Non è un paese per vecchi |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald.
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Titolo originale No Country for Old Men.
Thriller,
durata 122 min.
- USA 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 22 febbraio 2008.
MYMONETRO
Non è un paese per vecchi ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Non è un paese per cinefili
di giunilisbonFeedback: |
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venerdì 7 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vincitore, forse a sorpresa, dell'oscar per il migliore film e la migliore regia, Non è un paese per vecchi ha dovuto, anche per la pessima scelta di distribuirlo qui in Italia quasi in contemporanea con il Petroliere, affrontare il confronto serrato con il film di Anderson fin dall'inizio e per vari motivi. Se si parte dal presupposto che sono due ottimi film, ma che si avvalgono di stilemi e di modo di porsi assolutamente diversi, questa serrata gara sembrerebbe aver premiato più i Cohen, visti i premi ricevuti (ma si sa che gli Oscar spesso incoronano enormi topiche), eppure alla lunga il confronto sembra dare più ragione ad Anderson. Non è un paese per vecchi è un film lineare, la fabula è di semplice comprensione lo stile utilizzato per narrarla è semplice ed efficace. Ma questo basterebbe solo per renderlo un film sufficiente. Dove, però, finiscono i meriti dei Cohen, comunque coraggiosi e che presentano una certa maturazione rispetto ai loro film più recenti, iniziano quelli di Javier Bardem, sicuramente uno dei migliori attori della sua generazione, giustamente premiato per la sua interpretazione. Lì dove i Cohen dimostrano tutta la debolezza di uno stile che ha troppa paura di rischiare, ci pensa l'attore spagnolo, ingrassato e con una perenne aria da fantasma spietato, a rendere profondo un personaggio, delineato in maniera incompleta e che è l'esempio migliore per vedere le pecche che impediscono al film di essere un capolavoro. Può un film reggere un confronto con una pellicola come quella di Anderson, tecnicamente perfetto nonostante i rischi di uno stile così ammiccante alla cinefilia, molto più compiuto e che risulta molto più centrato nella descrizione dei personaggi (al di là dell'immensa performance di Day-Lewis)? Non è un paese per vecchi, sia chiaro, non pecca assolutamente di leggerezza e peraltro ha il grande merito di tenere sulla corda lo spettatore fino alla fine, ma proprio per volere evitare un rischioso simposio per cinefili, finisce per ammiccare vagamente al commerciale. Alla lunga il rischio per i Cohen sarà quello che questo film venga ricordato più per il ghigno folle del suo attore (non) protagonista che per il tocco in più dei suoi registi. Il voto ideale sarebbe 3 stelle e mezzo, un sette pieno.
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