laurence316
|
sabato 13 settembre 2014
|
un grande addio, maestro
|
|
|
|
Sono passati 5 anni da Ponyo sulla scogliera, 5 anni in cui l'attesa per la nuova opera del Maestro è aumentata di mese in mese, finché alla Mostra del Cinema di Venezia dell'anno scorso non è arrivato addirittura l'annuncio del ritiro, cosa che fa di Si alza il vento una sorta di testamento artistico, l'ultima parola sulla settima arte, e sull'animazione in particolare, di uno dei suoi più grandi registi. Era un capolavoro già sulla carta, ma visto al cinema lo è ancora di più, l'attesa accumulata in questo anno che ci distanzia dalla proiezione originale giapponese viene completamente ripagata, forse anche al di là delle aspettative, un grande capolavoro e uno dei migliori film d'animazione mai realizzati, che dimostra ancora una volta come l'animazione non sia affatto una "roba per bambini", ma un genere a se stante, autonomo e unico, capace di regalare immagini di un tale impatto visivo, così straordinariamente dettagliate e di una così grande ricchezza figurativa da lasciare a bocca aperta.
[+]
Sono passati 5 anni da Ponyo sulla scogliera, 5 anni in cui l'attesa per la nuova opera del Maestro è aumentata di mese in mese, finché alla Mostra del Cinema di Venezia dell'anno scorso non è arrivato addirittura l'annuncio del ritiro, cosa che fa di Si alza il vento una sorta di testamento artistico, l'ultima parola sulla settima arte, e sull'animazione in particolare, di uno dei suoi più grandi registi. Era un capolavoro già sulla carta, ma visto al cinema lo è ancora di più, l'attesa accumulata in questo anno che ci distanzia dalla proiezione originale giapponese viene completamente ripagata, forse anche al di là delle aspettative, un grande capolavoro e uno dei migliori film d'animazione mai realizzati, che dimostra ancora una volta come l'animazione non sia affatto una "roba per bambini", ma un genere a se stante, autonomo e unico, capace di regalare immagini di un tale impatto visivo, così straordinariamente dettagliate e di una così grande ricchezza figurativa da lasciare a bocca aperta. Si alza il vento è uno di questi. Un vero capolavoro fatto a mano, un film d'animazione unico e in parte diverso anche dagli altri del regista, che nonostante mantenga la vena fantastica e immaginifica che lo contraddistingue, si approccia ad una narrazione più realistica, ma non per questo meno libera o appasionante, una trama ingegnosa e coraggiosa che attraversa le tappe della Storia con la leggerezza del tocco di Miyazaki (la scena del terremoto è forse una delle meglio riuscite dell'intero film), ma che non dimentica la realtà dei fatti, che racconta di come un uomo, un'artista di nobile spirito possa farcela anche in un mondo crudele come è il nostro, possa riuscire a creare qualcosa di nuovo, una nuova meraviglia tecnologica, non per guadagno, non per proprio tornaconto, ma per il piacere di farlo, per la bellissima sensazione di poter dire di aver creato qualcosa di tuo, di unico al mondo, indipendentemente dagli usi che ne vengono fatti. Perché ogni medaglia ha due facce, nulla è o bianco o nero, ci sono le sfumature, quelle sfumature su cui si basa la vita, l'esistenza di ogni uomo. E quindi anche quella di Jiro, il protagonista del film, che inseguendo il proprio sogno riusicrà, dopo molte difficoltà, a coronarlo, a creare il suo aeroplano, non perché venga impiegato come è poi stato impiegato ma per il puro piacere di farlo, per la passione per il volo, uno dei sogni più reconditi dell'umanità (emblematiche a questo proposito le scene oniriche con protagonista il progettista italiano Giovanni Caproni). Ma Si alza il vento è anche un vero gioiello di scenografie e disegni, un'accuratissima ricostruzione d'epoca, un'altro capolavoro dell'arte fatta a mano dello Studio Ghibli, uno dei più importanti studi d'animazione della storia. E' un film bellissimo, commuovente, fantasioso, un film completo che forse inizialmente lascerà un pò stupiti i fan più accaniti ma che alla fine finirà per impressionarli, per trasportarli nelle sue atmosfere, tanto che usciti dal cinema si finirà per pensare di esserci stati per davvero, seppur per poco tempo, nel giappone degli anni '20 e '30. L'ultima fatica di un regista che non ha mai sbagliato un colpo, che è sempre stato capace di rinnovarsi pur rimanendo fedele ai suoi ideali, che ha saputo regalare veri capolavori e che lascerà un segno indelebile nella storia del cinema. Il nome Miyazaki è già forse leggendario fra gli appasionati di oggi e, si spera, di domani. E Si alza il vento rimarrà un'immortale storia d'amore e di libertà, l'ultimo tassello di una filmografia che farebbe impallidire chiunque, appasionato e non. Si può sicuramente affermare che sia il milgior film d'animazione da molto tempo a questa parte, sicuramente il migliore del 2013 (che avrebbe avuto vincere l'Oscar al posto di Frozen) che meriterebbe anche più di 5 stelle. Una nuova straordinaria vetta di genere, un film accarezzato dalla poesia e carico di citazioni colte, che sa toccare le corde più profonde dell'animo. Insomma, un grande addio, Maestro.
E Le vent se lève! Il faut tenter de vivre!
[-]
[+] roba per bambini
(di effepi)
[ - ] roba per bambini
|
|
[+] lascia un commento a laurence316 »
[ - ] lascia un commento a laurence316 »
|
|
d'accordo? |
|
ilaria pasqua
|
lunedì 15 settembre 2014
|
si alza il vento... bisogna vivere
|
|
|
|
Volerò lontana dalle polemiche che hanno girato intorno a questo film e lo vedrò solo con i miei occhi.
Questa è la storia di un sognatore. Un sognatore che farà di tutto per inseguire il suo sogno, lavorando duramente, senza nessun tentennamento, spinto solo dalla cieca passione. È un giovane brillante, è un visionario. Sogna ad occhi aperti futuri che ancora non esistono. Ed è in uno di questi sogni che incontrerà Giovanni Caproni, il famoso ingegnere aeronautico italiano. Queste sono le uniche incursioni nel fantastico che si concede il maestro, solo i sogni portano a paesaggi verdi e a idee di libertà.
[+]
Volerò lontana dalle polemiche che hanno girato intorno a questo film e lo vedrò solo con i miei occhi.
Questa è la storia di un sognatore. Un sognatore che farà di tutto per inseguire il suo sogno, lavorando duramente, senza nessun tentennamento, spinto solo dalla cieca passione. È un giovane brillante, è un visionario. Sogna ad occhi aperti futuri che ancora non esistono. Ed è in uno di questi sogni che incontrerà Giovanni Caproni, il famoso ingegnere aeronautico italiano. Queste sono le uniche incursioni nel fantastico che si concede il maestro, solo i sogni portano a paesaggi verdi e a idee di libertà. La realtà è molto più dura, tra i terremoti e la guerra, Jiro cercherà di progettare il suo aereo ideale, pur sapendo che sarà destinato a perdersi in guerra, a non tornare. Ma lo fa comunque, perché non può cedere al richiamo e al desiderio di realizzare questo suo grande sogno, e per questo metterà egoisticamente in secondo piano ogni cosa.
Naoko sarà la sua casa, il posto dove tornare a riposare, un ulteriore stimolo a continuare. Sarà acqua, aria, cibo, l’unico posto in cui riprendere fiato prima di tornare in apnea, al lavoro, per una lunga tirata fino alla fine. Naoko sarà come una madre che veglierà su un figlio che va protetto. Perché Jiro è come fosse ancora un bambino chiuso nel suo mondo di sogni. In un certo senso un bambino superficiale mai cresciuto che non pensa alle conseguenze delle sue azioni. Un bambino che come sogno ha di creare degli aerei turistici, e invece ciò che ne uscirà fuori sarà la guerra,
Cosa ho pensato vedendo questo film? Sono rimasta di nuovo ammaliata dalle spettacolari animazioni, ancora migliori dei precedenti lavori, dai dettagli curati fino al minimo punto, dalla suggestiva colonna sonora, e poi colpita dal tono che oscillava dalla cupa realtà della guerra a quella dei sogni. E ho seguito sempre questa linea, ho visto attraverso gli occhi di Jiro il sogno mentre si realizzava, il sogno cozzare contro la realtà, molto più invadente del solito. Alla fin fine un sogno che diventa realtà per dissolversi subito. Perché Miyazaki sembra dirci che una fiamma così ardente può sfociare solo in qualcosa di estremamente negativo. Per arrivare a qualcosa di così puro si deve attraversare l’inferno. E poi che tutti i sogni hanno un prezzo, spesso talmente salato da farli rimpiangere.
Per questo è un Miyazaki insolito, un Miyazaki meno allegro e spensierato, più pessimista e realista, soprattutto. Si alza il vento è un film che vuole mostrare una vita intera, la sua. E mi sembra quasi di vederlo diventare adulto solo ora. Non so spiegare bene questa sensazione. È come se avesse deciso di colpo di spalancare gli occhi sul mondo, come se nel suo ultimo film avesse voluto staccarsi dai suoi precedenti lavori e fare un passo in una direzione che doveva essere inevitabile. Non è stato solo un omaggio, un film su qualcosa che ama terribilmente, gli aerei, ma quasi una crescita, una presa di coscienza. Per questo profuma di autobiografia, e in quel giovane sognatore si rivede proprio lui, con i suoi fallimenti, quella terribile malinconia su ciò che poteva essere e non è stato. Ormai sembrava una necessità, quella di guardarsi indietro, come a dire: “era arrivato il momento di farlo”. È l’ultimo punto alla fine dell’ultima frase, quello che tutti amano chiamare "il suo testamento artistico e spirituale", sì, hanno ragione, e la cosa mi ha rattristata molto. Però mi ha lasciata anche con il cuore pieno di emozioni. Perchè è questo ciò che ci affida tra le mani alla fine, un messaggio di gratitudine verso la vita e verso questo pianeta, un messaggio che infonde pace e serenità, che invita a vivere, nonostante i rimorsi, invita a vivere, nonostante tutto.
In conclusione, delicato, poetico. Struggente… Un inno alla creatività, ai sogni e alla vita.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
[-]
[+] la pellicola più intima e dolorosa di miyazaki...
(di antonio montefalcone)
[ - ] la pellicola più intima e dolorosa di miyazaki...
|
|
[+] lascia un commento a ilaria pasqua »
[ - ] lascia un commento a ilaria pasqua »
|
|
d'accordo? |
|
cristina t. chiochia
|
martedì 16 settembre 2014
|
si alza il vento dell'oscar?
|
|
|
|
"L'arco di durata di una vita creativa è di un decennio" , così come un novello Virgilio , il personaggio disegnato italianissimo dell’Ingegner Caproni (personaggio realmente esistito) parla al protagonista ( anche lui realmente esistito )Hiro Horikoshi che diventerà Ingegnere , del colorato film di animazione Si alza il vento, tratto dal un fumetto giapponese e sceneggiato e disegnato dallo stesso regista del film Miyazaki ed ispirato da un romanzo dallo stesso titolo (tratto da una poesia del poeta francese Valery) Tatsuo Hori. Con questa frase il regista, vincitore si ricorda di un premio oscar nel 2003 per un altro capolavoro di animazione "la città incantata", sembra quasi chiedere il permesso per ritirarsi, chiedendo scusa per aver girato questo film (che, si badi, lui non voleva girare) e, nello stesso tempo, pare confermare il suo ritiro con la promessa quasi solenne che non ne disegnerà altri.
[+]
"L'arco di durata di una vita creativa è di un decennio" , così come un novello Virgilio , il personaggio disegnato italianissimo dell’Ingegner Caproni (personaggio realmente esistito) parla al protagonista ( anche lui realmente esistito )Hiro Horikoshi che diventerà Ingegnere , del colorato film di animazione Si alza il vento, tratto dal un fumetto giapponese e sceneggiato e disegnato dallo stesso regista del film Miyazaki ed ispirato da un romanzo dallo stesso titolo (tratto da una poesia del poeta francese Valery) Tatsuo Hori. Con questa frase il regista, vincitore si ricorda di un premio oscar nel 2003 per un altro capolavoro di animazione "la città incantata", sembra quasi chiedere il permesso per ritirarsi, chiedendo scusa per aver girato questo film (che, si badi, lui non voleva girare) e, nello stesso tempo, pare confermare il suo ritiro con la promessa quasi solenne che non ne disegnerà altri.I tempi di quando si alzava il vento Ghibli, insomma (lo studio di animazione Ghibli che ha fondato il regista prende il nome proprio da una parola che in Libia significa” il vento caldo del Sahara”, ed omaggia anche il lavoro del padre del regista con gli aerei, dato che è il nome di molti aerei italiani avevano durante la seconda guerra mondiale ed a cui tutto il film trae ispirazione) sono lontani.
E questa scena, letta in tal modo, appare davvero un testamento spirituale: basta osservare le sagome dei disegni, tenacemente fatti a mano, dove il passaggio di fotogramma in fotogramma, realizzato da centinaia di migliaia di disegni per movimenti sempre piu’ complessi, trovano in questa, come in altre scene ad onor del vero anche piu’ complicate graficamente (per esempio la scena del sogno e del volo iniziale) differenze e sottolineature che nessun computer del mondo o addetto ai colori potrà mai fare meglio, almeno per sottolineare la psicologia dei personaggi: solo l'oscar alla carriera che gli verrà assegnato l'8 di novembre, probabilmente farà la differenza tra l'addio e l'arrivederci definitivo a questo modo di intendere l'animazione.
I movimenti della macchina da presa fanno da padrone in questo bel film di animazione ambientato senza strappi narrativi tra oriente ed occidente: tra Tokyo anni 20 ed una campagna giapponese sfavillante di luce in attesa di emanciparsi e riprendere dalla grande depressione e la Germania in procinto di entrare in guerra, fredda e scostante già in mano ai militari.
Cosi come i colori, che dividono nettamente in due i piani del racconto: uno reale, uno irreale.
Quello irreale fatto di vento e nuvole perse in oceanici cieli blu e prati verdissimi durante i sogni del protagonista e nelle scene d'amore con la bella e dolce Naoko Satomi, personificazione quasi del vento stesso durante la loro struggente e tragica storia d'amore.
Quello reale: fatto di nero e rosso, che diventa cenere e grigio piatto durante la guerra o matite fredde quasi muffa durante il terremoto.
Come in tutti i suoi film, i movimenti della camera sono per il regista discreti e si susseguono solo nel sottolineare lo scorrere del tempo ed i rumori fatti con una tecnica sviluppata nel 2006 con voci umane e registrazioni in mono e non in stereo, altro punto fondamentale che permettono per esempio, alla scena della neve soffice sotto i piedi del protagonista di "parlare" insieme alla musica creata dal fedele Joe Hisaishi.
L’arco temporale del film è lungo, copre quasi 30 anni in 4 stagioni ed il senso del viaggio, quasi in un’ottica futurista, è implicito in tutto.
Visivamente il simbolo del tempo è il treno che accompagna costrantemente il protagonista: in quell’incedere del treno in orizzontale da destra a sinistra (solo il ritorno in sanatorio della moglie del protagonista verrà accompagnato dalla macchina da presa nella direzione opposta a quella del treno del protagonista, da destra verso sinistra quindi) quasi a sottolineare la voglia di correre in fretta verso un futuro che è già presente perchè in corsa per una guerra inevitabile, la seconda guerra mondiale.
E poi, a livello di grafica, la brillantezza della tavolozza nei momenti in cui il protagonista è al lavoro.
Forse questo bel clima di lavoro nella ditta in cui collabora e fa carriera il protagonista, rimanda al probabile clima di complicità dello studio Ghibli: tutto è sogno ostinato ed un appuntamento fisso per tutti, e tra tutti lui, il protagonista, Jiro Horikoshidisegnatore abituato a faticare per ore ed ore su appunti o su di un foglio da disegno (forse autobiografica la scena al tavolo quando al protagonista fanno i complimenti per come disegna?.
Poetico e fantastico ecco il mondo del film “Si alza il vento”, sicuramente non girato solo per gli amanti del genere manga.
Questo film può essere definito bello anche solo per questo. Per questa immensa gioia del piacere di vivere. Di inseguire un sogno. Delle difficoltà per realizzarlo. Ma è anche un monito di come il sogno di qualcuno possa poi diventare l’incubo di altri.
Si alza il vento, bisogna tentare di vivere" ("Le vent se lève... II faut tenter de vivre!")è la frase del poeta Valery che si legge nei titoli iniziali del film e che il protagonista ripete durante il primo incontro con quella che diventerà poi la sua sposa, ma è anche la risposta allo struggimento di fronte a qualcosa di bello, bellissimo che finisce, per lasciare spazio a chissà cosa, chissà.
Una curiosità. Subito dopo aver visto il film, istintivamente, mi dirigo in via Mecenate, a Milano, dove c’e’ un posto speciale chiamato “Le officine del volo” .
Sono gli ex stabilimenti proprio di Caproni, celebrato nel film e disegnato con baffetti e panciotto ed una decina di figli, pioniere dell’aviazione mondiale.
Il pioniere reale in questione è proprio quel G.B.Capronidi questi stabilimenti. E di lui si favoleggia che il Presidente americano Truman disse incontrandolo, indicando una sua fotografia messa accanto a quella di Wright nel gabinetto presidenziale: “ le ho trovate qui, il Presidente Roosevelt le ha lasciate per l'intera durata della guerra, ed io non le ho rimosse. Voi due siete i creatori dell'Aviazione mondiale e l'America ve ne rende onore.” Mi fermo appena prima di quello che forse era un varco di ingresso e che corrisponde più o meno al n. 76 della via. Somiglia all'ingresso del luogo di lavoro di Jiro Horikoshi nel film. Sorrido prima di ritornare indietro. Se davvero questo sarà l’ultimo film del genio di Hayao Miyazaki , il testamento spirituale è chiaro: la consapevolezza (e la capacità) di aver fuso la finzione dei cartoni animati con la realtà fatta di persone reali, e per un disegnatore che ha fatto sognare intere generazioni cresciute con i suoi cartoni animati (tra cui Lupin III, Anna dai Capelli Rossi, Conan ed Heidi), non è poco fare la differenza tra un sogno ed il vederlo realizzato.
Cristina T. Chiochia
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cristina t. chiochia »
[ - ] lascia un commento a cristina t. chiochia »
|
|
d'accordo? |
|
miroforti
|
venerdì 13 settembre 2013
|
the wind rises
|
|
|
|
Cinque anni separano Ponyo sulla scogliera da The Wind Rises, e a ogni ritorno di Hayao Miyazaki ci sono immagini, colori e personaggi che ritornano alla mente, che emergono agli occhi di ognuno, e ognuno li ricorda con intima confidenza, gusta le emozioni che rappresentano. È questo un piacere che accompagna l’ultimissima attesa prima della nuova opera, e che ha accompagnato anche Kaze tachinu, proiettato alla 70. mostra del cinema di Venezia. Chissà quando (e se) potremmo vederlo nelle sale italiane dato che i capolavori di Miyazaki hanno sempre faticato ad approdare in penisola.
Si mette in scena questa volta la storia dell’ingegnere aeronautico Jirō Horikoshi, il progettista dei cosiddetti ‘Zero’ giapponesi durante la seconda guerra mondiale.
[+]
Cinque anni separano Ponyo sulla scogliera da The Wind Rises, e a ogni ritorno di Hayao Miyazaki ci sono immagini, colori e personaggi che ritornano alla mente, che emergono agli occhi di ognuno, e ognuno li ricorda con intima confidenza, gusta le emozioni che rappresentano. È questo un piacere che accompagna l’ultimissima attesa prima della nuova opera, e che ha accompagnato anche Kaze tachinu, proiettato alla 70. mostra del cinema di Venezia. Chissà quando (e se) potremmo vederlo nelle sale italiane dato che i capolavori di Miyazaki hanno sempre faticato ad approdare in penisola.
Si mette in scena questa volta la storia dell’ingegnere aeronautico Jirō Horikoshi, il progettista dei cosiddetti ‘Zero’ giapponesi durante la seconda guerra mondiale. L’infanzia in sogno, sulle ali di un aeroplano, durante gli studi universitari sarà testimone del terremoto del Kantō del 1923 – graficamente reso in maniera splendida – e troverà poi lavoro alla Mitsubishi. Quindi la carriera, l’amore, i viaggi e le speranze, in un’opera che ha davvero il valore di una vita intera. Il protagonista – al quale presta la voce Hideaki Anno – è stato subito individuato come il miglior personaggio maschile mai tratteggiato da Miyazaki. Ancora di più, questo personaggio è unico nella sua filmografia. È un personaggio storico, adulto e maturo, che non condivide nulla con il mondo magico e surreale al quale ci ha abituati l’animatore giapponese. Più adulta è anche la bellissima storia d’amore con Naoko, fresca e leggera come una corsa nell’erba bagnata ma nella quale si trova anche lo spazio per inserire dei baci così reali e per suggerire la quotidianità di un rapporto sessuale. I disegni veicolano un mondo – il nostro – vero e vivissimo, da osservare con lo stesso stupore che si aveva davanti a La città incantata,e in questo sta la vera magia e l’abilità del genio di Miyazaki. In quest’opera Jirō e Hayao sembrano confondersi; l’animatore ecologista e amante dei motori dà vita a un ingegnere di aerei da assalto che vorrebbe tanto privarli delle mitragliatrici. Le contraddizioni che coinvolgono regista e personaggio vengono affrontate a viso aperto, con sicurezza e serenità, e dimostrano finalmente la loro apparenza. La guerra è solo colei che porterà via la bellezza alle creazioni di Horikoshi, toglierà loro le ali, riducendole a un inerme cumulo di macerie. Ma dopo la morte e i rottami, la vita acquista forse un significato nuovo. Il Sogno e l’Essere al mondo convivono in un opera biografica e personale al tempo stesso (e come potrebbe essere diversamente?). Convivono in una storia commovente resa indimenticabile dai disegni e dai colori così caratteristici e riconoscibili. Questo è The Wind Rises, che lascia a noi il compito di continuare a costruire e a vivere, senza il minimo dubbio se ci sia qualcosa per cui valga la pena farlo.
Dopo tanti anni di mondi lontani e fantastici, popolati da creature meravigliose e improbabili, Miyazaki firma il suo testamento artistico con un inno alla terra e al cielo del suo paese natale, il Giappone. La notizia dell’abbandono della regia non può che gettare una luce particolare sulla sua ultima creazione, e si lascia al conte Caproni l’onere di disquisire sulla parabola creativa di un’artista la quale, prima o poi, è bene che finisca, senza rimpianti e con soddisfazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a miroforti »
[ - ] lascia un commento a miroforti »
|
|
d'accordo? |
|
paolo salvaro
|
giovedì 31 luglio 2014
|
l' otto e mezzo del cinema d'animazione
|
|
|
|
Ci sono registi destinati ad entrare nella leggenda. Hayao Miyazaki è uno di questi. La sua filmografia è di un livello talmente maestoso che qualunque regista, anche maestri come Fellini, Hitchcock e Bergman, potrebbe guardarla con un moto di invidia. Fin dalla fine degli anni '70 con Lupin prima e Nausicaa poi, il regista nipponico in tandem con il fido pianista Joe Hisaishi, scrittore di colonne sonore indimenticabili, ha dato lezioni di animazione a chiunque e soprattutto, togliendo il monopolio del genere alla Disney, con il suo Studio Ghibli ha demolito quel binomio che voleva i film d'animazione rivolti prevalentemente ad un pubblico infantile.
[+]
Ci sono registi destinati ad entrare nella leggenda. Hayao Miyazaki è uno di questi. La sua filmografia è di un livello talmente maestoso che qualunque regista, anche maestri come Fellini, Hitchcock e Bergman, potrebbe guardarla con un moto di invidia. Fin dalla fine degli anni '70 con Lupin prima e Nausicaa poi, il regista nipponico in tandem con il fido pianista Joe Hisaishi, scrittore di colonne sonore indimenticabili, ha dato lezioni di animazione a chiunque e soprattutto, togliendo il monopolio del genere alla Disney, con il suo Studio Ghibli ha demolito quel binomio che voleva i film d'animazione rivolti prevalentemente ad un pubblico infantile. Riuscire a comunicare in un cartone animato (e giuro che spedisco Isao Takahata, armato con la cinghia dei pantaloni del nonno di Heidi, sotto casa al primo che salta fuori per la millesima volta con il termine anime perchè è proprio lui il primo a ritenere i cartoni una rappresentazione artistica secondaria; sono diatribe inutili che alla lunga stancano) una tale profondità e molteplicità di sentimenti, situazioni, sguardi ed inquadrature nel modo in cui Hayao Miyazaki lo ha fatto per tutta la sua carriera, non ha precedenti nella carriera di nessun regista in questo genere. Forse solo il maestro russo Yuri Norstein dello Soyuzmultfilm dei tempi d'oro (l'equivalente della Disney nella società comunista al di là della cortina di ferro durante la guerra fredda, giusto per intenderci) autore di numerosi capolavori animati, tanto da essere stato spesso citato ed apprezzato dallo stesso Miyazaki, è una personalità paragonabile a quella del nipponico. Anch'egli sacrificò un'intera carriera in onore dell'arte animata, ma nel suo caso si parla di 5-6 pellicole di poche decine di minuti ciascuna (come si soleva fare nell'azienda sovietica), non di oltre 10 pellicole tutte lunghe almeno un paio d'ore. Si può insomma considerare Hayao Miyazaki come la più grande leggenda vivente mai esistita nella storia del cinema d'animazione.
Tutta questa lunga premessa perchè purtroppo questo è stato il suo ultimo travolgente capolavoro. Miyazaki ha infatti annunciato il suo ritiro. Del resto, la straordinaria energia che serve per la realizzazione di un film di questo tipo nel quale si deve mettere di volta in volta un pezzo della propria anima, era destinata ad esaurirsi anche in lui, con già ben 73 primavere alle spalle. Ci lascia con Si alza il vento che tra tutti i suoi lavori è senza dubbio quello più realistico ed umano, in cui il regista fa rivevere il suo giovane sè stesso appassionato di aerei in un Giappone a cavallo tra le due guerre mondiali. E' il suo primo film in cui a prevalere è nettamente il protagonista maschile su quella femminile, presente come sempre ma stavolta un po' più in ombra rispetto alle vicende di Jiro. Del resto non poteva essere altrimenti : questo era nella mente di Miyazaki il suo testamento spirituale ed artistico e come tale non poteva incentrarsi che su di lui, sul suo modo di vedere il mondo, le cose di cui è composto e le persone che lo abitano. Così fa confluire come in un ideale caleidoscopio sia gli orrori della guerra, la morte e la distruzione che l'arcobaleno dopo la pioggia, il vento che si alza e ti porta via il cappello, le fantasie del giovane sognatore ed in breve la bellezza della vita.
Ho citato nel titolo il capolavoro di Federico Fellini ed uno dei più bei film italiani di tutti i tempi, ovvero 8½. La citazione trova fondamento nella misura in cui a prevalere in entrambe le eccezionali pellicole è la dimensione onirica, il fantasticare sia notturno che diurno sui propri sogni. Allo stesso modo i due protagonisti non potrebbero essere più diversi, pur essendo in entrambi i casi un'evidente proiezione del regista. Il Guido impersonato da Mastroianni è un fedifrago severamente istruito da un ente ecclesiastico, cresciuto senza sapere che cosa fosse l'amore e pertanto incapace di comprendere sia il mondo circostante che le persone a lui vicine, anzi ripudiando chi sente troppo affettuoso nei suoi confronti ("perchè non sa voler bene" cit.); Jiro al contrario, pur crescendo in un ambiente tutt'altro che sereno, ha instaurato un ottimo rapporto con la madre e guarda al mondo con ottimismo, calma e felicità, tutti e tre attributi assai invidiabili; Nonostante le difficoltà che lui incontrerà, la bontà con cui nutre tutti coloro con i quali ha a che fare sarà la sua sicurezza ("Le vent se lève! Il faut tenter de vivre" cit.) , esattamente come per Guido la sua cattiveria e la sua accidia ne causeranno l'inevitabile rovina. La donna amata, Naoko, diventerà per Jiro quasi un'ancora di salvezza a cui aggrapparsi, un sostegno, nella stessa misura in cui Claudia per Guido diventerà quasi un'ossessione, un chiodo fisso nella sua testa. Insomma, Fellini e Miyazaki, entrambi registi di eccellente livello ed entrambi di famiglia benestante, hanno però cercato e trovato nella loro vita risposte assai diverse : Miyazaki è un inguaribile romantico e sognatore che anche in un film come questo non riesce a non farci vedere il lato bello delle cose e delle esperienze; Fellini era un severo ed implacabile giudice della realtà e del mondo circostante che pur senza mai condannarlo del tutto, ne guardava i contorni dall'esterno con diffidenza e sospetto; ma a sua volta ed a suo modo celebrava il dono della vita.
Non ho parlato a dire il vero molto del film, ma il fatto che nelle sale italiane non sia ancora uscito mi impone a contenermi dallo spoilerare in maniera troppo repentina. Che del resto, visto che ho tirato in ballo la questione, si può tranquillamente dire che nelle sale italiane non uscirà e chiudiamola qui. Il fatto che rimarrà a disposizione, come era successo per la Princess Mononoke, solo per un pugno di giorni, mi fa intuire che come per la principessa il film sarà passato all'Uci solo il sabato e la domenica alle 14. Immagino che avranno fatto il pienone in quel caso e che lo faranno anche stavolta. "Brutti bastardi!" cit. Del resto non è colpa dei gestori di cinema, ma del modo in cui il prodotto è venduto nel nostro paese. La Disney e qualunque altra casa americana di successo come Pixar e Dreamworks vendono i loro prodotti assai più facilmente (in certi casi giustamente ed in certi casi no) rispetto allo Studio Ghibli, almeno in Italia. Non dico che i prodotti di queste siano per forza di cose inferiori a quelli della casa nipponica, ma che non sono assolutamente trattati allo stesso modo. Tuttavia, questi discorsi si fanno ormai da anni e se vi fosse stato un qualunque modo per cambiare le cose si sarebbe dovuto metterlo in anno già da un pezzo. Ormai è tardi, per cui questo lamento è perfettamente inutile. C'est la vie. Dobbiamo cercare di sopravvivere ugualmente.
Che cosa dunque, infine, ci lascia questo Si alza il vento : un Miyazaki straordinariamente maturo; un film dello Studio Ghibli mai così lento ed allo stesso tempo mai così vivo, reale e coinvolgente; un'ennesima prova di talento del maestro nipponico; una grande speranza e gioia di vivere. Rasenta la perfezione e perciò a mio avviso quattro stelle sono pienamente meritate. Da vedere assolutamente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo salvaro »
[ - ] lascia un commento a paolo salvaro »
|
|
d'accordo? |
|
juanmilanis12
|
lunedì 18 agosto 2014
|
jiro devi vivere
|
|
|
|
Ennesimo capolavoro del maestro Miyazaki che con il suo ultimo film "Wind rises" incanta ancora una volta i suoi fan.Il film da un punto di vista tecnico è perfetto e nel suo aspetto scenografico è incastonato di perle di saggezza di grande effetto.E' la immortale storia d'amore tra l'ingegnere Jiro e Nahoko,i quali si sono conosciuti grazie a soffio di vento e del destino.La vicenda narra del Giappone nella prima del Novecento dove sia dal punto di vista economico,politico e sociale stava cambiando.Dapprima con il terremoto a Tokio del '22 e poi radicalmente culminato con la sconfitta nella seconda guerra mondiale da parte del Sol Levante. Quello che non cambia la passione di Jiro,alter ego del regista, il quale da un lato attraverso la propria determinazione e fantasia cerca di aiutare il più possibile il proprio paese a migliorare e dall'altra si innamora a prima vista di Nahoko,bella ma gravemente malata.
[+]
Ennesimo capolavoro del maestro Miyazaki che con il suo ultimo film "Wind rises" incanta ancora una volta i suoi fan.Il film da un punto di vista tecnico è perfetto e nel suo aspetto scenografico è incastonato di perle di saggezza di grande effetto.E' la immortale storia d'amore tra l'ingegnere Jiro e Nahoko,i quali si sono conosciuti grazie a soffio di vento e del destino.La vicenda narra del Giappone nella prima del Novecento dove sia dal punto di vista economico,politico e sociale stava cambiando.Dapprima con il terremoto a Tokio del '22 e poi radicalmente culminato con la sconfitta nella seconda guerra mondiale da parte del Sol Levante. Quello che non cambia la passione di Jiro,alter ego del regista, il quale da un lato attraverso la propria determinazione e fantasia cerca di aiutare il più possibile il proprio paese a migliorare e dall'altra si innamora a prima vista di Nahoko,bella ma gravemente malata.I paesaggi aerei mozzafiato affiancati dalla musica sublime del fedele Hisaishi e l'escamotage del sogno ad occhi aperti,che parla molto italiano, fanno capire la bravura del regista nell'immettere nella scena elementi originali e innovativi.Questo film è la dimostrazione che anche l'animazione può emozionare e svelare i sentimenti più profondi dell'animo umano. Film da 126 minuti di piena emozione dove il protagonista è il regista e uno dei suoi poeti preferiti Paul Valery.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a juanmilanis12 »
[ - ] lascia un commento a juanmilanis12 »
|
|
d'accordo? |
|
paolo bisi
|
giovedì 18 settembre 2014
|
l'ultimo volo
|
|
|
|
Jiro Hirokoshi è un ragazzo giapponese con l'immensa passione per gli aeroplani: la sua speranza è quella di diventare pilota, ma una forte miopia glielo impedisce. Dopo aver consultato una rivista d'aviazione, gli appare ogni notte, nei suoi sogni, il conte Caproni, grande progettista italiano, il quale lo convince che progettare e disegnare aerei è ancora più emozionante che farli volare. Ormai cresciuto, durante il terribile terremoto del 1923, Jiro, divenuto un grande ingegnere, conosce Naoko: i due si rincontreranno anni dopo e si sposeranno, ma il loro matrimonio sarà segnato rispettivamente dalla passione per gli aeroplani di lui e dalla grave malattia di lei.
[+]
Jiro Hirokoshi è un ragazzo giapponese con l'immensa passione per gli aeroplani: la sua speranza è quella di diventare pilota, ma una forte miopia glielo impedisce. Dopo aver consultato una rivista d'aviazione, gli appare ogni notte, nei suoi sogni, il conte Caproni, grande progettista italiano, il quale lo convince che progettare e disegnare aerei è ancora più emozionante che farli volare. Ormai cresciuto, durante il terribile terremoto del 1923, Jiro, divenuto un grande ingegnere, conosce Naoko: i due si rincontreranno anni dopo e si sposeranno, ma il loro matrimonio sarà segnato rispettivamente dalla passione per gli aeroplani di lui e dalla grave malattia di lei. A 5 anni di distanza da "Ponyo sulla scogliera", Hayao Miyazaki, il maestro e il poeta del cinema d'animazione, ha completato la sua ultima fatica e subito dopo ha annunciato il ritiro. L'attesa per la sua opera d'addio era altissima: per la prima volta infatti, il grande regista giapponese ha preso spunto da una storia vera e da personaggi realmente esistiti. Questa parte realistica conferisce al film un grande valore umano e soprattutto storico, documentando un'epoca sempre di grande interesse e che non smetterà mai di insegnarci qualcosa. Ma a tutto questo, Miyazaki aggiunge i suoi temi più cari, quelli che resteranno per sempre nella mente degli appassionati: il sogno e il volo. E' proprio la figura di Jiro, piena di contraddizioni (arrivare a sacrificare il matrimonio e la famiglia per il suo lavoro, continuare a costruire aeroplani che andranno in guerra per uccidere il nemico e non torneranno mai più) a rappresentare come non mai proprio lo stesso regista, da sempre grande esperto di aviazione: è il personaggio maschile più profondo e complesso della sua filmografia. I disegni sono, come sempre, commoventi, poetici e capaci di raffigurare i dettagli più precisi. Le sequenze oniriche con Caproni sono grandi momenti di cinema, impossibili da dimenticare: su tutte quella centrale dove lui e Jiro parlano sull'ala dell'aeroplano, e quella finale dove convince il protagonista ad andare avanti, con tutte le sue forze. Il più grande regista d'animazione non poteva lasciarci in modo migliore, con questo suo potente testamento (un film forse più diretto agli adulti rispetto ai precedenti ma in grado di colpire e commuovere anche i più giovani) dal quale emerge un messaggio diretto e forte, riassumibile in una sola frase, quella che appare all'inizio del film e viene citata più volte nel corso dell'opera: si alza il vento, bisogna tentare di vivere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo bisi »
[ - ] lascia un commento a paolo bisi »
|
|
d'accordo? |
|
mcmurphy92
|
lunedì 15 settembre 2014
|
capolavoro immenso
|
|
|
|
Kaze Tachinu è un capolavoro immenso,con questa pellicola ha firmato la fine della sua strabiliante carriera cinematografica andondosene con uno dei suoi film più maturi e sensazionali della storia dell animmazione.
Jiro Horikoshi è il miglior personaggio maschile dell animazione di Miyazaki.,dotato di sentimenti purissimi e benevolenza per il prossimo,ogni suo comportamento all interno della storia si amalgama perfettamete con ogni situazione,luogo e personaggio.La storia d amore con Nahoko è indimenticabile e ammaliante,qualcosa che durerà per sempre nei ricordi del protagonista,come quando nel suo sogno la ragazza lo esorta a vivere anche dopo che le se ne è andata.
[+]
Kaze Tachinu è un capolavoro immenso,con questa pellicola ha firmato la fine della sua strabiliante carriera cinematografica andondosene con uno dei suoi film più maturi e sensazionali della storia dell animmazione.
Jiro Horikoshi è il miglior personaggio maschile dell animazione di Miyazaki.,dotato di sentimenti purissimi e benevolenza per il prossimo,ogni suo comportamento all interno della storia si amalgama perfettamete con ogni situazione,luogo e personaggio.La storia d amore con Nahoko è indimenticabile e ammaliante,qualcosa che durerà per sempre nei ricordi del protagonista,come quando nel suo sogno la ragazza lo esorta a vivere anche dopo che le se ne è andata.
Le musiche composte da Joe Hisaishi sono un perfetta atmosfera che accompagnano i protagonisti verso i loro sogni e verso un splendido giappone ante e post guerra.
Non lo so come la pensano gli altri ma vi esorto a guardare quest ultimo capolavoro di Miyazaki,non ve lo scorderete mai. Le vent se lève!... il faut tenter de vivre
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mcmurphy92 »
[ - ] lascia un commento a mcmurphy92 »
|
|
d'accordo? |
|
veritasxxx
|
giovedì 18 settembre 2014
|
"le vent s'est levé, il faut tenter de vivre"
|
|
|
|
Le case distributrici non hanno perso l'occasione di speculare sull'ultimo film di Miyazaki, sapendo che i veri appassionati del maestro giapponese lo avrebbero visto per qualsiasi prezzo. E allora perchè non aumentare il biglietto a 10 euro senza sconti neanche per i neonati? Nonostante la vergognosa operazione commerciale ho accettato il ricatto e mi sono seduto in seconda fila visto che la sala era strapiena di gente, grazie anche alla trovata geniale di proiettare il film solo per quattro giorni.
La storia narra le gesta di Jiro Horikoshi, il disegnatore di aerei che fu responsabile della creazione del modello Zero (i bombardieri che nella seconda guerra mondiale furono protagonisti di innumerevoli attacchi suicidi), dalla sua infanzia fino alle soglie del conflitto.
[+]
Le case distributrici non hanno perso l'occasione di speculare sull'ultimo film di Miyazaki, sapendo che i veri appassionati del maestro giapponese lo avrebbero visto per qualsiasi prezzo. E allora perchè non aumentare il biglietto a 10 euro senza sconti neanche per i neonati? Nonostante la vergognosa operazione commerciale ho accettato il ricatto e mi sono seduto in seconda fila visto che la sala era strapiena di gente, grazie anche alla trovata geniale di proiettare il film solo per quattro giorni.
La storia narra le gesta di Jiro Horikoshi, il disegnatore di aerei che fu responsabile della creazione del modello Zero (i bombardieri che nella seconda guerra mondiale furono protagonisti di innumerevoli attacchi suicidi), dalla sua infanzia fino alle soglie del conflitto. Episodi veramente accaduti dell'epoca, tra cui il terremoto di Tokyo del 1924, vengono riprodotti con una tecnica eccelsa ed è impossibile rimanere indifferenti alla bellezza dei disegni dei paesaggi e delle viste della campagna giapponese, riprodotte con una grazia ed una fedeltà che hanno reso lo studio Ghibli un marchio di fabbrica riconosciuto in tutto il mondo. Il racconto non ha i ritmi serrati ne' l'incalzante successione di eventi tipica di un film per bambini, ed infatti è indirizzato ad un pubblico decisamente adulto, vista anche la sua lentezza (specialmente nella seconda parte) e la drammaticità delle questioni sentimentali del signor Horikoshi che "tenta di vivere la sua vita fintanto che il vento si leva". Una parte della critica ha visto nel protagonista del film un'impersonazione del regista stesso, che cerca di trasmettere alle nuove generazioni l'importanza del riuscire a realizzare i propri sogni nonostante le avversità. Jiro costruiva aerei e Hayao ha raccontato storie spettacolari rimanendo sempre fedele ai propri principi e ai temi da lui amati (il rispetto per la natura in primis): ambedue hanno ottenuto risultati eccezionali ed è con vero dispiacere che ci accommiatiamo dal più famoso regista di film di animazione del mondo, anche se la sua casa di produzione continuerà ad esistere.
Non ho particolari appunti da muovere alla storia, a parte notare che è tempo che l'equazione "film di animazione = film per minorenni urlanti con cestini di popcorn strapieni e genitori disperati al seguito costretti al supplizio per tenere i figli buoni per due ore" è oramai desueta e andrebbe aggiornata. Sarebbe ora anche che le varie Dreamworks, Pixar e quant'altri si decidessero a realizzare, oltre ai telefonati film di Natale, Pasqua e Ferragosto traboccanti di buoni sentimenti, delle storie "serie" dove il protagonista non è sempre un moscone con la passione per le api che va alla ricerca di mamma calabrona aiutato dalle formichine del prato.
L'ultimo film di Miyazaki vale tutto il prezzo del biglietto, ma la prossima volta, cari amici della Lucky Red, il vostro caro evento speciale me lo vedrò da "fonti alternative". Uomini avvisati...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a veritasxxx »
[ - ] lascia un commento a veritasxxx »
|
|
d'accordo? |
|
kinglc
|
domenica 21 settembre 2014
|
le vent se lève...il faut tenter de vivre!
|
|
|
|
Mai così lento, mai così bello, mai così emozionante.
Poche parole possono descrivere ciò che rappresenta questo film per un appassionato del Ghibli e del maestro Miyazaki. La trama non sto qui a raccontarla, non è quello il punto focale della mia recensione. Ma le emozioni...quelle sì.
Si alza il vento, non vi poteva essere miglior titolo per questo film. Un film che fa della voglia di volare il suo punto cardine, che fa volare i protagonisti e con essi gli spettatori. Jiro, il protagonista, è palesemente l'alter ego igegneristico di Miyazaki, e in quanto tale è uno dei personaggi più anonimamente belli che si siano mai visto su schermo.
[+]
Mai così lento, mai così bello, mai così emozionante.
Poche parole possono descrivere ciò che rappresenta questo film per un appassionato del Ghibli e del maestro Miyazaki. La trama non sto qui a raccontarla, non è quello il punto focale della mia recensione. Ma le emozioni...quelle sì.
Si alza il vento, non vi poteva essere miglior titolo per questo film. Un film che fa della voglia di volare il suo punto cardine, che fa volare i protagonisti e con essi gli spettatori. Jiro, il protagonista, è palesemente l'alter ego igegneristico di Miyazaki, e in quanto tale è uno dei personaggi più anonimamente belli che si siano mai visto su schermo. Un ragazzo normale, neanche troppo carismatico, con un sogno, un amore, ed una vita da vivere. Appassionato di aerei fin da piccolo, sogna di diventare un pilota, ma per sua sfortuna è miope e perciò questa strada gli verrà ben presto chiusa, ma se non gli è possibile guidarli, tanto vale crearli. Ed è questo che farà Jiro per tutto il film, cercare di creare un prototipo di aereo all'altezza, un prototipo d'aereo che possa rimanere nella storia. Durante tutto ciò, una decina di personaggi si affiancheranno a lui, riempendone la vita e le ambizioni, tra i più toccanti naturalmente c'è lei: la sua amata...Nakoto. Una dolce ragazza incontrata per caso, che gradualmente entrerà nel cuore di Jiro più di quanto un qualsiasi aereo potesse fare, i due si innamorano, vogliono sposarsi, ma...non tutto nella vita è rose e fiori. Nakoto infatti è malata di tubercolosi, una malattia potente, difficile da estirpare, sopratutto per l'epoca. Un amore tormentato quindi, tanto tormentato quanto dolce e romantico. Non puoi essere curata? Allora vivremo ogni singolo momento come se fosse l'ultimo, e quando l'ultimo momento arriverà, ci lasceremo con la consapevolezza di esserci amati quanto più potevamo.
Il finale dell'opera è di un eleganza a tratti disarmante, la perfetta conclusione di una storia, e di una carriera piena di capolavori a volte ben poco riconosciuti. E scende una lacrima a pensarci, pensare che questo potrebbe essere l'ultimo film di un regista così immenso, capace di far toccare all'animazione vette mai toccate. Il cielo, il punto più alto di esso, ecco cosa raggiunge Si alza il vento. L'unico film a cui mi sento di dare 5 stelle, nonostante i difetti, nonostante tutto quello che sarebbe potuto essere ma per mancanza di tempo o scelte non è stato.
E' l'ultimo film di Miyazaki, ma il vento si alza, e nuove idee voleranno con esso, bisogna cercare di vivere fino ad allora.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kinglc »
[ - ] lascia un commento a kinglc »
|
|
d'accordo? |
|
|