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Spider-Man, come tanti altri supereroi suoi contemporanei (Hulk, i Fantastici Quattro, Devil, gli X-Men eccetera), nasce nei primi anni Sessanta, in un periodo in bilico tra l’ottimismo della "Nuova Frontiera" di Kennedy e la paura della guerra atomica (la crisi missilistica di Cuba è del 1962).
Stanley Martin Lieber, meglio noto come Stan Lee, e i suoi collaboratori forgiarono quindi per la Marvel Comics (che tuttora è detentrice dei diritti di tutti i loro personaggi) una serie di supereroi figli della loro epoca.
A differenza di Superman e Batman, nati trent’anni prima, Spider-Man & C. non si sentono investiti da alcuna sacra missione di lotta al male, anzi accettano con difficoltà i loro superpoteri, come con difficoltà interagiscono con il resto del mondo. Una situazione riassunta da Lee nella formula "Supereroi con superproblemi". Non a caso, poi, in queste storie la scienza ha sempre un ruolo ambiguo: in un mondo in cui Hiroshima e Nagasaki erano state spazzate via appena vent’anni prima, gli eroi di casa Marvel sono vittime di mutazioni genetiche disparate, provocate da incidenti scientifici o radiazioni atomiche...
I film di Sam Raimi rispecchiano abbastanza fedelmente lo spirito e le storie originali della Marvel: all’inizio Peter Parker (interpretato dall’attore Tobey Maguire) sfrutta le sue capacità per fare soldi; soltanto dopo l’uccisione dello zio Ben da parte di un rapinatore deciderà di usare i suoi poteri a fin di bene («da un grande potere derivano grandi responsabilità», era la frase di lancio del primo film). Nelle due pellicole entravano poi in gioco gli altri personaggi principali: la zia May, la rossa fidanzata Mary Jane (Kirsten Dunst) e i cattivi Goblin e dottor Octopus
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