Elysium |
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Un film di Neill Blomkamp.
Con Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Braga, Diego Luna.
continua»
Fantascienza,
durata 109 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 29 agosto 2013.
MYMONETRO
Elysium ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un buon action... e basta
di khilaasFeedback: 1515 |
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martedì 10 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Blomkamp "tradisce" lo spettatore fidelizzato con District 9, ma soprattutto tradisce sé stesso. Questo Elysium è una specie di "simmetrico" di District 9, il suo enantiomero. Andiamo con ordine: in un futuro non troppo lontano, la Terra viene abbandonata ai suoi problemi endemici (inquinamento, sovrappopolazione, proliferazione di malattie incurabili), e l'elitè della specie umana (o presunta tale) si trasferisce su una gigantesca stazione spaziale orbitante attorno al nostro Pianeta (Elysium appunto). Chi resta sulla Terra, fondamentalmente i poveri, sopravvivono in condizioni di estrema miseria in gigantesche baraccopoli. Fin qui ci siamo, e le premesse per un altro bel film di sociale ci sono tutte. Il protagonista, operaio schiavo che cerca di pagarsi il biglietto per un volo clandestino verso Elysuym, rimane vittima delle tremende condizioni lavorative e, disperato, comincia a combattere il sistema pur di raggiungere la cittadella. E qui tutte le premesse vanno a farsi benedire: il film prende un'incredibile piega action, ignorando beatamente l'interessante plot iniziale di "rivoluzione sociale" e sovvertimento dell'ordine dettato dai soldi per raccontare visivamente, nel modo più roboante possibile, la corsa di un solo uomo verso un posto che non può raggiungere, e delle persone che vogliono fermarlo. Tutto qua. Non c'è niente di più profondo, nessun'altra chiave di lettura, nessuno spunto. Il che è piuttosto deludente, visto soprattutto come viene gestito il finale: il protagonista si immola "per un bene più grande" (l'uguaglianza sociale), ma è un'immolazione falsa. Non ha scelto di salvare tutti, è stato costretto dalle circostanze; se avesse potuto salvarsi le chiappe e lasciare le cose così com'erano, l'avrebbe fatto. L'estrema esaltazione del martirio del protagonista non è supportata da alcun precedente approfondimento sulla questione sociale che, evidentemente, alla fine si risolve nel classico happy ending. Una strana scelta, decisamente.
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