L'albero della vita |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Hugh Jackman, Rachel Weisz, Ellen Burstyn, Stephen McHattie, Mark Margolis.
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Titolo originale The Fountain.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- USA 2006.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 16 marzo 2007.
MYMONETRO
L'albero della vita
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Provare a vincere la morte!di ShiningEyesFeedback: 16074 | altri commenti e recensioni di ShiningEyes |
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sabato 19 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Progetto che nasce nel 2001, “The Fountain”, si rivela essere il film più ambizioso di Aronofsky: sia per i temi trattati e per i numerosi effetti visivi che fanno mettere da parte le tecniche minimaliste del regista. Il film si snoda su tre personaggi(interpretati da un gran Hugh Jackman) di tre epoche differenti, che hanno in comune l’obbiettivo di sconfiggere la morte con tre diversi metodi che si collegano ad altre tematiche: la sconfinata fede in Dio del conquistador letterario, la razionalità scientifica del ricercatore Thomas e la meditazione del monaco. Il tutto gira nel biblico “Albero della vita”, che rappresenta la vittoria e resa alla morte e di come l’amore sia l’unica cosa che sopravvive in eterno e quindi, unico vincitore della morte. Raccontare tale storia, richiede immagini di grande effetto, ma soprattutto serve dargli quell’alone mistico rappresentato dalla vastità di ciò che si parla. Aronofsky coglie in pieno le immagini e i meravigliosi effetti scenici che servono ad avvicinarsi ad un concetto totalmente astratto e irraggiungibile; c’è un po’ di Malick e Kubrick messi assieme, ma il risultato è da farti stare a bocca aperta. Il bello è che la storia non risente troppo dalla massiccia esposizione visiva che ci tramortisce per la sua meraviglia; la storia è anche scorrevole e interessante, e i sentimenti espressi dai bravissimi Hugh Jackman e Rachel Weisz riescono a colpirci con forza; bello anche il collegamento letterario del personaggio scritto da Isabel (Weisz) che è frutto di un bel montaggio che fa ponte tra passato e presente. Credo che “The Fountain” sia un film troppo bistrattato dalla critica, forse per il fatto che i critici l’hanno giudicato troppo con la mente che con il cuore, perché è un film che si deve guardare più interiormente che con la vista e basta. Non sarà il migliore della filmografia di Aronofsky, ma risulta il lavoro più complesso e articolato.
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