IL VERO VOTO CHE ASSEGNO A QUESTO FILM è ***½
Noè (Crowe) è una specie di nomade. Vive con la sua famiglia, composta dalla moglie (Connelly), dai tre figli (Booth, Lerman e Carroll) e da una ragazza (Watson) trovata ferita (e proprio per questo sterile) durante un tragitto, viaggiando per le lande desolate della Terra. Un giorno alcune visioni gli rivelano però che è stato scelto dal Creatore per un’importante missione: la costruzione di un’arca per gli innocenti. Infatti il Creatore ha intenzione di scatenare un enorme diluvio per purgare la Terra ed eliminare tutta l’umanità corrotta e crudele. Quando il diluvio comincia Noè e la sua famiglia si rifugiano sulla grande arca insieme a due animali per ogni specie. Scritto dal regista con Ari Handel, questo opus n. 6 di Aronofsky sembra fatto apposta per dividere. Pubblico e soprattutto critica. Dobbiamo partire dal presupposto, innanzitutto, che è basato su una storia che dire antica e dire poco. È inoltre una vicenda molto conosciuta e Aronofsky, poco ma sicuro, la stravolge piuttosto, pur mantenendosi estremamente fedele agli avvenimenti narrati nelle scritture. Il film è strano e il regista condisce il tutto con una serie di spruzzi fantasy che chiaramente fanno storcere il naso. Ma quello da cui dobbiamo partire per capire Noah è che Aronofsky è un ebreo ateo, che vive in America. Questo era il film che sognava di fare e quest’opera è infatti tratta da una graphic novel, mai pubblicata, realizzata dal regista. Proprio per questo Noah risulta così coraggioso: il regista non si è fermato davanti a nulla, ha abbattuto qualsiasi opposizione, morale e religiosa, per realizzare un film che è innanzitutto un dramma psicologico di tremenda umanità. Noè non è il profeta, è un uomo normale a cui è stata affidata una missione impossibile, più grande di lui. Ma egli, con fedeltà commovente, cerca di portarla a termine in tutti i modi, sempre. E alla fine arriva quasi a uccidere le proprie nipoti. È un Noè umano, ma profondamente fedele, violento e spietato. E in fondo tutti sono profondamente umani in un film fondamentalmente sugli uomini. Persino il cattivo Tubal Cain (Winstone) è ambiguamente umanissimo. Il risultato finale è quello di un grande dramma, con una discreta prima parte e una grandiosa seconda parte. Riguardo ai tanto contestati vigilanti non è l’idea in sé che è brutta o blasfema, ma il modo in cui sono stati realizzati: sembrano la brutta copia degli ent del Signore degli Anelli. Anzi no! Forse sembrano fin di più dei Gormiti. Poveri noi! Lo spettacolo visivo comunque è assicurato grazie alle straordinarie sequenze del diluvio. Fotografia (Matthew Libatique) e musiche (Clint Mansell) sono da Oscar. Gli attori sono impressionanti: Crowe è immenso, perfetto e superbamente sofferto, meriterebbe un Oscar; la Connelly è superlativa. Non sono da meno la Watson, lanciata in una prova attoriale superlativa, e Hopkins. Non perdetevi Noah: è un bellissimo film!
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|