Monuments Men |
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Un film di George Clooney.
Con George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin.
continua»
Titolo originale The Monuments Men.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- USA, Germania 2014.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 13 febbraio 2014.
MYMONETRO
Monuments Men
valutazione media:
2,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Monuments mendi catcarloFeedback: 13499 | altri commenti e recensioni di catcarlo |
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martedì 18 febbraio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Allora, riassumendo: i sovietici non sembrano particolarmente svegli, i tedeschi si rivelano delle perfide carogne e gli alleati sono tutti bravi e buoni nonchè dediti al sacrificio. Fra le fila di questi ultimi, poi, gli statunitensi sono spesso belli e sempre integerrimi (anche se davanti c'è Cate Blanchett che fa le moine, a Parigi è primavera e la città è appena stata liberata), mentre con gli altri la sorte è meno benevola - e comunque il primo a defungere è quello che più ha da farsi perdonare. Se, a questo punto, qualcuno sta pensando a un film di cinquant'anni fa, non ha tutti i torti: il nuovo lavoro firmato da Clooney sembra ispirarsi direttamente alle pellicole di guerra corali (tra 'Il giorno più lungo' e 'Il ponte di Remagen') che sono stati girate, celebrando la liberazione d'Europa dalla barbarie nazista, fino alla metà degli anni Sessanta e all'irrompere del conflitto vietnamita. L’impressione è rafforzata dalla partitura classicheggiante di Alexandre Desplat (che ha anche una piccola parte) e persino dai titoli di coda, così che l'unica, vera differenza può essere cercata nei combattimenti che restano sullo sfondo, o forse sarebbe più corretto dire di lato: ispirato al libro di Robert Edsel che ne narra le gesta, il film racconta infatti la storia di un piccolo gruppo di intellettuali che si dedicò al recupero delle opere d'arte rubate dai tedeschi mentre le truppe alleate avanzavano nel cuore del continente. Il fatto che i protagonisti non siano più giovanissimi (e, viste le loro professioni, non abbiano mai tenuto un'arma in mano) ma vengano comunque inquadrati nell'esercito favorisce il tono di commedia che, diffuso nella prima parte, si mantiene, malgrado lo sfondo tragico, lungo tutta la pellicola, favorito dalla capacità degli attori di affrontare ruoli in cui il registro brillante prevale su quello drammatico. Ben presto, i Monuments Men si dividono in coppie, fra le quali il regista tiene per sè quella che meno si fa notare (anche se la sua parte è quella del loro capo, Fred Stokes): in ordine crescente di efficacia, Damon va nella capitale francese a cercare informazioni presso la diffidente Blanchett, Dujardin e il sempre ottimo Goodman hanno la tendenza a ficcarsi tra i guai (cioè tra le pallottole), gli irresistibili Bill Murray e Bob Balaban iniziano da cane e gatto e finiscono per apprezzarsi a vicenda (e, anche in questo caso, non si può dire che uno non se l'aspetti). Il cast ben assortito e fatto di solidi professionisti è uno dei pregi della pellicola che, in fondo, fa trascorrere due ore senza troppi pensieri celebrando comunque uomini che hanno rischiato in proprio perchè gli strascichi della seconda guerra mondiale fossero anche solo un po' meno dolorosi. Il buon intrattenimento, però, non fa per forza il bel film e bisogna dire che, con 'Monuments men', Clooney dà vita alla sua regia meno convincente: non è un fatto di vecchio stile o di sviluppo più che prevedibile, ma di uno svolgimento a volte un po' didascalico e lento (specie nella prima parte) che non sempre sa sfruttare appieno anche i momenti più interessanti. Questo vale sia per gli spunti umoristici - il pessimo francese del personaggio di Damon parte bene, ma poi lasciato cadere troppo presto - sia per quelli seri, come l'incontro della coppia Murray/Balaban con lo spaurito soldato tedesco o l'improbabile situazione che porta alla morte di Clermont/Dujardin. A parte qualche bello sprazzo – la notte di Natale nelle Ardenne, la morte di Jeffries/Hugh Bonneville - la conseguenza è una certa piattezza emotiva, con lo spettatore che, malgrado i frequenti pistolotti sparsi lungo le due ore di durata, fatica a farsi coinvolgere dalla narrazione persino nei momenti che dovrebbero essere clou, come, ad esempio, il ritrovamento della ‘Madonna di Bruges’ di Michelangelo: malgrado il budget non indifferente, ‘Monuments men’, pur non facendo rimpiangere i soldi spesi per il biglietto, si rivela così un’occasione sprecata.
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