta del danaro del riscatto, prima da parte di chi lo deve pagare, dopo da parte di chi lo riceve con una presenza femminile preponderante tra i contabili della 'Ndrangheta. Una narrazione nella quale ad un certo punto viene anche di pensare che il regista forse ha voluto fare di questo episodio della cronaca (il rapimento), probabilmente un episodio della storia, inteso come punto di passaggio da una società non completamente disumanizzata (si veda il personaggio di 50, il carceriere) dove la malavita si finanzia ancora con il rapimento degli uomini per i quali chiedere il riscatto, ad una differente in cui l’avvento della droga e della tecnologia finiranno con il mutare anche le sorti di capitalismo, malavita organizzata, società, tenendo in scacco l’intera umanità. In chiusura, per essere un film americano girato molto in Italia, per fortuna, fatta qualche evitabile eccezione, non ci sono poi molti di quegli odiosi stereotipi sugli italiani che solitamente gli amici d’oltre Atlantico non ci fanno mancare, camuffando così con quei luoghi comuni una certa superficialità da parte loro nello studio e nella volontà di avvicinarsi agli altri per migliorare la loro comprensione. Ma questi sono altri discorsi.
michelecamero
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udiego
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sabato 13 gennaio 2018
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a volte non bastano tutti i soldi del mondo
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Roma, Estate del 1973, John Paul Getty, nipote del magnate petrolifero Jean Paul Getty, viene rapito da un gruppo di malviventi calabresi. La madre di John, Gail, molto meno ricca dell’ex suocero, non può fare altro che rivolgersi a lui per pagare il riscatto di 17 milioni di dollari per liberare il figlio. L’imprenditore milionario non è intenzionato a sborsare nemmeno un centesimo e si rivolgerà ad una persona di fiducia per gestire la situazione.
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Roma, Estate del 1973, John Paul Getty, nipote del magnate petrolifero Jean Paul Getty, viene rapito da un gruppo di malviventi calabresi. La madre di John, Gail, molto meno ricca dell’ex suocero, non può fare altro che rivolgersi a lui per pagare il riscatto di 17 milioni di dollari per liberare il figlio. L’imprenditore milionario non è intenzionato a sborsare nemmeno un centesimo e si rivolgerà ad una persona di fiducia per gestire la situazione.
Ridley Scott decide di portare sul grande schermo un fatto di cronaca nostrana dei primi anni ’70. Lo fa interpretando in maniera decisamente fantasiosa gli avvenimenti dell’epoca, mettendo nel fulcro del discorso il denaro, come unico protagonista della storia. Il denaro è l’unica cosa che conta per il signor Getty. E sempre il denaro è la cosa più importante anche per la povera Gail, desiderosa solo di riavere il figlio sano e salvo. Tra i due, accomunati da un unico obiettivo, fa da raccordo l’ex agente della CIA e uomo di fiducia del signor Getty, Fletcher Chase. Il regista britannico lavora sulla triangolazione di questi tre personaggi e sul loro atteggiamento nei confronti dei fatti per immergerci in questa storia di cronaca vecchia ormai più di quaranta anni. Come anticipato la sceneggiatura ruota tutta attorno ad un unico elemento, il denaro. Denaro che riuscirà a mettere a nudo punti deboli e punti di forza delle varie parti della storia e che porrà uno di fronte all’altro due imperi, così diversi ma dalle svariate similitudini: da una parte tutto il potere dell’uomo più ricco del mondo che soprattutto grazie alla sua avidità è riuscito ad accumulare un patrimonio inestimabile - “se riesci a contare i tuoi soldi non sei poi così ricco” dice in un passaggio del film -; dall’altra un organizzazione, quella della ‘ndrangheta, che per espandersi sempre di più è riuscita ad infiltrarsi ai diversi livelli della società locale. A fase alterne il cast, bene Chritopher Plammer chiamato in fretta e furia a sostituire Kevin Spacey, benissimo Michelle Williams, candidata al Golden Globe e sempre capace di regalare emozione con i suoi personaggi, poco convincente la prova di Mark Whalberg non sempre a suo agio nel personaggio che deve interpretare. Ridely Scott si dimostra anche in questa occasione un regista dalle indiscusse capacità. Il lavoro, nonostante un inizio un po’ zoppicante, risulta essere godibile per tutta la sua durata. Ovviamente si ha la sensazione di non trovarsi davanti ad un film che passerà alla storia, ma comunque ad un prodotto ben realizzato e di buon livello. voto 3,5/5
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andreagiostra
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venerdì 12 gennaio 2018
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la cupidigia umana!
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L’ultima produzione di Ridley Scott indubbiamente coinvolge e appassiona lo spettatore. Questo possiamo darlo come dato certo. Il costo del biglietto non andrà sicuramente perso, anzi, regalerà emozioni intense e ben sostenute durante tutta la narrazione. La sceneggiatura non originale di David Scarpa, tratta dal best seller di John Pearson “Painfully Rich: The Outrageus Fortune and Misfortunes of the Heirs of Jean Paul Getty” pubblicato in Inghilterra nel 1995, raccontando un fatto realmente accaduto, pone allo spettatore, e forse anche a chi l’ha scritta, delle domande per certi versi inquietanti: A che punto può arrivare la cupidigia umana? Quali sono le cose che assumono più valore nella vita di un uomo ricco e potente? C’è una morale e un’etica che resistono e riescono a dominare sul potere e sul possesso infinito di danaro? Sono tutte domande che verranno spontanee allo spettatore che andrà nelle sale cinematografiche per vedere “Tutti i Soldi del Mondo”.
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L’ultima produzione di Ridley Scott indubbiamente coinvolge e appassiona lo spettatore. Questo possiamo darlo come dato certo. Il costo del biglietto non andrà sicuramente perso, anzi, regalerà emozioni intense e ben sostenute durante tutta la narrazione. La sceneggiatura non originale di David Scarpa, tratta dal best seller di John Pearson “Painfully Rich: The Outrageus Fortune and Misfortunes of the Heirs of Jean Paul Getty” pubblicato in Inghilterra nel 1995, raccontando un fatto realmente accaduto, pone allo spettatore, e forse anche a chi l’ha scritta, delle domande per certi versi inquietanti: A che punto può arrivare la cupidigia umana? Quali sono le cose che assumono più valore nella vita di un uomo ricco e potente? C’è una morale e un’etica che resistono e riescono a dominare sul potere e sul possesso infinito di danaro? Sono tutte domande che verranno spontanee allo spettatore che andrà nelle sale cinematografiche per vedere “Tutti i Soldi del Mondo”. La sindrome di Paperon de' Paperoni, del grande fumettista della Walt Disney Carl Barks, nella ricostruzione di questo fatto di cronaca a firma di David Scarpa, supera di gran lunga la fantasia del mitico personaggio dei fumetti americano. Le risposte alle nostre domande potranno essere tante e diverse. La rappresentazione dei fatti narrati dalla sceneggiatura controversa e intelligente, è un punto di vista di una realtà umana che scoraggia e deprime proprio perché ci fa comprendere che il benessere economico e il grande potere non sempre convergono verso i migliori principi che vedono nell’amore filiale e famigliare dell’essere umano il valore più nobile e più alto da difendere ad ogni costo.
Nell’estate del 1973 per le vie di Roma viene rapito il sedicenne Paul Getty III (Charlie Plummer), nipote del miliardario petroliere americano Jean Paul Getty (Christopher Plummer). Il fatto assume una risonanza mediatica straordinaria per l’esorbitante richiesta di riscatto, 17 milioni di dollari, e perché il magnate Jean Paul Getty, considerato allora l’uomo più ricco del pianeta, non ha alcuna intenzione di pagare il riscatto ai rapitori del nipote. Per provare a liberarlo, Getty assume un ex agente della CIA, Fletcher Chace (Mark Wahlberg), perché ritrovi il nipote e lo riporti a casa senza pagare un solo dollaro ai rapitori. Sarà la madre di Paul, Gail Harris (Michelle Williams), a prendere in mano la situazione perché il figlio ritorni a casa sano e salvo.
C’è un fatto interessate che dà ulteriore impulso mediatico al film. Un fatto che solo i veri appassionati di settimana arte conoscono certamente. Il film di Ridley Scott ha rischiato di diventare la prima vera vittima cinematografica degli scandali sessuali hollywoodiani. “All the Money in the World” era già pronto per il debutto e per la distribuzione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Qualche giorno prima della presentazione ufficiale alla stampa, Kevin Spacey viene travolto dallo scandalo di accuse a sfondo sessuale che tutti conosciamo. Il rischio di un vero disastro commerciale e di spettatori è chiaramente evidente a Scott, che in poche ore decide di scritturare Christopher Plummer con un extra budget di oltre dieci milioni di dollari, e di girare in sole nove giorni tutte le scene che avevano visto Spacey protagonista, riuscendo a garantire l’uscita del film entro il 2017, almeno negli USA. Questa magia di Scott è un altro dei motivi per andare a vedere il film.
Questa premessa può essere sufficiente per far comprendere al potenziale spettatore quale sarà la trama del film, la sceneggiatura, il susseguirsi delle scene a tratti spettacolari, ricche di pathos e di emozione, e avvincenti per lo spettatore che ama l’action movie e il thriller intenso e ben ritmato come pochi registi oggi sanno fare, e certamente Ridley Scott, che ha varcato la soglia degli ottanta anni, è uno dei pochi del pianeta cinematografico che possiede queste qualità artistiche.
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venerdì 12 gennaio 2018
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tanti soldi, poca sostanza
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Uscendo dalla sala ci rimane poco. Il film narra una storia interessante, ma si perde via via. Buona la prova degli attori, pecca invece clamorosa il fatto di cadere in banali luoghi comuni quali l'italiano meridionale mafioso, i paesini calabresi deserti etc. Si poteva fare meglio. Stavolta Scott delude.
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danascully
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venerdì 12 gennaio 2018
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informatevi
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A giudicare dalla maggioranza dei commenti, chi scrive non ha la minima idea di come siano andati i fatti all'epoca. Sarebbe bello (vista questa grande invenzione chiamata Internet) che dessero un'occhiata alla storia, così magari si renderebbero conto di quante cose siano state inutilmente stravolte/cambiate/inventate al solo scopo di farne un film di intrattenimento. Succede sempre così, specialmente con i film americani a cui piaccioni gli happy ending? Forse, ma non per questo è giusto.
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