No - I giorni dell'arcobaleno

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Un film di Pablo Larraín. Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle.
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Titolo originale No. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - Cile 2012. - Bolero Film uscita giovedì 9 maggio 2013. MYMONETRO No - I giorni dell'arcobaleno * * * - - valutazione media: 3,42 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Dire No alla dittatura ma Si al Marketing TV. Valutazione 0 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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domenica 3 febbraio 2013

"No" si preannuncia come un film di stampo e natura nettamente politica, ma in realtà non lo è. Chi si aspetta di vedere un film sugli ultimi giorni prima della caduta del regime di Pinochet resterà forse deluso. Perche' in effetti la pellicola si concentra solamente su un piccolo gruppo di pubblicitari capitanati dal anticomformista Renee Saavedra che hanno come compito quello di filmare e promuovere degli spot per convincere la gente a votare appunto "no" al referendum.
Nel film dunque non c'e' alcun background storico dell'evento che porto' al referendum, delle pressioni internazionali da parte degli paesi e nemmeno c'e' il background della dittatura di Pinochet, tra le piu' feroci della storia contemporanea. Il tutto viene liquidato nel giro di poche righe iniziali, che servono da prefazione al film.
Insomma, lo spunto estremamente interessante del periodo antecedente alla caduta e alla sconfitta politica della dittatura cilena sembra quasi essere messo da parte, e servire solo da filo conduttore dei vari spot a favore del "no" che il team di pubblicitari deve comporre. Una campagna pubblicitaria continua, ecco l'ingrediente sul quale si sorregge l'intera pellicola di Larrain, gran parte della quale la si segue esattamente attraverso la televisione, proprio come se anche noi non fossimo spettatori di un film ma consumatori televisivi di una carrellata di spot alla americana. Per chi poi, come me, odia seguire gli spot per tele, allora l'impresa di arrivare a termine di questo film sara' veramente ardua.
La sceneggiatura, come da copione e' piatta e la trama e' praticamente inesistente, consiste solamente nel seguire le vicende di questo gruppo di pubblicitari anti-regime e delle strategie che usano per rendere i loro spot "No" gradevoli e accessibili alle masse di consumatori-politici (tanto per coniare un nuovo termine, dato che anche la politica, sotto certi aspetti puo' essere considerata un prodotto commerciale). Dunque, gli spot non si concentrano sulla sovraesposizione di immagini di violenza, o testimonianze di gente che ha subito (perdite dei propri cari o che ha vissuto sulla propria pelle le torture). La strategia usata e' esattamente quella per pubblicizzare prodotti commerciali (tali la CocaCola) ovvero si punta su colori, allegria, feste, musica, danza e arcobaleni...insomma qualsiasi cosa che possa simboleggiare il futuro prosperoso e migliore che verra' se il popolo cileno decide di dire no alla dittatura.  Anche il motivo musicale scelto (che funziona da vero e proprio leit-motiv durante tutta la durata del film, tanto da provocare la nausea) dai supportatori del No, e' un allegro motivo che recita "Cile, la alegria ya viene!"
Tutto il lato oscuro della dittatura di Pinochet, viene pero' messa al bando dal film, anche le minaccie e intimidazioni che subiscono i membri del "No" vengono proposte in scene di poco risalto e assolutamente non incisive (l'intrusione nella casa di Renee, la chiamata a notte fonda etc.). Tutto il contrasto sociale, le contestazioni, le manifestazioni e tutti i diverbi politici sono tematiche che vengono lasciate al di fuori di questo film. Esistono solo deboli accenni della violenza e della censura e il tutto viene visto attraverso spezzoni di questi estenuanti spot pubblicitati pro-NO e anti-Pinochet.
In poche parole il film manca di originalita' ed e' questo il principale motivo per cui risulta monotono e noioso nella sua lunghezza di 118 min. Il film non riesce nemmeno a coinvolgere gli spettatori o tener vivo il loro interesse perche' non esiste una vera vicenda da seguire e che ci faccia appassionare, se non appunto seguire le strategie per creare e filmare gli spot del "No".
Altro elemento negativo del film sta nel trasmettere il messaggio che la TV e' un mezzo talmente potente da poter convincere un intero popolo (o comunque la maggior parte di questo)  ad esprimere il proprio "no", dunque opporsi alla dittatura, solo e solamente grazie a degli spot televisivi (!!). Il messaggio dunque sottostante (o subliminale) che recepisce lo spettatore attento e' quello di un popolo manovrato dalla TV e quindi dai Media. In altre parole, e' sottinteso il concetto che la TV riesce efficaciemente nell'impresa del lavaggio del cervello anche a livello di un'intera nazione, che riesce a manipolare e pilotare le scelte, comprese quelle politiche, degli individui.
La scelta dei cileni di votare "no" stando solo agli spot che ci vengono propinati (in heavy rotation) non giustificano la scelta. Uno spettatore X che andra' a vedere questo film non conoscendo la storia di dittatura di Pinochet non giustifichera' la scelta finale del popolo al referendum.
Regia e recitazione (eccetto gli spot) mediocre, anche Bernal e' sottotono purche' debba sorreggere praticamente l'intero film da solo. La fotografia e' fedele ai colori e costumi dell'epoca (fine ani '80). La colonna sonora e' costituita praticamente dal leit-motiv L'alegria Ya Viene (ed e' abbastanza irritante da ascoltare ripetutivamente).
In conclusione, credo che qualsiasi spettatore esca dalla sala abbastanza (se non completamente) deluso e che questo e' uno di quei film i quali non trasmettono e non lasciano alcun segno nella mente di quest'ultimo. Lo spunto e' interessante, perche' riguarda la storia contemporanea, ma non viene sfruttato adeguatamente. Poteva essere un gran film invece e' un opera riuscita solo a meta'.

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