Broken Flowers |
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Un film di Jim Jarmusch.
Con Bill Murray, Jeffrey Wright, Sharon Stone, Frances Conroy, Jessica Lange.
continua»
Commedia,
durata 105 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 2 dicembre 2005.
MYMONETRO
Broken Flowers
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Broken Flowersdi Paolo MassaFeedback: 0 |
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sabato 15 aprile 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non sempre un film, dopo averlo visto al cinema, ti lascia con un senso di amaro in bocca al punto da chiedersi “Ma ne è valsa la pena?”. “Broken Flowers”, di Jim Jarmusch, è uno di quelli ad avere questo strano effetto. La storia ruota attorno alla figura di Bill Murray, un uomo sul “viale del tramonto”, ormai un ex don Giovanni alla ricerca di non si sa quale equilibrio esistenziale. Nelle prime battute lo vediamo protagonista di una vita relativamente tranquilla, forse pure troppo, minata da una ripetitività patologica senza precedenti. Almeno nei minuti iniziali del film, sembra di assistere alla solita scena ripetutamente noiosa e priva di un qualsivoglia senso. Ma è proprio questa sequenza battente di immagini statiche ed ammalianti, tanto riflessive quanto prive di azione, che ci dà la possibilità di accumulare una serie impressionante di informazioni sulla reale condizione, in totale solitudine, di Don Johnston (Bill Murray). Sono le immagini a parlarci, più che le parole, sono le inquadrature, i colori e i suoni di un mondo quasi estraneo all’universo emotivo, appartato e imperscrutabile, del protagonista. Ma, al tempo stesso, c’è sempre qualcosa o qualcuno a rompere l’apparente quiete prima della tempesta: si arriva, così, al punto di non ritorno della storia. Arriva una lettera inaspettata, ad informare l’ignaro Don di essere padre di un figlio ormai ventenne. Chi sarà mai la madre, autrice della missiva, tra le tante passioni di gioventù, ad aver dato un erede al non particolarmente entusiasta Bill Murray? E’ questa l’assordante domanda che si pone lo spettatore dinanzi all’evidente confusione del protagonista; è questo il movente a seguire di tutta la pellicola, la molla emotiva che spinge un uomo, in preda dei suoi malcelati rimorsi, alla ricerca di una meta indefinita seppur chiara: trovare la madre del figlio. Ha così inizio il road trip di Don Johnston, sulle strade che in passato lo hanno visto incallito playboy, trovandosi nuovamente ad inciampare nelle “vite mature” delle sue fiamme di un tempo. E qui sta la grandezza del film di Jarmusch, capace di rendere al meglio le vicende esistenziali di uomini e donne, immersi ognuno nelle gioie e nei dolori dei propri destini, dove ciò che conta sono gli sguardi, le emozioni dei personaggi, e il loro punto di vista sul mondo, culla di amori mancati e speranze tradite, passioni vissute e occasioni perdute.
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