max ferrarini
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domenica 10 giugno 2012
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molte storie, incredibilmente vere.
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"Le persone non sono un numero, ma storie; e le storie chiedono di essere condivise."
Molto forte, incredibilmente vicino. Il titolo basta a descrivere questo intenso film che non lascia un attimo di tregua allo spettatore nell'affrantare uno dopo l'altro il dramma di un ragazzino che ha perso il proprio padre durante l'attentato dell'11 settembre 2001. Tante storie, tanti temi ricchi di riflessioni profonde e complesse, forse troppi finendo quasi per angoscia anche un pò lo spettatore che non ha il tempo di metabolizzare tutto. Resta comunque il pregio di aver raccontato il dramma non con melenso sentimentalismo, bensì attraverso ad una profonda narrazione.
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"Le persone non sono un numero, ma storie; e le storie chiedono di essere condivise."
Molto forte, incredibilmente vicino. Il titolo basta a descrivere questo intenso film che non lascia un attimo di tregua allo spettatore nell'affrantare uno dopo l'altro il dramma di un ragazzino che ha perso il proprio padre durante l'attentato dell'11 settembre 2001. Tante storie, tanti temi ricchi di riflessioni profonde e complesse, forse troppi finendo quasi per angoscia anche un pò lo spettatore che non ha il tempo di metabolizzare tutto. Resta comunque il pregio di aver raccontato il dramma non con melenso sentimentalismo, bensì attraverso ad una profonda narrazione. La ricchezza dei temi non è però lasciata al caso e il film mantiene la potenza dell'opera letteraria da cui è tratto riuscendo a mantenere predominante la sua bellissima riflessione sulla paternità e l'eredità umana che essa è chiamata a trasmettere e lasciare in ogni situazione, anche la più terribile e dolorosa.
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roxie luna
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domenica 1 luglio 2012
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molto drammatico, incredibilmente coraggioso
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Esito: ci sono episodi nella vita che cambiano nel profondo, se avete voglia di immergervi in un bambino che cerca suo padre ritrovando voi stessi, guardatelo!
Il padre di Oskar è molto più che un semplice padre: è un a guida, un’ ispirazione, una mano sempre porta.
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Esito: ci sono episodi nella vita che cambiano nel profondo, se avete voglia di immergervi in un bambino che cerca suo padre ritrovando voi stessi, guardatelo!
Il padre di Oskar è molto più che un semplice padre: è un a guida, un’ ispirazione, una mano sempre porta. Offriva al figlio una spinta nelle situazioni di paura e uno stimolo che l’ha reso un ragazzo sempre curioso e alla ricerca della verità.
Nel “giorno più brutto” se ne va lasciandolo con una missione da completare: no stop looking. Non smettere di crecare. E’ così che quando trova nell’armadio del genitore una chiave con un bigliettino con su scritto “Black” il bambino crede che il padre lo stia implorando di trovare cosa apre quella chiave. Inizia in viaggio che lo porterà nei posti più bizzarri di New York, facendo i calcoli più assurdi. Un percorso con cui affrontare molte delle sue paure e a scoprire piano piano che cosa il papà gli ha lasciato chiuso con quella chiave: qualcosa di essenziale per sopravvivere.
Non piangevo così davanti ad una pellicola da tantissimo tempo, ma non per immensa tristezza,ma per sollievo; sarà che il modo in cui Daldry affronta il rapporto padre-figlio mi ha colpita bel profondo, sarà che lascia un messaggio così forte che è impossibile rimanere impAssibile. Per essere un drama ha un ritmo incalzante, una storia che oltre ad essere fisica, è psicologica.
Ho ardetemente desiderato che Tom Hanks fosse mio padre, al punto che mi è dispiaciuto che la sua parte fosse temporalmente così riduttiva, e Sandra Bullock è tronata splendida sul grande schermo.Inutile commentare l’impeccabilità di Thomas.
Alessia Lunardi
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assenzio
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giovedì 21 giugno 2012
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un film - film
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Un eccezionale film – film…perfetto nella perfezione della finzione raccontata e dunque perfetta…un film che è un manuale esistenziale: i personaggi perfetti nei loro ruoli incarnano l’essenza perfetta di ognuno…in una sola parola si potrebbe dire PERFETTO! Manuale da tenere non sul comodino e da sfogliare ogni tanto per cercare la regola giusta ad una domanda scomoda, ma un manuale tascabile utile ad ogni scelta o bivio quotidiano della vita…sulla metro, in un incrocio, al supermercato…tutto! c’è la risposta ad ogni più piccolo quesito, dal più grande al più piccolo…un incoraggiamento costante a cercare nuove scelte, nuove sfide e un tenerti la mano mentre fai la scelta e mentre intraprendi, solo, ogni scelta dopo averla fatta…una coperta di lana in inverno e una bibita fresca d’estate…Tu
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Un eccezionale film – film…perfetto nella perfezione della finzione raccontata e dunque perfetta…un film che è un manuale esistenziale: i personaggi perfetti nei loro ruoli incarnano l’essenza perfetta di ognuno…in una sola parola si potrebbe dire PERFETTO! Manuale da tenere non sul comodino e da sfogliare ogni tanto per cercare la regola giusta ad una domanda scomoda, ma un manuale tascabile utile ad ogni scelta o bivio quotidiano della vita…sulla metro, in un incrocio, al supermercato…tutto! c’è la risposta ad ogni più piccolo quesito, dal più grande al più piccolo…un incoraggiamento costante a cercare nuove scelte, nuove sfide e un tenerti la mano mentre fai la scelta e mentre intraprendi, solo, ogni scelta dopo averla fatta…una coperta di lana in inverno e una bibita fresca d’estate…Tutto e solo questo è questo film – film…tutt’altra cosa LA VITA!
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euler23
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lunedì 28 maggio 2012
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molto bello, incredibilmente triste
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E' la storia del piccolo Oskar, è la storia della grande America. Oskar Schell (Thomas Horn) è un bambino, afflitto dalla Sindrome di Asperger, che, in seguito al dramma dell'11 Settembre, deve affrontare la perdita del padre Thomas Schell (Tom Hanks). Dopo il suo "worst day" si moltiplicano le fobie di cui soffre : eventi quotidiani come l'attraversamento di un ponte o uno dei tanti rumori che infestano la grande città, diventano inaccettabili portali che spingono la mente del ragazzo nelle sofferenze dei ricordi; ma, come Oskar, anche gli altri abitanti della metropoli si trovano a tu per tu con le stesse paure: la lotta per rialzarsi di Oskar è la lotta per la rinascita di New York. E' inoltre la storia di una ricerca, quella del VI distretto di New York, ma che nasconde il tentativo, vano, di trovare una motivazione per quella morte insensata.
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E' la storia del piccolo Oskar, è la storia della grande America. Oskar Schell (Thomas Horn) è un bambino, afflitto dalla Sindrome di Asperger, che, in seguito al dramma dell'11 Settembre, deve affrontare la perdita del padre Thomas Schell (Tom Hanks). Dopo il suo "worst day" si moltiplicano le fobie di cui soffre : eventi quotidiani come l'attraversamento di un ponte o uno dei tanti rumori che infestano la grande città, diventano inaccettabili portali che spingono la mente del ragazzo nelle sofferenze dei ricordi; ma, come Oskar, anche gli altri abitanti della metropoli si trovano a tu per tu con le stesse paure: la lotta per rialzarsi di Oskar è la lotta per la rinascita di New York. E' inoltre la storia di una ricerca, quella del VI distretto di New York, ma che nasconde il tentativo, vano, di trovare una motivazione per quella morte insensata. Il comportamento di Oskar, introverso con chi gli è più vicino, estroverso con gli sconosciuti che incontra durante le sue "esplorazioni", è il risultato di un profondo disagio: il rimorso di non aver salutato un'ultima volta il padre. Da qui deriva l'instancabile voglia del ragazzo di trovare "frammenti" del genitore scomparso, per poter prolungare quegli 8 minuti di presenza/assenza, in modo da non dover archiviare come irrimediabile l'errore fatto. Così ,Stephen Daldry, torna con un film ambizioso, che cerca risposte che forse non possono essere trovate o, più probabilmente, non possono essere trasmesse attraverso uno schermo. Il regista ci regala un'altalena di emozioni, perchè non vengono dipinte soltanto immagini di dolore ( anche se le lacrime dei protagonisti sono molte e sulle quali forse si indugia troppo) ma si possono apprezzare anche gli infiniti "colori" delle avventure di Oskar ( probabilmente le parti più riuscite del film ), in netto contrasto con il "Black" che egli cerca. Una menzione speciale va fatta al cast, che offre un'ottima prestazione; uno su tutti : Max von Sydow. E' dalle sue interazioni con Oskar che nascono i minuti più belli in assoluto. Buono il lavoro della fotografia.
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michela31
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mercoledì 13 giugno 2012
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il giorno più brutto
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Oscar ha perso il padre, a cui era legatissimo e con cui trascorreva molto tempo organizzando ricerche esplorative, nel crollo delle torri gemelle l'11 settembre. Un anno dopo il bambino non ha ancora superato il trauma per la scomparsa del genitore ma trova nell'armadio del padre una chiave avvolta in un foglio che reca la scritta Brown. Oscar decide quindi di mettersi alla ricerca della serratura che la chiave aprirebbe anche se ciò significa interpellare e trovare tutti i Black presenti a New York. Sicuramente il film presenta un difetto fondamentale: è quasi esclusivamente concentrato sul protagonista, che peraltro fornisce una prestazione maiuscola in grado di reggere il confronto con divi del calibro di Tom Hanks e Sandra Bullock, e non indaga adeguatamente tutto il resto, come ad esempio il rapporto del bambino con la madre o con quello che si rivelerà essere suo nonno.
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Oscar ha perso il padre, a cui era legatissimo e con cui trascorreva molto tempo organizzando ricerche esplorative, nel crollo delle torri gemelle l'11 settembre. Un anno dopo il bambino non ha ancora superato il trauma per la scomparsa del genitore ma trova nell'armadio del padre una chiave avvolta in un foglio che reca la scritta Brown. Oscar decide quindi di mettersi alla ricerca della serratura che la chiave aprirebbe anche se ciò significa interpellare e trovare tutti i Black presenti a New York. Sicuramente il film presenta un difetto fondamentale: è quasi esclusivamente concentrato sul protagonista, che peraltro fornisce una prestazione maiuscola in grado di reggere il confronto con divi del calibro di Tom Hanks e Sandra Bullock, e non indaga adeguatamente tutto il resto, come ad esempio il rapporto del bambino con la madre o con quello che si rivelerà essere suo nonno. Ma ciò non lede minimamente la straordinaria bellezza di questo lungometraggio che si rivela essere estremamente commovente e profondo in quando indaga a fondo il lutto che ha colpito questo bambino così strano e particolare: Oscar è schivo, solitario e impeganto a risolvere le ricerche esplorative che il padre gli affida le quali non consistono altro che nel dimostrare, tramite indizi, l'esistenza di qualche cosa che ora non è più presente. Con la sua ricerca Oscar vuole prolungare il rapporto con il padre che si è interrotto troppo presto ma va anche alla ricerca di se stesso in quanto egli ha subito gravi conseguenze psicologiche in seguito alla tragedia: soffre di attacchi di pancio e ha paura della metro e dei luoghi chiusi. Oscar alla fine troverà il padre ma non grazie alla chiave e riuscirà a prolungare il tempo da trascorrere con lui; riuscirà infine a recuperare un rapporto con la madre e anche a riscoprire la sua figura troppo a lungo sottovalutata.
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ultimoboyscout
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sabato 22 settembre 2012
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il giorno più brutto del mondo.
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Un modo diverso per raccontare l'11 Settembre e più in generale il senso di una perdita. Questo film lo fa attraverso gli occhi di Oskar, che nella tragedia delle Torri Gemelle ha perso non solo il padre ma anche qualcosa in più: una figuara fiondamentale, la guida per capire il mondo ed affrontarlo. Una chiave, trovata tra le cose del padre, gli farà compiere un "viaggio", una ricerca lucida e minuziosa per capire cosa apre e i tanti incontri che farà saneranno in parte la sua ferita. E' una pellicola delicatissima e commovente in cui si esalta un magnifico Max Von Sydow (candidato all'Oscar) che accompagna il giovane nella sua ricerca, più come un angelo custode che come un padre.
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Un modo diverso per raccontare l'11 Settembre e più in generale il senso di una perdita. Questo film lo fa attraverso gli occhi di Oskar, che nella tragedia delle Torri Gemelle ha perso non solo il padre ma anche qualcosa in più: una figuara fiondamentale, la guida per capire il mondo ed affrontarlo. Una chiave, trovata tra le cose del padre, gli farà compiere un "viaggio", una ricerca lucida e minuziosa per capire cosa apre e i tanti incontri che farà saneranno in parte la sua ferita. E' una pellicola delicatissima e commovente in cui si esalta un magnifico Max Von Sydow (candidato all'Oscar) che accompagna il giovane nella sua ricerca, più come un angelo custode che come un padre. Stephen Daldry è ormai uno specialista nel trasporre libri di successo e riesce nel mantenere sempre alta l'intensità conservando la tessitura naif della voce di Oskar sul tragico sfondo delle Torri ferite che crollano. Il tutto accompagnato da musiche delicate, in linea col film e da una spiccata luminosità cristallina. Peccato che Daldry non riesca a calarsi nel mondo come visto da Oskar, ma oscilli tra il letterario e l'opportunismo e che non riesca a trasformare New York nella città calda, avvolgente e accogliente che in realtà è, ma la faccia apparire anonima, fredda e anaffettiva, con le persone che il ragazzino incontra decisamente, forzatamente fasulle. Un film sul dolore della perdita che esplora quell'umanità generata dal gesto inumano per antonomasia. Un racconto di formazione con la ricerca della serratura che è anche la metafora dell'elaborazione del lutto e con il confronto evidente tra amore e disperazione da cui il film trae forza. Ma ne trae anche da piccoli gesti come un pianto, un abbraccio o una carezza, gesti apparentemente semplici e naturali. Una rivisitazione bella quanto insolita del Worst Day americano.
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chicca3004
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martedì 23 ottobre 2012
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il giorno più brutto di tutti
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Un modo diverso di raccontare l'attentato dell'11 settembre. Il dolore soffocato di un bambino, le colpe inconsapevoli date ad una madre invece sempre presente ed attenta, un nonno ritrovato che, anche se a suo modo, nel suo silenzio, sa stargli vicino. E il coraggio di un bambino che si muove in una città come NYC alla ricerca di qualcosa più grande di lui, senza mai fermarsi, senza mai abbandonare la speranza di trovare qualcosa di suo padre, senza mai smettere di cercare come gli diceva suo padre.
Film toccante e commovente, la Bullock brava (come sempre) e il piccolo che interpreta Oskar veramente eccellente in una parte comunque molto difficile.
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wallofwoodoo
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giovedì 16 agosto 2012
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stephen daldry dirige un nuovo dramma giovanile.
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Il film è molto ben costruito e recitato. Eccellenti il ragazzo e la coppia di anziani, meno incisivi proprio le stelle Hanks (in una parte importante ma non primaria) e la Bullock, non sempre a suo agio nella parte.
Non ho letto il libro per cui non so il grado di fedeltà del film al romanzo nè dal punto di vista narrativo né da quello del risalto ai personaggi. Certo nel film la parte da leone la fa il ragazzo, come del resto accadeva anche con Billy Elliot.
Eccezionale la prima parte del film, secondo me c'è una caduta nella parte finale (che coincide grossomodo con quella del colloquio tra madre e figlio). Comunque resta un bel film anche se molto triste.
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Il film è molto ben costruito e recitato. Eccellenti il ragazzo e la coppia di anziani, meno incisivi proprio le stelle Hanks (in una parte importante ma non primaria) e la Bullock, non sempre a suo agio nella parte.
Non ho letto il libro per cui non so il grado di fedeltà del film al romanzo nè dal punto di vista narrativo né da quello del risalto ai personaggi. Certo nel film la parte da leone la fa il ragazzo, come del resto accadeva anche con Billy Elliot.
Eccezionale la prima parte del film, secondo me c'è una caduta nella parte finale (che coincide grossomodo con quella del colloquio tra madre e figlio). Comunque resta un bel film anche se molto triste.
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archipic
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venerdì 18 gennaio 2013
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un diverso punto di vista
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Il 9/11 ha creato terribili sofferenze per chi lo ha vissuto in prima persona e per chi ne ha dovuto sopportare il peso delle conseguenze. Il film tratta proprio questo secondo aspetto: un figlio che perde il padre, ossia la sua guida e il suo amico, e prova a ritrovarlo affrontando sensi di colpa, problemi comportamentali e difficili rapporti col mondo adulto. Tutto incentrato sulla figura del bimbo, il film non tergiversa sull'evento in sè ma lo rapporta al significato intrinseco di ciò che ha rappresentato, ossia l'improvviso strappo di vite umane dai loro cari e dalle loro cose. Ed è proprio attraverso le cose ritrovate per caso che il protagonista si illude di poter dare un senso alla perdita e mitigarne la sofferenza e la colpa che sente su du sè.
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Il 9/11 ha creato terribili sofferenze per chi lo ha vissuto in prima persona e per chi ne ha dovuto sopportare il peso delle conseguenze. Il film tratta proprio questo secondo aspetto: un figlio che perde il padre, ossia la sua guida e il suo amico, e prova a ritrovarlo affrontando sensi di colpa, problemi comportamentali e difficili rapporti col mondo adulto. Tutto incentrato sulla figura del bimbo, il film non tergiversa sull'evento in sè ma lo rapporta al significato intrinseco di ciò che ha rappresentato, ossia l'improvviso strappo di vite umane dai loro cari e dalle loro cose. Ed è proprio attraverso le cose ritrovate per caso che il protagonista si illude di poter dare un senso alla perdita e mitigarne la sofferenza e la colpa che sente su du sè. Molto ben girato il film scorre senza molte pause, ben supportato da una recitazione molto buona, con il giovane Thomas Horn e il sempre grande Max Von Sydow una spanna su tutti. Il piccolo riesce molto bene a rappresentare il disagio psicologico derivante dalla perdita del padre ed a tratti le sue paranoie lo rendono addirittura antipatico, mentre il vecchio in modo molto istrionico tenta di approcciare il giovane perchè, a sua volta, anche lui ha qualcosa da farsi perdonare; e proprio il rapporto tra i due risulterà essere la parte migliore del film. In conclusione, un bel film che va visto cercando di immedesimarsi, partecipando ai sentimenti dei protagonisti, altrimenti si corre il rischio di non apprezzarlo fino in fondo.
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filippo catani
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venerdì 28 giugno 2013
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il giorno più brutto
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New York. Un bimbo affetto dalla sindrome di Asperger perde il padre, a cui era profondamente affezionato, l'11 settembre. Dopo un anno, il ragazzo decide finalmente di rientrare nella stanza e nel guardaroba del padre e rintraccia una misteriosa chiave inserita in una busta che riporta un cognome. Il piccolo deciderà allora di mettersi alla ricerca della persona e della serratura. Tratto dall'omonimo romanzo.
Sicuramente difficile rendere visivamente le emozioni provate da un bambino che già all'interno delle sue sofferenze deve fare i conti con la tragica scomparsa del padre. Il bambino cerca di dare all'evento una razionalità ma non riesce proprio a capire come sia stato possibile che un uomo sconosciuto abbia deciso di uccidergli il padre che con lui non aveva nulla a che fare e non gli aveva fatto nulla di male.
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New York. Un bimbo affetto dalla sindrome di Asperger perde il padre, a cui era profondamente affezionato, l'11 settembre. Dopo un anno, il ragazzo decide finalmente di rientrare nella stanza e nel guardaroba del padre e rintraccia una misteriosa chiave inserita in una busta che riporta un cognome. Il piccolo deciderà allora di mettersi alla ricerca della persona e della serratura. Tratto dall'omonimo romanzo.
Sicuramente difficile rendere visivamente le emozioni provate da un bambino che già all'interno delle sue sofferenze deve fare i conti con la tragica scomparsa del padre. Il bambino cerca di dare all'evento una razionalità ma non riesce proprio a capire come sia stato possibile che un uomo sconosciuto abbia deciso di uccidergli il padre che con lui non aveva nulla a che fare e non gli aveva fatto nulla di male. Ovviamente è un dramma a cui non si può dare una spiegazione logica e quindi il ragazzo deciderà di intraprendere un viaggio che sarà anche una sorta di condivisione del proprio dolore con tutti coloro che incontrerà. Questo perchè tutta la città di New York si è sentita coinvolta e sconvolta dalla violenza di un atto di terrorismo che ha cancellato in un attimo migliaia di vite. Ecco a furia di seguire il peregrinaggio del protagonista, il film perde un pochino di smalto preso com'è tra un flashback e l'altro. Sicuramente ciò che più da spessore al film (oltre all'interpretazione di Thomas Horn) è senza dubbio la prestazione del gigante Von Sydow. Sembra incredibile eppure era proprio lui che nel 1957 sfidava la morte a scacchi nel Settimo Sigillo. Da allora un sacco di ruoli in film di primo piano e non solo. Eppure nonostante l'età e il passare del tempo, ci regala una prestazione semplicemente da incorniciare; non dice una parola in tutto il film ma comunica attraverso gesti e biglietti scritti ed è letteralmente perfetto nelle sue movenze. Per il resto Tom Hanks fa una piccola parte così pure la bullock che però recita con grande intensità.
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