fabrizio cirnigliaro
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domenica 14 novembre 2010
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il social network e il caso umano
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La pellicola parte sulle note di Ball and Biscuit dei White Stripes, che fanno da sottofondo ad una lite fra Mark e la ragazza, Erica. Una scena con battute tagliente, dialoghi incalzanti, il tutto a ritmo di blues.
La rabbia per essere stato scaricato dalla ragazza Mark la sfoga su un post nel proprio Blog, in cui mette alla berlina Erica, e in un sito che riesce a creare in un paio d'ore, Facemash.
Fincher riesce a mantenere un ritmo elevato per tutta la durata del film, grazie soprattutto alla sceneggiatura di Aaron Sorkin, che trasforma il discreto libro di Mezrich in una sceneggiatura da premio Oscar.
Zuckerberg ha tutte le caratteristiche tipiche del Nerd, ma allo stesso tempo ha l'ambizione e il cinismo di Gordon Gekko.
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La pellicola parte sulle note di Ball and Biscuit dei White Stripes, che fanno da sottofondo ad una lite fra Mark e la ragazza, Erica. Una scena con battute tagliente, dialoghi incalzanti, il tutto a ritmo di blues.
La rabbia per essere stato scaricato dalla ragazza Mark la sfoga su un post nel proprio Blog, in cui mette alla berlina Erica, e in un sito che riesce a creare in un paio d'ore, Facemash.
Fincher riesce a mantenere un ritmo elevato per tutta la durata del film, grazie soprattutto alla sceneggiatura di Aaron Sorkin, che trasforma il discreto libro di Mezrich in una sceneggiatura da premio Oscar.
Zuckerberg ha tutte le caratteristiche tipiche del Nerd, ma allo stesso tempo ha l'ambizione e il cinismo di Gordon Gekko. Non è motivato da nessun ideale, non appartiene ad un movimento politico, ma a differenza del magnate della finanza, per Mark non è solo una questione di soldi, per lui il denaro non è un'ossessione
Un ragazzo che praticamente non ha amici ha inventato l'amicizia sul web, piuttosto singolare come cosa.
L'invenzione di Facebook ha profondamente cambiato la sua vita e la società di oggi, il modo con cui tutti interagiamo con gli altri e l'utilizzo stesso della Rete nella vita di tutti i giorni
The Social Network non non parla di un uomo, ma dell'Uomo del nuovo millennio, di come i nuovi media hanno stravolto il modo di comunicare, i rapporti sociali.
Sicuramente Zuckerberg ha dei problemi a relazionarsi con gli altri, agisce istintivamente, dice sempre tutto quello che gli passa per la testa , senza nessun filtro, senza limite
Questo forse è il punto debole della persona e delle nuova tecnologie
Non ci sono più asticelle sui blog, forum , social network, dove non si scrive con la matita, ma con l'inchiostro della tastiera e non sempre basta aggiungere una faccina emoticon alla fine di un post per smussare la lama con cui si feriscono i sentimenti degli altri
Si deve sempre poter commentare tutto , anche se non hanno nessuna competenza sull'argomento trattato, quasi fosse obbligatorio avere un'opinione su tutto, sempre
Come se“Ogni pensiero che ti passa per la testa sia troppo intelligente e sarebbe un crimine non condividerlo con gli altri”
Zuckenberg si comporterà nella vita reale come se fosse in rete (non viceversa). Scrive un insulto nel suo biglietto da visita (io sono il Ceo, Stronzo), prende in giro i potenziali inserzionisti pubblicitari, ignora l'avvocato della pubblica accusa quando gli rivolge delle domande che lo annoiano.
Fincher però lascia che sia lo spettatore a stabilire se sia “stronzo o se si sforzi solo di esserlo a tutti i costi”
Facebook ha azzerato il concetto dei “sei gradi di separazione”, bastano pochi click per essere legato ad una persona fino ad un attimo prima sconosciuta.
In passato potevi incontrare una persona casualmente, era il “segno del destino”, adesso basta poco per imbattersi “casualmente” in una vecchia conoscenza che per qualche motivo si era persa di vista.
Puoi essere amico della tua vecchia maestra delle scuole elementari, del tabaccaio da cui acquistavi di nascosto le sigarette, dalla ragazza che ti ha prima tradito e poi mollato, del negozio da cui hai acquistato un paio di scarpe, del giornale che non acquisti più in edicola
Ma tutti questi amici rendono la tua vita migliore?
Gli amici non dovrebbero essere una specie di merce per lo stato di una persona
Kyle Broflovski
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member87
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sabato 13 novembre 2010
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sorkin...un fuoriclasse
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Penso che "The Social Network" sia un ottimo film. Bella storia, che appassiona e fa discutere, bravissimi attori, e ancora più bravo chi ha scelto e diretto dei semi-sconosciuti per rendere i personaggi ancora più credibili, e soprattutto dialoghi eccellenti. Quando non hai star da far recitare (e non considero Justin Timberlake una star del cinema ovviamente..) il lavoro si complica, se non sono convincenti il film ne risente. Non può allora non colpire una sceneggiatura di un livello altissimo, l'ennesimo capolavoro di quel fuoriclasse della scrittura di Aaron Sorkin, e che accompagnato da un Fincher in gran spolvero, ci regala una storia abbastanza semplice come trama ma incredibilmente complessa a livello emotivo e affascinante nella sua struttura del ricordo, della quale sono certo si parlerà ancora a lungo.
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Penso che "The Social Network" sia un ottimo film. Bella storia, che appassiona e fa discutere, bravissimi attori, e ancora più bravo chi ha scelto e diretto dei semi-sconosciuti per rendere i personaggi ancora più credibili, e soprattutto dialoghi eccellenti. Quando non hai star da far recitare (e non considero Justin Timberlake una star del cinema ovviamente..) il lavoro si complica, se non sono convincenti il film ne risente. Non può allora non colpire una sceneggiatura di un livello altissimo, l'ennesimo capolavoro di quel fuoriclasse della scrittura di Aaron Sorkin, e che accompagnato da un Fincher in gran spolvero, ci regala una storia abbastanza semplice come trama ma incredibilmente complessa a livello emotivo e affascinante nella sua struttura del ricordo, della quale sono certo si parlerà ancora a lungo. Scena memorabile: "Precisamente allo scoccare del milionesimo "amico" di facebook, Mark perdeva il suo vero e unico amico nella vita reale.."
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riccardo t.
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domenica 14 novembre 2010
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i nuovi re del mondo
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film molto interessante, e da vedere sicuramente. Fincher offre una regia elegante e pulita, aiutato da un montaggio avvincente e che si alterna tra passato e presente della vicenda. attori molto convincenti, Eisneberg rende bene lo spirito del suo personaggio cinico,ambizioso,asociale,presunto bastardo, Garfield ha il personaggio più difficile da interpretare ma quello dove ci si può immedesimare di più il miglior amico tradito, Timberlake ha poco spazio ma gli basta per creare uno Sean Parker falso e ammaliatore. nota di merito alla fotografia molto bella, e alla colonna sonora. infine ottimi gli spunti che offre il film: i nuovi re del mondo sono dei nerd sociopatici e frustrati che combattono contro dei figli di papà per milioni di dollari.
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film molto interessante, e da vedere sicuramente. Fincher offre una regia elegante e pulita, aiutato da un montaggio avvincente e che si alterna tra passato e presente della vicenda. attori molto convincenti, Eisneberg rende bene lo spirito del suo personaggio cinico,ambizioso,asociale,presunto bastardo, Garfield ha il personaggio più difficile da interpretare ma quello dove ci si può immedesimare di più il miglior amico tradito, Timberlake ha poco spazio ma gli basta per creare uno Sean Parker falso e ammaliatore. nota di merito alla fotografia molto bella, e alla colonna sonora. infine ottimi gli spunti che offre il film: i nuovi re del mondo sono dei nerd sociopatici e frustrati che combattono contro dei figli di papà per milioni di dollari.
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alesya
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giovedì 25 novembre 2010
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il network della solitutine
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Un ragazzo viene lasciato dalla fidanzata dopo una disastrosa e estenuante discussione : la sua lingua è tagliente come un coltello , non riesce a stare zitto per 5 secondi e dice sempre tutto quello che la mente gli suggerisce senza censurare gratuite cattiverie ; lei lo abbandona , e lui esce dal pub e inizia a camminare nella notte , attraversa a passo svelto il campus di Harvard brulicante di studenti , estraneo e insofferente a quell' ambiente come un insetto in un microcosmo a lui ostile , fino al dormitorio dove invece di sfogarsi con un amico in carne e ossa preferisce affidare la sua vendetta a un blog e a un sito internet di pessimo gusto , ignorando che quell' evento cambierà per sempre la sua grigia esistenza .
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Un ragazzo viene lasciato dalla fidanzata dopo una disastrosa e estenuante discussione : la sua lingua è tagliente come un coltello , non riesce a stare zitto per 5 secondi e dice sempre tutto quello che la mente gli suggerisce senza censurare gratuite cattiverie ; lei lo abbandona , e lui esce dal pub e inizia a camminare nella notte , attraversa a passo svelto il campus di Harvard brulicante di studenti , estraneo e insofferente a quell' ambiente come un insetto in un microcosmo a lui ostile , fino al dormitorio dove invece di sfogarsi con un amico in carne e ossa preferisce affidare la sua vendetta a un blog e a un sito internet di pessimo gusto , ignorando che quell' evento cambierà per sempre la sua grigia esistenza .Pochi frammenti delle prime scene di "the Social Network" rivelano già alcune delle caratteristiche che lo rendono uno dei più grandi e importanti film del 2010 : la potente ed entusiasmante sceneggiatura di Aaron Sorkin , i suoi dialoghi frenetici e duelli verbali estenuanti come una lezione di step ; l'ipnotica colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross e il tema di apertura " Hands Covers Bruise " , dove tre solitarie note di un pianoforte cercano di farsi sentire in un campo sonoro dalle minacciose e inquietanti vibrazioni ; la fotografia di Jeff Cronenweth , che dipinge il campus di Harvard con colori caldi e autunnali descrivendo il mondo di un protagonista straniero a quell' universo di classi e privilegi .Il Mark Zuckerberg del giovane e incredibile Jesse Eisenberg è un antieroe ambiguo e negativo , privo di qualsiasi piacevolezza o simpatia , creatura oscura che non possiamo e non vogliamo amare : il suo desiderio di rivalsa sugli insopportabili gemelli Winklevoss e l'ambizione di entrare nella " rete " più esclusiva dei circoli universitari ( il titolo gioca volutamente sull'ambivalenza dei termine " network ") potrebbe anche suscitare le simpatie dello spettatore se il giovane non si rivelasse bugiardo e calcolatore , freddo come il ghiaccio e restio a offrire il suo sguardo alla telecamera , come se non volesse mai farci conoscere veramente il suo pensiero perchè tutto intorno a lui ha ormai poca o nulla importanza . Conteso fra l ' angelico migliore amico Eduardo di Andrew Garfield e il mefistofelico e tentatore Sean Parker del sorprendente Justin Timberlake (curioso che proprio lui interpreti uno dei responsabili dell'inizio della crisi del mercato discografico ) Mark li distrugge entrambi , restando forse con assoluta cognizione totalmente imprigionato nella nuova e apparentemente appagante "amicizia " della sua creatura .
Ciò che rende questa storia una GRANDE storia non è semplicemente il suo raccontare abilmente e e con passione una parabola di disagio e riscatto sociale , di vendetta ed ambizione , di genio ed egoismo , di amicizie e tradimenti come tante se ne possono trovare , ma riuscire a fotografare con inquietante verosimiglianza le speranze e le angoscie di un'intera generazione , quella degli anni 00', che non è mai stata più tecnologicamente all'avanguardia e più disperatamente avvezza alla solitudine .David Fincher ci costringe ancora una volta a fare i conti con i nostri peccati più oscuri , analizzando senza condannare nè assolvere la realtà odierna (che vi piaccia o no , Facebook ha cambiato prepotentemente il mondo della comunicazione e non solo ) , le sue paranoie ( la ragazza di Eduardo ossessionata dal fatto che lui non abbia cambiato lo stato di single nella sua pagina è profeticamente esemplificativa ) e la sua più ipocrita illusione : che il contatto umano possa essere sostituito da quello virtuale , laddove non si sappia o non si voglia costruirlo . Potremmo anche avere 500 milioni di amici su Facebook in ogni angolo del pianeta , ma davanti al computer rischiamo di rimanere completamente soli .
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variabiley
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martedì 21 dicembre 2010
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geniale amarezza
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Un fallimento, una delusione, possono portare a reazioni che comportano delle responsabilità e conseguenze importanti. Se la fidanzata ti lascia e sei uno sfigato, la reazione è subire l'accaduto e cadere in depressione. Se sei un “figo sveglio”, fai finta di essere stato tu a decidere tutto. Se sei un programmatore di Harvard sveglio e sfigato, diventi il più giovane miliardario al mondo senza volerlo, diventi un Mark Zuckerberg. A lui viene offerta la possibilità con doppio vantaggio: vendicarsi con colei che l'ha appena lasciato, fregare quella categoria di collegiali sportivi e snob “prendendone in prestito” l'idea: (The) Facebook.
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Un fallimento, una delusione, possono portare a reazioni che comportano delle responsabilità e conseguenze importanti. Se la fidanzata ti lascia e sei uno sfigato, la reazione è subire l'accaduto e cadere in depressione. Se sei un “figo sveglio”, fai finta di essere stato tu a decidere tutto. Se sei un programmatore di Harvard sveglio e sfigato, diventi il più giovane miliardario al mondo senza volerlo, diventi un Mark Zuckerberg. A lui viene offerta la possibilità con doppio vantaggio: vendicarsi con colei che l'ha appena lasciato, fregare quella categoria di collegiali sportivi e snob “prendendone in prestito” l'idea: (The) Facebook. Potrebbe sembrare la classica rivincita degli sfigati che, come vuole la commedia classica, diventano tutto a un tratto le persone più richieste e in voga del momento, cambiando, di conseguenza, il proprio modo di interagire con il mondo. Mark è coerente, il suo modo di rivolgersi al mondo, le sue risposte che non lasciano spazio agli altri, le sue ciabatte, restano le stesse dall'inizio alla fine del film, andando a sottolineare il suo cambiamento non riuscito (anche non cercato), in questa anomala rivincita dei Nerd.
Una sceneggiatura perfetta lascia che il giovane inventore di Facebook, intrepretato da un Jesse Eisenberg che veste inaspettatamente a pennello il personaggio, ristagni nelle sue piccole e inutili soddisfazioni, dove un passo avanti corrisponde a due passi indietro scanditi da battute fredde, veloci, geniali, ma che nascondono l'amarezza dell'insoddisfazione.
David Fincher (regia) e Trent Reznor (musiche) riescono a non deludere le altissime aspettative e si divertono di gusto quando nella sequenza della gara di canottaggio si concedono 1 minuto e 40 secondi di libertà per uno sfoggio di stile che da solo vale il prezzo del biglietto (supportati da un montaggio magistrale).
Sarebbero 5 stelline se Fincher non avesse fatto prima Fight Club e Se7en. Quindi 4 stelline con la speranza di tornare a 5 con una nuova collaborazione con Chuck Palahniuk.
Se il genio si approccia a un suo pari con modestia e libertà di pensiero, il risultato è un'idea comune.
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mystyle.asso88
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martedì 9 novembre 2010
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entriamo tutti in the social network
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Ormai un pò tutti conoscono Facebook,il social Network più popolare del mondo ma,non tutti sanno chi è il suo creatore e come sia nata l'idea.Il film di David Fincher ci porta proprio a conoscere la storia di Mark Zuckerberg,giovane studente all'università di Harvard e programmatore brillante che,dopo esser stato lasciato dalla ragazza, in una notte crea per gioco un sito dove vengono messe a confronto le ragazze di Harvard e gli utenti possono votare chi è la migliore.Il sito in poche ore diventa cliccatissimo,Zuckerberg(Jesse Eisenberg)seppur malvisto dall'università per quello che aveva fatto viene notato dai gemelli Winklevoss e il socio Divya Narendra che lo contattano per avere il suo aiuto nel creare un social network esclusivo per gli studenti di Harvard "HarvardConnection".
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Ormai un pò tutti conoscono Facebook,il social Network più popolare del mondo ma,non tutti sanno chi è il suo creatore e come sia nata l'idea.Il film di David Fincher ci porta proprio a conoscere la storia di Mark Zuckerberg,giovane studente all'università di Harvard e programmatore brillante che,dopo esser stato lasciato dalla ragazza, in una notte crea per gioco un sito dove vengono messe a confronto le ragazze di Harvard e gli utenti possono votare chi è la migliore.Il sito in poche ore diventa cliccatissimo,Zuckerberg(Jesse Eisenberg)seppur malvisto dall'università per quello che aveva fatto viene notato dai gemelli Winklevoss e il socio Divya Narendra che lo contattano per avere il suo aiuto nel creare un social network esclusivo per gli studenti di Harvard "HarvardConnection".Zuckerberg accetta di collaborare ma,ha in mente ben oltre il semplice progetto commissionato così,coinvolge l'amico Eduardo Saverin(Andrew Garfield) al quale chiede un finanziamento per il suo progetto "Thefacebook".Così mentre i gemelli Winklevoss fanno causa a Zuckerberg perchè sostengono che gli abbia rubato la loro idea, inizia l'acesca di Thefacebook che,una volta lanciato si espande a macchia d'olio non solo ad Harvard ma anche in altre grandi università.Tutto ciò arriva a colpire anche il il cofondatore di Napster,Sean Parker(Justin Timberlake) che si unirà al team di Zuckerberg e Saverin portando scompiglio ed innovazione.Un bel film molto interessante che mantiene sempre un buon ritmo ed appassionerà sicuramente il pubblico,sia amante dell'informatica o meno.Molto bravo Jesse Eisenberg(Mark Zuckerberg) che rende il suo personaggio molto credibile dando più spessore al film.Già leggendo la locandina del film non si può rimanere indifferenti "Non arrivi a 500 milioni d'amici senza farti qualche nemico" perciò per qualche ora spegnete i pc e andate al cinema a scoprire The Social Network!
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siper
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venerdì 12 novembre 2010
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l'amicizia dei giorni nostri
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Uno dei film più attesi del 2010 era senza dubbio “The social network”, basato sulla storia della creazione di Facebook. Il film, per la regia di David Fincher, narra le vicende del creatore del social network, Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) destinato a diventare il più giovane miliardario al mondo. Questi è un brillante studente di Harvard che assieme al suo unico amico, Eduardo (Andrew Garfield), a partire da un’idea di altri due studenti della prestigiosa università, crea un sito di condivisione di informazioni personali e non solo, insomma Facebook. La trama si sviluppa su due livelli: da un lato quello contemporaneo dei processi giudiziari che vedono coinvolto Zuckerberg e, dall’altro, la storia della creazione del sito che viene spiegata attraverso l’utilizzo di un costante flashback.
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Uno dei film più attesi del 2010 era senza dubbio “The social network”, basato sulla storia della creazione di Facebook. Il film, per la regia di David Fincher, narra le vicende del creatore del social network, Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) destinato a diventare il più giovane miliardario al mondo. Questi è un brillante studente di Harvard che assieme al suo unico amico, Eduardo (Andrew Garfield), a partire da un’idea di altri due studenti della prestigiosa università, crea un sito di condivisione di informazioni personali e non solo, insomma Facebook. La trama si sviluppa su due livelli: da un lato quello contemporaneo dei processi giudiziari che vedono coinvolto Zuckerberg e, dall’altro, la storia della creazione del sito che viene spiegata attraverso l’utilizzo di un costante flashback. Il rischio per un film come “The social network” era quello di proporre una semplice biografia celebrativa del protagonista Zuckerberg e della sua creazione. Tale pericolo viene scampato alla grande da Fincher il quale si limita a esporre i fatti mettendo in risalto pregi e difetti del giovane genio. Interessante anche la tematica dell’amicizia, un termine ambiguo in un film come questo, dove per amico si intende chiunque si iscriva al sito. Fincher pone l’accento proprio su questo aspetto,cioè sul tradimento da parte di Mark nei confronti del suo unico vero amico, Eduardo, pur di allargare sempre di più il bacino di utenza di Facebook. Il regista però dosa con le giuste quantità questa ambivalenza di Zuckerberg criticandolo o giustificandolo con accortezza. Ottimo il dipanarsi della trama e la linearità del film, aiutata probabilmente anche dalla modernità del tema, la quale però poteva rivelarsi una lama a doppio taglio per l’eccessiva preparazione sul tema dello spettatore. Nel complesso si trattava di un esame non facile per David Fincher, che però lo supera con una pellicola asciutta e senza fronzoli: complimenti.
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claudus
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lunedì 15 novembre 2010
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la spada che unisce gli uomini
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Non conosco Mark Zuckerberg di persona ma ho conosciuto ieri sera il sig. Jesse Eisenberg e devo dire che è una delle persone più ambiguamente affascinanti che abbia mai visto .
Si sa è l'attore che inventa il personaggio , l'attore deve possedere il talento di avere un volto ... E con quel volto ci deve nascere.
Allora questo straordinario vampiro rosso merita immediatamente il premio oscar, non c'è bisogno di vedere altri film ...
Inespressivo, algido, intelligente fino alla noia , silenziosamente autoritario, si è visto annuire due volte ( e questo gesto era certamente per lui un sorriso ! ) a Shawn Parker e a Bill Gates.
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Non conosco Mark Zuckerberg di persona ma ho conosciuto ieri sera il sig. Jesse Eisenberg e devo dire che è una delle persone più ambiguamente affascinanti che abbia mai visto .
Si sa è l'attore che inventa il personaggio , l'attore deve possedere il talento di avere un volto ... E con quel volto ci deve nascere.
Allora questo straordinario vampiro rosso merita immediatamente il premio oscar, non c'è bisogno di vedere altri film ...
Inespressivo, algido, intelligente fino alla noia , silenziosamente autoritario, si è visto annuire due volte ( e questo gesto era certamente per lui un sorriso ! ) a Shawn Parker e a Bill Gates.
Per il resto , era felicemente retorico solo con la sua bellissima ex .
Che dire del film ?
Basterà dire David Fincher e poi David Fincher : Attori bravissimi , regia asciutta , scura , notturna e vuota , una resa brillante e asettica del mondo.
Anche Fincher è tuttavia un grande esperto di colore, come Nolan , infatti questi due registi discendono da Ridley Scott, soprattutto per i chiari, Ridley ha letteralmente inventato un certo CHIARO nel cinema .
E tutto questo è dovuto a chi sa maneggiare la luce come la vedesse infinitamente attraverso i diamanti...
Il film, splendido, è la storia di amicizie che si rompono frontalmente , cioè in senso fisicamente classico e altre che si aprono alla fantasmatica presenza nella rete.
L'era della vecchia amicizia viene distrutta da questo genio che re- inventa i rapporti sociali, dove si gioca una letteratura al buio ,o dove,al buio si gioca uno strip poker , come nel film ( metafora del film ) .
Non possiamo dire , alla luce di un'attenta analisi se siano peggiori o migliori i rapporti, dobbiamo dire che sono semplicemente (!?) diversi, tutto si trasforma , il computer ,è una realtà della vita ed è reale tanto quanto il cruscotto di un auto, piuttosto, dovremmo dire se è reale l'amore... tanto è astratto, se è reale la matematica, la filosofia... Che cosa è reale ..." Che vuol dire reale ?" si diceva in Matrix ...
Facebook, è molto semplice,un curriculum barato di se stessi per farsi pregio totale e oscurare i difetti con il rossetto cieco della rete. ( ma non lo si fa più meschinamente anche nella vita classica?).
Probabilmente si tratta dell'idea più rivoluzionaria e al tempo stesso più semplice dai tempi dell'invenzione della ruota o del pallone...
Ci pensate che genio colui che ha inventato la palla per giocare, quanti miliardi di persone la utilizzano, così semplice, così leggermente volatile, bella come una bolla di sapone , eppure veloce ,roteante , lentamente o un pò più forte.... Così da uno spunto di due canottieri , mark s'illumina e pensa già al mondo intero, per quello accetta... Perde la sua ragazza , perde il suo amico, (altro straordinario interprete)
Trova la ricchezza ,le donne, potere, rispetto, stima, cetramente leccapiedi ...Tutto quel che vuole ...
Eppure ci restano le ciabatte nella neve ,uno sguardo perso, un computer in una sala vuota e l'attesa , davanti allo specchio del suo facebook, di un amore (probabilmente) venuto con una fantasia meravigliosa e perduto per l'idea che lo ha reso un Re .
Si consoli Sig. Zuckerberg... Tanti amori verranno da quell' idea con cui lei l'ha perso
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mercoledì 3 novembre 2010
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uno sguardo alla modernità
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Basato sul libro Miliardari per caso di Ben Mezrich: la storia di Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) e di come, inventando il social network virtuale più famoso al mondo (Facebook), abbia contribuito a rimodellare le interazioni umane e la realtà moderna, oltre a divenire il più giovane miliardario del pianeta. Storia raccontata attraverso il filo delle controversie legali che Zuckerberg ha dovuto affrontare, accusato di aver rubato l'idea ad altri studenti di Harvard e di aver ingannato il cofondatore Eduardo Saverin (Andrew Garfield), estromesso dai vertici della società con uno scaltro espediente finanziario.
Il successo di pubblico e, soprattutto, di critica che ha incontrato questa pellicola di Fincher è per certi versi sorprendente: si è scelto un registro non particolarmente originale, a metà fra il documentarismo ed il film giudiziario (confronti continui fra i personaggi, dialoghi fitti ed incisivi, deposizioni ricostruite tramite lunghi flashback), si sono condensati molti fatti e caratteri in un tempo relativamente breve (un paio d'ore circa), si è peccato inevitabilmente di affrettatezza ed approssimazione nella caratterizzazzione delle figure secondarie.
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Basato sul libro Miliardari per caso di Ben Mezrich: la storia di Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) e di come, inventando il social network virtuale più famoso al mondo (Facebook), abbia contribuito a rimodellare le interazioni umane e la realtà moderna, oltre a divenire il più giovane miliardario del pianeta. Storia raccontata attraverso il filo delle controversie legali che Zuckerberg ha dovuto affrontare, accusato di aver rubato l'idea ad altri studenti di Harvard e di aver ingannato il cofondatore Eduardo Saverin (Andrew Garfield), estromesso dai vertici della società con uno scaltro espediente finanziario.
Il successo di pubblico e, soprattutto, di critica che ha incontrato questa pellicola di Fincher è per certi versi sorprendente: si è scelto un registro non particolarmente originale, a metà fra il documentarismo ed il film giudiziario (confronti continui fra i personaggi, dialoghi fitti ed incisivi, deposizioni ricostruite tramite lunghi flashback), si sono condensati molti fatti e caratteri in un tempo relativamente breve (un paio d'ore circa), si è peccato inevitabilmente di affrettatezza ed approssimazione nella caratterizzazzione delle figure secondarie. Eppure, non si fatica a cogliere ciò che veramente colpisce di The Social Network, vale a dire la vicinanza (nello stile, nella regia) a quella modernità che vuole raccontare (non a caso è il primo film ad essere girato con telecamere digitali a risoluzione 4096x2160), la capacità di raffigurare un'istantanea veracissima del neocapitalismo della new economy e del boom informatico, del volto nuovo dell'american dream, di quella mitologia di tipi che fanno ormai parte dell'immaginario ultramoderno made in USA: il nerd sociopatico ed indifferente, ma ambizioso fino all'ossessione (Mark), l'elite aristocratica e lobbistica dei figli di papà che frequentano i club più esclusivi, l'arrivista cinico e spietato ma col fascino dell'uomo di mondo (Sean Parker, interpretato da Justin Timberlake), il perdente debole e frustrato, ma dalle emozioni più umane (Eduardo). Fincher racconta bene un viaggio nel presente/futuro per coglierne i tratti salienti, le differenze rispetto al passato (anche recente): quelli che ci mostra non sono più gli squali in giacca e cravatta degli anni novanta, ma ragazzini smisuratamente narcisisti, alternativi eppure conformissimi, individualisti, ossessionati dai vecchi miti dell'edonismo, del sesso, dell'evasione dal sè (alcol, droga), come bloccati nel relazionarsi al prossimo, sia questi una ragazza o l'amico di una vita. Se, quindi, indubbiamente qualcosa manca al film per farne una pietra miliare, lo si recupera, almeno in parte, sul piano del rinnovamento del linguaggio cinematografico e della freschezza di uno sguardo che fa riflettere su cosa stiamo, ineluttabilmente, diventando.
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frank slade
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martedì 7 agosto 2012
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ecco da dove veniamo..
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Facebook ormai ci ha coinvolto da qualche anno nella sua rete infinita, ed era forse giunto il momento di spiegarci veramente cosa è e chi ha creato il social network che ha cambiato la vita e i rapporti di milioni di persone. La storia di un ragazzo comune, con idee comuni ma con una grande intuizione e capacità di trasformare un idea in realtà. La storia segue un certo ritmo anche abbastanza acceso e avvincente rispetto al genere, risulta quindi molto piacevole da vedere. Mark, particolarmente coinvolto dalla sua vita sul web, tenta di coinvolgere i suoi colleghi e coetanei creando quello che forse già volevano tutti. Alcuni colleghi e amici lo aiuteranno in questa impresa uscendone tutti schiacciati dalla sua fortissima personalità.
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Facebook ormai ci ha coinvolto da qualche anno nella sua rete infinita, ed era forse giunto il momento di spiegarci veramente cosa è e chi ha creato il social network che ha cambiato la vita e i rapporti di milioni di persone. La storia di un ragazzo comune, con idee comuni ma con una grande intuizione e capacità di trasformare un idea in realtà. La storia segue un certo ritmo anche abbastanza acceso e avvincente rispetto al genere, risulta quindi molto piacevole da vedere. Mark, particolarmente coinvolto dalla sua vita sul web, tenta di coinvolgere i suoi colleghi e coetanei creando quello che forse già volevano tutti. Alcuni colleghi e amici lo aiuteranno in questa impresa uscendone tutti schiacciati dalla sua fortissima personalità. Il ragazzo, spesso insolente e sicuro di sè, però cadrà alle lusinghe di Sean (Justin Timberlake) che lo porterà in mondo tutto suo del quale è convinto di sapere tutto. Sean è la brutta compagnia, è l'antagonista della vicenda che conquisterà con le sue movenze, la sua fama e le sue parole tutta la fiducia di Mark scavalcando pure Eduardo (Andrew Garfield) suo grande amico e il suo primo aiutante. Facebook è una bella macchina e ha anche un buon meccanico, manca solo un buon pilota per raggiungere la fama e Sean lo ha capito. Sarà la polizia a far tornare sulla terra e sui suoi passi Mark fermando la scalata vincente di Sean. La particolarità del film è la modalità del racconto che parte dal processo di Zuckenberg e che aiuta lo spettatore a capire le problematiche derivanti dalla creazione di Facebook. Sono due i processi avviati: uno con i due fratelli convinti di essere i creatori di facebook (meno interessante) e Eduardo schiacciato dal troppo lavoro di scrivania che lo porta a causa della sua gioventù e inesperienza a rovesciarsi dal trono di Facebook. Mi permetto di giudicare poco interessante il primo processo affidandomi alla frase di Mark "Se voi foste gli inventori di Facebook avreste inventato Facebook". Per quanto riguarda il secondo processo la dinamica si fa interessante: due amici accompagnati dai rispettivi legali si fanno guerra per i diritti della creazione. I due separati dal nuovo amore Sean adesso sono in tribunale, e proprio Eduardo nella realtà dei fatti ne uscirà vincente venendo risarcito con una somma tuttora sconosciuta. E' un film importante in quanto oggi facciamo uso di numerose teconlogie senza sapere chi e perchè le ha create, questa pellicola ci insegna chi ci ha cambiato la vita. Oltre al valore della trama, è di notevole valore il cast di giovani attori come Andrew Garfield che è destinato a diventare grande. La precisione dei dialoghi, dei luoghi e del vestiario dei personaggi trascina lo spettatore in un film che sembra raccontare il diario di un ragazzo, e forse data la presenza di attori semi sconosciuti sembra a tratti una storia vera; un film spontaneo.
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