ponzidj
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martedì 16 agosto 2011
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una nuova idea di azione!
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Non sbaglio a dire che questo è uno dei film che mi è piaciuto di piu in questi anni. Hanna è una storia straordinariamente concepita, che sa regalare allo spettatore forti emozioni durante tutto il film. Questa pellicola racconta la storia di una adolescente che viene tenuta in isolamento dal padre, ex agente della cia in delle montagne sperdute. La ragazza viene fin da piccolissima addestrata al combattimento ed è quindi una perfetta combattente in grado di disarmare un esercito (la forza di Hanna non è puramente casuale, ma deriva da esperimenti fatti in laboratorio con embrioni come il suo, a cui veniva modificato il dna per cercare di ottenere il soldato perfetto).
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Non sbaglio a dire che questo è uno dei film che mi è piaciuto di piu in questi anni. Hanna è una storia straordinariamente concepita, che sa regalare allo spettatore forti emozioni durante tutto il film. Questa pellicola racconta la storia di una adolescente che viene tenuta in isolamento dal padre, ex agente della cia in delle montagne sperdute. La ragazza viene fin da piccolissima addestrata al combattimento ed è quindi una perfetta combattente in grado di disarmare un esercito (la forza di Hanna non è puramente casuale, ma deriva da esperimenti fatti in laboratorio con embrioni come il suo, a cui veniva modificato il dna per cercare di ottenere il soldato perfetto). La ragazza si trovera ben presto in un modo esterno dopo essere scappata dalla casa con suo padre. Marissa Vigler lavora per gli USA e desidera uccidere la bambina e suo padre, perchè dopo aver creato la bambina non ha saputo controllare il suo potere e a chiuso la sperimentazione . Vedrete quindi Hanna che estranea al mondo iniziera ad ambientarsi trovando anche altre persone e riuscendo ad assaporare nuove emozioni mai provate. Ovviamente il tutto anche con molte scene di azione dove Hanna deve scappare da Marissa Vigler e dai suoi uomini. Io penso che questo film sia ottimo come prima ho gia scritto, ma lo penso perchè l'idea di utilizzare una ragazzina per interpretare la parte di un esperto guerriero e anche talvolta modificato geneticamente si era visto solo sotto forma di un uomo dal classico pugno di ferro, e mai sotto le sembianze umili di una ragazzina apparentemente indifesa. Come potrete osservare non mi sono dilungato troppo nel raccontarvi i particolari, questo l'ho fatto perchè voglio che guardiate il film per poi essere d'accordo con me oppure esprimere un'altra opinione.
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asterfaos
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sabato 13 agosto 2011
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la dolce ragazzina... con la pistola!
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Tenere seduti davanti ad un film, contemporaneamente maschi e femmine per 111 minuti senza annoiare una delle due parti è veramente difficile. Questo film c'è riuscito! Eravamo in tre: io e mia moglie (adulti) e mio cognato di 15 anni e tutti e tre siamo rimasti soddisfatti, cosa che accade veramente di rado.
Non voglio dire molto perchè le parole sono naturalmente soggettive, però stavolta Joe Wright ha fatto centro.
La recitazione è stata fantastica da parte di tutto il cast (magnifica Saoirse Ronan di "Amabili Resti"), cosa che è difficile da trovare oggi pensando a come spesso gli attori migliori scadono nella falsità della recitazione rischiando di non trasmettere nulla, bè non è questo il caso;
colpi di scena da far saltare dalla sedia, luci stroboscopiche e passi e spari al ritmo della musica tecno degli chemical brothers (sono sicuro che alla fine del film vi andrete a cercare le musiche) senza mostrare nulla di "splatter" e diventando così un film adatto anche ai minori trasmettendo contemporaneamente un'adrenalina degna solo dei film più "impallottolati".
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Tenere seduti davanti ad un film, contemporaneamente maschi e femmine per 111 minuti senza annoiare una delle due parti è veramente difficile. Questo film c'è riuscito! Eravamo in tre: io e mia moglie (adulti) e mio cognato di 15 anni e tutti e tre siamo rimasti soddisfatti, cosa che accade veramente di rado.
Non voglio dire molto perchè le parole sono naturalmente soggettive, però stavolta Joe Wright ha fatto centro.
La recitazione è stata fantastica da parte di tutto il cast (magnifica Saoirse Ronan di "Amabili Resti"), cosa che è difficile da trovare oggi pensando a come spesso gli attori migliori scadono nella falsità della recitazione rischiando di non trasmettere nulla, bè non è questo il caso;
colpi di scena da far saltare dalla sedia, luci stroboscopiche e passi e spari al ritmo della musica tecno degli chemical brothers (sono sicuro che alla fine del film vi andrete a cercare le musiche) senza mostrare nulla di "splatter" e diventando così un film adatto anche ai minori trasmettendo contemporaneamente un'adrenalina degna solo dei film più "impallottolati".
In negativo nella seconda parte c'è che l'azione cala molto mostrando la trama del film ricca di dettagli fiabeschi e giovanili e diventando più adatto ad un pubblico femminile, ma comunque questo è necessario per capire la storia che anche se non originalissima (mi sembra presa da X-files) è molto apprezzabile e a tratti anche divertente.
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[+] recensione ottima
(di suode)
[ - ] recensione ottima
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riccardo tavani
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mercoledì 17 agosto 2011
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la bambine crescono, le madri inseguono sparando
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Questo film si basa su un elemento molto semplice. L'erudizione forsennata, la preparazione fisica che noi cerchiamo di imprimere ai nostri figli fin da una soglia di età che è sempre più prossima a quella della nascita. Dal leggere e scrivere già prima della scuola, alla conoscenza delle lingue e a quelle scientifiche-naturalistiche, dai corsi di ogni genere, alle palestre alle piscine, al controllo delle emozioni.
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Questo film si basa su un elemento molto semplice. L'erudizione forsennata, la preparazione fisica che noi cerchiamo di imprimere ai nostri figli fin da una soglia di età che è sempre più prossima a quella della nascita. Dal leggere e scrivere già prima della scuola, alla conoscenza delle lingue e a quelle scientifiche-naturalistiche, dai corsi di ogni genere, alle palestre alle piscine, al controllo delle emozioni. Hanna vive con il padre Erik in una casa di legno sperduta tra i boschi e le nevi di una località imprecisata del nord della Finlandia. Il padre sembra vivere solo per lei e le insegna ogni cosa. Dal combattimento corpo a corpo, a cacciare e scuoiare un cervo, a come avere sempre i riflessi pronti e reattivi in ogni circostanza, sopratutto quelle in cui in gioco è la vita. Le insegna a parlare anche molte lingue e ogni altro tipo di conoscenza, avvalendosi di testi enciclopedici presenti nella baracca. Che lo faccia la sera intorno al fuoco, è una trasparente allusione a quel fuoco moderno che è la tv o il computer. Hanna conserva accanto al suo giaciglio un libro illustrato di fiabe dei Fratelli Grimm. A questo libro e a queste immagini sono associate in lei dei ricordi sbiaditi e confusi: quelli della uccisione della sua giovane e dolce madre a colpi di pistola. Un giorno Hanna dice ad Erik che si sente pronta, da ogni punto di vista, ad affrontare il mondo là fuori. Il padre la sottopone ad un altro duro combattimento senza esclusione di colpi con lui stesso, che la bionda ragazzina supera nel migliore dei modi, poi non può che acconsentire alla sua richiesta. Ma ad Hanna una cosa Erik la aveva già detta da tempo: andare là fuori significa inevitabilmente scontrarsi con Marissa Wiegler, una potente quanto micidiale agente segreto che farà del tutto per ucciderla. “Scontrarsi” con Marissa, infatti, significa o eliminarla o farsi eliminare: non c'è nessun'altra possibilità, la mette i guardia Erik. Dunque un segreto tiene insieme i ricordi di Hanna e la caccia spietata che le darà Marissa. Ora se è già una situazione da fiaba dei Fratelli Grimm questa capanna sperduta nel bosco ghiacciato in cui vive Hanna con il padre, tutto il successivo sviluppo della pellicola avrà l'andamento di una favola moderna, di quelle della odierna letteratura per ragazzi, fatta di intrighi, misteri, azione, avventure, scoperta del mondo e dei suoi diversi e mutevoli scenari geografici. Come è tipico di questi libri i compagni di avventura di Hanna saranno un'altra adolescente, Sophie, e il suo fratellino Miles, incontrati per caso nel corso della sua prima fuga, nel deserto arabo, da Marissa e dai servizi segreti americani che lei dirige. La commistione tra le vecchie fiabe di una volta e la attuale narrativa per ragazzi è chiaramente indicata dal fatto che il luogo di attrazione gravitazionale di tutta la vicenda sia la città di Berlino, vero topos di tutte le spy stories cinematografiche, e la Casa-Parco dei Fratelli Grimm quello in cui tutti i nodi dell'intreccio si scioglieranno in maniera tanto atroce quanto liberatoria. Così se la “preparazione” forsennata dei nostri figli è spinta addirittura a prima della loro nascita, allora lo scontro tra la bionda Hanna e la rossa Marissa, non è solo quello tra Biancaneve e la Strega cattiva, ma sta qui a rappresentare quello innescato dalla competizione feroce tra figlie e madri che non vogliono invecchiare e sparano, perché come dice Erik in una battuta finale: “Le bambine crescono!”.
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elep23
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lunedì 30 settembre 2013
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umano dopotutto può essere abbastanza
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Da sempre all’essere umano non basta mai quello che è, sembra che siano richieste capacità quasi sovraumane per poter emergere nella nostra società. A chi non piacerebbe parlare più lingue, avere nozioni di anatomia, una valente prestanza fisica e notevoli abilità di auto difesa. Molti sarebbero disposti a sacrificare tutto, poco prezzo sembrano i sentimenti che ci rendono troppo deboli, cosi umani.
Il precario equilibrio tra rifiuto e accettazione di non essere abbastanza è il fulcro centrale di questo film.
A chi pensa che il mondo non sia un posto sicuro, può sorge il dubbio che non saremmo mai abbastanza letali per sopravvivere.
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Da sempre all’essere umano non basta mai quello che è, sembra che siano richieste capacità quasi sovraumane per poter emergere nella nostra società. A chi non piacerebbe parlare più lingue, avere nozioni di anatomia, una valente prestanza fisica e notevoli abilità di auto difesa. Molti sarebbero disposti a sacrificare tutto, poco prezzo sembrano i sentimenti che ci rendono troppo deboli, cosi umani.
Il precario equilibrio tra rifiuto e accettazione di non essere abbastanza è il fulcro centrale di questo film.
A chi pensa che il mondo non sia un posto sicuro, può sorge il dubbio che non saremmo mai abbastanza letali per sopravvivere. Hanna resta nel limbo di questo dilemma, bambina nata e crescita con un unico scopo: uccidere.
Il film è coinvolgente, i personaggi sono molto realistici e convincenti, a tratti ci sono delle pecche che rovinano la poesia della trama, questo lo rende un film godibile ma non un capolavoro.
Il messaggio che vuole dare tuttavia arriva forte e chiaro, dopotutto non importa quello che una persona sa fare “Basta non mancare il cuore”, Hanna il mio l’ha compito.
Ciò non toglie che i bambini non dovrebbero giocare con le armi, ma giocare e basta. L’infanzia non si tocca e non torna. Non esistono bambini cattivi, ma bambini che purtroppo non hanno altra scelta.
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andrea levorato
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venerdì 9 settembre 2011
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una fiaba moderna e pulp
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Hanna ***
Produzione: USA 2011
Genere: Thriller, Azione, Fantascienza, Pulp
Regia: Joe Wright
Attori principali: Saoirse Ronan, Cate Blanchett, Eric Bana
Trama:
Hanna (Ronan) ha 16 ed è una machina per uccidere. È stata addestrata da suo padre (Bana), un ex-agente della CIA, per la realizzazione di un piano. Quando, ormai, si sente pronta comincia la fuga interminabile.
Mini recensione:
Tra combattimenti emozionanti e gli sguardi stupiti della Ronan, che scopre il mondo attraverso gli occhi della giovane Hanna, Joe Wright, regista solitamente politico, confeziona un thriller ottimo, che deve molto all’attrice protagonista e al suo personaggio sociopatico.
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Hanna ***
Produzione: USA 2011
Genere: Thriller, Azione, Fantascienza, Pulp
Regia: Joe Wright
Attori principali: Saoirse Ronan, Cate Blanchett, Eric Bana
Trama:
Hanna (Ronan) ha 16 ed è una machina per uccidere. È stata addestrata da suo padre (Bana), un ex-agente della CIA, per la realizzazione di un piano. Quando, ormai, si sente pronta comincia la fuga interminabile.
Mini recensione:
Tra combattimenti emozionanti e gli sguardi stupiti della Ronan, che scopre il mondo attraverso gli occhi della giovane Hanna, Joe Wright, regista solitamente politico, confeziona un thriller ottimo, che deve molto all’attrice protagonista e al suo personaggio sociopatico. Ormai in perfetta linea con la moderna concezione della “tipa tosta” cominciata con la Thurman in Kill Bill, e recentemente portata avanti da Snyder in Sucker Punch ed estremizzata con l’11enne Hit-Girl di Kick-Ass, la nuova eroina stupisce ma non incanta quanto le precedenti.
Interpretazioni:
Saoirse Ronan ****1/2
Cate Blanchett ***
Eric Bana **1/2
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greatsteven
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martedì 13 giugno 2017
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una bambina addestrata come macchina da guerra.
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HANNA (GERM/USA, 2011) diretto da JOE WRIGHT. Interpretato da SAOIRSE RONAN, ERIC BANA, CATE BLANCHETT, OLIVIA WILLIAMS, TOM HOLLANDER, JASON FLEMYNG
Tre personaggi principali: Hanna, sedicenne, cresciuta nelle foreste del Circolo Polare Artico, abituata ad una vita violenta ed essenziale; Erik Heller, olandese, che si spaccia per suo padre e l’ha addestrata all’omicidio e alla sopravvivenza; Marissa Wiegler, tedesca, agente della CIA, in passato compagna di lavoro di Erik, a conoscenza dell’estrema duttilità fisica della ragazza e intenzionata a togliere di mezzo entrambi. Con un bagaglio di informazioni fittizie da tenere con sé, Hanna se ne va dalle lande ghiacciate, viene catturata dagli sgherri di Marissa, riesce a fuggire rocambolescamente, esce da un tombino, si ritrova nel deserto del Marocco e ha la fortuna di aggregarsi ad una famigliola lì in vacanza.
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HANNA (GERM/USA, 2011) diretto da JOE WRIGHT. Interpretato da SAOIRSE RONAN, ERIC BANA, CATE BLANCHETT, OLIVIA WILLIAMS, TOM HOLLANDER, JASON FLEMYNG
Tre personaggi principali: Hanna, sedicenne, cresciuta nelle foreste del Circolo Polare Artico, abituata ad una vita violenta ed essenziale; Erik Heller, olandese, che si spaccia per suo padre e l’ha addestrata all’omicidio e alla sopravvivenza; Marissa Wiegler, tedesca, agente della CIA, in passato compagna di lavoro di Erik, a conoscenza dell’estrema duttilità fisica della ragazza e intenzionata a togliere di mezzo entrambi. Con un bagaglio di informazioni fittizie da tenere con sé, Hanna se ne va dalle lande ghiacciate, viene catturata dagli sgherri di Marissa, riesce a fuggire rocambolescamente, esce da un tombino, si ritrova nel deserto del Marocco e ha la fortuna di aggregarsi ad una famigliola lì in vacanza. Nascostasi nel loro bagagliaio con la complicità della coetanea Sophie, Hanna attraversa lo stretto di Gibilterra, sbarca in Spagna e, dovendo raggiungere Berlino, deve ancora far fuori i predatori che la braccano, ora guidati dal perfido Isaacs, assassino a pagamento reclutato da Marissa. Erik, frattanto, ha lasciato anche lui la capanna nordica, è giunto a nuoto in terra tedesca e, dopo un primo attentato alla sua vita miracolosamente ben gestito, si ricongiunge ad Hanna e le racconta la verità: nata da una donna polacca a nome Johanna, è stato iniettato nel suo embrione un gene che enfatizzò i poteri fisici in modo da creare una bambina-soldato con resistenza, velocità e forza sovrumane, in grado di affrontare pericoli inimmaginabili e sfide di portata formidabile. Triplo epilogo sanguinoso in un parco giochi della capitale germanica. Musicato dalla colonna sonora pomposa e martellante dei Chemichal Brothers, sorretto da un montaggio mozzafiato che lascia poco respiro allo spettatore e sostenuto da una sceneggiatura che zigzaga fra esplosioni di ferocia e pause riflessive che aumentano la tensione, è un thriller fantascientifico che trae a piene mani gli elementi più crudi del dramma, condendoli con una vena horror non troppo calcata e spingendo rispettivamente sul pedale della spietata analisi psicologica nel ritratto di una protagonista non convenzionale, e sulla frizione dell’emotività per cambiare le marce a seconda della cifra narrativa che assume il racconto, passando con ammirevole disinvoltura dal patetico al sentimentale, dall’efferato al sanguinario, dal melanconico al mellifluo. Già con un’esperienza nel cinema fantasy (molto differente da Hanna) avuta col discreto Ember – Il mistero della città di luce (2008), Ronan si mostra assai a suo agio nel ruolo di un’assassina adolescente ammaestrata come il più malvagio degli animali da circo a correre, saltare, maneggiare il coltello, sparare con la pistola, lottare a perdifiato e in generale sopravvivere, qualunque condizione di pericolo se li presenti davanti. La sua protagonista si conferma come carta vincente di un film emozionante che pecca nella ricerca di un finale efficace e nei rallentamenti dovuti all’iniezione di zucchero mieloso nella parte centrale, in cui, con l’incontro con una famiglia legata più dalle convenzioni da società globalizzata che da un sincero affetto fraterno, prevalgono le leziosità in puro stile teen-ager. I risultati migliori, dunque, vengono ottenuti con la rappresentazione della violenza, che, tanto per fare un paragone, si allontana drasticamente da quella degli spaghetti-western per attingere dalla scuola hitchcockiana, puntando su un trionfante accumulo della suspense e sulla crescita interiore dei personaggi (ben avviata, ma poi leggermente ingolfata, il che fa perdere punti alla credibilità dell’intreccio). Due australiani (caso raro) in un ruolo che li contrappone come elementi complementari, non solo sessualmente: Bana è un ex agente votato alla protezione della sua figlioccia, a costo di tollerare il relativo allontanamento e di riaffrontare un doloroso passato che l’ha visto complice nella modificazione genetica del patrimonio di Hanna, mentre Blanchett, sempre poco a suo agio nelle vesti di un’antagonista, riesce comunque a brillare col suo volto algido, la sua espressione serafica e il suo sguardo malizioso mentre ripercorre le tracce della sua odiatissima fuggitiva, mostrando un’ampia conoscenza delle debolezze dell’animo umano e dovendo scontrarsi anche lei con trascorsi ben poco illustri. I pezzi di bravura migliori corrispondono al prologo e alla conclusione: lo sventramento del cervo ucciso a frecciate e l’inseguimento per i binari ferroviari del parco giochi. Ma si distinguono per genialità creativa anche la fuga di Hanna dal bunker sotterraneo irto di telecamere, il dialogo nell’alberghetto polveroso col marocchino, l’amicizia un po’ traballante ma sanguigna con la ragazzina sdolcinata e pretenziosa, le numerose sequenze di combattimento (di forte impatto visivo ed emotivo), le altrettanto innumerevoli corse di Hanna sia nel paesaggio desertico che in quello polare, le acrobazie fra i containers del porto, l’uccisione della nonna che parla solo tedesco e la scioccante rivelazione nel sottofinale. Funzionano anche l’Isaacs di T. Hollander (il Cutler Beckett de I Pirati dei Caraibi, qui non meno perverso), il papà barbuto di J. Flemyng (anche lui spesso impiegato in ruoli squilibrati o comunque fuori dal comune) e il mago del parco ispirato alle fantasiose fiabe dei Grimm. In ultima analisi, Hanna non è una ragazza cattiva, non vuole far del male agli altri benché sia stata allenata proprio per questo obiettivo: nel fondo del suo animo, albergano la pietà, la bontà e la carità, e lei sente di dover ricorrere a mezzi estremi soltanto perché non ne conosce altri per entrare pacificamente in sintonia col mondo. Non a caso uno dei suoi maggiori rimpianti è non aver potuto godere di un’infanzia serena, il che riporta il discorso alla struttura fondamentalmente fiabesca della pellicola e al suo leitmotiv, poco ricorrente ma importantissimo, delle favole dei fratelli Grimm, illustrate in un libro all’inizio e traslate figurativamente più avanti nel film. Una piccola perla densa di tensione a rotta di collo da gustare in sala cinematografica, non certo un caposaldo, ma tuttavia un dignitoso esperimento su ruoli non abituali agli attori che li hanno incarnati.
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viola96
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domenica 14 agosto 2011
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fiabetta riveduta e corretta
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Joe Wright,autore del bellissimo "Espiazione" e del meno bello ma comunque interessante "Il solista",realizza un action movie ben strutturato e divertente,che avvolge lo spettatore in una spirale di violenza inaudita.Una giovane(Saoirse Ronan,molto brava) è addestrata dal padre(Eric Bana) in una palude desolata,per poter compiere la sua vendetta contro la donna che ha assassinato sua madre.Un film dal ritmo frenetico,che mantiene una tensione costante fino allo scioglimento della vicenda,ma il tutto visto con le fondamente di una fiaba.Mi spiego meglio:il film è una piccola fiaba nera,violenta e misogina,che non riconcilia l'uomo con la donna,la madre con la figlia,o il padre con la madre.
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Joe Wright,autore del bellissimo "Espiazione" e del meno bello ma comunque interessante "Il solista",realizza un action movie ben strutturato e divertente,che avvolge lo spettatore in una spirale di violenza inaudita.Una giovane(Saoirse Ronan,molto brava) è addestrata dal padre(Eric Bana) in una palude desolata,per poter compiere la sua vendetta contro la donna che ha assassinato sua madre.Un film dal ritmo frenetico,che mantiene una tensione costante fino allo scioglimento della vicenda,ma il tutto visto con le fondamente di una fiaba.Mi spiego meglio:il film è una piccola fiaba nera,violenta e misogina,che non riconcilia l'uomo con la donna,la madre con la figlia,o il padre con la madre.Scordatevi tutto questo.L'algida macchina da guerra col nome di Hanna è letale e gaelica,ma anche debole e indifesa,anche se non si direbbe.Il duo di sceneggiatori David Farr e Seth Lockhead si dimostra irresistibilmente attratto dalla realtà pericolosa dei fatti e giostra la vicenda,tra un duello e l'altro con una particolare cura degli effetti visivi,paeseggistici,grazie a una location particolarmente ipnotica.Ma,come già detto,questo racconto è una fiaba:abbiamo la strega cattiva(bravissima Cate Blanchett),l'allontanamento e il ritorno,le prove da superare,il saggio(ma neanche tanto) maestro,e una protagonista impaurita dal fatto di non avere abbastanza armi per contrastare la vita."Hanna" non è un film perfetto:eleva figure inadeguate,ha una durata eccessiva ed è estenuante nella sua foga,ma riesce ad appassionare lo spettatore,che resta incollato allo schermo fino all'inevitabile conclusione.Un finale a sorpresa,che non guasta certo la situazione,è in linea con il pragmatico racconto.Saoirse Ronan è un'autentica forza della natura,Bana è sopra le righe ma efficace,la Blanchett è stupenda e folle.Caratteristiche,personaggi,vicende.Una fiaba nera,di violenza pura,senza distinzioni tra bene e male.Una guerriera geneticamente modificata per poter sopperire a una missione.Un pò ricorda(anche se lontanamente) il "Non Lasciarmi" di Mark Romanek.Anche lì,per sopperire ad uno scopo si era passati sopra all'umanità delle persone.Anche lì,la visione è stata un'autentica sorpresa.
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gianleo67
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venerdì 5 dicembre 2014
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l'enfant sauvage...secondo wright
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Figlia di un ex agente CIA da cui è stata allevata nella selvatica cattività di un rigoroso addestramento tra i boschi, per Hanna è finalmente giunto il momento di ritornare alla civiltà per vendicare la morte della madre, uccisa da una ex collega e nemica giurata del padre. Quello che Hanna non tarda a scoprire è in realtà una verità assai più complicata sulle sue origini, sul rapporto con il suo mentore e sulle reali finalità della sua missione. La sua vendetta sarà spietata.
Passando dagli adattamenti cinematografici di melodrammoni in costume ('Orgoglio e pregiudizio ' - 2005 e 'Espiazione' - 2007) all'action thriller spionistico ad alto tasso di adrenalina e di futuribili trame fantapolitiche, il 40enne Joe Wright sembra perdere convinzione e smalto amalgamando in modo abbastanza prevedibile il modello da 'enfant sauvage' di una piccola Nikita di origini teutoniche che parla fluentemente un numero imprecisato di lingue, ha una cultura pressocchè nozionistica (quella che passa il convento), ripete come un mantra le coordinate geografiche e sociali di una sua immaginaria identità civile e soprattutto è una letale arma di distruzione di massa dai capelli biondissimi e dal dolce sorriso lentigginoso.
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Figlia di un ex agente CIA da cui è stata allevata nella selvatica cattività di un rigoroso addestramento tra i boschi, per Hanna è finalmente giunto il momento di ritornare alla civiltà per vendicare la morte della madre, uccisa da una ex collega e nemica giurata del padre. Quello che Hanna non tarda a scoprire è in realtà una verità assai più complicata sulle sue origini, sul rapporto con il suo mentore e sulle reali finalità della sua missione. La sua vendetta sarà spietata.
Passando dagli adattamenti cinematografici di melodrammoni in costume ('Orgoglio e pregiudizio ' - 2005 e 'Espiazione' - 2007) all'action thriller spionistico ad alto tasso di adrenalina e di futuribili trame fantapolitiche, il 40enne Joe Wright sembra perdere convinzione e smalto amalgamando in modo abbastanza prevedibile il modello da 'enfant sauvage' di una piccola Nikita di origini teutoniche che parla fluentemente un numero imprecisato di lingue, ha una cultura pressocchè nozionistica (quella che passa il convento), ripete come un mantra le coordinate geografiche e sociali di una sua immaginaria identità civile e soprattutto è una letale arma di distruzione di massa dai capelli biondissimi e dal dolce sorriso lentigginoso. Non prendendosi troppo sul serio, ma nenche negandosi il repertorio di rocambolesche evasioni, fughe, sparatorie e rese dei conti varie, Wright imbastisce una sorta di narrazione favolistica di una innocenza perduta (o mai posseduta) nel suo disperato tentativo di recuperare il tempo e le palpitazioni adolescenziali lungo un percorso on the road che la porterà nel museo posticcio di un immaginario da fratelli Grimm e dove la solita regina crudele e livorosa (una non troppo credibile e sempre graziosa Kate Blanchett) la attendende per stabilire il suo triste dominio sulla bistrattata infanzia di una cinica manipolazione genetica. Tutto già visto e rivisto ovviamente, con l'aggravante di mantenere inspiegabilmente nebulose e deboli le motivazioni che conducono all'inevitabile tragedia di un crudele rendez-vous familiare e di procedere per accumulazione di luoghi comuni di cui ci saremmo volentieri risparmiata la visione, come pure la faccia monoespressiva di un Bana sortito dall'atelier finto-vintage di una 'cortina di ferro' fuori tempo massimo. Resta l'aggraziata e simpatica flessuosità della efebica e letale Saoirse Ronan pronta a far strage tanto di cattivi neonazi dai capelli ossigenati quanto mettere al tappeto uno sprovveduto e sdolcinato spasimante occasionale nel malinteso slancio di tenere effusioni adolescenziali. Più che le suggestioni di struggenti ricadute degli strascichi mistificatori di una spietata e cinica manipolazione genetica, rimane il senso di un'occasione sprecata per un autore non privo di qualità che, dopo i convincenti esordi di soggetti complicati e ad alto peso specifico, sembra perdersi nel solito bicchiere d'acqua del facile blockbuster americano con ambizioni mainstream (distribuiscono Universal e Sony) che lascia il tempo che trova.
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luana
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martedì 16 agosto 2011
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un viaggio interiore
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Mi sembra che il film abbia voluto porre il grosso tema dell'ingegneria genetica e delle sue conseguenze.Si è parlato a questo proposito dell'uomo che si sostituirebbe a dio, creando la vita.La storia di Hanna che vive isolata dal mondo con un padre che l'ha creata per uno scopo preciso sembrerebbe alludere al regno dei cieli. Arriva poi l'impatto sulla terra e anche un essere umano geneticamente modificato non può sfuggire alle variabili della vita. Durante questo viaggio Hanna scopre cose per cui non era stata costruita fino a quando conosce la verità; stacca il cordone ombelicale col padre pagando il suo debito con lui e uccidendo la vittima prevista. D'ora in poi sarà libera di vivere la sua vita ma consapevole dei suoi demoni.
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Mi sembra che il film abbia voluto porre il grosso tema dell'ingegneria genetica e delle sue conseguenze.Si è parlato a questo proposito dell'uomo che si sostituirebbe a dio, creando la vita.La storia di Hanna che vive isolata dal mondo con un padre che l'ha creata per uno scopo preciso sembrerebbe alludere al regno dei cieli. Arriva poi l'impatto sulla terra e anche un essere umano geneticamente modificato non può sfuggire alle variabili della vita. Durante questo viaggio Hanna scopre cose per cui non era stata costruita fino a quando conosce la verità; stacca il cordone ombelicale col padre pagando il suo debito con lui e uccidendo la vittima prevista. D'ora in poi sarà libera di vivere la sua vita ma consapevole dei suoi demoni. Ci sono parti molto belle che inducono molteplici riflessioni; sulla verginità di sguardo che rende questo mondo per Hanna incantato; sulla relatività di culture produttrici di credenze; di quanto ne siamo impregnati and so on... Ma non voglio dilugarmi. Vale comunque, a mio parere, la pena di vederlo.
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hughile.altervista.org
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sabato 3 settembre 2011
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ad un passo dalla normalita'
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Film dall’inizio curioso e dal finale insolito, ma con un tema molto interessante intuibile soltanto a pochi passi dalla fine.
Hanna addestrata dal padre sin dalla nascita ad affrontare ogni tipo di avversità, diventa una vera e propria piccola combattente in grado di annientare anche un intero corpo d’agenti segreti.
Giovane e bella come un angelo con gli occhi celesti ed i capelli color oro, Hanna sembra innocente ed ingenua, mite e gentile invece è impavida e temeraria , più forte di un uomo e più astuta di una volpe.
Ha nel sangue la forza di una pantera ed il coraggio di una leonessa, ma anche qualcosa che scoprirà essere il suo unico tormento e che confiderà solo alla sua prima ed unica amica, quella con cui condividere emozioni che la fanno sentire “normale” anche se lei normale sa di non esserlo mai stata, perché “così è scritto”.
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Film dall’inizio curioso e dal finale insolito, ma con un tema molto interessante intuibile soltanto a pochi passi dalla fine.
Hanna addestrata dal padre sin dalla nascita ad affrontare ogni tipo di avversità, diventa una vera e propria piccola combattente in grado di annientare anche un intero corpo d’agenti segreti.
Giovane e bella come un angelo con gli occhi celesti ed i capelli color oro, Hanna sembra innocente ed ingenua, mite e gentile invece è impavida e temeraria , più forte di un uomo e più astuta di una volpe.
Ha nel sangue la forza di una pantera ed il coraggio di una leonessa, ma anche qualcosa che scoprirà essere il suo unico tormento e che confiderà solo alla sua prima ed unica amica, quella con cui condividere emozioni che la fanno sentire “normale” anche se lei normale sa di non esserlo mai stata, perché “così è scritto”.
Hanna fa una scoperta sconvolgente , niente è come crede e come lei anche noi spettatori ci sentiamo disorientati, cosa si nasconde nel passato di Hanna?
Forte è nel fim lo scontro tra i due titani : “L’ Uomo” e “La Scienza” e come ogni volta la mano dell’uomo che interviene per modificarla , non lo fa non senza spaventose conseguenze.
Triste è la condizione di Hanna, triste è sapere ciò che lei ha saputo.
Che sia Dio o che sia darwin ognuno crede in qualcosa, ma come vi sentireste voi se non aveste più in chi ed in cosa credere?
Hanna perde la fiducia riposta in chi credeva i cardini della sua vita e si sente presa in giro, coinvolta e sconvolta da una verità che non capisce e che è pronta a scoprire a qualunque costo tanto che anche noi ci sentiamo sfiduciati quanto lei, ma inaspettatamente quella che perdiamo è proprio la fiducia in Hanna. Perché?
E’ alla fine del film che si compie quel cambio di visione sulla protagonista ,quella ragazzina che fino ad un minuto prima avremmo sostenuto, adesso invece la sacrifichiamo senza indugio in virtù di un ideale, quello che in fondo Hanna non ha e non potrà mai avere.
L’unione che c’è stata per tutta la durata del film tra noi ed Hanna si spezza improvvisamente perché ci rendiamo conto che sostenere Hanna è sbagliato,il prezzo da pagare per noi sarebbe troppo alto e troppo rischioso e meglio sarebbe rispettare certi limiti oltre i quali all’uomo non è dato andare.
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(di luana)
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