Cinderella Man - Una ragione per lottare

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Un film di Ron Howard. Con Russell Crowe, Renée Zellweger, Connor Price, Paul Giamatti, Boyd Banks.
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Titolo originale Cinderella Man. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 144 min. - USA 2005. uscita venerdì 9 settembre 2005. MYMONETRO Cinderella Man - Una ragione per lottare * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Silvia Bizio

La Repubblica

Il gladiatore attacca un pugile con la stessa tenacia e una grinta che ha quasi del fanatico. Russell Crowe, l'australiano 'terrible' di Hollywood, torna dopo due anni di assenza dagli schermi (da Master and Commander) con il ruolo del leggendario boxer Jim Braddock nel film Cinderella Man di Ron Howard (regista di A Beautiful Mind) e con Renée Zellweger, coprotagonista.
Il film racconta la vicenda del pugile che negli anni della Grande Depressione divenne un eroe del popolo, vincendo contro ogni pronostico il titolo dei pesi massimi contro il favoritissimo Max Baer (poi, nel 1935 perse contro Joe Luis).
Braddock di umili origini irlandesi era diventato il simbolo della tenacia e perseveranza: nonostante numerosi difetti fisici e le sconfitte, non si arrese mai. Per interpretare il personaggio Crowe si è sottoposto a un addestramento durissimo: non con pesi e diete, ma come facevano negli anni '30 (e come fanno ancora i pugili veri) con corse, corda e pugni. E si è talmente immedesimato nella parte che durante le riprese si è azzuffato a suon di cazzotti con la propria guardia del corpo per un malinteso dopo una bevuta in un night. "Abbiamo portato indosso i segni del disonore per qualche giorno", ha commentato l'irascibile Crowe. "Ma subito dopo la rissa ci siamo abbracciati e siamo tornati al lavoro come niente fosse".
Tipico di Crowe, sturm un drang versione divistica, l'Oscar in una mano (per Il Gladiatore, candidato anche per A Beautiful Mind) e Jack Daniels nell'altra. Un Crowe che attraverso l'odissea proletaria del diseredato, sfortunato e infine trionfante Braddock, vuole narrare anche la sua storia: dalle stalle alle stelle, una voglia di fare e un orgoglio infinito, ultimo ma non meno la devozione alla famiglia. "La storia di Braddock è indimenticabile", dice Crowe, incontrato sul set a Toronto qualche mese fa (Cinderella Man sta per uscire adesso in Usa): "Sembra una favola, invece emerge dall'aspra realtà del momento più cupo della storia americana, la povertà al tempo della grande depressione. Un tempo in cui c'era bisogno di sentirsi vicini e in cui si credeva ancora che l'uomo qualunque, con tutti i suoi difetti, potesse diventare eroe. Ma la storia di Braddock mi commuove soprattutto perché parla di attaccamento alla famiglia, di impegno e di granitico senso dell'onore".
Crowe è diventato padre un anno e mezzo fa (la moglie è la musicista Danielle Spencer, una sua vecchia fiamma ritrovata anni e svariati successi dopo): vive in una fattoria nella campagna australiana e se non fa a botte con qualcuno non fa titolo. Il torrido affaire con Meg Ryan è antica memoria anche per i fan storicamente più avveduti. Ci si chiede se non abbia deciso di tenere un profilo basso, come un pugile chiuso in difesa, anche per via di una minaccia di rapimento che, l'attore rivela adesso, era trapelata da una cellula di Al Qaeda a Londra, dopo il suo Oscar per Il Gladiatore, all'apice della sua popolarità ("Un attacco al cuore di Hollywood", venne definito dall'Fbi). "Non era uno scherzo e mi ha fatto riflettere seriamente sullo stato mentale del mondo", dice l'attore, tuttora sorvegliato speciale dei servizi di sicurezza quando è sul suolo americano (sempre più di rado).
Di persona Crowe, 41 anni, ha l'aria del duro che uno immagina dando ascolto ai numerosi aneddoti sul suo conto. Lui invece non si considera difficile né arrogante, solo molto concentrato. I registi che hanno lavorato con l'attore pensano sia l'unico a poter affrontare certi ruoli. "Russell sa come usare i cambiamenti fisici per dimostrare la trasformazione di un uomo", dice Howard (è stato Crowe a proporgli la storia del pugile Braddock): "È un attore intelligentissimo e di grande abnegazione. Il suo perfezionismo e l'attenzione al dettaglio sono alla radice del suo immenso talento".
Nel monologo di apertura all'ultimo Oscar il comico Chris Rock aveva addirittura sfidato Hollywood a scritturare un altro attore che non fosse Russell Crowe in un film storico. Senza di lui il fallimento è assicurato ha detto. I suoi colleghi citano l'enorme generosità con cui si dà completamente a un film e ai suoi ruoli, al punto non solo di smettere di bere (cosa non facile) ma di slogarsi una spalla, oltre a procurarsi innumerevoli lividi, per gli allenamenti di boxe per Cinderella Man. Ma allo stesso tempo infuria intere produzioni con le sue esigenze: non ci ha pensato due volte ad abbandonare Eucalyptus, un film che lo avrebbe visto insieme a Nicole Kidman, perché la sua parte non era alla pari con quella dell'altrettanto famosa collega (i due sono comunque in trattative, con Buz Luhrmann per fare un film definito come un 'Via col vento' australiano). E non importa che centinaia di persone a Bellingen, la cittadina nel South Wales, in Australia, dove Eucalyptus sarebbe stato girato, si siano ritrovate senza un lavoro, proprio come era successo a Braddock e a milioni di americani, nel '29. Non gli importa aver inflitto un duro colpo a una nazione che puntava su quel film per risollevare le sorti di un'industria in crisi. Né si preoccupa di aver abbandonato la band con cui cantava da anni, 30 Odd Foot of Grunts, per mettersi in proprio e incidere e produrre il suo primo album da solo. Di questo passo Russell Crowe non sarà più il figliol prodigo 'down under', bensì un capriccioso tycoon.
Ma lui va avanti per la sua strada. In questo momento ha il lancio di Cinderella Man, sua moglie, suo figlio e il suo album, con una canzone a cui tiene molto, 'Raewyn'. "È l'unica canzone che ho composto finora che ha fatto piangere sia uomini che donne, che li ha fatti pensare e chiamare i loro genitori", dice Crowe. "Ho ricevuto e-mail da Sting e Billy Bragg, due dei miei idoli musicali, che testimoniano il quieto potere della canzone. Tutte le altre canzoni sull'album sono fresche, rivelatrici e piene di grazia, ed esprimono il mio cuore, il cuore di un quarantunenne padre, marito, amante, uomo". Un cuore tenero sotto la scorza del duro?
Nel suo ranch in Australia alleva le mucche, ma si rifiuta di ammazzarle per la carne: ci ricava solo latte. Il lavoro di attore lo porta spesso all'estero. "È imperativo che Danielle e il bambino mi seguano dovunque io debba andare", dice: "Mia moglie ha una sua carriera musicale, ma per mia fortuna può scrivere le sue canzoni dovunque purché io le offra il livello di tecnologia di cui ha bisogno per creare. Mio figlio per ora è un vagabondo, ma quando comincerà ad andare a scuola sarà un'altra storia, dovremo riesaminare la nostra vita, perché voglio dargli stabilità, voglio andare a prenderlo a scuola ogni giorno".
A Crowe piace il proletario Braddock di Cinderella Man (il Cenerentolo, nomignolo, divenuto poi famoso, datogli da un giornalista). Un personaggio che contiene gli elementi primari del temperamento americano: l'individualismo, la forza di spirito e l'ostinato perseguimento del 'sogno'.
"Secondo me la sua storia incarna qualcosa di veramente americano", dice Crowe, "l'incapacità di accettare la sconfitta, il rifiuto di considerare il fallimento. Jim Braddock non si arrese mai alla povertà. Quando guadagnò i primi soldi con la boxe, la prima cose che fece fu restituire al governo i sussidi ricevuti quando non era riuscito a trovare lavoro. Questo, ancora più delle sue vittorie sul ring, lo resero eroico. È questo l'esempio di vita a cui mi attengo".
Da L’Espresso, 24 maggio 2005


di Silvia Bizio, 24 maggio 2005

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