ashtray_bliss
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sabato 24 settembre 2016
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un buon film su una delle pagine più buie.
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Il film partendo dal colpo di stato successo in Cile nel 1973 racconta, attraverso la love story tra Lena e Daniel, una delle pagine più nere della storia contemporanea. Quella di Colonia Dignitad, un luogo gestito da un pastore tedesco, Paul Schafer detto Pius, che in apparenza era soltanto una setta religiosa che viveva in disparte dal resto della società seguendo dogmi diversi, ma in realtà era un luogo di tortura e imprigionamento di molti detrattori e nemici del governo dittatoriale di Pinochet. Lo stesso Pius era un ex militante nazista che trovò rifugio in Chile e collaborò con la polizia militare di Pinochet che gli procurava gli "ospiti", dapprima torturati e poi impossibilitati a lasciare la comunità-lager.
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Il film partendo dal colpo di stato successo in Cile nel 1973 racconta, attraverso la love story tra Lena e Daniel, una delle pagine più nere della storia contemporanea. Quella di Colonia Dignitad, un luogo gestito da un pastore tedesco, Paul Schafer detto Pius, che in apparenza era soltanto una setta religiosa che viveva in disparte dal resto della società seguendo dogmi diversi, ma in realtà era un luogo di tortura e imprigionamento di molti detrattori e nemici del governo dittatoriale di Pinochet. Lo stesso Pius era un ex militante nazista che trovò rifugio in Chile e collaborò con la polizia militare di Pinochet che gli procurava gli "ospiti", dapprima torturati e poi impossibilitati a lasciare la comunità-lager. Il film dunque decide di riportare i riflettori su questo tragico evento e lo fà seguendo gli schemi più consueti e mainstream, ovvero raccontado l'orrore attravverso l'ingenuità e la fragilità di una giovane coppia di amanti tedeschi. La scelta di usare l'espediente della coppia sarà anche molto convenzionale ma bisogna ammettere che qui funziona benissimo e il tutto si lega in maniera verosimile nello svolgersi della vicenda. Seguiamo cosi la storia di Lena che lavora come hostess e Daniel, un fotografo politicamente attivo in Cile. Entrambi innamorati del Paese sud americano, si trasferiscono a vivere insieme per appena quattro mesi quando scoppia il caos. C'è il colpo di stato, inizia il calvario dei desaparecidos e centinaia di persone vengono arrestate nelle strade senza apparenti motivi. Anche Daniel e Lena vengono portati in carcere ma mentre la giovane viene liberata, il ragazzo sarà identificato come sostenitore del partito di Allende e viene ulteriormente allontanato. Lena scoprirà in seguito che il suo fidanzato si trova in un luogo isolato al sud del Paese, all'interno di una comunità religiosa nota come Colonia Dignitad e deciderà di unirsi a loro con lo scopo preciso di ritrovare Daniel e salvarlo. Poco dopo essersi unita alla setta però, imparerà che nella comune regna l'austerità più dogmatica e la violenza: donne, uomini e bambini vivono rigorosamente separati, non sono permessi i rapporti sessuali tra gli ospiti e la loro intera esistenza si svolge attorno al duro lavoro nei campi, per garantire l'auto-mantenimento, e la totale devozione rivolta verso il leader Pius. Presto però Lena si accorge che donne e bambini sono vittime silenziose di soprusi e violenze mentre per lei non c'è verso di avvicinarsi al reparto maschile e scoprire cos'è accaduto a Daniel. Quest'ultimo dopo essere sopravvissuto da torture inaudite decide di fingersi mentalmente disabile per evitare ulteriori ondate di violenze. Non appena Lena e Daniel riusciranno ad incontrarsi metterano a punto un piano per evadere da quella prigione a cielo aperto e denunciare la comunità del orrore attravverso foto-documento. Il finale risulta così la parte più adrenalinica del film, e quella che si distacca maggiormente dal resto della pellicola. Ricca di suspence, colpi di scena, inseguimenti mozzafiato riesce perfettamente a mantenere alto l'interesse dello spettatore, a motivarlo ed emozionarlo difronte alla continua odissea dei due superstiti.
Colonia è indubbiamente uno di quei film che ti catturano, ti appassionano e ti feriscono volente o nolente rimanendo impressi. Non si riesce a restare indifferenti davanti alla brutale storia che ci viene mostrata sui nostri schermi ed inevitabilmente si crea un senso di empatia e legame con la protagonista Lena e tutto ciò che si vede costretta a soppotare e subire nella comunità lager. Certamente, la pellicola presenta alcune lacune narrative e alcuni passaggi non sono ben legati (o spiegati tra loro), ma nel complesso il film risulta funzionale; ti colpisce, ti stringe il cuore, ti emoziona pur con tutti i suoi difetti tecnici.
Bruhl ruolo dopo ruolo diventa un attore sempre più maturo e convincente, qui veste bene i panni di un semplice simpatizzante del partito sbagliato che viene arrestato e torturato e si ritrova a lottare per sopravvivere. Buona anche la performance della giovane Watson, qui in un ruolo più adulto e maturo che le si addice ma senza risultare pienamente convincente, causa della sua faccia ancora dai caratteri adolescenziali, riesce tuttavia a reggere praticamente da sola un ruolo impegnativo e difficile come quello di Lena che per amore sacrifica la sua libertà aderendo alla setta. Sadico e ambiguo quanto basta Nyqvist spicca e risulta senza ombra di dubbio convincente, portando in scena egregiamente il personaggio di Pius, spietato manipolatore di masse ed esecutore di vergognosi abusi su minori. La sceneggiatura mantiene sempre un buon ritmo, senza appesantire eccessivamente ma nemmeno annoiare lo spettatore con buone dosi di suspense e mistero, sentimento e violenza. In definitva si tratta di un'opera ambiziosa e riuscita che sfruttando un linguaggio cinematografico sicuro (una love story segnata dal destino) riesce a scavare nelle ferite ancora aperte della Colonia della Dignità Cilena mettendo in risalto la vera natura del posto.
Un film che non può lasciare indifferenti e ti colpisce dritto al cuore. Per me è assolutamente consigliabile, da vedere e riflettere, 4/5.
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mark978
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mercoledì 1 giugno 2016
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film intenso ben intepretato!
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Il film non tratta ovviamente dell'intero contesto storico nel quale si svolge la vicenda ma bensì della sola colonia Dignidad intesa come luogo di reclusione assoluta dove venivano reclusi e torturati i prigionieri del regime e dove la libertà diveniva solo un lontano ricordo ed un irraggiungibile sogno: un vero lager. Come spesso accade per tutti i film tratti da fatti realmente accaduti, per poter essere raccontati, questi hanno ovviamente necessità di una storia parallela che è stata, secondo me, correttamente individuata nel classico rapporto sentimentale che unisce due persone spingendole a rischiare tutto, compresa anche la propria vita. Un film dai tratti misti caratterizzato da scene intense sia drammatiche che di azione decisamente ben intepretato da tutti i protagonisti ma soprattutto da Emma Watson che, protagonista principale del film, riesce ad interpretare una ruolo maturo particolarmente variegato e complesso che la stacca definitivamente dai precedenti ruoli di carattere decisamente più statici ed adolescenziali.
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elpiezo
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martedì 7 giugno 2016
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profondo e reale!!!
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Teso e drammatico fin dalle sequenze iniziali si narra la storia di una giovane coppia di fidanzati confinati nella Colonia Dignidad, surreale luogo di detenzione nel Cile di Pinochet.
Un opera culturale che fa leva inizialmente sull'impatto emotivo di immagine crude e reali per trasformarsi poi in un classico prison movie angosciante dal perenne finale incerto, dove l'inedita giovane coppia di protagonisti regge bene l'impatto con un copione tristemente ispirato ad una storia vera che non consente mai alcun tipo di sorriso.
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fabiofeli
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martedì 7 giugno 2016
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un “rivoluzionario” nelle grinfie di un criminale
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Lena (Emma Watson) e Daniel (Daniel Brűhl) sono due giovani tedeschi che hanno la mala ventura di trovarsi in Cile l’11 settembre 1973. Daniel è un grafico che partecipa attivamente con foto ed opere grafiche alle attività di un gruppo rivoluzionario che appoggia il Presidente Allende. Lena è una hostess della Lufthansa innamorata di Daniel. Una telefonata li avverte che è in corso il colpo di stato e che devono mettersi in salvo. I due giovani scendono in strada mentre già sono in corso i rastrellamenti che porteranno migliaia di presunti oppositori nello stadio di Santiago.
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Lena (Emma Watson) e Daniel (Daniel Brűhl) sono due giovani tedeschi che hanno la mala ventura di trovarsi in Cile l’11 settembre 1973. Daniel è un grafico che partecipa attivamente con foto ed opere grafiche alle attività di un gruppo rivoluzionario che appoggia il Presidente Allende. Lena è una hostess della Lufthansa innamorata di Daniel. Una telefonata li avverte che è in corso il colpo di stato e che devono mettersi in salvo. I due giovani scendono in strada mentre già sono in corso i rastrellamenti che porteranno migliaia di presunti oppositori nello stadio di Santiago. Daniel non resiste alla tentazione di scattare fotografie e viene portato via dai gendarmi. Colpevole di aver appoggiato Allende viene torturato in un carcere gestito da un aguzzino tedesco, Pius (Michael Nyqvist), una sorta di santone a capo di una setta che inscena processi collettivi con i reclusi-adepti contro chi trasgredisce le rigide regole del posto. Lena viene a sapere che Daniel si trova nella Colonia Dignidad e per poterlo raggiungere e rivedere finge di aderire alla setta di Pius …
La Colonia Dignidad è esistita veramente ed è stata rifugio di nazisti – sembra anche di Mengele – che hanno collaborato atrocemente con il regime di Pinochet. Era frequentata dalla moglie e dai figli di Pinochet. Pius si chiamava Paul Schӓfer ed era stato un caporale delle SS fuggito dalla Germania del 1961 perché ricercato per violenze su orfani disabili. Venne arrestato in Argentina ed estradato in Cile per il reato di violenze sui minori; è morto in carcere nel 2010. Oggi la Colonia è un villaggio turistico.
Il film mette in primo piano la storia d’amore tra i due giovani e il dramma dei desaparecidos cileni e l’orrore dei metodi della Colonia sfumano in secondo piano. Il regista è piuttosto giovane ed è presumibilmente digiuno di politica: la scena del volantinaggio e del comizio sono risibili; colpisce anche la disarmante ingenuità del “rivoluzionario” Daniel che scatta le foto dei rastrellamenti sperando di passarla liscia. Anche la scena finale condotta con artifici da thriller è scarsamente credibile.
Una occasione mancata.
Valutazione **
FabioFeli
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filippotognoli
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venerdì 27 maggio 2016
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fuori tema
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Mi aspettavo un film storico/politico che raccontasse gli orrori della famigerata "Colonia Dignidad" nel Cile di Pinochet. Un film di denuncia, fedele ai fatti di cronaca e con un forte impatto emotivo. Purtroppo a parte i primi 10/15 minuti, si scivola sulla solita pellicola eccessivamente romanzata e forzata, che risulta essere poco credibile e addirittura noiosa. La storia dei due fidanzatini dal momento dell'arresto in poi e' completamente inventata e volutamente spettacolarizzata. Il regista tedesco Gallenberger, nonostante abbia vinto un premio Oscar x il miglior cortometraggio nel 2000, ci espone una serie di situazioni talmente irreali da risultare piu' adeguate ad un action movie, piuttosto che ad un film tratto da una storia vera.
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Mi aspettavo un film storico/politico che raccontasse gli orrori della famigerata "Colonia Dignidad" nel Cile di Pinochet. Un film di denuncia, fedele ai fatti di cronaca e con un forte impatto emotivo. Purtroppo a parte i primi 10/15 minuti, si scivola sulla solita pellicola eccessivamente romanzata e forzata, che risulta essere poco credibile e addirittura noiosa. La storia dei due fidanzatini dal momento dell'arresto in poi e' completamente inventata e volutamente spettacolarizzata. Il regista tedesco Gallenberger, nonostante abbia vinto un premio Oscar x il miglior cortometraggio nel 2000, ci espone una serie di situazioni talmente irreali da risultare piu' adeguate ad un action movie, piuttosto che ad un film tratto da una storia vera. Come puo' una hostess di linea andare volontariamente in un lager e resistere per piu' di 4 mesi in condizioni disumane? Come puo' un aereo di linea tedesco decollare dall'areoporto dela capitale, ignorando il divieto della torre di controllo, dopo aver imbarcato al volo due passeggeri clandestini? Sono solo degli esempi per far capire che la sceneggiatura meglio si adatta ad un film di James Bond, rispetto alla sua tematica di fondo. Emma Watson e Daniel Bruhl sono assolutamente sprecati. Peccato, occasione persa.
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