graziano.nanetti
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martedì 3 settembre 2013
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buona anche la seconda, blomkamp!
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Il film riprende un tema caro a Blomkamp già nel precedente "District 9": l'umanità è separata in rigide classi sociali, dove i pochi abitanti della colonia spaziale di Elysium hanno il dono della quasi immortalità e di una vita da "sogno americano", mentre la gran parte della popolazione mondiale vive ancora sulla Terra in città simili a immense favelas gonfie di rabbia, sfruttamento e malattie.
La trama del film scorre bene, è avvincente e aperta a ogni colpo di scena, ma l'entrata in scena della bambina polarizza la storia verso un finale scontato e poco originale. Qui il regista ha probabilmente ceduto a un istinto moralizzatore tipico di molti film americani: forse un poco di spietatezza in più avrebbe giovato a tutto il film.
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Il film riprende un tema caro a Blomkamp già nel precedente "District 9": l'umanità è separata in rigide classi sociali, dove i pochi abitanti della colonia spaziale di Elysium hanno il dono della quasi immortalità e di una vita da "sogno americano", mentre la gran parte della popolazione mondiale vive ancora sulla Terra in città simili a immense favelas gonfie di rabbia, sfruttamento e malattie.
La trama del film scorre bene, è avvincente e aperta a ogni colpo di scena, ma l'entrata in scena della bambina polarizza la storia verso un finale scontato e poco originale. Qui il regista ha probabilmente ceduto a un istinto moralizzatore tipico di molti film americani: forse un poco di spietatezza in più avrebbe giovato a tutto il film.
Freddezza, calcolo spietato e determinazione sono invece le caratteristiche di una Jodie Foster magistrale, anche se relegata a una parte minore.
Molto intensa è la recitazione di Matt Damon, che interpreta benissimo l'eroe del film, tenendo la tensione narrativa sempre alta.
Le scenografie sono spettacolari, degno dei migliori film di fantascienza, anche se con alcune pecche. Gli esoscheletri, per esempio, sono impiantati direttamente sulle magliette di cotone. Le astronavi dei ribelli in fuga verso Elysium scoppiettano come spompati motori bicilindrici. Ma a parte queste piccole pecche, le immagini della stazione orbitante Elysium sono di grande impatto, così come le immagini della immensa Los Angeles del 2154, ormai ridotta a un cumulo stratificato di abitazioni caotiche popolate da individui mal curati e vestiti in stile "Interceptor".
La legge di Malthus non perdona: la popolazione mondiale, ormai ai massimi storici, non può continuare a crescere, e questo film propone uno dei possibili futuri che potrebbe essere non così tanto lontano ...
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[+] i motori scoppiettanti
(di paolo t.)
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germano f.
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sabato 31 agosto 2013
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qualcosina in più...
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Certo era lecito aspettarsi qualcosina in più da Neill Blomkamp dopo lo straordinario District 9. Una storia ancora più metaforica e dirompente. Un film di fantascienza intessuto di evidenti ed espliciti riferimenti all'oggi, non solo visti come classici e, forse, ormai sorpassati scontri di classe, ma scontri socio-culturali tra un sogno (quello americano) e l'incubo di tutto il resto del mondo. Non è stato proprio così. Le speranze c'erano, eccome! Ma in parte sono state forse deluse, sicuramente eluse. Il regista è stato indubbiamente bravo a rappresentare una Los Angeles futura devastata dai rifiuti e dallo sbando di una società senza controllo; religione ormai assente (solo un pallido ricordo infantile); bambini a caccia di misere elemosine; lavori in fabbriche sporche ed alienanti (lontana, ma molto lontana reminiscenza di Metropolis); l'ultimo che non conta niente, che può morire senza che ci si preoccupi per lui, solo, ormai inutile, un numero.
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Certo era lecito aspettarsi qualcosina in più da Neill Blomkamp dopo lo straordinario District 9. Una storia ancora più metaforica e dirompente. Un film di fantascienza intessuto di evidenti ed espliciti riferimenti all'oggi, non solo visti come classici e, forse, ormai sorpassati scontri di classe, ma scontri socio-culturali tra un sogno (quello americano) e l'incubo di tutto il resto del mondo. Non è stato proprio così. Le speranze c'erano, eccome! Ma in parte sono state forse deluse, sicuramente eluse. Il regista è stato indubbiamente bravo a rappresentare una Los Angeles futura devastata dai rifiuti e dallo sbando di una società senza controllo; religione ormai assente (solo un pallido ricordo infantile); bambini a caccia di misere elemosine; lavori in fabbriche sporche ed alienanti (lontana, ma molto lontana reminiscenza di Metropolis); l'ultimo che non conta niente, che può morire senza che ci si preoccupi per lui, solo, ormai inutile, un numero. L'idea di rappresentare il domani di una moderna metropoli americana in una baraccopoli reale e attuale, permette di sviluppare un raccordo ideale tra quello che il film cerca invano di farci intuire. La sceneggiatura non riesce a farci capire lo scontro critico che avviene tra le due società : le rappresenta separate e antitetiche, ma nulla di più. Mancano l'odio viscerale, la rabbia feroce per ciò che non si ha, il terrore per i cani da guardia del regime, la voglia di rivalsa tesa ad annientare l'ideale di convivenza borghese (ognuno al suo posto!). In questo la sceneggiatura fa acqua. E tanto anche. Anzi ci si perde in una vaga dissonanza tra il verde di Elysium e il grigio-marrone del deserto terrestre, tra campi da golf e rinfreschi d'elite e lamiere e sole rovente che schiaccia a terra. Dopo una breve introduzione sulla condizione di vita nei due mondi il film prende un ritmo convulso e veloce (non sempre lineare) che fa perdere allo spettatore le linee guida e trasforma il tutto in un discreto action-movie più alla Mad Max che alla Blade Runner. Non fraintendetemi il film non è poi così brutto, è fruibile e indubbiamento girato da un ragazzo dal limpido talento fotografico. Ma una persona deve comunque sempre spingersi verso il miglioramento delle proprie opere, non adeguarle a dettami di mediocre intrattenimento hollywoodiano.
I personaggi sono più abbozzati che caratterialmente delineati : il personaggio di Jodie Foster poteva indubbiamente essere quello più affascinante e altamente metaforico, ma finisce per essere la spalla comprimaria del piu fumettistico Kruger (interpretato comunque da un buon Sharlto Copley). Ottime e delucidanti le riprese dall'alto della baraccopoli in un deserto sporco e ostinato. Discreto Matt Damon, non di più. Un po' campata in aria e inconcludente la storia d'amore tra lui e il personaggio interpretato da Alice Braga. Bello il miscuglio di dialoghi tra inglese e spagnolo, esemplificativo e metaforico più dei dialoghi stessi. Anche se l'immagine che più da forza al film e crea il contrasto necessario all'evolversi della trama è indubbiamente quando il direttore della fabbrica ordina bruscamente al capo reparto di non respirargli in faccia : potrebbe infettarlo con microbi e malattie proprie di un ceto sociale che non gli appartengono, potrebbe infettarlo con il suo mondo !
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[+] un kolossal al servizio di una nobile causa
(di antonio montefalcone)
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plumbeo
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giovedì 5 settembre 2013
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blomkamp scivola verso i clichè hollywoodiani
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Premessa: le mie aspettative dopo District 9 erano alte, per cui il giudizio ne risente inevitabilmente.
Il film parte bene, per quanto la trama e l'intreccio non siano originalissimi.
Il contrasto ricchi/poveri è però ben rappresentato a livello visivo da una Los Angeles invasa da sporcizia e rifiuti, fabbriche fordiste perfora-ozono, mercati straripanti di straccioni ipertatuati, code infinite agli sportelli e baracche- favelas fin dove l'occhio può vedere. Il tutto condito da robot autoritari e sorveglianti meschini e senza scrupoli, unica nota "fantascientifica" in un contesto sostanzialmente uguale alla contemporaneità.
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Premessa: le mie aspettative dopo District 9 erano alte, per cui il giudizio ne risente inevitabilmente.
Il film parte bene, per quanto la trama e l'intreccio non siano originalissimi.
Il contrasto ricchi/poveri è però ben rappresentato a livello visivo da una Los Angeles invasa da sporcizia e rifiuti, fabbriche fordiste perfora-ozono, mercati straripanti di straccioni ipertatuati, code infinite agli sportelli e baracche- favelas fin dove l'occhio può vedere. Il tutto condito da robot autoritari e sorveglianti meschini e senza scrupoli, unica nota "fantascientifica" in un contesto sostanzialmente uguale alla contemporaneità.
Elysium e il benessere stanno in alto (in cielo), in un iperuranio dove i ricchi possono permettersi case favolose, aria limpida e cure per qualsiasi malattia.
Pochi possono accedere a questo stile di vita: i due mondi vivono separati e i clandestini bombardati prima di riuscire a sbarcare su Elysium. Trait d'union tra i due mondi un buon Matt Damon, costretto suo malgrado a cercare di raggiungere Elysium per curare un'esposizione alle radiazioni che lo ha lasciato in fin di vita.
Qui a mio avviso il film inizia ad incanalarsi su binari un po' troppo convenzionali, spostandosi decisamente dall'analisi socio-economica dei due mondi verso l'action movie.
Niente di irreparabile, ma la parte che precede il viaggio dell'eroe è davvero troppo lunga, mentre sullo sfondo rimangono poco delineati i caratteri dei personaggi - Jodie Foster su tutti - che risultano troppo statici. Troppo spazio ai mercenari talpa che fanno base sulla Terra. Anche la trasformazione di Matt Damon, vuoi per la malattia che per l'esoscheletro che gli montano addosso, non fa evolvere la sua figura, che rimane sostanzialmente inalterato. Molto spettacolari e curatissime le scene d'azione , che ricordano un pò Matrix, un pò Alien con le sue porte scorrevoli.
Il finale scivola irrimediabilmente verso l'holliwoodiano, con l'eroe che si sacrifica per il bene comune in stile Armageddon. Blomkamp legge il presente con gli occhi del futuro e vede un 2154 simile ad oggi ma completamente misero, sporco e disperato. Il benessere è per pochi, irraggiungibile, incomprensibile, desiderato e sognato quasi a livello religioso.
Il richiamo finale alle origini è un po' sdolcinato in un'opera in cui si poteva insistere di più sull'intreccio tra i due mondi, la disumanizzazione dei personaggi, il ruolo della politica e dell'opinione pubblica nelle società avanzate.
Si perde poi - elemento fondamentale dell'opera prima- quel senso di alienazione nello scivolare verso la diversità, la disperazione della consapevolezza (e dell'impotenza) per aver perso i propri diritti. Peccato.
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fabriziosicignano93
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venerdì 20 settembre 2013
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film da rifare
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La critica esiste non perchè deve seguire la folla, ma perchè ognuno deve camminare per conto proprio, anche se sceglie la direzione più "ambigua". O meglio, ambigua per gli italiani, così accecati dagli effetti CGI americani che solo in pochissime circostanze capiamo quando un film sia inguardabile. Sarà per questo che in America c'è una vasta apertura del pubblico a criticizzare in maniera sopraffina serial tv e kolossal cinematografici (si veda RottenTomatoes).
Ora cerchiamo di riassumere lo sviluppo di Elysium. Blomkamp iniziò la lavorazione di questo film poco dopo l'uscita di District 9. Lo gonfiò di marketing virale (esiste il sito della Armadyne) e impiegò 4 anni per girare il tutto, compreso le rifiniture alla sceneggiatura e la caccia al cast.
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La critica esiste non perchè deve seguire la folla, ma perchè ognuno deve camminare per conto proprio, anche se sceglie la direzione più "ambigua". O meglio, ambigua per gli italiani, così accecati dagli effetti CGI americani che solo in pochissime circostanze capiamo quando un film sia inguardabile. Sarà per questo che in America c'è una vasta apertura del pubblico a criticizzare in maniera sopraffina serial tv e kolossal cinematografici (si veda RottenTomatoes).
Ora cerchiamo di riassumere lo sviluppo di Elysium. Blomkamp iniziò la lavorazione di questo film poco dopo l'uscita di District 9. Lo gonfiò di marketing virale (esiste il sito della Armadyne) e impiegò 4 anni per girare il tutto, compreso le rifiniture alla sceneggiatura e la caccia al cast. Il risultato? Un film di un'ora e quaranta, scarno, ripetitivo, con una costruzione dei personaggi troppo stereotipata e senza una spiegazione di fondo del loro status. Una sceneggiatura meccanica, con battute molto elementari, il tutto gonfiato da una scenografia suggestiva. A questo manca forse tutto ciò che si sarebbe potuto conoscere su Elysium. Magari uno sviluppo maggiore della storia sulla colonia, per sapere cosa avviene su di essa, la gente come vive, cosa mangia, se guardano qualche seguito di "How I met you mother"... insomma sviluppare meglio la trama... non so... magari Max Da Costa avrebbe potuto ammalarsi e poi intrufolarsi sulla colonia come ambasciatore e, mentre si curava, guardare lo stile di vita. Se Avatar ebbe il suo successo lo si deve alla capacità di Cameron di presentare un nuovo mondo e introdurre lo spettatore al suo interno. Forse è questo che Blomkamp non ha fatto, e ha visto la megacolonia di Elysium solo come un errore umano simbolo di divisione. Per me una scelta sbagliata.
Per carità non dirò che "ha abbandonato il suo stile" "il suo genere" ecc. ecc., i registi sono degli artisti e come tali hanno la libertà di spaziare tra le varie tecniche di ripresa e di realizzazione, ma da qui a realizzare un film "già visto" e poco innovatore è davvero il fondo, soprattutto se a dirigerlo è un autore che poteva fare molto di più visto il successo nel 2009 con District 9. Insomma, solo per l'idea, sarebbe da girare nuovamente almeno per tentare di rimediare.
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man with no name
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mercoledì 2 ottobre 2013
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buona l'idea di base ma sviluppata male
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Il film parte bene con un incipit che lascia ben sperare in qualcosa di più della solita ammucchiata di effetti speciali che purtroppo caratterizza spesso gli odierni film di fantascienza. C'erano i presupposti sia per fare un film di denuncia sociale che ambientalista, sulla Terra infatti i poveri muoiono a causa delle condizioni di degrado e sovraffollamento, mentre i ricchi possono avere accesso ad un habitat perfetto ( Elysium) assistiti dalle migliori tecnologie che li rendono immortali.
Tuttavia già dopo la prima mezz'ora il flm devia verso un genere action molto tamarro con dei personaggi che avrebbero fatto un figurone in un nuovo need for speed, senza contare un Matt Damon/ Robocop che nonostante una letale dose di radiazioni, che in teoria dovrebbe costringerti al letto a vomitare sangue fino alla morte, oltre a vari traumi e accoltellamenti, va in giro a distruggere androidi a mani nude.
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Il film parte bene con un incipit che lascia ben sperare in qualcosa di più della solita ammucchiata di effetti speciali che purtroppo caratterizza spesso gli odierni film di fantascienza. C'erano i presupposti sia per fare un film di denuncia sociale che ambientalista, sulla Terra infatti i poveri muoiono a causa delle condizioni di degrado e sovraffollamento, mentre i ricchi possono avere accesso ad un habitat perfetto ( Elysium) assistiti dalle migliori tecnologie che li rendono immortali.
Tuttavia già dopo la prima mezz'ora il flm devia verso un genere action molto tamarro con dei personaggi che avrebbero fatto un figurone in un nuovo need for speed, senza contare un Matt Damon/ Robocop che nonostante una letale dose di radiazioni, che in teoria dovrebbe costringerti al letto a vomitare sangue fino alla morte, oltre a vari traumi e accoltellamenti, va in giro a distruggere androidi a mani nude.
Come se non bastasse verso la fine ci viene inserita a forza una alquanto banale sequenza, che ci viene riproposta più e più volte, della suora che dice al protagonista, da bambino, che era predestinato a fare grandi cose e bla bla...insomma una noia mortale che ha il pretenzioso scopo di inserire un pò di pathos e di aulicità ma che invece annoia solo e risulta fuori luogo per come ormai si era svilupppata la trama ( cioè a ca***).
Parlando della trama infatti ,dopo l'assalto al cittadino di elysium, è una martellante sequenza di eventi casuali ( lui che va da lei,lei che viene catturata a causa sua, ecc...) che hanno il solo scopo di allungare la trama e porre i presupposti per gli scazzottamenti successivi.
L'unica cosa che si salva in questo film sono, tanto per cambiare, gli effetti speciali, ma anche qua la buona realizzazione tecnica delle scene è totalmente svalutata dalle inquadrature, tutte frenetiche e incomprensibili anche quelle non di azione, con la telecamera che balla in preda ad attacchi epilettici senza farti capire nulla.
In definitiva un film veramente commerciale con eroi improbabili e parecchio tamarri, una storia serva delle scene d'azione, mentre dovrebbe essere il contrario, e persino una spettacolarità, che era ormai l'unico elemento su cui si fondava il film, mal sfruttata a causa delle pessime inquadrature.
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jaylee
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sabato 7 settembre 2013
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il futuro è di tutti (forse)
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Con qualche rara eccezione, nella cinematografia moderna il futuro non appare mai roseo. In effetti, da Alien in poi, ci viene prospettato un destino preoccupante: sistemi politici asserviti alle corporazioni industriali, sovrappopolazione, imbarbarimento sociale e culturale, tecnologia schiavizzante, pochi che hanno molto e molti che hanno poco.
Anche questo film non fa parte delle eccezioni, e descrive un pianeta Terra ormai cannibalizzato e affollato; e dal quale si vede una stazione geo-orbitante, abitata da potenti e dai ricchi che possono permettersi agi e salute, difesi da un esercito di androidi e da uno scudo spaziale che incenerisce chi prova ad arrivarci senza permesso: Elysium.
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Con qualche rara eccezione, nella cinematografia moderna il futuro non appare mai roseo. In effetti, da Alien in poi, ci viene prospettato un destino preoccupante: sistemi politici asserviti alle corporazioni industriali, sovrappopolazione, imbarbarimento sociale e culturale, tecnologia schiavizzante, pochi che hanno molto e molti che hanno poco.
Anche questo film non fa parte delle eccezioni, e descrive un pianeta Terra ormai cannibalizzato e affollato; e dal quale si vede una stazione geo-orbitante, abitata da potenti e dai ricchi che possono permettersi agi e salute, difesi da un esercito di androidi e da uno scudo spaziale che incenerisce chi prova ad arrivarci senza permesso: Elysium.
Max (un Matt Damon in versione Bruce Willis), ex-ladro di auto, da sempre sogna di arrivarci, e questo sogno diventa una necessità quando, causa incidente sul lavoro, gli restano 5 gg di vita: l'unica possibilità è accedere ai miracolosi sistemi medici di Elysium, e per fare questo non esiterà a farsi impiantare un esoscheletro, allearsi con un gruppo di "scafisti" spaziali e ipertecnologici e a rapire un ricco industriale.
Dopo il ben più innovativo e indipendente District 9, Neill Blomkamp fa il salto nella hollywood dei blockbuster, con un film da star system e dall'impianto piuttosto classico, anche se mantiene l'idea, giá vista nel suo precedente lavoro, della visione distopica di un mondo dove una classe dominante si isola dal resto del mondo o lo rinchiude dietro recinti reali o virtuali...Facile intuire come la situazione attuale delle grandi migrazioni di disperati sia la chiave di lettura sotterranea neanche troppo celata, visto che i ricchi di Elysium parlano francese e i poveri sulla Terra ovviamente spagnolo... Che siano USA e Messico o Europa e Africa, il parallelo calza perfettamente; e ovviamente non secondaria, l'origine sudafricana del regista, testimone di regimi di apartheid mai veramente finiti, se non a parole, e sempre più globali.
Come dicevamo, si tratta di fantascienza con una forte carica metaforica e di critica sociale che trova i suoi padri nobili in opere letterarie come 1984 e Il Nuovo Mondo, e che poi ha sempre trovato terreno fertile nel cinema sin dagli anni '50 (ricordate i fantasmi maccartisti dell'originale Invasione degli Ultracorpi?). Pur non brillando per originalitá, Elysium aggiunge una buona componente di azione che funziona bene, e si avvale di buone interpretazioni da parte di Matt Damon e di Jodie Foster, ormai specializzata dopo Inside Man, nella parte dell'algida e malvagia superburocrate/politica (e stavolta è particolarmente soddisfacente come alla fine i politici vengono ripagati da quei militari spesso strumentalizzati e manipolati per non sporcarsi le mani).
In definitiva niente affatto stupido e invece piuttosto divertente, Blomkamp confeziona un buon lavoro per gli amanti della fantascienza di ispirazione cyberpunk o dell'azione "ragionata"; Magari non passerà alla storia, ma Elysium rappresenta un buon due ore di intrattenimento per un pubblico adulto, con alcune domande scomode: davvero ci comporteremmo diversamente dall’altra parte? La libertà è già abbastanza per tutti?
“Se una libera società non può aiutare i molti che sono poveri, non può salvare i pochi che sono ricchi” (J.F. Kennedy, 1961)
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antix90
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martedì 24 settembre 2013
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non annoia, ma non entusiasma
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Il film prometteva molto bene, è stato pubblicizzato molto, il cast eccellente e la trama che appariva dal trailer era piuttosto intrigante. Trama basata su temi politici e di uguaglianza quanto mai attuali; d'altra parte dal regista di District 9 (film che consiglio di vedere a chi non lo ha fatto), e dalle sue capacità dimostrate, non potevamo che aspettarci un bel lavoro. Bene... per quanto mi riguarda, le aspettative sono state deluse. Il film tratta un tema importante e l'ambientazione con la trama di base potrebbe essere buona, ma se ne va sprecata in uno sviluppo della storia, troppo sempliciotto. Non ci sono mai colpi di scena coinvolgenti, e il tutto si svolge in maniera piuttosto scontata.
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Il film prometteva molto bene, è stato pubblicizzato molto, il cast eccellente e la trama che appariva dal trailer era piuttosto intrigante. Trama basata su temi politici e di uguaglianza quanto mai attuali; d'altra parte dal regista di District 9 (film che consiglio di vedere a chi non lo ha fatto), e dalle sue capacità dimostrate, non potevamo che aspettarci un bel lavoro. Bene... per quanto mi riguarda, le aspettative sono state deluse. Il film tratta un tema importante e l'ambientazione con la trama di base potrebbe essere buona, ma se ne va sprecata in uno sviluppo della storia, troppo sempliciotto. Non ci sono mai colpi di scena coinvolgenti, e il tutto si svolge in maniera piuttosto scontata. Quello che si vede nel trailer, è in realtà già il film intero...niente di più... certo c'è differenza tra un trailer di due minuti e un film intero, ma lo scheletro di base è quello e non ci viene proposto nessun colpo di scena. I personaggi sono poco sviluppati, a parte il protagonista interpretato da matt damon, e ci viene raffigurato solo chi è il buono e chi è il cattivo. Le tematiche affrontate sono ottime, ma sono lasciate un po' a stagionare nel vuoto, sopraffatte più dalle difficoltà terrene che affronta il protagonista.
In conclusione, un film tranquillo, senza troppe pretese; Guardabile senz'altro, che non annoia e non entusiasma. Mi aspettavo molto di più. Storia troppo poco sviluppata e tirata via..avrei preferito meno superficialità.
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alexander 1986
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giovedì 10 ottobre 2013
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un'occasione sprecata per blomkamp.
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Nel 2154, la Terra è un pianeta degradato a pattumiera di un'umanità buona ma povera, sporca e ammalata, la cui unica speranza è di trovare i 'biglietti d'oro' per raggiungere Elysium, la mega-stazione spaziale orbitante intorno al pianeta creata per ospitare la 'solita' elite di ricchi puliti, avidi e in salute - che naturalmente non ha alcuna intenzione di spezzare il pane. Le cose cambiano quando un onesto operaio (Damon) decide di raggiungere l'Eldorado a ogni costo.
Film a due facce: la buona, che all'inizio del film sembra presentare un interessantissimo mix di sci-fi e social (anche se troppo politicamente corretto); la cattiva, che di fatto occupa l'80% della pellicola, è la riduzione di questa buona base di partenza alla solita 'americanata' di sparatorie interminabili ed esplosioni stordenti.
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Nel 2154, la Terra è un pianeta degradato a pattumiera di un'umanità buona ma povera, sporca e ammalata, la cui unica speranza è di trovare i 'biglietti d'oro' per raggiungere Elysium, la mega-stazione spaziale orbitante intorno al pianeta creata per ospitare la 'solita' elite di ricchi puliti, avidi e in salute - che naturalmente non ha alcuna intenzione di spezzare il pane. Le cose cambiano quando un onesto operaio (Damon) decide di raggiungere l'Eldorado a ogni costo.
Film a due facce: la buona, che all'inizio del film sembra presentare un interessantissimo mix di sci-fi e social (anche se troppo politicamente corretto); la cattiva, che di fatto occupa l'80% della pellicola, è la riduzione di questa buona base di partenza alla solita 'americanata' di sparatorie interminabili ed esplosioni stordenti. Buona prova comunque di Damon, uomo-macchina dal cuore d'oro. Caliamo un velo pietoso su ridicole incongruenze e plot holes.
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ashtray_bliss
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giovedì 18 settembre 2014
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elysium- parabola colma di simbolismi profondi.
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Come ogni film di fantascienza che si rispetti, anche Elysium non offre solo intrattenimento goliardico o effimero ma cattura lo spettatore e lo invita a pensare, a ragionare, dubitare e porsi domande importanti. Sia per l'oggi che viviamo sia per il domani che erediteranno le generazioni future. Perche' tutte le premesse impiegate in Elysium sembranno realizzarsi alla velocita' della luce e diventando realta' in un futuro ben piu' vicino del 2154: Iniziando dalla sovrappopolazione del pianeta, che esaurisce tutte le risorse naturali della Terra rendendo impossibile ospitare tutti quanti gli esseri umani e i loro bisogni, in costante aumento; passando poi ad un altro progetto molto caro agli scienziati Nasa, quello della colonizzazione dello spazio.
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Come ogni film di fantascienza che si rispetti, anche Elysium non offre solo intrattenimento goliardico o effimero ma cattura lo spettatore e lo invita a pensare, a ragionare, dubitare e porsi domande importanti. Sia per l'oggi che viviamo sia per il domani che erediteranno le generazioni future. Perche' tutte le premesse impiegate in Elysium sembranno realizzarsi alla velocita' della luce e diventando realta' in un futuro ben piu' vicino del 2154: Iniziando dalla sovrappopolazione del pianeta, che esaurisce tutte le risorse naturali della Terra rendendo impossibile ospitare tutti quanti gli esseri umani e i loro bisogni, in costante aumento; passando poi ad un altro progetto molto caro agli scienziati Nasa, quello della colonizzazione dello spazio. Elysium non e' altro che l'adattamento di un progetto realmente esistente su carta (al momento), ovvero il Toro di Stanford, progetatto da studiosi Nasa presso l'omonima universita' americana. Finendo col eterno contrasto e scontro tra classi sociali abbienti e quelle povere. Una visione ostentatamente marxista dell'eterna sete di potere; i ricchi vogliono mantenere il loro status quo, i poveri lottano per ribaltare la situazione. Questo e' sempre accaduto e cosi continuera' ad essere. Nessuno desidera l'uguaglianza, solo il dominio e potere sul resto della popolazione. Ultimo ma non irrilevante tema del film: l'alienazione. Persone che parlano coi robot, ai quali si rivolgono per poter giustificare le loro azioni. Il robot non ha ancora sostituito l'essere umano ma da li' a farlo, il passo e' veramente breve.
Fantascienza e attualita' come sempre vanno a pari passo, si alimentano l'una dallaltra e fanno da filo conduttore durante lo svolgimento della trama, ed Elysium ne e' una ulteriore conferma.
Un film decisamente riuscito che mescola in modo sempre bilanciato elementi di un oggi in decadenza con un domani sempre piu' scuro, ostile e difficile da vivere. Nell'immaginario di Blomkamp, nel 2154 si pagano tutti gli errori delle decadi precedenti e la Terra non e' altro che un amaro ricordo del tempo che fu: ambientato in una Los Angeles grigia (letteralmente) e distrutta, dove la maggior parte della popolazione si divide tra poverta' estrema, classe operaia e criminalita', non c'e' spazio per la speranza di un mondo migliore. La rassegnazione e desolazione regna su tutto. Anche le cure sulla Terra non esistono piu', poiche' sono diventate esclusivo beneficio dei ricchi, che anni prima abbandonarono il pianeta per abitare Elysium, un habitat spaziale esclusivamente destinato ai piu' abbienti e potenti. Un mondo parallelo, un paradiso extra-terrestre dove regna il benessere, la legalita', i colori (contrapposti al grigiume terreno) e la possibilita' di curare qualsiasi malattia. Quest'ultima diviene presto la ragione numero uno di diverse ondate di immigrazione le quali vengono sistematicamente respinte da un capo della sicurezza tenace e despotico, incarnato da una cattivissima Jodie Foster, disposta a tutto pur di prendere nelle sue mani le redini di Elysium. E si ritorna al tema di partenza, l'onnipresente sete di controllo e potere.
Attorno a queste condizioni, si svolge la trama che segue le imprese di Max (Damon) un operaio con precedenti penali in liberta' vigilata che vedra' la sua vita crollare quando verra' contaminato da una potente scarica di radiazioni. Gli restano soltanto 5 giorni di vita che vengono alleviati da farmaci che somministrano medici-robot. Ma Max vuole riscattarsi e sa che l'unica chance che ha e' atterrare su Elysium clandestinamente. Da li' si avvia una serie di eventi che terranno lo spettatore col fiato sospeso fino alla fine per vedere lo svolgersi della vicenda. Ricco di azione, colpi di scena, adrenalina, suspence, violenza (mai grauita, sia ben inteso!) e tanta grafica curata nei minimi dettagli per ricreare perfettamente e minuziosamente il "domani" nel quale si svolge il film, Elysium tenta di non deludere nessuno. E ci riesce. Chiunque sappia cercare bene e scavare a fondo, oltre l'apparenza ci trovera' una parabola zeppa di significati, una metafora istruttiva su quello che abbiamo e su quello che ci ritroveremo ad avere domani. Intrattenimento e istruttivita' e' cio che sta alla base della pellicolla in questione.
Ottima la scenografia, veramente accurta ed impeccabile, molto valida la fotografia, in particolar modo l'intercambiare gli albienti gelidi e "metallici" delle basi operative, con i colori color grigio e seppia che regnano negli esterni della citta' losangelina (appunto a sottolineare il degrado e la distruzione) totalmente contrapposti ai vividi ed illuminati esterni che regnano su Elysium, il paradiso (Extra)terrestre dei piu' potenti.
Ottimo il lavoro della regia, mai banale o scadente ma che riesce ad interessare e appassionare i suoi spettatori offrendo un intrattenimento, appunto, di qualita' con molteplici spunti di riflessione.
Inutile soffermarsi sulla recitazione di Matt Damon che tiene in piedi praticamente tutto il film. Damon e' un ottimo attore che non ha nulla da dimostrare al grande pubblico , in piu' e' totalmente a suo agio in ruoli d'azione dopo anni di esperienza con i vari Bourne. Veramente validi anche tutti i personaggi di supporto che ruotano attorno a Max. Brava e cattiva la Foster anche se occupa veramente una piccola parte in tutto il film.
Mi sento di consigliare vivamente questa pellicola, sia che cerchiate un buon film d'azione e fantascienza, sia che vogliate cogliere un significato dalla visione di un film (Sempre preferibile che non guardare un film vuoto e privo di un nucleo), troverete in Elysium pane per i vostri denti.
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mattia li puma
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lunedì 16 settembre 2013
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magnifiche immagini e soundtrack ... e che eroe!
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Siamo nella futuristica Los Angeles del 2154 .
L’umanità rimasta sulla terra è formata soltanto da una povera, criminale e lavorativa classe operaia , gestita e controllata da una serie di robot vivente in una stazione orbitante attorno alla Terra , Elysium.
Su Elysium c'è la tecnologia per guarire da ogni malattia (di cui è ormai afflitta l’umanità) , c'è il verde, il benessere e l’indifferenza per ciò che succede più in giù, sulla Terra ,dove i meschini umani sono costretti a lavorare per mantenere la stazione .
“Elysium” è un film all’insegna dei conflitti e dei continui contrasti che tratteggia tematiche rilevanti inserendole in un ambito fantasioso ed affascinante: l’immigrazione e l’atteggiamento poco altruista di alcune classi politiche, i pericoli che la Terra rischia in termini di degrado ,la dicotomia tra l’uomo e la macchina ed il pericolo sempre più preoccupante di una meccanizzazione crescente.
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Siamo nella futuristica Los Angeles del 2154 .
L’umanità rimasta sulla terra è formata soltanto da una povera, criminale e lavorativa classe operaia , gestita e controllata da una serie di robot vivente in una stazione orbitante attorno alla Terra , Elysium.
Su Elysium c'è la tecnologia per guarire da ogni malattia (di cui è ormai afflitta l’umanità) , c'è il verde, il benessere e l’indifferenza per ciò che succede più in giù, sulla Terra ,dove i meschini umani sono costretti a lavorare per mantenere la stazione .
“Elysium” è un film all’insegna dei conflitti e dei continui contrasti che tratteggia tematiche rilevanti inserendole in un ambito fantasioso ed affascinante: l’immigrazione e l’atteggiamento poco altruista di alcune classi politiche, i pericoli che la Terra rischia in termini di degrado ,la dicotomia tra l’uomo e la macchina ed il pericolo sempre più preoccupante di una meccanizzazione crescente.
Due grandi nomi emergono nel cast di Blomkamp : Jodie Foster e Matt Damon(Max).
Il primo personifica il dirigente di Elysium , figura severa ed egoista ; il secondo rappresenta l'eroe della Terra , l'unica speranza , l'unica luce in fondo al tunnel.
Un ragazzo ribelle con un sogno : raggiungere quell’Eden , ormai mitizzato e che ha incuriosito un po’ tutti, Elysium.
Qualcosa cambierà grazie a Max?
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