fabal
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martedì 8 novembre 2022
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braddock, non il personaggio ma l''uomo
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La vita e la carriera del pugile Jim Braddock, tra le difficoltà economiche della Grande Depressione e il riscatto sportivo negli anni '30. Caduto in declino dopo un infortunio alla mano destra, Braddock vive in miseria e lavora come portuale per mantenere la famiglia. L'occasione di una nuova ascesa si presenta nel 1934, quando Braddock, avvisato appena due giorni prima, accetta di sostituire lo sfidante di Corn Griffin e vince il match contro ogni pronostico. L'anno dopo lotterà contro Max Baer per il titolo dei pesi massimi.
Un biopic su un pugile, dentro e fuori dal ring, non può non sentire il fiato sul collo di illustri predecessori come Rocky.
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La vita e la carriera del pugile Jim Braddock, tra le difficoltà economiche della Grande Depressione e il riscatto sportivo negli anni '30. Caduto in declino dopo un infortunio alla mano destra, Braddock vive in miseria e lavora come portuale per mantenere la famiglia. L'occasione di una nuova ascesa si presenta nel 1934, quando Braddock, avvisato appena due giorni prima, accetta di sostituire lo sfidante di Corn Griffin e vince il match contro ogni pronostico. L'anno dopo lotterà contro Max Baer per il titolo dei pesi massimi.
Un biopic su un pugile, dentro e fuori dal ring, non può non sentire il fiato sul collo di illustri predecessori come Rocky. I tempi narrativi poco si discostano, in effetti, dalle vicende del boxeur interpretato da Stallone perché anche in Cinderella Man la chiave dello svolgimento sta tutta nell'alternanza tra il ring e gli affetti del protagonista. Il film di Ron Howard però, può contare su una potenza visiva che non lascia indifferenti, a partire dall'alltestimento anni 30' che ben contestualizza l'epoca della Grande Depressione. Schematico, se non prevedibile, nel suo svoglimento così come nelle concessioni alla più soporifera retorica hollywoodiana, Cinderella Man va preso per quello che è: un'opera celebrativa, potente, sul riscatto, prima sportivo poi sociale, dell'uomo americano che, pur ridotto in povertà, mai perde di vista la famiglia, l'onestà, la fiducia in una seconda occasione. Il ruolo di Russell Crowe, in questo senso, è perfettamente riuscito e in totale antitesi con il Rocky di Stallone: Crowe non interpreta il personaggio Braddock, ma l'uomo.
Certo, si potrebbe obiettare sul fatto che Howard rinunci a qualsiasi azzardo autoriale e su come la forma, in soldoni, prevalga sull'originalità dei contenuti. Così come è discutibile la scelta di lasciare incompleta la storia di Braddock, fermando gli eventi a prima della sconfitta contro Louis nel '37. Ma l'immancabile lieto fine fa parte dell'ottima confezione, hollywoodiana al 100%, con cui Cinderella Man si presenta già dalla prime battute. E forse è insensato pretendere qualcosa diverso da un film che fa quello che deve fare e lo fa bene.
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great steven
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lunedì 14 giugno 2021
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il pugile che diventò un eroe per il popolo usa.
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CINDERELLA MAN – UNA RAGIONE PER LOTTARE (USA, 2005) di RON HOWARD. Con RUSSELL CROWE, RENéE ZELLWEGER, PAUL GIAMATTI, CRAIG BIERKO, PADDY CONSIDINE, BRUCE MCGILL, RON CANADA, DAVID HUBAND, ROSEMARIE DEWITT, CONNOR PRICE, ARIEL WALLER ● Storia del più improbabile campione mondiale dei pesi massimi di tutti i tempi: James J. Braddock (1905-1974), figlio di immigrati irlandesi. Iniziò come dilettante nel pugilato nel 1923, diventò professionista macinando vittorie su vittorie finché nel 1928 un infortunio grave alla mano destra lo costrinse ad archiviare prematuramente la sua carriera. Il crollo della borsa di Wall Street nell’anno seguente gettò lui e la sua famiglia sul lastrico.
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CINDERELLA MAN – UNA RAGIONE PER LOTTARE (USA, 2005) di RON HOWARD. Con RUSSELL CROWE, RENéE ZELLWEGER, PAUL GIAMATTI, CRAIG BIERKO, PADDY CONSIDINE, BRUCE MCGILL, RON CANADA, DAVID HUBAND, ROSEMARIE DEWITT, CONNOR PRICE, ARIEL WALLER ● Storia del più improbabile campione mondiale dei pesi massimi di tutti i tempi: James J. Braddock (1905-1974), figlio di immigrati irlandesi. Iniziò come dilettante nel pugilato nel 1923, diventò professionista macinando vittorie su vittorie finché nel 1928 un infortunio grave alla mano destra lo costrinse ad archiviare prematuramente la sua carriera. Il crollo della borsa di Wall Street nell’anno seguente gettò lui e la sua famiglia sul lastrico. Per mantenere la moglie e i tre figli, si arrangiò alla meno peggio come scaricatore di porto, cercando con la forza della disperazione di non perdere mai la dignità. Grazie alla defezione all’ultimo minuto di un pugile che avrebbe dovuto affrontare un avversario in un incontro di seconda categoria e all’organizzazione infallibile del suo fedelissimo manager Joe Gould, Braddock rientra sul ring, trionfa in tre incontri e restituisce allo stato del New Jersey quegli stessi sussidi di disoccupazione a cui egli stesso era ricorso, guadagnandosi il soprannome di Gentleman Jim (quello di Cinderella Man è dello scrittore Damon Runyon). Le sue vittorie e la sua inaspettata rimonta attirano l’attenzione della stampa che comincia a pubblicare articoli su di lui e a fare pronostici su una sua probabile conquista del titolo mondiale dei pesi massimi, da contendere col malvagio Max Baer, campione in carica per altro reo di aver ucciso un paio di avversari sul ring. Benché dato per sfavorito dagli esperti di boxe, James, in un mirabolante match di ben quindici riprese, vince contro Max Baer e realizza il sogno della sua vita. È il 13 giugno 1935. Gli sceneggiatori Cliff Hollingsworth e Akiva Goldsman hanno approntato una scrittura da cui R. Howard ha tratto un film ad ampio respiro che tende all’epica puntando su una tripletta di temi non privi di retorica: James Braddock come eroe nazionale, simbolo di una rinascita collettiva possibile in qualunque momento nonché incarnazione della speranza del New Deal di F. D. Roosevelt; inno ai valori di una famiglia proletaria che, ricorrendo alla forza della volontà e al coraggio della paura, non si arrende alla povertà; rievocazione dei modi con cui, afferrando a quattro mani il proprio destino, il popolo statunitense uscì dalla Grande Depressione. Liberal moderato, Howard ha diretto un’opera che denuncia le storture del passato del suo Paese, ma al tempo stesso accetta l’ordito generale del suo andazzo, ne giustifica la crescita, ne abbraccia in pieno i valori; il tutto cementificato da una dose immane di patriottismo fine a sé stesso che si compiace di comparire accanto alla spettacolarità di una vicenda che sfrutta la retorica dell’eroismo a proprio vantaggio, ma, a parte quest’osservazione, sarebbe ingeneroso non sottolineare le numerose sequenze dove il bisogno di un riscatto e la valorizzazione dell’impegno diventano una cifra narrativa di importanza fondamentale. Merito della più che discreta riuscita del film va per grandissima parte a Crowe e a P. Giamatti (candidato all’Oscar 2006 come attore non protagonista), il quale, pur non abbandonando l’abituale veste da caratterista, ritrae un agente sportivo di tutto rispetto il cui comportamento mescola con abilità pathos ed energia, e ad altri attori che non si smentiscono interpretando ruoli di secondo piano, come loro solito; una parte inferiore di merito va alla Zellweger, moglie troppo esemplare. Due italoamericani nel cast: Salvatore Totino alla fotografia e il costumista Daniel Orlandi. Non uno dei migliori film in assoluto sulla boxe nel decennio 2000-2010, ma un ottimo esempio di coniugazione fra dramma sportivo e bio-pic anticonvenzionale.
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chrisnolan
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martedì 26 settembre 2017
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bel film sul riscatto sociale
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Film molto bello, ben sceneggiato. Molto belle le scene sul ring. Ottima prova da parte di tutto il cast e di regia, in grado di far suscitare maggior suspance ed emozioni nelle scene più importanti del film.
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luca scial�
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lunedì 26 maggio 2014
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il coraggio di mettersi in gioco
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James Braddock è un buon pugile proveniente da Brooklin, che ha visto finire la sua carriera proprio nel 1929, quanto per tutta l'America iniziava l'incubo della Grande depressione. Braddock deve badare alla moglie e ai tre figli, ma non riesce a trovare lavoro e così sprofonda nella povertà. Proprio per le sue pressanti esigenze economiche, decide di risalire sul ring sebbene il fisico non sia più come quello di prima. Ma nonostante ciò, inalena una serie di vittorie dopo l'altra, fino a giocarsi il titolo.
Ron Howard conferma la sua abilità nello scavare storie toccanti e tramutarle in film. Certo, come accaduto anche con il precedente Beautiful mind, ogni tanto eccede in sentimentalismi che sfiorano il patetico, ma tutto sommato le sue storie sono convincenti.
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James Braddock è un buon pugile proveniente da Brooklin, che ha visto finire la sua carriera proprio nel 1929, quanto per tutta l'America iniziava l'incubo della Grande depressione. Braddock deve badare alla moglie e ai tre figli, ma non riesce a trovare lavoro e così sprofonda nella povertà. Proprio per le sue pressanti esigenze economiche, decide di risalire sul ring sebbene il fisico non sia più come quello di prima. Ma nonostante ciò, inalena una serie di vittorie dopo l'altra, fino a giocarsi il titolo.
Ron Howard conferma la sua abilità nello scavare storie toccanti e tramutarle in film. Certo, come accaduto anche con il precedente Beautiful mind, ogni tanto eccede in sentimentalismi che sfiorano il patetico, ma tutto sommato le sue storie sono convincenti. Come in quel caso, anche qui affida il protagonista a Russel Crowe, lanciato alla grande da Il Gladiatore e confermatosi proprio nei panni del matematico con problemi psichici. Anche in questa pellicola, oltre al fisico possente, mette a disposizione un'interpretazione convincente. Ottima la spalla anche di Renée Zellweger, nei panni della moglie.
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vadamary93
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sabato 29 giugno 2013
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una storia vera che dà speranza
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James Braddock (Russell Crowe) era un pugile di successo, con una carriera e una bella famiglia. La Grande Depressione del '29, tuttavia, non ha risparmiato nessuno e Braddock è stata una delle sue tante vittime. Sembrava non esserci più speranza per lui: la carriera era precipitata vertiginosamente e i soldi non bastavano neanche per mangiare. Quella di Jame Braddock, però, è la storia di un uomo che non ha mollato, che ha creduto nel suo talento; che non ha mai smesso di credere di "avere un po' di potere sulla sua vita".
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James Braddock (Russell Crowe) era un pugile di successo, con una carriera e una bella famiglia. La Grande Depressione del '29, tuttavia, non ha risparmiato nessuno e Braddock è stata una delle sue tante vittime. Sembrava non esserci più speranza per lui: la carriera era precipitata vertiginosamente e i soldi non bastavano neanche per mangiare. Quella di Jame Braddock, però, è la storia di un uomo che non ha mollato, che ha creduto nel suo talento; che non ha mai smesso di credere di "avere un po' di potere sulla sua vita". Cindarella man è, quindi, una storia di rinascita, di speranza. Russell Crowe, che dà una buonissima prova d'attore, riesce a riportare in vita una storia vera da cui ognuno di noi dovrebbe prendere esempio.
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corazzatakotiomkin
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sabato 30 marzo 2013
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una resurrezione.
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Film intenso, profondo, commovente e, ad essere onesti, anche un po' scontato. Essenzialmente, tuttavia, non perde di significato e risulta assolutamente avvincente.
Le tonalità cromatiche sono quelle giuste: l'america della grande depressione è dipinta e rappresentata magistralmente.
Russell Crowe, come al solito, è il protagonista di una prova recitativa assolutamente convincente; lo stesso vale per Paul Giamatti e Renee Zellweger.
In sostanza: un ottimo film.
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toty bottalla
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domenica 24 febbraio 2013
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grande regia, grande crowe, grande film!
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Diretto da un grande howard, "cinderella man" è uno tra i film più belli girati sul mondo della boxe, russell crowe strepitoso nei panni del pugile braddock, ottimo cast, montaggio e suggestiva fotografia, nel film ho notato alcune analogie con la serie rocky: il carattere di braddock per esempio, il suo rapporto con la moglie e alla fine del film quando james diventa campione, si vedono i suoi figli che giocano con delle piccole tartarughe, dentro però c'è di più: la boxe come metafora di vita. Saluti.
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greyhound
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lunedì 22 ottobre 2012
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la fiamma del riscatto
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Cinderella Man è una pellicola potente, certamente un poco retorica nella narrazione, ma che rimanda ai film hollywoodiani degli anni '40, quelli nei quali non mancava mai una vena di speranza e ottimismo in un futuro migliore. Infatti, Ron Howard porta in scena la storia reale (e per questo ancor più affascinante) di James J. Braddock, pugile onesto ma non certo dotato di talento strabordante, che dopo aver assaggiato il successo sprofonda sempre più nella miseria. Aggiungete la crisi economica degli Stati Uniti (siamo nel periodo della Grande Depressione) ed otterrete il giusto mix di drammaticità.
Ma è la seconda parte della pellicola quella nella quale viene mostrato il riscatto di un uomo, e forse di un'intera nazione, che non ha mai perso la voglia di lottare ma al quale, probabilmente, manca solo una direzione verso cui incamminarsi o uno scopo da raggiungere.
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Cinderella Man è una pellicola potente, certamente un poco retorica nella narrazione, ma che rimanda ai film hollywoodiani degli anni '40, quelli nei quali non mancava mai una vena di speranza e ottimismo in un futuro migliore. Infatti, Ron Howard porta in scena la storia reale (e per questo ancor più affascinante) di James J. Braddock, pugile onesto ma non certo dotato di talento strabordante, che dopo aver assaggiato il successo sprofonda sempre più nella miseria. Aggiungete la crisi economica degli Stati Uniti (siamo nel periodo della Grande Depressione) ed otterrete il giusto mix di drammaticità.
Ma è la seconda parte della pellicola quella nella quale viene mostrato il riscatto di un uomo, e forse di un'intera nazione, che non ha mai perso la voglia di lottare ma al quale, probabilmente, manca solo una direzione verso cui incamminarsi o uno scopo da raggiungere. La frase "non ho sempre perso, non perderò per sempre" ne è il manifesto. E l'occasione verrà individuata nel momento in cui potrà battersi per il titolo dei pesi massimi. In questo frangente la storia porrà uno di fronte all'altro due caratteri antitetici, Max Baer, pugile che combatte per il successo e la gloria personale (simbolo dell'effimero), ed il nostro Braddock, il cui unico vero obiettivo rimane quello di assicurare un futuro migliore e più dignitoso alla moglie ed i figli. Ed è qui che il regista pone l'accento sul ruolo che nei momenti di difficoltà può essere incarnato da un un uomo qualunque, ovvero quello del faro illuminante di un'intera comunità; basti pensare alla scena della chiesa di quartiere piena di gente che prega per Braddock o alle manifestazioni d'incoraggiamento che si verificano durante il suo trasferimento verso l'arena pugilistica.
In definitiva si può affermare come il film trasmetta una sensazione positiva ed incoraggi a credere che dentro tutti noi alberghi una fiammella di volontà e tenacia che, se accesa al momento giusto e per le giuste ragioni, ci permetterà di lottare per il raggiungimento dei nostro obiettivi.
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nicosonic_10
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giovedì 17 novembre 2011
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le motivazioni!
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Eh si..sono sempre le motivazioni che fanno la differenza..qualcosa per cui lottare..per cui credere..vivere..e anche nella situazione più sfortunata , alla fine si trova sempre un barlume di speranza , di luce..interpretazione ancora una volta magistrale di Russel Crowe..da cineteca la scena in cui chiede l'elemosina a quelle persone che un tempo pagavano il biglietto per andarlo a veder boxare..si dice che si sia preparato per 1 giorno prima di girarla..mostro! film commovente e appassionante! Regia , attori protagonisti e non protagonisti d'eccezione..!gran cast..Paul Giamatti , Renee Zellweger sono grandi del cinema..! la mia prima impressione al cinema fù grandiosa.
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Eh si..sono sempre le motivazioni che fanno la differenza..qualcosa per cui lottare..per cui credere..vivere..e anche nella situazione più sfortunata , alla fine si trova sempre un barlume di speranza , di luce..interpretazione ancora una volta magistrale di Russel Crowe..da cineteca la scena in cui chiede l'elemosina a quelle persone che un tempo pagavano il biglietto per andarlo a veder boxare..si dice che si sia preparato per 1 giorno prima di girarla..mostro! film commovente e appassionante! Regia , attori protagonisti e non protagonisti d'eccezione..!gran cast..Paul Giamatti , Renee Zellweger sono grandi del cinema..! la mia prima impressione al cinema fù grandiosa..sicuramente da avere nella personalissima cineteca di ognuno di voi
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goal!
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giovedì 17 marzo 2011
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questo film è coem un pugno nello stomaco
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Non ho messo 5 stelle solo perché ni sembrava presuntuoso dare un punteggio tanto alto,io che non sono ne un critico ne un regista. anche se secondo me questo è uno dei film più belli in assoluto, dove Russell Crowe da una grandissima prova di se. riesce a calarsi perfettamente nel personaggio, insomma quasi perfetto. i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene. il protagonista è un padre affettuoso, un marito fedele oltre che un ottimo pugile e ha profondi valori.
questo potrebbe sembrare un tantino stereotipato, ma secondo me non è così.
la tama è profonda.
insomma un ottimo film. non tutti la penseranno come me, ma sono solo opinioni
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