Midnight in Paris |
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Un film di Woody Allen.
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Kurt Fuller.
continua»
Commedia,
durata 94 min.
- USA, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 2 dicembre 2011.
MYMONETRO
Midnight in Paris
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Woody e l'omaggio alle bellezze di ieri e di oggidi davidearteFeedback: 936 | altri commenti e recensioni di davidearte |
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domenica 11 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gil e Inez sono in vacanza a Parigi, ospiti dei genitori di lei, americani repubblicani e molto snob. Inez è perennemente impegnata con la madre arredatrice a cercare oggetti per la futura casa di Malibù e a frequentare una sua ex fiamma (il pedante Paul, un bravissimo Michael Sheen) e la sua fidanzata. Gil sembra invece più attratto dai segreti che una città cela al visitatore distratto: vorrebbe passeggiare, perdersi nelle stradine, vivere una vita parigina a tutto tondo, tanto da desiderare di abbandonare la California e trasferirsi in un sottotetto parigino a scrivere. Durante una passeggiata notturna viene catapultato nella Parigi degli anni Venti e in quest’occasione incontra grandi artisti come Hemingway, Fitzgerald, Dalì e Picasso. Si avvera così il grande desiderio di Gil: incontrare i suoi miti che hanno vissuto in una stagione culturalmente florida. Ma esiste veramente questo mondo e questo tempo cosi tanto agognati e fervidamente immaginati? Cioè il passato, quel passato, è davvero così “bello” e migliore del presente? Decisamente no: esiste l’idealizzazione. Essa è uno strumento che ci rende migliori ed evoluti: percepiamo il tempo, capiamo e comprendiamo il passato e sappiamo compiere un’incredibile cernita. Siamo capaci di selezionare le immagini migliori, i ricordi più veri e intensi e sintetizzarli in un unico grande contenitore che chiamiamo “idea”. È per questo che il passato ci sembra migliore: esso è stato saggiamente compresso in un’unica immagine dorata. In fondo il protagonista conosce di questi personaggi la più pura essenza e la fa rivivere in una realtà patinata e perfetta, fatta di luci calde e soffuse di un bistrot e di polverosi salottini (mi riferisco in particolare a quello di Gertrude Stein). Il mondo in cui Gil viene catapultato è un luogo immaginario che non esiste se non in quei libri che ha letto e che condensano vite disparate, esperienze divergenti e situazioni lontane nel tempo. Riesce infine ad accorgersene grazie ad Adriana (una bellissima Marion Cotillard), che da amante di Picasso e compagna di avventure africane di Hemingway diventa sua musa ispiratrice e oggetto di un amore folle e bohemien: sarà proprio lei a risvegliarlo da questo sogno incantato. La morale, come sempre nei finali di Allen, è più profonda di quanto non si creda: non esiste una stagione felice nel passato. Esistiamo noi che esaminiamo i ricordi e li trasformiamo, li plasmiamo a nostro uso e consumo, per esorcizzare le infelicità del mondo. Ma l’amore intenso e vero permette di assaporare la bellezza dell’oggi e sperare in un domani più ricco e pieno. E infine Gil impara la lezione, volta pagina, lascia Inez e inizia a vivere quella vita che aveva cercato inutilmente in un passato glorioso: si trasferisce nella ville lumière per scrivere romanzi…forse non da single. L’omaggio di Allen a Parigi si rivela sin dalla prima sequenza: una serie di cartoline degli angoli più affascinanti. La città viene dipinta come un posto meraviglioso, ricco nelle sue infinite sfumature, bello soprattutto quando piove…a detta di Gil. Il film è uno dei più belli di Allen: ottimi i dialoghi, anche se molto dell’umorismo del regista si è un po’ smorzato o è stato volutamente messo da parte. Il punto di forza è decisamente la fotografia e, d’altronde, non è una novità. Aspettiamo l’imminente omaggio a Roma dunque…e speriamo che Allen celebri le bellezze romane come ha fatto ora con Parigi e prima con New York, Venezia e Londra.
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