Another Year

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Un film di Mike Leigh. Con Jim Broadbent, Lesley Manville, Ruth Sheen, Oliver Maltman, Peter Wight.
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Titolo originale Another Year. Drammatico, durata 129 min. - Gran Bretagna 2010. - Bim Distribuzione uscita venerdì 4 febbraio 2011. MYMONETRO Another Year * * * 1/2 - valutazione media: 3,61 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
paolooozy domenica 6 febbraio 2011
meglio soli... Valutazione 4 stelle su cinque
76%
No
24%

Ho letto alcune recensioni e alcuni commenti. A nessuno sfugge trattasi di un film che mette in scena in modo credibile e semplice la disperata solitudine della vita quotidiana, come del resto siamo abituati col cinema di Leigh.
Ma sembra invece sfuggire a tutti quello che secondo me è il punto centrale di Another year: svelare la cattiveria del buonismo. Ciò avviene nel film in modo graduale, con un punto di vista che rende sempre più gradevole la sciroccata Mary, e antipatici i "perfetti" Tom e Gerri, dotati di tanta gentilezza quanto di nessun cuore. Mammano si manifesta quanto sia superficiale la loro solidarietà verso i "casi umani" cadutigli in casa. [+]

[+] suggestivo ma impraticabile (di goldy)
[+] e perché mai? (di laulilla)
[+] gerri v. mary: 0-1 (di very75)
[+] gerri v. mary: 0-1 (errata corrige) (di very75)
[+] finalmente! (di lorettam)
[+] hai proprio ragione (di irene84)
[+] concordo con paolooozy (di gabriella)
[+] "questa è la mia famiglia" (gerri-sheen) (di karlo vic)
[+] non sono d accordo. (di felicia t)
[+] hai colto nel segno (di carlariz)
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very75 domenica 6 febbraio 2011
la leggerezza di alcune 'pacche sulla spalla' Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

  In Another year non esiste un unico tempo, ma più tempi, quelli dell’anima umana.
I personaggi più belli perché più veri (Mary) disperatamente rincorrono il tempo convenzionalmente scandito dalle quattro stagioni e ‘imposto’, superficialmente, da Gerry e Tom.
Ma è quell’essere eternamente ‘fuori-tempo’ (o meglio: fuori da QUEL tempo) di Mary a emozionare  e a intenerire e che Leigh magistralmente mette in scena.
Sono perfettamente d’accordo con Paolooozy: nessuno ha evidenziato la cattiveria del buonismo e la superficialità di alcune relazioni umane, come quelle che Gerry, psicologa, intrattiene con Mary. [+]

[+] centrato! (di pensieri)
[+] condividuo (di achille giorgio colombo)
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writer58 sabato 12 febbraio 2011
se questa è vita... Valutazione 2 stelle su cinque
63%
No
37%


Narrare la quotidianità di un gruppo di persone nella Londra odierna attraverso  quattro capitoli, uno per ogni stagione dell'anno, può essere una buona idea, se  la regia sorregge questa scelta attraverso una buona scrittura e caratterizzazioni efficaci. Invece, "Another year" di Leigh (di cui avevo visto l'ottimo "Segreti e bugie"), mi è parso un film piatto e privo di sussulti, anche se formalmente corretto, in cui la dimensione del quotidiano, del tempo che passa costituisce solo lo sfondo delle interazioni  di un gruppo di personaggi toccati da solitudine e infelicità (Mary), lutti familiari (il fratello di Tom), ricerca di nuove relazioni (Il figlio di Tom e Gerry), dinamiche di coppia apparentemente serene. [+]

[+] sbiatito simulacro della quotidianità (di gianleo67)
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pepito1948 martedì 8 febbraio 2011
armonie e solitudini Valutazione 3 stelle su cinque
85%
No
15%

 
Solitudine 1: essere anziani è cercare ad ogni costo l’oblio, fare del sonno che sfugge il vuoto rifugio che tutto assorbe come un buco nero; da 1 a 10 la vita è diventata il minimo, non servono medici che curino ma farmaci che riattivino quella parte di vita che apparentemente è sospensione della vita e di notte  rende insensibili alle insidie quotidiane. Non serve una psicoterapeuta  piuttosto bruttina ed attempata, non servono i suoi abbracci professionali e la sua persuasività serena e inutilmente rassicurante. Non serve ripercorrere il passato alla ricerca di un baleno di luce ormai dimenticato che riaccenda il presente. [+]

[+] magico! (di discanto55)
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gianmarco.diroma mercoledì 9 febbraio 2011
c'erano una volta i 400 colpi Valutazione 4 stelle su cinque
68%
No
32%

C'erano una volta i 400 colpi: c'era una volta il protagonista del capolavoro di Truffaut che in fuga in riva al mare veniva fissato per sempre nel nostro immaginario con un coraggioso e superbo fermo immagine, capace di rendere Jean-Pierre Léaud il vero alter ego di François Truffaut: rimane oggi invece il volto della povera, sola e sconsolata Mary, che, nel finale dell'ultima fatica cinematografica di Mike Leigh, dopo che la cinepresa ha compiuto un giro completo intorno ad una tavola imbastita per la cena, salutando i protagonisti di questa pellicola (Gerri, Joe, Katie, Tom), si immerge nel proprio silenzio, dimentica o meglio inizia un lento estraniamento dalle parole che tenta di ascoltare con un briciolo di attenzione ma che invece non fanno che accentuare il suo senso di solitudine; l'audio cala fino a scomparire. [+]

[+] poetico (di carlariz)
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laulilla sabato 12 febbraio 2011
"il faut cultiver notre jardin" (voltaire)...ahimé Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

  l film pare iniziare nel momento in cui si conclude Candide di Voltaire: "il faut cultiver notre jardin". A un minuscolo orto della periferia londinese, infatti, dedicano parte del loro tempo libero due coniugi anziani (la psicologa Gerri e il geologo Tom) che hanno  vissuto una vita di lavoro e di avventure (i viaggi), ma anche di sogni (il '68; l'isola di Wight). Le citazioni da Voltaire potrebbero proseguire: il perdurare dell'affetto fra i due coniugi, nonostante il loro imbruttimento (particolarmente quello di  Gerri-Cunegonda); la disillusione dall'utopia ottimistica, che nel film coincide il progressivo restringersi degli interessi sociali che l'utopia aveva dischiuso, l'accontentarsi (conseguente) di far bene il proprio lavoro e di proteggere la serenità propria e quella della propria famiglia, di cui la coltivazione dell'orto è una bella metafora. [+]

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solange martedì 15 febbraio 2011
il rifugio della famiglia Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

Another Year. Il tempo passa, scandito dalle stagioni. Come invecchiamo,? Vediamo la coppia Gerri e Tom, sulla sessantina, attraversare le stagioni dell’anno, metafora del loro modo di attraversare le stagioni della vita. Laureati, lei in psicologia, lui in ingegneria, hanno viaggiato e vissuto una vita serena, interessante, hanno un figlio, Joe, laureato anche lui, ma che stenta a trovare l’anima gemella. Appaiono come una famiglia realizzata, serena, solida, nella cui casa approdano nei fine settimana gli amici in cerca di rifugio contro l’angoscia esistenziale e la paura della solitudine: Mary, amica e collega di lei, un po’ squinternata, e Ken, amico della coppia. Reduci da rapporti falliti cercano aiuto anche nell’alcool. [+]

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domenico a venerdì 11 febbraio 2011
la danza delle apparenze Valutazione 3 stelle su cinque
73%
No
27%

Abbiamo visto “ Another year “ diretto da Mike Leight.
E’ sempre una grande occasione di Cinema quando esce un film di Mike Leight, grandissimo sceneggiatore e regista inglese. Uno di quegli autori che hanno dato vita alla “British Renaissance" del cinema britannico della seconda metà degli anni ottanta ( tanto per citare alcuni autori, Neil Jordan, Stephen Frears, Peter Greenaway, Derek jarman, Sally Potter ). Come ha scritto Emanuela Martini, nel bel libro “ British Renaissance “… Anche se non fu mai un “movimento”, né una “scuola”. Fu un sobbalzo fugace e vitale, fu soprattutto un urlo di rabbia contro un governo, quello conservatore di Margaret Thatcher, che stava distruggendo, in nome del vecchio perbenismo e del nuovo liberismo, la cultura del Paese. [+]

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zoom e controzoom lunedì 7 febbraio 2011
così è la vita : chi c'è c'è, chi non c'è non c'e' Valutazione 4 stelle su cinque
65%
No
35%

Impeccabile perfezione del cerchio nel quale si chiude l'inviolabilità della famiglia. Tecnicamente ottimo. Le riprese statiche, la prevalenza del parlato, i lunghi discorsi, danno la dimensione dell'inesorabilità della compostezza della situazione famiglia, dove nulla trasborda perchè sempre contemplato dai canoni. Perciò, la coppia perfetta e amorosa, si fa umanamente carico della disperazione dell'amica frustrata, dell'amico beone, del fratello/cognato atono..nei limiti della carità umana - limiti che si trovano davanti al nipote ribelle, l'unico personaggio che vive al di fuori dello spartito-. Tutto rientra in un cadenzato sguardo che giudica, ma non esprime verbo ne per reprimere, ne per trovare soluzioni, fino a chè. [+]

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algernon domenica 27 febbraio 2011
circondati di depressione, ma immuni Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Tom e Gerri sono due coniugi che ce l'hanno fatta, lei psicologa, lui ingegnere minerario, hanno girato il mondo, conducono una esistenza felice nella periferia londinese, e curano con passione il loro orto. sono però circondati da amici pieni di problemi, bulimia, alcolismo, depressione, e loro dispensano sorrisi di condiscendente benevolenza, quasi che questo potesse bastare ad elargire anche agli altri una briciola della loro serenità. e sono invece più che indifferenti a queste avversità, addirittura si direbbe che traggano forza proprio dal confronto fra i malanni altrui ed il proprio superiore equilibrio. rimane la curiosità di sapere della signora di apertura del film, quella che voleva qualcosa per dormire ma aveva dei problemi psicologici da risolvere. [+]

[+] chi vince e chi inesorabilmente perde (di barbara b.)
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