Tra le nuvole |
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Un film di Jason Reitman.
Con George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrick, Jason Bateman, Danny McBride.
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Titolo originale Up in The Air.
Commedia,
durata 109 min.
- USA 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 22 gennaio 2010.
MYMONETRO
Tra le nuvole
valutazione media:
3,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Esiste ancora il sogno americano?di The_EndFeedback: 11364 | altri commenti e recensioni di The_End |
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sabato 13 febbraio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Affetto familiare, lavoro sicuro e un’accogliente abitazione. È la formula del “sogno americano”. La crisi economica dei giorni nostri è, però, come l’allarme di una sveglia pronta a spezzare il nostro sogno strappandoci via dalla magia onirica. Questo film, tratto dall’omonimo romanzo, è incentrato sul lavoro svolto da Ryan Bingham/Gorge Clooney: licenzia su commissione i dipendenti delle più disparate aziende, nelle più disparate aree degli USA e per fare ciò trascorre la maggior parte del proprio tempo in volo. Nella sua vita non ci sono rapporti interpersonali – né con parenti né con amici né con fanciulle – esiste soltanto il suo lavoro; non tanto nel segno della diligenza e dell’impegno quanto nell’efficienza e nel raggiungimento di un proprio traguardo personale, una sorta di mania: essere il settimo iridato cliente della American Airlines a raggiungere i dieci milioni di miglia di volo. Per lui non esistono famiglia ed abitazione, per lui il sogno americano è tutto lì; fin quando un evento mette in discussione il suo futuro: l’azienda per la quale Ryan lavora decide di considerare la possibilità che i licenziamenti avvengano non più di persona bensì per via telematica, per mezzo di un computer con relativa webcam. Ryan è sconvolto e tenta di impedire che ciò accada. Guardando questo film è possibile porsi numerose domande su cosa resti, oggi, del sogno americano. Qualora non si possano avere sia famiglia sia lavoro sia abitazione, cosa è preferibile scartare e su cosa è, invece, meglio puntare? Da un lato le persone sconvolte per il licenziamento; da un altro Ryan, in bilico tra lavoro e incerte prospettive per il futuro; dall’altro ancora l’oggettiva difficoltà – per non chiamarla utopia – di legarsi ad un’altra persona all’insegna della fiducia e dell’amore eterno. Un film molto interessante, molto provocatorio ed anche spesso divertente in cui il regista Jason Reitman si dimostra estremamente abile e gli attori estremamente convincenti (come dimostrano le sei candidature agli Oscar 2010: miglior film, miglior regista, miglior attore a George Clooney, miglior sceneggiatura non originale e miglior attrice non protagosta sia a Vera Farmiga che ad Anna Kendrick). È inoltre possibile leggere tra le righe una critica all’utilizzo galoppante delle telecomunicazioni come sistema sostitutivo della comunicazione in praesentia tra le persone. Personalmente, qualche premio Oscar è augurato.
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