Hancock

Finalmente arriva nelle sale la trasposizione cinematografica di un supereroe di quelli poco conosciuti, che sembra voler offrire grande originalità e spettacolo. Con Smith nei panni del ribelle Hancock l'intrattenimento doveva essere assicurato. E invece siamo di fronte alla più grande caduta in basso di questo grande attore che ormai sembra aver messo il successo e la fama davanti al principio base del cinema, la qualità. Non è una cosa di cui ci si accorge subito. Inizia il film, certo i ritmi sono un po' fracassoni, ma tutto sommato sembra che in mezzo a battutacce ed effetti speciali cominci ad intravedersi un racconto che può suscitare interesse e cioè quello di un supereroe che deve ancora capire il vero valore dei suo poteri e che per questo deve essere aiutato a crescere. Peccato che questa sia solo un impressione momentanea, perché la storia che tutti si aspettano svanisce a metà del film quando Hancock, migliorato, pulito e inquadrato a far rispettare la giustizia senza far danni, riappare più elegante che mai. A quel punto la storia, ed è proprio il caso di dirlo, non ha veramente più alcun senso. Rimuggina significati qua e là di poco spessore in attesa che passi il tempo ad aspettare un non si sa che cosa perché alla fine non accade davvero nulla di nuovo. E' proprio l'esempio di un film costruito a computer che non ha nulla a che fare nemmeno con le infedeli trasposizioni cinematografiche degli eroi Marvel. E' una fesseria senza risparmio, senza storia, senza emozioni e senza logica. Un film montato senza ripetere due volte le scene, che non sa se essere drammatico, comico o avventuroso, in cui Hancock con poteri che sfiorano quelli di Superman affronta in una lotta all'ultimo sangue un cretino rapinatore di banche con un uncino al posto della mano che agisce addirittura da solo. I casi sono due: o si crede che ormai basti la faccia ben truccata di Smith per realizzare un bel film, o il cinema è veramente colato a picco con le idee. Se per Smith "Io sono Leggenda" era una grande storia montata frettolosamente e con poco approfondimento, per Hancock si è trattato solo di prestare la faccia e il suo corpo per mettere su una baracconata che non lascia davvero niente di particolare nella testa dello spettatore. Gli effetti speciali non sono comunque nulla di eccezionale anche perché non nascondono il fatto che Hancock si muove appeso ad un filo come nel Superman del 1976. Come Smith possa essersi prestato a tutto ciò resta davvero un mistero. Se non la smetterà di impersonare subito altri action men senza anima, non uscirà mai da quella prigione chiamata botteghino che oramai non è altro che sinonimo di idiozie. In ogni caso per Smith la chiave per uscire da ciò non è certo Muccino, perché stiamo parlando di interpretazioni che in lui devono ancora nascere e che speriamo lo facciano veramente crescere come in Hancock.