Esperimento in casa Pixar,ma con cognizione di causa?..
Innanzitutto ci si chiede se la Pixar sia cosciente o meno del travestimento equivoco qui insito:l'indovinare cosa emotivamente muove una persona-curiosamente-aderisce alla necessità della Pixar INDUSTRIA MILIONARIA di intercettare i gusti del pubblico UTENTE.Si ha un'autoreferenzialità che sfocia in un'enorme gap narrativa,primo grosso auto-gol tra i molti altri.
Questo didattico viaggio in cabina di controllo del cervello umano,con gli autori compiaciuti di essere saliti in cattedra,non manca d'essere sospetto.Prende di petto argomenti sui quali nemmeno i massimi demiurghi hanno ancora fatto luce,ma con il massimo demerito possibile su tutta la linea.
Pretenzioso e soltanto imbastito.
Falso dispensatore-eppure-ladro di didattica,ambizione e originalità.
Involucro multifaccia(di cui tutte confuse)malgestito e zeppo di banalità.
Per un film che coccola i bambini,il rapporto che instaura col pubblico è-tutto sommato-assai ricattatorio.C'è del subdolo.Ogni risata è strappata,ogni lacrima estorta,ed è triste che il saltellamento tra queste due sia ridotto a uno "zapping tra due canali"(la vita di Riley,e la cabina di guida).Sarebbe una caduta rovinosa ma qui c'è così "tanta pochezza" da non muovere rumore alcuno.La durata complessiva stessa ne indica sia il margine che lo spessore,in fondo..
Compartimento allagato-quando di solito impermeabile alle critiche-anche quello dell'animazione,per motivazioni non slegate dalla scelleratezza dell'intero impianto.Si è-infatti-abbagliati da note di colore chìc di un ricercato rigore minimal,e che purtroppo appaiono come layout pubblicitari non finiti.Intiepidito pure l'aspetto visivo,si ha l'impressione di essere rimasti senza nemmeno il premio di consolazione.
Lontani dal podio,rimane la desolazione.
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