Hanna |
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Un film di Joe Wright.
Con Cate Blanchett, Eric Bana, Saoirse Ronan, Olivia Williams, Tom Hollander.
continua»
Thriller,
durata 111 min.
- USA, Gran Bretagna, Germania 2011.
- Sony Pictures Italia
uscita venerdì 12 agosto 2011.
MYMONETRO
Hanna
valutazione media:
2,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Strega senza favola
di Roberto Escobar L'Espresso
Come se fosse la protagonista di una favola crudele, a 16 anni Hanna (Saoirse Ronan) non conosce altro che una casa nascosta nel fitto di un bosco. Là, nella Finlandia settentrionale, il padre Erik (Eric Bana) l'ha cresciuta in segreto, insegnandole a diffidare d'ogni segno di pericolo, e a reagire violenta e precisa al pari di un assassino. Ma ora la ragazzina deve abbandonare il suo rifugio: ad attenderla nel mondo civile c'è un passato misterioso, che è - o vorrebbe essere - il cuore del racconto di "Hanna" (Usa, Gran Bretagna e Germania, 2011, 111'). E da quel passato riemerge Marissa (Kate Blanchett), che ha un ruolo imprecisato nella Cia, e che cerca Hanna per ucciderla.
Sono molte le storie raccontate dal film di Joe Wright. La prima è il thriller manesco e improbabile di un'esile adolescente che, da sola, vince nugoli di killer professionisti. Perché sia costretta a farlo è spiegato da una seconda storia, che la sceneggiatura ricostruisce pian piano, andando a ritroso nel tempo, fino a ritrovare Hanna bambina di due anni. Dietro a tutto questo c'è poi una terza vicenda, dal sapore eugenetico e paranazista (per quanto made in Usa), di cui sono protagonisti e anzi antagonisti Erik e Marissa. Infine c'è la storia che potrebbe dar senso al film intero: quella di una adolescente che reclama un suo posto nella vita.
Wright e gli sceneggiatori Set Lochhead e David Farr le mescolano, tutte queste storie, senza decidere a quale dar credito, e quale portare a termine. La prima si perde nella banalità di acrobazie muscolari reiterate. La seconda emerge in qualche flashback, portando con sé una nonna del tutto superflua. La storia paranazista è efferata, ma certo non è originale, e ha l'aria d'essere stata escogitata solo per giustificare le acrobazie suddette.
Quanto poi all'ultima, il film la suggerisce più d'una volta. Chi è Marissa per Hanna? Quale legame c'è stato fra lei ed Erik? Perché i due si disputano la ragazzina, al di là dei fattacci della Cia? In fondo, il ruolo narrativo di Marissa potrebbe avvicinarsi a quello di una madre gelosa e mortifera come la matrigna di una favola, appunto. Questo darebbe senso vero sia alla decisione di Eric di sottrarle Hanna, e di allevarla nel fitto del bosco, sia alla decisione di Hanna di conquistarsi la vita rubandola alla malvagità della "matrigna". D'altra parte, troppo preoccupato di costruire un thriller manesco, Wright non ha avuto il coraggio di portarla fino in fondo, la sua favola crudele.
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