noia1
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lunedì 30 novembre 2015
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"qualcosa girava attorno alla casa, io l'ho visto"
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Due fratellini vanno a trovare i nonni … dei nonni molto particolari.
Shyamalan sempre e comunque umile nei suoi film, forse per questo le grandi produzioni gli fanno così male. Torna all’inventiva nell’ordinario, torna a sconvolgere, non tanto dal punto di vista concettuale, quanto per quel che concerne la quotidianità e innocenza. Come al solito toccante, rende qualcosa d’inquietante vero e proprio horror, colpisce nel profondo, nell’intimo e fa male. Situazioni innocenti o comunque avventurose diventano veri e propri drammi, drammi terrorizzanti se presi nel contesto.
Ciò che dico potrà essere criticato, è normale perché Shyamalan è un artista puro, non perfetto, di conseguenza non può piacere a tutti ed è meglio così, un artista discusso è meglio del solito genialoide che non ne sbaglia una, che non permette di ragionare, che non dà la possibilità di sforzarsi ad andare incontro a trame che se percepite fanno male il doppio.
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Due fratellini vanno a trovare i nonni … dei nonni molto particolari.
Shyamalan sempre e comunque umile nei suoi film, forse per questo le grandi produzioni gli fanno così male. Torna all’inventiva nell’ordinario, torna a sconvolgere, non tanto dal punto di vista concettuale, quanto per quel che concerne la quotidianità e innocenza. Come al solito toccante, rende qualcosa d’inquietante vero e proprio horror, colpisce nel profondo, nell’intimo e fa male. Situazioni innocenti o comunque avventurose diventano veri e propri drammi, drammi terrorizzanti se presi nel contesto.
Ciò che dico potrà essere criticato, è normale perché Shyamalan è un artista puro, non perfetto, di conseguenza non può piacere a tutti ed è meglio così, un artista discusso è meglio del solito genialoide che non ne sbaglia una, che non permette di ragionare, che non dà la possibilità di sforzarsi ad andare incontro a trame che se percepite fanno male il doppio.
The Visit a parer mio è ciò che di più inquietante si possa guardare, un altro passo verso lo sdoganamento di un horror che si rinnova a partire da L’evocazione, passando per Babadook e poi con questo piccolo probabile futuro cult.
Accorgimenti più che splatter, stranezze più che colpi di scena, attori spinti al cento per cento più che grida o facce deformate dagli effetti speciali, l’insolito nel attraverso di due bambini, due bambini che trasmettono l’angoscia attraverso la loro innocenza, un’innocenza sconvolta tremendamente.
Forse un difetto vero ce l’ha questo film, quello di essere dedicato solamente a chi ha un cuore, chi si aspetta la solita roba urlata banalmente fuori dagli schemi che poi sono sempre quelli, non ha capito niente.
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[+] finalmente uno shyamalan degno della sua fama
(di antonio montefalcone)
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gioia21
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martedì 1 dicembre 2015
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non c'è nulla di simile nelle sale!!
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Nonostante alcune critiche l'abbiano additato come horror non horror, a me questo film ibrido è molto piaciuto. A partire dall'atmosfera misteriosa, e proseguendo per tutte le varie stranezze che la storia propone, in un climax di demoniacità che si dipinge intorno a questi nonni apparentemente normali.
Ho apprezzato meno il personaggio della madre dei ragazzi, improbabile e svalvolato.
Nel complesso, le atmosfere del film e alcune scene sono quanto di più suggestivo mi sia capitato di vedere da tempo nel genere.
Lo consiglio. Si tratta di un ibrido a due telecamere molto ben fatto.
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laurence316
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martedì 1 novembre 2016
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mediocre pastrocchio di un regista sopravvalutato
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Da sempre migliore come regista che come sceneggiatore, Shyamalan ritorna all’horror dopo i clamorosi fallimenti, sia in termini di successo di pubblico che di critica, di film come The Lady in the Water, L’ultimo dominatore dell’aria e, in particolare, After Earth. Proprio grazie ai proventi derivati da quest’ultimo si auto produce, con la sua casa di produzione Blinding Edge Pictures, questo nuovo film in piccola scala (ha il budget più basso della sua carriera), almeno in parte appartenente a quel filone definito found-footage (anche se il lavoro di macchina è fin troppo professionale per risultare credibile), che, una volta in più, palesa tutti i pregi e i difetti del suo modo di fare cinema.
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Da sempre migliore come regista che come sceneggiatore, Shyamalan ritorna all’horror dopo i clamorosi fallimenti, sia in termini di successo di pubblico che di critica, di film come The Lady in the Water, L’ultimo dominatore dell’aria e, in particolare, After Earth. Proprio grazie ai proventi derivati da quest’ultimo si auto produce, con la sua casa di produzione Blinding Edge Pictures, questo nuovo film in piccola scala (ha il budget più basso della sua carriera), almeno in parte appartenente a quel filone definito found-footage (anche se il lavoro di macchina è fin troppo professionale per risultare credibile), che, una volta in più, palesa tutti i pregi e i difetti del suo modo di fare cinema. Ci sono, indubbiamente, alcune buone idee sparse qua e là, ma finiscono però completamente sprecate, sia in fase di sceneggiatura che di regia, in più il continuo ricorso alle riprese stile “falso documentario” finisce per infastidire e la storia già non era originale di per sé ma, come se non bastasse, a seguito del consueto “colpo di scena” à la Shyamalan, declina inesorabilmente verso un finale melenso, fiacco e scontato. I due protagonisti sono simpatici, ma questo non basta, e anche le continue parentesi da commediola da quattro soldi risultano fuori posto ed hanno il solo effetto di smorzare la tensione quando invece il film non dovrebbe concedere un attimo di respiro sia ai personaggi che agli spettatori. Prodotto con un budget di appena 5 milioni di dollari, è però e purtroppo un ottimo successo che contribuisce a rilanciare la carriera di Shyamalan.
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jaylee
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domenica 29 novembre 2015
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le streghe son tornate (?)
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Torna sul grande schermo, M. Night Shyamalan, regista di origine indiane che a cavallo tra gli anni 90 ed i primi 2000 sfornò una serie di titoli davvero niente male come Il Sesto Senso, Unbreakable, Signs e che lo additarono come il prossimo Steven Spielberg per fotografia, ambientazioni e capacità di suspence nel pubblico. Purtroppo queste promesse non furono mantenute. I suoi ultimi lavori (citiamo solo After Earth, per fare un esempio) sono stati mediocri a dir poco e la sua carriera è andata decisamente a picco.
Comprensibile che, quindi, The Visit possa essere approcciato con un certo pregiudizio: sarà un film del primo Shyamalan o del secondo Shyamalan?
Ma andiamo con ordine: Rebecca e Tyler vanno a trovare i nonni sperduti nella campagna della Pennsylvania, e si tratta della prima volta che le due generazioni si vedono.
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Torna sul grande schermo, M. Night Shyamalan, regista di origine indiane che a cavallo tra gli anni 90 ed i primi 2000 sfornò una serie di titoli davvero niente male come Il Sesto Senso, Unbreakable, Signs e che lo additarono come il prossimo Steven Spielberg per fotografia, ambientazioni e capacità di suspence nel pubblico. Purtroppo queste promesse non furono mantenute. I suoi ultimi lavori (citiamo solo After Earth, per fare un esempio) sono stati mediocri a dir poco e la sua carriera è andata decisamente a picco.
Comprensibile che, quindi, The Visit possa essere approcciato con un certo pregiudizio: sarà un film del primo Shyamalan o del secondo Shyamalan?
Ma andiamo con ordine: Rebecca e Tyler vanno a trovare i nonni sperduti nella campagna della Pennsylvania, e si tratta della prima volta che le due generazioni si vedono. Infatti, la madre era letteralmente fuggita di casa all’annuncio del suo fidanzamento con quello che poi diventerà il suo ex-marito, per non ripresentarsi mai più dai suoi. Tutto bene il primo giorno, fatta di passeggiate e biscotti casalinghi; ma già la prima notte la nonna comincia ad avere dei comportamenti inspiegabili. Ed il nonno sembra avere molti segreti da nascondere nella casa… saranno 5 notti e 5 giorni molto lunghi per i due ragazzi.
The Visit è girato nello stile che da The Blair Witch Project in poi sembra uno dei generi più in voga per l’horror, ovvero il finto documentario: Rebecca e Tyler vanno in giro riprendendo con le loro videocam, col pretesto narrativo che vorrebbero ricavarne un racconto per la mamma. In effetti, il film conta molto sulle aspettative dello spettatore, che ovviamente anticipa cosa potrebbe succedere e quali sono gli indizi, gioco che effettivamente funziona molto bene: basti pensare all’ossessione della nonna affinchè Rebecca pulisca il forno entrando completamente dentro (ricorda qualcosa?) o ai racconti del nonno sulla “cosa bianca con gli occhi gialli” (che sarà rivelata in fondo per pochi secondi, quindi occhi aperti). La paura e la tensione derivano più dall’immaginato che dal visto, come ci insegna Lovecraft.
Due gli elementi narrativi originali in un film che effettivamente richiama molti stilemi del già citato The Blair Witch Project, ma anche di Paranormal Acitivity e L'Ultimo Esorcismo: innanzitutto gli intermezzi leggeri di Tyler, giovane rapper in erba, che, sebbene a volte un po’ stonati, rendono più variegato lo sviluppo; in secondo luogo, il tentativo di Rebecca di riconciliare la madre coi nonni, attraverso il link emotivo dello storytelling: raccontare per accomiatarsi dal nostro passato (che accomuna questo film con Il Sesto Senso).
Una cosa la anticipiamo, e che forse è la nota più piacevole di quello che alla fine è un buon film anche se ampiamente imperfetto (per riprendere la domanda iniziale, diciamo che si tratta di uno Shyamalan 1.5): il ritmo sincopato che caratterizza il regista, abbinato al rovesciamento finale delle nostre convinzioni, grazie ad un colpo di scena presentato con una pulizia e semplicità tale da essere disarmante.
A volte l’orrore fa parte della vita indipendentemente da orchi e streghe, invecchiare da soli nel decadimento del corpo e della mente (magari in una “maledetta provincia” come dicono nel film) fa più paura di qualsiasi mostro immaginario. (www.versionekowalski.it)
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(di jollyroger27488)
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cinestabe
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giovedì 28 gennaio 2016
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the visit _ il film che mi ha più spaventato.
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Premetto che sono, da sempre, un amante di M. Night Shyamalan. Ho
adorato ed adoro tuttora IL SESTO SENSO, LADY IN THE WATER e E
VENNE IL GIORNO; mi è piaciuto SIGNS; ed i suoi film che preferisco
sono UNBREAKABLE - IL PREDESTINATO e THE VILLAGE, che reputo
due Capolavori. Ovviamente, anche un amante, come me, di questo
regista, non può non provare delusione quando si ritrova, davanti agli
occhi, pellicole come L'ULTIMO DOMINATORE DELL'ARIA (che l'ho
trovato quasi carino) e AFTER EARTH (pessimo sotto ogni punto di vista).
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Premetto che sono, da sempre, un amante di M. Night Shyamalan. Ho
adorato ed adoro tuttora IL SESTO SENSO, LADY IN THE WATER e E
VENNE IL GIORNO; mi è piaciuto SIGNS; ed i suoi film che preferisco
sono UNBREAKABLE - IL PREDESTINATO e THE VILLAGE, che reputo
due Capolavori. Ovviamente, anche un amante, come me, di questo
regista, non può non provare delusione quando si ritrova, davanti agli
occhi, pellicole come L'ULTIMO DOMINATORE DELL'ARIA (che l'ho
trovato quasi carino) e AFTER EARTH (pessimo sotto ogni punto di vista).
Prima di vedere THE VISIT, lo ammetto, ero assai perplesso, al riguardo.
Gli ultimi lavori del regista indiano, mi erano sembrati davvero deludenti, uno
dei quali addirittura scadente. Però, vedendo la serie che ha prodotto e di cui ha
diretto il primo episodio (WAYWARD PINES), sono rimasto sbalordito.
Ho pensato, dunque, che Shyamalan sarebbe potuto ritornare al Cinema
con qualcosa di veramente potente. Sentivo di poter essere fiducioso.
Effettivamente, dopo aver visto THE VISIT, posso affermare, con gioia, che
si tratta di un film che ha superato le mie aspettative, riuscendo a turbarmi.
Non c'è una vera e propria storia, in THE VISIT.
Loretta è madre di Rebecca e Tyler. I suoi genitori, che non la vedono
da quindici anni a causa di un litigio finito male, insistono affinchè i loro nipotini
(che non hanno mai visto) vadano a trovarli nella loro casa in Pennsylvania.
La madre dei due ragazzi decide di mandarli dai nonni per una settimana
mentre lei va con il suo nuovo compagno a fare una crociera. Dato che nella
casa dei nonni non ci sarà campo telefonico, l'unico mezzo, per i figli, per
rimanere in contatto con la madre, sarà Skype.
La storia, come si può ben intuire, non è nulla di originale. I punti di forza
di questa (riduttivamente) ottima pellicola, sono la messinscena del terrore
e lo svolgimento della trama, elementi immancabili (eccetto rari casi) nella
filmografia di Shyamalan. La regia prende molto spunto dal Classico THE
BLAIR WITCH PROJECT, riuscendo a modernizzarne lo stile, rendendolo
ancor più autentico. THE VISIT è, ingiustamente, considerato un horror. Se
ci si pensa bene, di horror non c'è assolutamente nulla. Non ci sono mostri, nè
spettri nè nulla di sovrannaturale. E' tutto dannatamente realistico. Un thriller
psicologico riuscito come pochi, lontano dalle grandi produzioni Hollywoodiane
e girato con un budget bassissimo. Ottima la scelta degli attori, su tutti i due
anziani: Deanna Dunagan è impressionante, estremamente sopra le righe in
alcune scene e pacatissima in altre; e Peter McRobbie, è eccezionale nell'essere
rassicurante e inquietante allo stesso tempo. Riguardo la messinscena del
terrore, la Pellicola punta, più che altro, sull'assurdo e su ciò che c'è ma non si vede.
Non ci sono veri e propri clichè. Shyamalan ha voluto spaventare andando a
colpire nelle paure più profonde di qualsiasi spettatore. Chi, da piccolo, non ha
avuto paura di un proprio parente "vecchio"? Chi, da piccolo, non ha provato
paura nei confronti dell'oscurità? Di ciò che non si conosce? Del mostro sotto il
letto? Chi, anche da grande, non prova un minimo di paura nei confronti di tutto
ciò? Per quanto mi riguarda, ho sempre sottovalutato queste mie paure. Ma
da quando ho visto questo film, non riesco a non pensarci. Questo mi disturba.
Ottima anche l'idea di inserire, più volte, intermezzi simpatici del ragazzino
protagonista, che vuole fare il rapper. Molto riuscito l'approfondimento
psicologico di ogni personaggio protagonista. Durante l'intera durata
della Pellicola in questione (un'ora e mezza circa), dunque, non si prova
solamente paura, ma si trova anche il tempo di sorridere, ridere e riflettere.
Scena cult: i due ragazzini giocano a nascondino sotto la casa dei nonni e
la vecchietta, a loro insaputa, si unisce a loro per giocare. Scena pietrificante
destinata a rimanere nella memoria di qualsiasi spettatore. Parecchio disturbante.
Concludo dicendo che non tutti i film riescono a spaventarmi.
L'ESORCISTA, SINISTER, SHUTTER ISLAND, BABADOOK, ROSEMARY'S
BABY, LA COSA, L'INQUILINO DEL TERZO PIANO, I TRE VOLTI DELLA
PAURA, ANTICHRIST e SHINING, erano i film che, più di tutti, mi hanno
inquietato. Ma questo, li ha davvero superati tutti, forse proprio perchè è
andato a toccare una paura profondissima che provavo quando ero
piccolo, riportandola alla luce ed amplificandola. THE VISIT è caratterizzato
da eventi e personaggi reali, situazioni che non danno spazio (solo)
all'immaginazione, che non vedono demoni o mostri come antagonisti, bensì
personaggi reali che compiono azioni ambigue, inquietanti, credibilissime.
Non so in che posizione piazzare questo film, nella
mia "classifica" dei film di Shyamalan... ma questo
THE VISIT, vola parecchio in alto, facendomelo
definire come uno tra i film che, contro ogni mia
previsione, in assoluto, mi hanno dato più
emozioni, positive o negative che siano.
Una autentica perla, di cui verrà compreso il valore con il passare del tempo.
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ralphscott
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venerdì 4 dicembre 2015
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l'horror che non puoi dimenticare
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Comincia in maniera un po' scanzonata,proseguendo sulla stessa falsariga:i bambini non sembrano prendere troppo sul serio ciò che succede. Lo spettatore è indotto ad adeguarsi. Ma sì,due nonnetti buffi ed originali,che vuoi che sia, sebbene le sequenze che mettono inquietudine non manchino,tra una corsa a carponi sulla sabbia e un modo un po' sinistro di pulire il forno. In questo clima a cavallo tra il serio ed il faceto,il regista piazza una zampata non da poco,riservandoci un finale di grandissimo impatto dove i conti tornano e la tensione sale alle stelle. E si perdona volentieri al marmocchio il suo orribile reppare. L'ossessione moderna degli americani,degli italiani,forse di tutti i popoli,ahimè,è apparire.
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Comincia in maniera un po' scanzonata,proseguendo sulla stessa falsariga:i bambini non sembrano prendere troppo sul serio ciò che succede. Lo spettatore è indotto ad adeguarsi. Ma sì,due nonnetti buffi ed originali,che vuoi che sia, sebbene le sequenze che mettono inquietudine non manchino,tra una corsa a carponi sulla sabbia e un modo un po' sinistro di pulire il forno. In questo clima a cavallo tra il serio ed il faceto,il regista piazza una zampata non da poco,riservandoci un finale di grandissimo impatto dove i conti tornano e la tensione sale alle stelle. E si perdona volentieri al marmocchio il suo orribile reppare. L'ossessione moderna degli americani,degli italiani,forse di tutti i popoli,ahimè,è apparire. Shyamalan ci ride su regalandoci le esibizioni canore del bigliettaio e del vicino di casa. Ma la pellicola intera,forse,vuole anche alludere a questo:tutti sono artisti. Basta un mezzo per riprendere e anche dei bambini diventano registi. Deanna Dunagan,la nonna,è trasformata da un trucco azzeccatissimo:un faccino angelico alla Lillian Gish,una donnina innoqua...
Sono uscito dalla sala,e non solo io,con gli occhi lucidi dalla commozione e con un carico di profonda inquietudine. Horror,film di questa portata sono perle rare.
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cinebura
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domenica 29 novembre 2015
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semplicità, ottimi attori e una mente geniale!
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Sono in sala, con il solito cilindro di popcorn e con il dolce e fresco bicchiere di pepsi nelle mani. Sono entrato in quella sala per due motivi. Il primo motivo è stato scoprire che il film che stavo per gustare, era stato diretto e scritto da Shyamalan. Un regista che mi ha stupito altre volte come con la sua grandissima opera, Il sesto senso. Il secondo motivo, quello che in verità mi ha spinto maggiormente a richiedere il biglietto alla cassa, è stato il fatto di venire a conoscenza che il budget con cui il nostro regista ha lavorato era di soli cinque milioni di dollari. Un budget limitatissimo. Dalla intervista di Shyamalan è emerso il suo grande obbiettivo di realizzare un film di bassissimi costi che sia degno di essere apprezzato e ricordato.
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Sono in sala, con il solito cilindro di popcorn e con il dolce e fresco bicchiere di pepsi nelle mani. Sono entrato in quella sala per due motivi. Il primo motivo è stato scoprire che il film che stavo per gustare, era stato diretto e scritto da Shyamalan. Un regista che mi ha stupito altre volte come con la sua grandissima opera, Il sesto senso. Il secondo motivo, quello che in verità mi ha spinto maggiormente a richiedere il biglietto alla cassa, è stato il fatto di venire a conoscenza che il budget con cui il nostro regista ha lavorato era di soli cinque milioni di dollari. Un budget limitatissimo. Dalla intervista di Shyamalan è emerso il suo grande obbiettivo di realizzare un film di bassissimi costi che sia degno di essere apprezzato e ricordato. Inizio del film, e già scopro che tutte le riprese sono state fatte dai protagonisti stessi come se fosse un documentario. Un brutto presagio mi è nato dentro la mente, perché ho visto altre opere girate con la stessa tecnica e dopo dieci minuti di film avevo già il mal di testa (forse dovevo guardarmi il trailer prima, ma alla fine è stato meglio così). C’era da aspettarselo dato il budget limitato. Con grandissima sorpresa, quasi non mi sono accorto di questa tecnica moderna e da me odiata in altre occasioni. Immagini fisse e poco sballottanti, nessun mal di testa. Il film è partito come moltissimi altri horror. Gita dai nonni, madre con il fidanzato che se ne va in vacanza e il mistero del padre che ha abbandonato la famiglia anni prima. Due anziani inizialmente accoglienti e graziosi. Trama semplice ma non banale, i nonni, i grandi nonni io li definirei. Hanno interpretato i loro ruoli in maniera fantastica, spontanea, riuscendo a mettere un pizzico di paura in ogni scena. Nonni strani, molto strani, fino a diventare aggressivi. Dopo dieci minuti la cannuccia della pepsi aspirava solo aria. Il film dalla metà in poi mi ha preso sul serio. I popcorn si sono dimezzati per poi toccare il fondo con le dita dopo circa un ora. le notti passano, i ragazzini impegnati e determinati a girare il loro amatoriale film sui luoghi d’infanzia di loro madre, saranno sorpresi nel scoprire che stanno girando un film molto più particolare e forse non desiderato. Il vero fuoco ha preso vita verso la fine, quando, Shyamalan ha inserito nella vicenda un suo classico e sorprendente colpo di scena. Io credo che nessuno possa dire che questa pellicola è di livello inferiore alla media delle opere del genere horror degli ultimi anni. Nessuno può dire che l’idea dei nonni, strani, molto strani, fino a diventare aggressivi sia una idea stupida e banale. Perché ho già visto tantissime altre opere del genere e questa è quasi alla pari di tantissimi film considerati cult del genere. L’ansia e il timore scaturiti da due persone anziane strane e aggressive, come ho già detto, mi sembra un grandissima trovata. Davvero ottimo il montaggio e la fotografia che riesce a incollare lo spettatore sulla sua poltrona di pelle desideroso di scappare, come i ragazzi, da quel luogo quasi claustrofobico. Continuando a scrivere noto che questo film ha davvero delle potenzialità da non ignorare ma concludo qui, per evitare di rendere un capolavoro un opera che non se lo merita ma che di sicuro ne esce a testa alta.
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lucva
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lunedì 30 novembre 2015
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ottimo horror/thriller
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Sono contrario a catalogare per forza un film in un genere , horror , thriller etc , nel sesto senso non abbiamo scene splatter ma abbiamo scene macabre colpi di scena ansia sussulti fantasmi quello è un horror comunque che ha lasciato il segno appunto per originalità struttura e colpi di scena
Qui non c'è lo splatter e non ci sono i fantasmi ma è un horror , a mio avviso un film horror non necessita di queste costanti.
In questo bel film con pochi mezzi zero effetti speciali e con lo stile da riprese amatoriale c'è l originilità della semplicità , due bambini una casa isolata e due anziani pazzi talmente ben interpretati da sembrare veri , qui si vede la grande bravura del regista
Nell horror ti aspetti sempre qualcosa che succeda che inquieti o che spaventi .
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Sono contrario a catalogare per forza un film in un genere , horror , thriller etc , nel sesto senso non abbiamo scene splatter ma abbiamo scene macabre colpi di scena ansia sussulti fantasmi quello è un horror comunque che ha lasciato il segno appunto per originalità struttura e colpi di scena
Qui non c'è lo splatter e non ci sono i fantasmi ma è un horror , a mio avviso un film horror non necessita di queste costanti.
In questo bel film con pochi mezzi zero effetti speciali e con lo stile da riprese amatoriale c'è l originilità della semplicità , due bambini una casa isolata e due anziani pazzi talmente ben interpretati da sembrare veri , qui si vede la grande bravura del regista
Nell horror ti aspetti sempre qualcosa che succeda che inquieti o che spaventi ..dietro l angolo , le attese notturne dei ragazzi , le stranezze dei due nonni e gli episodi che avvengono qua e la lo sono , i colpi di scena del finale il terrore di quei venti minuti fanno il resto .La chiave leggera dei ragazzi come conduttori della storia il loro fare spensierato lo rendono a volte anche leggermente comico , qui sta il diverso e l originale di questo film
Lo consiglio di horror fatti bene non ne escono molti ultimamente
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andrea diatribe
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martedì 1 dicembre 2015
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il soggiorno che non vorremmo avere
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The Visit è il nuovo gioiellino diretto e scritto da M. Night Shyamalan, regista americano di origine indiana diventato famoso nel 1999 grazie a The Sixth Sense - Il sesto senso, che contiene forse uno dei colpi di scena più potenti dell’intera storia del cinema. Dopo gli ultimi flop che sembravano aver sancito la definitiva caduta del regista, ovvero L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth - Dopo la fine del mondo, arriva invece con questo film una svolta: Shyamalan cesella molto bene un horror che mette in scena la quotidianità, a basso budget (5 milioni di dollari) e che gli permette, seguendo il filone degli ultimi anni del found footage e del mockumentary, una narrazione più libera da restrizioni di genere, anche se contiene comunque alcuni cliché.
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The Visit è il nuovo gioiellino diretto e scritto da M. Night Shyamalan, regista americano di origine indiana diventato famoso nel 1999 grazie a The Sixth Sense - Il sesto senso, che contiene forse uno dei colpi di scena più potenti dell’intera storia del cinema. Dopo gli ultimi flop che sembravano aver sancito la definitiva caduta del regista, ovvero L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth - Dopo la fine del mondo, arriva invece con questo film una svolta: Shyamalan cesella molto bene un horror che mette in scena la quotidianità, a basso budget (5 milioni di dollari) e che gli permette, seguendo il filone degli ultimi anni del found footage e del mockumentary, una narrazione più libera da restrizioni di genere, anche se contiene comunque alcuni cliché.
Becca e Tyler Jamison sono due fratelli rispettivamente di 15 e 12 anni – interpretati dai due giovani attori Olivia DeJonge e Ed Oxenbould, entrambi australiani – che vanno a trovare i loro nonni materni per la prima volta, non avendo mai avuto l’occasione a seguito di scontri che avevano rotto ogni rapporto con la loro figlia. Becca, la più grande dei due fratelli, ama profondamente il cinema e ha delle aspirazioni da regista, e decide così di documentare la settimana di soggiorno a casa dei nonni in Pennsylvania. Quella che sembra una semplice visita si tramuterà invece in una vicenda famigliare tutt’altro che rasserenante.
Shyamalan dirige un film utilizzando l’espediente del found footage, con la macchina a mano che viene data ai due protagonisti del film – facendo così coincidere lo sguardo dello spettatore con le riprese del documentario effettuate dai ragazzi – costruendo perciò inquadrature giocate su due soli punti di vista: uno della telecamera della regista Becca, e uno secondario, dato dal suo assistente di ripresa, Tyler. Già questo è un elemento originale che fa intervenire così un montaggio alternato e uno fatto di campi e controcampi che spostano la visione da una cinepresa all’altra; montaggio alternato che in almeno due sequenze incalza enormemente la tensione. Ma la cosa che stupisce ancora di più e che funziona straordinariamente bene è il perfetto connubio tra horror e comicità che percorre tutte le sequenze del film (eccetto la penultima in cui la tensione impenna velocemente e raggiunge il massimo apice), sicuramente enfatizzata dalle sessioni rap di Tyler. Comicità che inizialmente stempera un po’ i toni inquietanti della vicenda. Si ride, ed insieme si ha paura.
È un film diretto, realistico ed essenziale: è senza effetti speciali e computer grafica, girato in pochissimi ambienti (soprattutto la casa dei nonni e dintorni), composto da un piccolo gruppo di personaggi – i due ragazzi, la loro madre, i due nonni e un paio di altri secondari – ed è assente la colonna sonora, tranne che nell’epilogo in cui riempie totalmente la scena. E per di più, essendo una sorta di riproposizione contemporanea 2.0 della favola di Hansel e Gretel, c’è anche una morale piuttosto chiara in una delle scene chiave che permette una svolta nella vicenda: per non soccombere dobbiamo guardarci allo specchio e vincere le nostre paure, magari anche ferendoci o facendoci ferire ma più consapevoli di prima delle nostre capacità.
Sicuramente alla bravura dei due giovani attori protagonisti, si assiste anche alla recitazione inquieta e tenebrosa dei due nonni: una Deanna Dunagan non tanto conosciuta ma attrice di esperienza, che regala tantissime espressioni diverse che rasentano insieme il ridicolo e il disturbante, e un Peter McRobbie altrettanto bravo.
È un succoso ritorno di Shyamalan che porta un’altra volta il suo marchio di fabbrica: un colpo di scena, tanto semplice quanto dirompente, che sconvolge nuovamente lo spettatore.
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il critico 89
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lunedì 7 dicembre 2015
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divertimento e spavento
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Sono andato al cinema a vedere questo film già prevenuto per aver letto alcune recensioni e commenti negativi e invece forse proprio per questo il film non mi è dispiaciuto ed è meglio di quanto si pensi.
Il film alterna momenti tranquilli quasi al limite del comico a momenti di tensione e paura grazie anche a qualche jumpscare e l'utilizzo della telecamera varia da momenti con la camera fissa a quelli con camera in movimento senza però essere fastidiosi come in altri film dove non si vede e capisce nulla.
Il regista ha puntato a spaventare il pubblico non tramite sangue,demoni,mostri come in molti altri film ma con due elementi reali e vicini al nostro mondo come la vecchiaia e la pazzia e pur non facendo gridare al capolavoro del genere Horror ci riesce.
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Sono andato al cinema a vedere questo film già prevenuto per aver letto alcune recensioni e commenti negativi e invece forse proprio per questo il film non mi è dispiaciuto ed è meglio di quanto si pensi.
Il film alterna momenti tranquilli quasi al limite del comico a momenti di tensione e paura grazie anche a qualche jumpscare e l'utilizzo della telecamera varia da momenti con la camera fissa a quelli con camera in movimento senza però essere fastidiosi come in altri film dove non si vede e capisce nulla.
Il regista ha puntato a spaventare il pubblico non tramite sangue,demoni,mostri come in molti altri film ma con due elementi reali e vicini al nostro mondo come la vecchiaia e la pazzia e pur non facendo gridare al capolavoro del genere Horror ci riesce.
Il film riesce inoltre a tenerti sulle spine fino alla fine nonostante proprio il finale non convinca e poteva essere gestito in altro modo e meglio.
Comunque secondo me è un buon film,da vedere se amanti del genere Horror.
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