Titolo originale | Dupa dealuri |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Romania |
Durata | 155 minuti |
Regia di | Cristian Mungiu |
Attori | Cosmina Stratan, Cristina Flutur, Valeriu Andriuta, Dana Tapalaga, Catalina Harabagiu Gina Tandura, Vica Agache, Nora Covali, Dionisie Vitcu, Ionut Ghinea, Liliana Mocanu, Doru Ana, Costache Babii, Luminita Gheorghiu, Alina Berzunteanu. |
Uscita | mercoledì 31 ottobre 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,40 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 25 agosto 2016
Premiato con la Palma d'Oro nel 2007 per 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, il regista rumeno torna al Festival di Cannes. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Oltre le colline ha incassato 188 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Voichita e Alina sono cresciute insieme in orfanotrofio fino alla maggiore età. Successivamente, la prima è stata accolta nel monastero locale mentre la seconda è stata affidata ad una famiglia adottiva, dalla quale è scappata per andare in Germania. Ora Alina torna per portare via con sé anche l'amica, l'unica persona che abbia mai amato e da cui sia mai stata amata. Ma Voichita non è certa di voler lasciare la comunità religiosa. Intanto l'irrequietezza di Alina porta il prete e le sorelle a credere che sia malata o indemoniata.
Oltre le colline è prima di ogni altra cosa una storia d'amore, ed è da qui che il film trae la sua potenza. Un amore soffocato dalle regole imposte dal luogo che in una delle ragazze, l' "estranea", emerge drammaticamente e istericamente, come ogni sentimento forte rigidamente represso.
Il regista è partito da un fatto avvenuto in un convento sperduto della Moldavia, nel quale una ragazza ha trovato la morte in seguito ad un esorcismo, e ha trasformato la cronaca dell'evento in evento cinematografico, (ri)aprendo grazie agli strumenti del cinema ciò che la Storia aveva chiuso. Lo fa mantenendo lo stile della cronaca, ma entrando in essa in profondità, fino a farne un racconto seguendo il quale sentiamo il passare dei giorni, delle ore, dei minuti.
Come, appunto, in Quattro mesi, tre settimane, due giorni, Mungiu si focalizza ancora su due protagoniste femminili, fra le quali s'inseriscono un uomo e la sua autorità, ma il confronto si ferma qui. Oltre le colline, per la scrittura del quale il regista si è rifatto alle ricerche romanzate di Tatiana Niculescu Bran, interroga principalmente le conseguenze di una scelta, senza mancare di illuminare quanto ristretto possa essere lo spazio del libero arbitrio quando il peso della storia culturale e famigliare di una persona è così grande. La critica all'ideologia religiosa nei suoi estremi di cecità e ignoranza è evidente, ma il regista, con intelligenza, lascia parlare i fatti ed evita di trasformare il racconto in una ricerca di colpe e colpevoli, così come evita, a livello filmico, i toni del sensazionale o del melodrammatico.
Splendidamente fotografato, tanto negli esterni che negli interni da Oleg Mutu, il film sembra non parlare per forza o solamente della terra del regista, come è accaduto molto spesso fino ad ora nei titoli della nouvelle vague romena, ma fa questo e altro, parla del locale e dell'universale, scegliendo e orchestrando un dramma in cui si assommano pericolosamente l'incompetenza, il rifiuto della responsabilità e gli svantaggi biografici.
Il cinema di Mungiu colpisce per la sua potenza espressiva fatta di inquadrature lunghe e ipnotiche e da una recitazione realistica dominata da dialoghi che diventano parossistici contraddittori. Dopo l'asciutto "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" e il sarcastico "Racconti dell'età dell'oro" il suo ultimo lavoro premiato a Cannes come migliore sceneggiatura e migliori [...] Vai alla recensione »
Ci si sente subito trapiantati in un credibile medioevo contemporaneo. Un medioevo senza colpevoli, con l'eccezione dell'ignoranza e dell'indifferenza, tenaci fili guida sia nel microcosmo del convento che nel contesto sociale esterno, quello 'normale'. Nessun colpevole ma tante vittime: quelle di una fede figlia soprattutto dell'ignoranza e della paura, le vittime dello [...] Vai alla recensione »
Oltrepassi le colline e ti trovi in un altro mondo, lasci dietro la città, le moderne comodità e ti ritrovi in un convento dove la vita è quella di secoli fa, niente luce elettrica, l’acqua viene raccolta dal pozzo, tanta fede e tanta superstizione. Voichita e Alina sono cresciute insieme in orfanotrofio, poi hanno scelto strade diverse, l’una all’estero a lavorare, [...] Vai alla recensione »
I 155 minuti del film, trascorrono in un’atmosfera glaciale e come ambiente e come stato d’animo. Sacro e profano si fondano in un torbido che si annuncia già all’inizio, ma che rimane secondario e lieve rispetto alla più profonda tematica sulla quale si regge il film. La fede come alternativa possibile ad una vita senza calore umano, è sottoposto qui a [...] Vai alla recensione »
La visione di questo film ha richiamato alla mia mente due altri film diversissimi nei contesti e negli sviluppi ma dove ugualmente esiste una vittima sacrificale perchè in preda a un forte bisogno di un amore "terreno" investito di forti cariche spirituali e dove questo amore è fortemente ostacolato da un ambiente culturale. Le due pellicole sono "L'altra metà dell'amore" e "Le onde del destino". Vai alla recensione »
Casupole di legno, pozzi, strade di fango, lanterne ad olio. Una comunità senza tempo, di mille o 500 anni fa, quando le emanazioni della Chiesa dettavano legge in ambito religioso come in quello civile, in cui il sacro regolamentava anche il profano, il potere era concentrato nel capogruppo, monarca assoluto che dirigeva la baracca come incontestabile intermediario tra Dio e uomini.
Dopo "4 mesi"......., Mungiu cambia obiettivo, o forse no. C'è ancora l'amore al centro della scena, ed in fondoanche lì veniva declinato sotto varie forme (L'amicizia, il rapporto di una madre con qualcosa o qualcunoc he porti in grembo, persino quello del padre per le tradizioni). Ed alla fine le affinità non finiscono qui: anche stavolta il regista rumeno [...] Vai alla recensione »
Due ragazze vivono per lungo tempo in orfanotrofio. Al momento di uscire, una si reca in Germania a cercare lavoro mentre l'altra decide di entrare in un convento ortodosso. Di ritorno dalla Germania, la giovane decide di andare a trovare l'altra ragazza per convincerla ad andare a lavorare con lei. Un film cupo e doloroso quello che ci regala il regista Mungiu già autore dello struggente [...] Vai alla recensione »
Dramma profondo su di una relazione negata, sacrificata sull'altare della cieca devozione religiosa. Pellicola lineare e diluita, ben diretta da Cristian Mungiu, che dopo il buonissimo "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni" si ripete, prendendo sempre le mosse da un legame femminile, per arrivare ad affondare una critica al proprio paese, ancorato a logiche pericolasemente anacronistiche.
Tornata in Romania dopo un'esperienza lavorativa in Germania, la giovane Alina è intenzionata a ripartire portando con sè la sua ex compagna di orfanotrofio Voichita, divenuta nel frattempo novizia in un povero convento di suore. La difficile situazione vissuta dalla prima, divisa fra l'attrazione per la sua amica e le severe regole monastiche, la porteranno ad un grave esaurimento [...] Vai alla recensione »
In un contesto reale di vita moldavo/rumena si narra la storia (vera) di una comunità religiosa di stretta osservanza ortodossa che a mio avviso non è poi così lontana dalla vita di un convento di clausura nostrano con le sue regole e i suoi riti. Si deve considerare che il contesto sociale assai deprimente offre alle adepte una possibile via di fuga alternativa all'emigrazione [...] Vai alla recensione »
Alina torna a casa, in Romania, dalla Germania a trovare Voichita. Sono due ragazze, cresciute insieme in orfanotrofio e legate da una storia d’amore che dura da sempre. Voichita ora è in convento, dove ha intrapreso la via monacale e non è più disposta a rivivere quell’amore né tantomeno a lasciare la vita religiosa per andare con Alina in Germania.
“Misteri della fede …”. Ogni medico fornisce la sua medicina e il capo del convento in Moldavia, comunità operosa e quasi autosufficiente “oltre le colline”, chiamato dalle sue novizie padre e papà, ritiene che i malesseri di Alina e le sue ribellioni necessitino di esorcismi. “Il maligno attraverso di lei cerca di spaventarci … dobbiamo [...] Vai alla recensione »
Il film è duro e tale vuole essere .Già lo capisci dalle scene buie e opprimenti , dalla recitazione monocorde , dal tono generale .Ma la storia è così terribile che non avrebbe potuto essere che così.Se un film è soprattutto scena qui la scena è totalmente didascalica per pervenire a quello che è l' interrogativo del film.
Oltre le colline c'è un piccolo e sinistro monastero. Voichita è una novizia giunta in quella comunità dopo aver trascorso l'infanzia e l'adolescenza in un orfanotrofio. Sembra aver trovato la sua vita perfetta di sacrifici e diligenza ma «senza amici. Qui... ci si aiuta», come ammette egli stessa. Alina, una sua vecchia amica e forse qualcosa di più, [...] Vai alla recensione »
Mah!!!! Dopo avere visto anni fa 4 mesi 3 settimane 2 giorni e letto parti di critica su questo film e i premi avuti, soprattutto attrici, mi aspettavo un film lento e in parte noioso, ma ero curioso di vedere Mungiu emergente regista giovane e promettente. Sinceramente sono rimasto deluso. Dei premi confermo la sceneggiatura, perchè l'idea, anche se storia vera e quindi non inventata, è [...] Vai alla recensione »
Nonostante sia molto lungo e si svolga soprattutto in un monastero,il film tiene desta l'attenzione fino alla fineDotato di un ritmo veloce e incalzante,presenta una trama interessante e originale,su cui c'è da riflettere molto.La chiesa presenta un duplice aspetto,di colpevolezza e buonafede,la vicenda delle due ragazze è estremamente coinvolgente.
.......ringrazio -Ancora- in ogni caso "MyMovies", per farci vedere questi film in streaming, senza pagare - Per i film "Free"- nulla che non sia la connessione a Internet
Il pregio più interessante di questo film è la totale imparzialità del regista sui fatti narrati: i religiosi, infatti, non sono affatto cinici e completamente in buona fede così come Alina è più nevrotica che sana. Il meccanismo di illustrazione delle irrazionalità e, parlando in senso moderno, delle crudeltà delle credenze, viene descritto [...] Vai alla recensione »
non vi è dubbio che il film sia valido sotto tutti i punti di vista,ma nel lasciare il racconto fine a se stesso,si omette di cercare una fine in conclusione di questa storia vera come si sono evoluti i fatti? COME SARà ANDATA A FINIRE NELLA REALTà? altro punto cruciale : di che cosa è morta veramente la protagonista? di fame,di sfinimento o altro?come il pianosequenza del buio nella cella dell'amica [...] Vai alla recensione »
E' difficile giudicare un'opera di questo spessore, un film che somiglia a una lunga ed estenuante pratica di autoerotismo mentale del regista, un viaggio psichico malato, e anche un tortuoso e torturante esercizio di stile. Difficile anche per il regista misurarsi con quest'opera, un atto di coraggio ma al tempo stesso uno sprofondamento in schemi stereotipizzati.
La verità assoluta, l'amore per dio, la regola, che in verità celano ignoranza, intolleranza, bigottismo, affrontati più di 50 anni fa da Rossellini o meglio Fellini nel geniale episodio del monastero in PAISA', portato alle estreme conseguenze. Bisognerebbe viverlo in lingua originale per cogliere ogni sfumatura, ogni commento del regista.
Il regista Mungiu si ispira ai fatti realmente accaduti in un monastero in Moldavia. La storia descrive la vita al monastero di un gruppo di donne con a capo il prete, chiamato da tutte "Papà" e la madre superiora; un giorno viene a fare visita al monastero un amica d'infanzia di Voichita, ovvero Alina, entrambe sono cresciute assieme in un orfanotrofio, Alina vuole che Voichita [...] Vai alla recensione »
ero preoccupato dalla durata ma alla fine non ho resistito e sono andato a vederlo: intenso, affascinante, ti cattura e non senti il peso della sua durata. il punto di forza del film è che racconta una storia vera, senza giudizio. davvero consigliato
Film, basato su di un fatto vero di cronaca, sull' incontro tra due amiche dopo tanti anni e sulle loro scelte, discutibili o meno, di vita. Qui il regista affronta, come nel precedente "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni" il tema della forte e solida amicizia femminile per poi passare a quello del fanatismo religioso e di come un'abnegazione totale nei confronti di un bene [...] Vai alla recensione »
Come la racconta Cristian Mungiu, la Romania appare come il più desolato dei paesi europei, e si capisce perchè chi può la fugga e cerchi altrove normalità e serenità. In 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, che nel 2007 ha vinto la Palma d' Oro qui a Cannes, si trattava di una angosciosa storia di aborto clandestino negli anni del comunismo. Al di là delle colline, a democrazia avvenuta, è attraversato [...] Vai alla recensione »
La durata di due ore e mezza e l'argomento sono preoccupanti, ma «Oltre le colline» non è un film commestibile solo per i ragazzi del clan (cinéfilo). Il romeno Mungiu, venuto al mondo grazie a «4 mesi 3 settimane 2 giorni», Palma d'oro a Cannes 2007, vi ricostruisce, infatti, un caso di cronaca che impressionò l'opinione pubblica del suo paese: la morte di una giovane esorcizzata a viva forza entro [...] Vai alla recensione »
La prima immagine, un abbraccio negato alla stazione con un gesto di imbarazzo forse ancora più doloroso che un rifiuto, ci fa sperare un'ostinazione amorosa: Alina partita per la Germania in cerca di lavoro è tornata a prendere Voichita, l'amica del cuore, l'amata, l'amante, la complice nella fuga di un futuro insieme, lontano da quel paese grigio.
Lo scorso maggio a Cannes Oltre le colline di Christian Mungiu è stato premiato per le due attrici protagoniste, Cosmina Stratan e Cristina Flutur, in effetti intense e credibili; e per la sceneggiatura (scritta dal regista stesso ispirandosi a un fatto vero tradotto in forma di romanzo da Tatiana Niculescu Bran), che è davvero straordinaria. Questo non significa che il film sia da meno: è un'opera [...] Vai alla recensione »
Ci sono registi di cui intuisci subito il talento, anche se penalizzati dalla programmazione e dall'assenza di fama. Cristian Mungiu è uno di questi: era il maggio del 2007, un soporifero secondo giorno del Festival di Cannes venne scosso da Quattro mesi, tre settimane, due giorni, un'opera folgorante sull'aborto, sulla vita, sulla rappresentazione visiva di un comunismo kafkiano.
Per quello che conta, era la nostra Palma d'Oro di Cannes 2012: e avendo dichiarato sette giorni fa l'altissimo apprezzamento per il vincitore Amour, potete capire quanto ci è piaciuto Oltre le colline, opera terza del romeno Cristian Mungiu. È, costui, un regista di valore assoluto. Ha girato tre film e due sono gioielli: 4 mesi 3 settimane 2 giorni, con cui vinse Cannes nel 2007, e questo.
Due film tratti «da una storia vera» (la formula più abusata che esista). Due modi opposti di trattare la violenza, la rivolta, la passione. Quando le affinità scarseggiano il festival cavalca i contrasti, a costo di apparire schizoide. Dunque ecco un film tutto tensione e rigore prodotto dai Dardenne, Al di là delle colline del romeno Cristian Mungiu (già palma d’oro 2007 con 4 mesi, 3 settimane, [...] Vai alla recensione »
Le vie del signore sono infinite, come i modi di riconoscere e adottare la retta via. Don Seppia, ex parroco di Sestri Levante, dava droga ai minorenni in cambio di servizi sessuali. E’ un reato. Da ieri, se un vescovo ne ha notizia, può tacere, con la benedizione della Cei. La Chiesa ortodossa contempla l’universo del male in 464 peccati: «Ne manca solo uno, quello dell’indifferenza» dice il romeno [...] Vai alla recensione »
I francesi fabbricano i loro mostri sacri, ma in caso di disaccordo o colpa grave non ci mettono niente a cambiare idea. Lo scorso maggio, finito il festival di Cannes, il settimanale "Les Inrockuptibles" pubblicò un editoriale intitolato "Haut Nannisme". Faceva le pulci a Nanni Moretti, presidente della giuria, che aveva premiato film d'arte e cultura incapaci di trascinare spettatori in sala (che [...] Vai alla recensione »
Dopo anni di distanza, le amiche del cuore Voichita e Alina si ritrovano. Ma nulla è come prima perché Voichita è diventata suora in un monastero e, pur di starle vicino, Alina si trasferisce da lei sfidando le disumane regole di una congrega più simile a una setta che a una comunità religiosa. Finirà in tragedia. Con l'aggravante che quanto vediamo sul grande schermo è il racconto di una storia vera, [...] Vai alla recensione »
L'esorcista nella Romania del dopo-Ceausescu. Lo slogan è grossolano ma rende l'idea. Un film tratto «da una storia vera» (formula passepartout ormai inservibile) accaduta nel 2005, ma più vicino al rigore di Dreyer che alle facilonerie dei film-cronaca. E capace di fornire un'esperienza interiore sconvolgente, che va molto oltre la storia narrata. E Al di là delle colline di Cristian Mungiu (palma [...] Vai alla recensione »
A Cannes, più che altrove, il confine tra adesione e rigetto è molto sfumato. Un sentimento che apre una crepa nella certezza dei nostri giudizi e che fa del festival un’esperienza filosofica. L’atteso terzo film di Cristian Mungiu (Palma d’oro nel 2007) racconta l’affinità elettiva tra due donne chiuse in un monastero. Primi segni di stanchezza? Scarso interesse verso il soggetto? In ogni caso la [...] Vai alla recensione »
Molti fischi hanno accolto poi il secondo film in competizione ieri, Beyond the Hills del rumeno Christian Mungiu, anche questo tratto da una storia vera che ha luogo in un remoto monastero di suore. Qui si rifugia Alina, venuta dalla Germania per cercare la sua amica Voichita, l’unica persona che abbia mai amato. Ma Voichita ha trovato Dio e non intende seguire Alina, agitata da una rabbia così violenta [...] Vai alla recensione »
Estenuante, barbosissimo dramma romeno, con un finale che sembra la parodia dell'Esorcista. La tonnentata Alina finisce in uno sperduto, rigidissimo monastero. Dove riabbraccia, un po' troppo stretta, l'amica d'orfanotrofio Voichita. In platea si sviene con la lista dei peccati della Chiesa ortodossa: 464. Per fortuna la suorina che li declama si ferma a 21. Da Il Giornale, 31 ottobre 2012