silvo
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venerdì 19 marzo 2010
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si può fare storia senza retorica ? sembra di si!
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Spesso mi sono domandato in questi ultimi anni se fosse possibile, in questa epoca del "politically correct" di facciata, trattare certi temi senza cadere nel bidone di melassa del patetico buonismo che privilegia la visione di un mondo diviso rigidamente in "buoni" e "cattivi", "eroi" e "vigliacchi"....e così via. La tentazione, poi di ricreare delle nuove ridicole "Norimberga" è sempre dietro l'angolo e non può di certo essere questa la via per giungere ad avere un mondo in cui ci sia veramente spazio per tutti, un mondo in cui gli errori possano solo essere tali e valere finalmente da esperienza collettiva.Ebbene, a mio avviso questo film rappresenta proprio questo, il tentativo riuscito di fare non della retorica ma della storia con un pizzico di intento didascalico per indurre lo spettatore a pensare che il rischio di ricadere nei vecchi errori del passato può dimorare nello spirito di chiunque, o quasi , e che l'essere liberi , prima ancora che sancito da una legge deve essre un desiderio profondo che può maturare, vivere e dare i suoi frutti persino dal profondo di una cella.
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Spesso mi sono domandato in questi ultimi anni se fosse possibile, in questa epoca del "politically correct" di facciata, trattare certi temi senza cadere nel bidone di melassa del patetico buonismo che privilegia la visione di un mondo diviso rigidamente in "buoni" e "cattivi", "eroi" e "vigliacchi"....e così via. La tentazione, poi di ricreare delle nuove ridicole "Norimberga" è sempre dietro l'angolo e non può di certo essere questa la via per giungere ad avere un mondo in cui ci sia veramente spazio per tutti, un mondo in cui gli errori possano solo essere tali e valere finalmente da esperienza collettiva.Ebbene, a mio avviso questo film rappresenta proprio questo, il tentativo riuscito di fare non della retorica ma della storia con un pizzico di intento didascalico per indurre lo spettatore a pensare che il rischio di ricadere nei vecchi errori del passato può dimorare nello spirito di chiunque, o quasi , e che l'essere liberi , prima ancora che sancito da una legge deve essre un desiderio profondo che può maturare, vivere e dare i suoi frutti persino dal profondo di una cella. Magistrale interpretazione , ottima ambientazione. Sicuramente un film da vedere e su cui meditare.
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ivanod
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giovedì 18 marzo 2010
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un clint minore
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Il grande Clint si concede un esercizio di stile filmando lo sport con crudezza ma senza evitarne la retorica. Non centra il bersaglio, troppa l'importanza di Mandela da ridurla ad una finale sportiva anche se le ragioni politiche vengono descritte bene. Troppo maggiore la fine dell'aparthaid da ridurla a un fatto di comunanza sportiva. Ma il film appassiona comunque perchè si nota la mano di grandi professionisti, regista e attori. Morgan rappresenta un Mandela umano, non un monumento. Grande prova d'attore. Ma IL film sul Sudafrica non è questo, Siamo tutti patrioti quando gioca la nazionale?
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luciacinefila
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giovedì 18 marzo 2010
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finalmente ..vero cinema!!!!!!
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il Regista rappresenta ormai una certezza! anche questa volta non mi ha delusa, non soltanto nella scelta degli interpreti quanto nella ripresa di alcune scene da "OSCAR". Basta soffermarsi a ripercorrere con il pensiero le scene sportive del "mucchio selavggio" e i rumori di sottofondo..GRandissimo Clint, ci sta regalando film da annali del CINEMA. La storia non ha bisogno di presentazione enonostante la"serietà" delle situazioni affrontate e la Grandezza Storica del personaggio Clint riesce a farci sorridere e a non cadere mai nel"patetico".
Un bravissimo e quantomai realistico Morgan Freeman che si accompagna ad un muscolosissimo ( davvero un attore sempre più istrionico) Matt Damon il quale si presta volentieri a fargli da "spalla".
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il Regista rappresenta ormai una certezza! anche questa volta non mi ha delusa, non soltanto nella scelta degli interpreti quanto nella ripresa di alcune scene da "OSCAR". Basta soffermarsi a ripercorrere con il pensiero le scene sportive del "mucchio selavggio" e i rumori di sottofondo..GRandissimo Clint, ci sta regalando film da annali del CINEMA. La storia non ha bisogno di presentazione enonostante la"serietà" delle situazioni affrontate e la Grandezza Storica del personaggio Clint riesce a farci sorridere e a non cadere mai nel"patetico".
Un bravissimo e quantomai realistico Morgan Freeman che si accompagna ad un muscolosissimo ( davvero un attore sempre più istrionico) Matt Damon il quale si presta volentieri a fargli da "spalla"..Concludendo OTTIMO FILM DA VEDERE A TUTTI I COSTI...per riflettere sorridere emozionarsi e ancora una volta....PENSARE!simao in attesa del prossimo capolavoro di Clint..sperando che non ci faccia aspettare troppo!!!!!!!!!!!!!!! buon film a tutti Voi!
p.s da vedere assolutanmente al cinema..per calarsi coma al solito.ancora di più nella storia!!!!! e nella magia..del film!!!!!!!!!!!!!1
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fabis
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mercoledì 17 marzo 2010
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l'invincibile...regolarmente sconfitto
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Questa è solo una nota di colore locale. A Foggia "L'invincibile" è stato sconfitto dagli esercenti cinematografici; da questa Città del "Cinema alla buona", che soffoca la storia di Mandela attraverso una collocazione oraria ridicola: le 4 del pomeriggio!
Gli altri esercenti, quei pochi superstiti, non colgono l'occasione e dormono disperati sul nulla,poichè privi degli allori dei tempi andati.
E noi ci teniamo:
Legion (4 programmazioni); Appuntamento con l'amore (3 programm); La valigia sul letto (4 programmazioni); Alice in Wonderland (6 programmazioni); Codice Genesi(2 programmaz). Invictus... una sola....ed è pure alle 16:00
Noi, che stranamente alle 4 di ogni pomeriggio abbiamo da fare altro e volendo evitare la baraonda domenicale,lo aspetteremo in DVD.
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Questa è solo una nota di colore locale. A Foggia "L'invincibile" è stato sconfitto dagli esercenti cinematografici; da questa Città del "Cinema alla buona", che soffoca la storia di Mandela attraverso una collocazione oraria ridicola: le 4 del pomeriggio!
Gli altri esercenti, quei pochi superstiti, non colgono l'occasione e dormono disperati sul nulla,poichè privi degli allori dei tempi andati.
E noi ci teniamo:
Legion (4 programmazioni); Appuntamento con l'amore (3 programm); La valigia sul letto (4 programmazioni); Alice in Wonderland (6 programmazioni); Codice Genesi(2 programmaz). Invictus... una sola....ed è pure alle 16:00
Noi, che stranamente alle 4 di ogni pomeriggio abbiamo da fare altro e volendo evitare la baraonda domenicale,lo aspetteremo in DVD.
Il buio non è solo in sala ma anche in qualche mente poco illuminata.
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fight club
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lunedì 15 marzo 2010
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clint ritorna,e non delude neppure questa volta!
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Che Eastwood sia un bravo regista, non c'è più bisogno di dirlo, dopo Million Dollar Baby l'ha riconfermato con Gran Torino (non ho visto Changeling),e adesso, puntuale come una sveglia di mattina (ma molto mano fastidioso) è tornato con il suo capolavoro annuale...
Invictus-L'invincibile
..How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.
(piccolo pezzo della poesia di Henley),c'è da osservare che prima di questo film, da dietro la cinepresa Clint aveva parlato di sport (con Million dollar Baby) e di razzismo (con Gran Torino),mentre stavolta parla di sport e di razzismo, e poi parla di come un uomo che per aver protestato contro l'apartheid se ne andò in prigione per 30 anni (perdendo il suo più bel periodo di vita in una minuscola cella) e quando uscì perdonò i responsabili e, grazie ad uno sport, riuscì ad unire un paese che aveva bisogno di superare i pregiudizi causati dal colore della pelle.
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Che Eastwood sia un bravo regista, non c'è più bisogno di dirlo, dopo Million Dollar Baby l'ha riconfermato con Gran Torino (non ho visto Changeling),e adesso, puntuale come una sveglia di mattina (ma molto mano fastidioso) è tornato con il suo capolavoro annuale...
Invictus-L'invincibile
..How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.
(piccolo pezzo della poesia di Henley),c'è da osservare che prima di questo film, da dietro la cinepresa Clint aveva parlato di sport (con Million dollar Baby) e di razzismo (con Gran Torino),mentre stavolta parla di sport e di razzismo, e poi parla di come un uomo che per aver protestato contro l'apartheid se ne andò in prigione per 30 anni (perdendo il suo più bel periodo di vita in una minuscola cella) e quando uscì perdonò i responsabili e, grazie ad uno sport, riuscì ad unire un paese che aveva bisogno di superare i pregiudizi causati dal colore della pelle...a questo punto bisognerebbe complimentarsi con quella persona e tralasciare Eastwood, ma visto che questo è un forum sul cinema, e non su storia del sud-africa, penso sia meglio continuare con il discorso più adeguato...
ora, guardando invece le, devo ammettere, sorprendenti interpretazioni dei personaggi, non si può negare la bravura di Matt Damon,reduce della trilogia di Bourne,che ha saputo togliersi di dosso il personaggio e sostituirlo con Francois Piennar e di Morgan Freeman (peccato che nella traduzione italiana non si siano sforzati di imitare la voce originale, nella quale Freeman si era esercitato per riuscire a parlare con accento Sud-Africano),che si immedesima in Nelson Mandela come pochi attori sarebbero stati capaci...
per il resto, ottime anche le sequenze di rugby, l'unica pecca del film sono i pessimi effetti sonori,ma quelli, sono di poco conto.
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versozero
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lunedì 15 marzo 2010
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l'inesauribile clint
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INVICTUS, biopic su Nelson Mandela che si focalizza sui campionati mondiali di Rugby del 1995 vinti dal Sudafrica, e sulla loro importanza nell’unificare una nazione e nel processo di pacificazione di un popolo che usciva dagli anni dell’apartheid.
Eastwood cambia totalmente genere cinematografico rispetto ai suoi ultimi film ma prosegue il suo racconto di mondi diversi e apparentemente inconciliabili, lo faceva in modo pessimistico nel dittico di guerra FLAGS OF OUR FATHER-LETTERE DA IWO JIMA e in GRAN TORINO, lo fa adottando il punto di vista della speranza e del perdono in INVICTUS.
Il film, voluto fortemente da Morgan Freeman che interpreta anche la parte di Mandela, racconta la storia del presidente del Sudafrica attraverso uno degli episodi più positivi del suo governo: la vittoria degli Springboks capitanati da Francois Pienaar (interpretato dal bravo Matt Damon) sugli All Blacks ai campionati mondiali di Rugby dal 1995.
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INVICTUS, biopic su Nelson Mandela che si focalizza sui campionati mondiali di Rugby del 1995 vinti dal Sudafrica, e sulla loro importanza nell’unificare una nazione e nel processo di pacificazione di un popolo che usciva dagli anni dell’apartheid.
Eastwood cambia totalmente genere cinematografico rispetto ai suoi ultimi film ma prosegue il suo racconto di mondi diversi e apparentemente inconciliabili, lo faceva in modo pessimistico nel dittico di guerra FLAGS OF OUR FATHER-LETTERE DA IWO JIMA e in GRAN TORINO, lo fa adottando il punto di vista della speranza e del perdono in INVICTUS.
Il film, voluto fortemente da Morgan Freeman che interpreta anche la parte di Mandela, racconta la storia del presidente del Sudafrica attraverso uno degli episodi più positivi del suo governo: la vittoria degli Springboks capitanati da Francois Pienaar (interpretato dal bravo Matt Damon) sugli All Blacks ai campionati mondiali di Rugby dal 1995.
Il rischio che uscisse un film buonista e scontato era molto alto ma Eastwood sceglie di non contrapporre a Mandela il classico “cattivo” che incarnasse tutti gli aspetti negativi dei bianchi afrikaneer, piuttosto dissemina il film di piccoli episodi che sono però l’esempio di un atteggiamento diffuso (la rivalità fra le guardie presidenziali nere e bianche, il ruolo della governante nera nella famiglia di Pienaar).
Il risultato è di evitare retorica e facili schematismi fra buoni e cattivi, e soprattutto di far respirare l’atmosfera di quel periodo storico, l’odio fra i neri e i bianchi afrikaneer.
Altro rischio era quello dell’agiografia, che il film sfiora più volte, ma che è evitata mostrando anche il lato “umano” di Mandela (il divorzio con la moglie, il rapporto con la figlia) in contrapposizione al suo carisma e alle sue capacità politiche e dialettiche.
A mio parere il film si dilunga troppo nel racconto della partita che, pur essendo notevole dal punto di vista tecnico, tra panoramiche degli spalti, ralenti delle azioni di gioco e ruggiti dei giocatori perde un po’ di tensione drammatica.
Straordinario il modo in cui Morgan Freeman si cala nei panni di Mandela, lavorando sulla gestualità, sul sorriso, sul modo di muoversi, arrivando a una perfetta fusione fra attore e personaggio.
In conclusione l’ho trovato un buon film, dalla grande forza metaforica, forse non raggiunge i livelli degli ultimi lavori del regista, comunque elegante e ampiamente sopra la media di Hollywood.
Eastwood ormai non sbaglia un colpo da vent’anni e si conferma uno dei più bravi e sensibili registi dei nostri tempi.
Il titolo prende spunto da un poemetto di William Ernest Henley che Mandela leggeva per alleviare lo sconforto nei trent’anni di prigionia, poi usato per incoraggiare e motivare il capitano della squadra di Rugby Pienaar, e che diventa chiave di lettura per entrare nel profondo dell’animo di una figura così importante della storia recente.
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fulvieri
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lunedì 15 marzo 2010
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in scena valori forti
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Anche con questo film Eastwood costruisce l'insieme di scene su dei valori forti, alcuni dei quali sono parte essenziale della sua poetica; il rapporto vecchio-giovane, nel quale il primo ha bisogno dell'altro per lasciargli la sua eredità e l'altro per riceverla, l'eguaglianza tra tutti i popoli, la fraternità che stilla dalla rudezza. A dispetto del titolo non c'è nessun supereroe che riesce ad avere sempre la meglio; c'è un grande uomo, Nelson Mandela, che incarna i valori più inossidabili della storia dell'umanità. Dopo ventisette anni in carcere riesce a perdonare così facilmente i suoi carcerieri, dice il capitano della squadra di rugby, impersonato da un bravo Matt Damom, mentre riflette sul suo presidente, per il quale non aveva nemmeno votato.
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Anche con questo film Eastwood costruisce l'insieme di scene su dei valori forti, alcuni dei quali sono parte essenziale della sua poetica; il rapporto vecchio-giovane, nel quale il primo ha bisogno dell'altro per lasciargli la sua eredità e l'altro per riceverla, l'eguaglianza tra tutti i popoli, la fraternità che stilla dalla rudezza. A dispetto del titolo non c'è nessun supereroe che riesce ad avere sempre la meglio; c'è un grande uomo, Nelson Mandela, che incarna i valori più inossidabili della storia dell'umanità. Dopo ventisette anni in carcere riesce a perdonare così facilmente i suoi carcerieri, dice il capitano della squadra di rugby, impersonato da un bravo Matt Damom, mentre riflette sul suo presidente, per il quale non aveva nemmeno votato. Il rapporto col presidente, un bravissimo Morgan Freeman dallo sguardo ispirato, gli cambia la vita, così come il rapporto tra il presidente e 43 milioni di sudafricani cambia la storia del Sudafrica. Le immagini sembrano essere proprio quelle dell'epoca. La storia, tratta dal libro di John Carlin, all'inizio sembra troppo artificiosamente incentrata sull'importanza che il presidente dà alla squadra nazionale di rugby ai mondiali del 1995. Eppure nel lento incedere delle scene prorompe la riconciliazione nazionale tra bianchi e neri che si odiavano fino a poco tempo prima. Nella finale tra Sudafrica e Nuova Zelanda, attraverso i visi contusi e lordi di fango dei giocatori (tutti bianchi tranne Chester), azione dopo azione, nel fiato sospeso di tutti i 63 mila tifosi riuniti allo stadio, fino all'esplosione della vittoria, si vive la Storia di un paese riconciliato, forse (in questo la magia del cinema) meglio che in tanti discorsi.
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moovies fan
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domenica 14 marzo 2010
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invictus: fantastico
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trovo che invictus sia un capolavoro assoluto. un film che merita di essere visto più e più volte perchè esprime l'intelligienza, la pace, che dovrebbe essere in ognuno di noi. Mandela è fiducioso nei bianchi, e conosce il PERDONO. perdona chi lo ha lasciato in prigione in una minuscola cella buia e striminzita e chi lo ha costretto ai lavori forzati per anni, dandogli una nuova possibilità.Invictus è un film uscito da poco in italia, che ho guardato circa 5 volte al cinema: ogni volta ho capito qualcosa di più sull'uomo. Consiglio a tutti di guardarlo con suprema attenzone.
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matmico
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domenica 14 marzo 2010
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la politica dovrebbe prendere spunto dallo sport
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Un ottimo Morgan Freeman e un sempre bravo Matt Damon non nascondono secondo me un mediocre montaggio del film. Non nascondo le qualità di Eastwood che rappresenta secondo me uno dei migliori registi americani, ma poteva far molto meglio soprattutto perchè il tema era molto scottante. Il tema dell'aparthied, infatti, non è semplice da spiegare in un film. Qui Eastwood vuole sfruttare al meglio la personalità importante di Nelson Mandela per dimostrare al mondo che ad oggi purtroppo esistono questi problemi che lo sport riesce a risolvere meglio della politica.
Film da vedere. Consigliabile
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soles
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sabato 13 marzo 2010
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nessuno come clint
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Un altro.
Un altro capolavoro.
Un altro di quei film che non dimentichi.
Un altro di quei film che ti accompagnano durante le giornate della vita, poche o molte che siano.
I personaggi diventano persone, davanti alla telecamera di Clint, uomini, e non ti accorgi che sono attori.
Questo accade per un motivo: i film di Clint raccontano la vita, i desideri e le ferite insanabili degli uomini, di ogni uomo, il bisogno infinito, struggente di Felicità, di Bellezza, di GIUSTIZIA, di Perdono...
Perdono... soprattutto il perdono è a tema in Invictus.
Un argomento più difficile da affrontare, cinematografcamente parlando, della vicenda di Mandela e del tema del perdono è difficile da immaginare, anche se ce ne sono.
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Un altro.
Un altro capolavoro.
Un altro di quei film che non dimentichi.
Un altro di quei film che ti accompagnano durante le giornate della vita, poche o molte che siano.
I personaggi diventano persone, davanti alla telecamera di Clint, uomini, e non ti accorgi che sono attori.
Questo accade per un motivo: i film di Clint raccontano la vita, i desideri e le ferite insanabili degli uomini, di ogni uomo, il bisogno infinito, struggente di Felicità, di Bellezza, di GIUSTIZIA, di Perdono...
Perdono... soprattutto il perdono è a tema in Invictus.
Un argomento più difficile da affrontare, cinematografcamente parlando, della vicenda di Mandela e del tema del perdono è difficile da immaginare, anche se ce ne sono.
Clint lo affronta da un punto di vista geniale, l'unico non banale e non retorico: gli ideali sono incarnati e vissuti (in modo imperfetto, certo!) da una persona, Madiba.
Il cambiamento del paese, la riconciliazione tra razze, e quindi culture, diverse è possibile solo se qualcuno già vive e porta sulla sua pelle questo cambiamento.
Mandela acquista credibilità attraverso la coppa del mondo di Rugby perchè prima di tutto acquista credibilità tra le persone a lui più intimamente vicine (guardie del corpo, segretaria, Francois, amici...).
In un secondo momento questo atteggiamento umano si traduce in scelte "politiche", che riguardano cioè il vivere comune.
E' cioè, secondo Clint, la "simpatia" umana (come già visto in Gran Torino), la com-passione, la com-mozione per il destino umano (di ogni uomo) che permette ad una persona di vivere secondo la sua originale statura umana, quella che si rivolge "a qualunque Dio ci sia".
Tutto questo è tradotto perfettamente in termini cinematografici.
La bellissima fotografia, l'indovinatissima colonna sonora (che cita "O sole mio", perchè dopo Gran Torino, Changeling, Million Dolla Baby, Mystic River, Letters from Iwo Jima, Flags of oru Fathers, Gli spietati... etc finalmente torna a splendere il sole!), la recitazione perfetta di Freeman e Damon costruiscono un affresco dai toni visibilmente più sereni che in passato per Clint (anche se non mancano i toni scuri).
E questo accade senza che la tensione venga mai meno per un attimo.
La speranza che chiudeva Changelin trova definitivamente un punto di sostegno in una figura umana cambiata, nuova, impersonata benissimo da Morgan Freeman.
Ancora una volta, grazie, Clint
Lunga vita!
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