pruoffc
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martedì 6 settembre 2011
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invictus, da vedere
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gordongekko
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martedì 7 giugno 2011
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capolavoro assoluto
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capolavoro assoluto senza molti fronzoli, visto che poi parliamo di realtà
realtà alla quale, come spesso in questi casi, molti veri ignoranti non sono connessi, probabilmente per turbe personali.....
chi con qualche evidente problema cerebrale si può permettere di criticare anche se solo cinematograficamente un lavoro di questo tipo, classificando con una stella (ossia: film decisamente medicre) dimostra invece tutta la sua mediocrità intellettiva e non solo. Infatti definire tale e criticare una mirabile ricostruzione biografica è oggettivamente ridicolo, dato che il costrutto biografico è in ogni caso ineccepibile. Poi tali figure ignoranti, già viste criticare altre ineccepibili produzioni realmente buone (buone nel vero senso del termine, meglio quindi che si iscrivino a qualche setta di rinco.
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capolavoro assoluto senza molti fronzoli, visto che poi parliamo di realtà
realtà alla quale, come spesso in questi casi, molti veri ignoranti non sono connessi, probabilmente per turbe personali.....
chi con qualche evidente problema cerebrale si può permettere di criticare anche se solo cinematograficamente un lavoro di questo tipo, classificando con una stella (ossia: film decisamente medicre) dimostra invece tutta la sua mediocrità intellettiva e non solo. Infatti definire tale e criticare una mirabile ricostruzione biografica è oggettivamente ridicolo, dato che il costrutto biografico è in ogni caso ineccepibile. Poi tali figure ignoranti, già viste criticare altre ineccepibili produzioni realmente buone (buone nel vero senso del termine, meglio quindi che si iscrivino a qualche setta di rinco.....), forse non si accorgono della loro incredibile seppur indiretta mancanza di rispetto verso la celebrazione di una figura che è premio nobel, simbolo dei migliori ideali di libertà e democrazia, uomo oggettivamente che ha sofferto per il prossimo e per una delle più deprecabili tragedie dell'umanità, simbolo di una intera civiltà che ha visto uccidere le proprie famiglie e negare tutto, uomo di stato e presidente, onorato in mille paesi, ecc., ecc. ecc. Solo di fronte alle semplice cariche ricoperte va usata la corretta deferenza, se poi guardiamo all'uomo allora la critica ignobile di tali figure è solo un'ultieriore dimostrazione dell'esistenza dei buoni e purtroppo anche dei cattivi ignoranti, detto alla maniera molto infantile e scolastica, e che farebbero meglio ad andare a professare le loro coglionate in tibet.....
chi parla peraltro è un imprenditore, molto benestante, bianco ovviamente, lombardo e anche di origine, e cattolico, quindi proprio il contraltare del gruppo di madiba.....ma dove c'è cervello e cuore c'è ispirazione, a qualunque status
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[+] alla faccia dei migliori ideali di libertà.....
(di 7fra22)
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fran.cesc17
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giovedì 28 aprile 2011
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strardinaria morale
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Direi che l’ unico vero difetto sta nel fatto che è un film abbastanza scontato (e non è poco). Insomma: che la squadra sudafricana avrebbe vinto inaspettatamente il mondiale lo si intuisce vedendo il solo trailer.
Tuttavia ci sono anche tanti elementi positivi. Uno tra tutti la morale che aleggia pacatamente per tutto il film. Con Mandela presidente, tutti (bianchi e neri) si sarebbero aspettati la rivincita dei neri sui bianchi. Tuttavia, per creare la nazione arcobaleno, non bisogna essere vendicativi o desiderare di rifarsi dei torti subiti ad opera dei bianchi , confermando in questo modo le loro teorie di stampo razzista ed innescando un circolo vizioso. I neri sono spinti da un sentimento di rivincita che li porta, ad esempio, a desiderare una nuova squadra di rugby che li rappresentasse maggiormente, ma Mandela, dall’ alto della sua saggezza, li ferma.
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Direi che l’ unico vero difetto sta nel fatto che è un film abbastanza scontato (e non è poco). Insomma: che la squadra sudafricana avrebbe vinto inaspettatamente il mondiale lo si intuisce vedendo il solo trailer.
Tuttavia ci sono anche tanti elementi positivi. Uno tra tutti la morale che aleggia pacatamente per tutto il film. Con Mandela presidente, tutti (bianchi e neri) si sarebbero aspettati la rivincita dei neri sui bianchi. Tuttavia, per creare la nazione arcobaleno, non bisogna essere vendicativi o desiderare di rifarsi dei torti subiti ad opera dei bianchi , confermando in questo modo le loro teorie di stampo razzista ed innescando un circolo vizioso. I neri sono spinti da un sentimento di rivincita che li porta, ad esempio, a desiderare una nuova squadra di rugby che li rappresentasse maggiormente, ma Mandela, dall’ alto della sua saggezza, li ferma. Distruggere ciò a cui i bianchi sono legati avrebbe creato un frattura che avrebbe reso impossibile l’ integrazione tra le due culture. Non bisogna avere paura di ciò che non appartiene alla nostra cultura, mai! Bisogna imparare a conoscere il diverso senza pregiudizi. E’ l’ ignoranza che porta alla paura ed infine al razzismo. Per questo Mandela porta la squadra sudafricana in giro per le zone più degradate della nazione: per fornire ai neri la conoscenza della cultura bianca. Dalla conoscenza scaturisce la tolleranza e addirittura un senso di identificazione verso quei colori. I bianchi stessi restano poi sorpresi dall’ apertura mentale dei loro connazionali di colore, piacevolmente sorpresi. Questo sarà un film sempre attuale, perché ovunque nel mondo si consumano atti di intolleranza e razzismo dettati da paura e ignoranza e questo si verificherà sempre. Mandela ci indica la via per affrontare il problema, una via lunga e tortuosa, ma soprattutto una via che esiste e non di fantasia. Inutile sottolineare poi l’ importanza dello sport come elemento d’ unione più forte per una popolazione, data la sua capacità di arrivare al cuore di tutti gli uomini senza distinzione di etnia, sesso, età o posizione sociale.
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chicco51
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lunedì 25 aprile 2011
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grande storia+grandi interpreti+grande regia
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grande storia+grandi interpreti+grande regia = grande film .
E' sempre stato difficile fare film di argomento sportivo ,
ma gli americani ci sono riusciti spesso , sapendo mescolare
la storia sportiva con altre storie , questa volta la Storia
con la s maiuscola .
Mi viene la malinconia pensando al nostro cinema
dove mancano tutte e tre le componenti di cui sopra .
gambetto2011
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marco79pa
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lunedì 11 aprile 2011
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gran bel film
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bel film da vedere, emozionante.
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sancrispino
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martedì 29 marzo 2011
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imperdibile
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Un film sul cambiamento, sulla forza del perdono e sulle grandi virtù dello sport. E' la storia di una missione impossibile: portare una squadra debole e demotivata a vincere il campionato mondiale di rugby contro un team, quello degli All Blacks, considerato un'invincibile armata. Ma Nelson Mandela chiede al capitano Pienaar di giocare non solo per sè e per la squadra, ma soprattutto per il suo Paese.
E avviene il miracolo: gli Springboks vincono e convincono milioni di neri sudafricani a tifare per loro, fino a quel momento quasi un simbolo dell'apartheid.
Il film cresce ogni minuto che passa, in perfetta sintonia con la crescita sportiva e umana dei 15 gladiatori sudafricani, per esplodere in un finale emozionantissimo dove l'abbraccio dei 62 mila spettatori allo stadio e dei 43 milioni di sudafricani davanti ai teleschermi diventa una cosa sola con l'abbraccio dei milioni di spettatori che nelle sale cinematografiche di tutto il mondo hanno tributato onore a Clint Eastwood, regista del film e ultimo grandissimo interprete del cinema classico americano.
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Un film sul cambiamento, sulla forza del perdono e sulle grandi virtù dello sport. E' la storia di una missione impossibile: portare una squadra debole e demotivata a vincere il campionato mondiale di rugby contro un team, quello degli All Blacks, considerato un'invincibile armata. Ma Nelson Mandela chiede al capitano Pienaar di giocare non solo per sè e per la squadra, ma soprattutto per il suo Paese.
E avviene il miracolo: gli Springboks vincono e convincono milioni di neri sudafricani a tifare per loro, fino a quel momento quasi un simbolo dell'apartheid.
Il film cresce ogni minuto che passa, in perfetta sintonia con la crescita sportiva e umana dei 15 gladiatori sudafricani, per esplodere in un finale emozionantissimo dove l'abbraccio dei 62 mila spettatori allo stadio e dei 43 milioni di sudafricani davanti ai teleschermi diventa una cosa sola con l'abbraccio dei milioni di spettatori che nelle sale cinematografiche di tutto il mondo hanno tributato onore a Clint Eastwood, regista del film e ultimo grandissimo interprete del cinema classico americano.
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alexpark
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martedì 18 gennaio 2011
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clint divulga l'esperienza di mandela con bravura
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Questa volta Clint Eastwood prende spunto dal libro di John Carlin "Ama il tuo nemico" e ci narra senza scrupoli e con molti particolari quello che poco tempo fa è stato il mito di Mandela.Mandela ritorna libero dopo ventisette anni nel 1990 e subito si impegna per dare al suo paese ciò che non è riuscito a dare negli anni precedenti.Provato dall'esperienza a Robben Island vuole conciliare il desiderio di riscatto dei neri e le paure dei bianchi così da formare una nazione unita e stabile.Dopo aver ottenuto la presidenza il suo cammino appare ancora più arduo e molti sono ancora i bianchi che non riescono a credere in lui e i neri che non riescono a perdonare i bianchi da cui fino a pochi giorni prima erano stati maltrattati.
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Questa volta Clint Eastwood prende spunto dal libro di John Carlin "Ama il tuo nemico" e ci narra senza scrupoli e con molti particolari quello che poco tempo fa è stato il mito di Mandela.Mandela ritorna libero dopo ventisette anni nel 1990 e subito si impegna per dare al suo paese ciò che non è riuscito a dare negli anni precedenti.Provato dall'esperienza a Robben Island vuole conciliare il desiderio di riscatto dei neri e le paure dei bianchi così da formare una nazione unita e stabile.Dopo aver ottenuto la presidenza il suo cammino appare ancora più arduo e molti sono ancora i bianchi che non riescono a credere in lui e i neri che non riescono a perdonare i bianchi da cui fino a pochi giorni prima erano stati maltrattati.Mandela allora vuole tentare una soluzione molto rischiosa che potrebbe addirittura far sfumare la riconoscenza dei neri verso il loro presidente:decide di usare il rugby,sport simbolo dell'Apartheid,come mezzo di riconciliazione tra bianchi e neri.Il primo dei bianchi a essere ammaliato dal carisma del presidente è François Pienaar,capitano della nazionale sudafricana di rugby(Springbooks).Pienaar sarà solo il primo fra i tanti che saranno conquistati dalla figura semplice ma speciale del nuovo presidente e sarà proprio una partita di rugby a sancire un duratura unione tra tutti i cittadini del Sudafrica.Ancora una volta Clint non ci delude e riesce ad emozionare il pubblico narrando questa battaglia per l'unità nazionale in modo trasparente e naturale.
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the man of steel
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sabato 25 dicembre 2010
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che tristezza
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Una marea di commenti positivi che non hanno nè capo nè coda..e perchè? Solo perchè c'è la firma di Clint Eastwood. Invictus è un film che ha un'ottima regia e buoni interpreti. E basta. Due fattori che non bastano per fare un bel film. Comodo ritenerlo interessante solo perchè parla di alti temi morali e tratta argomenti di attualità e politica. Io vedo solo un film palloso che unisce i peggiori generi che esistono al cinema: politico e sportivo. La regia classica di Eastwood, per quanto sia perfettibile, è troppo classica e posata per riuscire nell'impresa di rendere interessante un film del genere, che non fa nemmeno le scarpe a Gran Torino, Lettere da Iwo Jima e Mystic River.
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Una marea di commenti positivi che non hanno nè capo nè coda..e perchè? Solo perchè c'è la firma di Clint Eastwood. Invictus è un film che ha un'ottima regia e buoni interpreti. E basta. Due fattori che non bastano per fare un bel film. Comodo ritenerlo interessante solo perchè parla di alti temi morali e tratta argomenti di attualità e politica. Io vedo solo un film palloso che unisce i peggiori generi che esistono al cinema: politico e sportivo. La regia classica di Eastwood, per quanto sia perfettibile, è troppo classica e posata per riuscire nell'impresa di rendere interessante un film del genere, che non fa nemmeno le scarpe a Gran Torino, Lettere da Iwo Jima e Mystic River. Purtroppo Eastwood fa film belli solo a salti ormai e la cosa peggiore è che ultimamente vengono esaltati solo perchè fatti da lui. Sicuramente non sono mai film brutti ma bisogna ammettere che alcuni sono dei prodotti poco interessanti e più che altro furbi.
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joker 91
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venerdì 24 dicembre 2010
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mndela affrontato da eastwood
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un film superbo per l'argomento che tratta ovvero quello sportivo,Freeman e Damon sono ancora una volta bravissimi nei loro rispettivi ruoli,messaggi importanti di un uomo che ha fatto la storia di una nazione da cui prendere esempio, una colonna sonora stupenda ed ripresa partita con telecamera in modo azzeccatissimo il tutto unito al cinema classico di un genio Chiamato Clint Eastwood. Un grande film per chi ama ancora il cinema,quello vero non alla Blockbuster spider-man o dark knight
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serpico
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mercoledì 1 dicembre 2010
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mandela l'uomo del perdono
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grnde regia del maestro EASTWOOD
FREEMAN D'ANTOLAGIA MERITAVA L'OSCAR COME ATTORE PROTAGONISTA
DOVE SONO FINITE LE PERSONE COME NELSON MANDELA ??????????????
Dalla notte che mi avvolge
nera come la fossa dell'Inferno
rendo grazie a qualunque Dio ci sia
per la mia anima invincibile.
La morsa feroce degli eventi
non m'ha tratto smorfia o grido.
Sferzata a sangue dalla sorte
non sè piegata la mia testa.
Di là da questo luogo d'ira e di lacrime
si staglia solo l'orrore della fine,
ma in faccia agli anni che minacciano
sono e sarò sempre imperturbato.
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grnde regia del maestro EASTWOOD
FREEMAN D'ANTOLAGIA MERITAVA L'OSCAR COME ATTORE PROTAGONISTA
DOVE SONO FINITE LE PERSONE COME NELSON MANDELA ??????????????
Dalla notte che mi avvolge
nera come la fossa dell'Inferno
rendo grazie a qualunque Dio ci sia
per la mia anima invincibile.
La morsa feroce degli eventi
non m'ha tratto smorfia o grido.
Sferzata a sangue dalla sorte
non sè piegata la mia testa.
Di là da questo luogo d'ira e di lacrime
si staglia solo l'orrore della fine,
ma in faccia agli anni che minacciano
sono e sarò sempre imperturbato.
Non importa quanto angusta sia la porta,
quanto impietosa la sentenza.
Sono il padrone del mio destino;
il capitano della mia anima.
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