Vita di Pi

La capacità più importante di questo film è quella di spingere lo spettatore a pensare (oltre che a sognare)! Capacità che la maggior parte dei film e dei prodotti cinematografici degli ultimi anni hanno smarrito.
E' la storia di un ragazzo indiano, Pi, poi divenuto uomo, narrante la propria avventura, l'aver trascorso 227 giorni in una piccola barca con una tigre (e non solo) a causa del naufragio della nave sulla quale si trovava in viaggio con la propria famiglia.
Insieme a questi animali, Pi inizia una lotta alla sopravvivenza senza precedenti che vi terrà incollati allo schermo per tutta la durata del film. Al suo interno proverete emozioni diversissime: angoscia, paura, stupore, bellezza (in questo film diventa un vero e proprio sentimento) e ironia.


Ma tornando alla prima frase credo che il bello di questo film sia il fatto che non da una risposta ma ci lascia con molte domande.
Parla del confronto tra il modo di un bambino di vedere la vita (la tigre ha un'anima) o quello dell'adulto (la tigre è solo un animale guidato dall'istinto) e quindi da una parte il naufragio con degli animali e dall'altra omicidi e cannibalismo? E quindi la differenza tra il bambino che sa vedere cose che gli adulti non vogliono o non possono vedere ("volete sapere qualcosa che già sapete? Si vogliamo sapere la verità").
E' forse una critica a Dio che preferisce pure lui come noi la versione "migliore" e quindi la storia fantastica e non la realtà crudele della natura umana? O forse ancora è il mettere in esame il concetto di cosa sia migliore e per chi?
Con queste e molte altre domande potreste uscire dalla sala una volta visto, e se proprio non dovesse accadere vi resterà per sempre una storia emozionante..quasi da raccontare.