steffa
|
venerdì 1 marzo 2024
|
mezza follia
|
|
|
|
il film spiazza a più riprese fino alla soluzione finale, che dire ... nel complesso il risultato è piuttosto macchinoso e lascia un senso come di incompleto
|
|
[+] lascia un commento a steffa »
[ - ] lascia un commento a steffa »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 20 aprile 2021
|
shyamalan ha fatto di meglio.
|
|
|
|
Un film che Mereghetti generosamente classifica "melanconica utopia sulle paure contemporanee" non puo' stare a confronto con altri dello stesso regista, in cui l'alone di mistero nel quotidiano veniva descritto con toni originali, come in SIGNES e E VERRA' IL GIORNO, ancor oggi straordinaria profezia - ma l'arte puo' essere profetica, avverte Sgarbi - della pandemia-Covid. Limpida e classica la fotografia di Deakins, ma la storia d'amore della giovane protagonista risulta prolissa e l'atmosfera da incubo del villaggio fine '800 rinvia alla Salem della letteratura gotico-soprannaturale, mentre le "creature" che secondo le antiche superstizioni popolano il bosco rimandano al soprannaturale di H.
[+]
Un film che Mereghetti generosamente classifica "melanconica utopia sulle paure contemporanee" non puo' stare a confronto con altri dello stesso regista, in cui l'alone di mistero nel quotidiano veniva descritto con toni originali, come in SIGNES e E VERRA' IL GIORNO, ancor oggi straordinaria profezia - ma l'arte puo' essere profetica, avverte Sgarbi - della pandemia-Covid. Limpida e classica la fotografia di Deakins, ma la storia d'amore della giovane protagonista risulta prolissa e l'atmosfera da incubo del villaggio fine '800 rinvia alla Salem della letteratura gotico-soprannaturale, mentre le "creature" che secondo le antiche superstizioni popolano il bosco rimandano al soprannaturale di H.P. Lovecraft. Il lento ritmo della narrazione e del film possono ricordare il linguaggio del fotoromanzo televisivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
lunedì 8 luglio 2019
|
shyanalan"profeta"?
|
|
|
|
M'Night Shyamalan, con questo"The Village"(il titolo primo"The Woods"è stato eliminato), del 2004 è un gradus, un passo, uno step nella produzione di questo incredibile(detto positivamente)autore filmico che, , dagli anni 1990 in poi', ci propone "fiabe"giustamente polisemiche. il"VIllage", in questione, che si distacca dal resto del mondo, comunque dalla città, in quanto mortifera, non è da leggere in chiave para-religiosa(gli abitanti non sono "Amish"vel similia)né gli abitanti del"VIllage"credo abbiano particolari predispozioni verso qualcosa di esoterico(ma in Shyamalan nessuna pista è da scartare a priori, sia detto chiaramente): Piuttosto, vista anche la manifestazione viva della"ritualittà"(mascheramento, abiti non solo"di scena"), il testo filmico qui p assolutamente polsemico, come lo era in"El angel exterminador"di Luis Bunuel(1963), dato che qui la condizione di autoreclusione.
[+]
M'Night Shyamalan, con questo"The Village"(il titolo primo"The Woods"è stato eliminato), del 2004 è un gradus, un passo, uno step nella produzione di questo incredibile(detto positivamente)autore filmico che, , dagli anni 1990 in poi', ci propone "fiabe"giustamente polisemiche. il"VIllage", in questione, che si distacca dal resto del mondo, comunque dalla città, in quanto mortifera, non è da leggere in chiave para-religiosa(gli abitanti non sono "Amish"vel similia)né gli abitanti del"VIllage"credo abbiano particolari predispozioni verso qualcosa di esoterico(ma in Shyamalan nessuna pista è da scartare a priori, sia detto chiaramente): Piuttosto, vista anche la manifestazione viva della"ritualittà"(mascheramento, abiti non solo"di scena"), il testo filmico qui p assolutamente polsemico, come lo era in"El angel exterminador"di Luis Bunuel(1963), dato che qui la condizione di autoreclusione. di autoisolamento entro"the villlage", evitando rigorosamente il bosco della "creature malvage"ma anche la città, ricorda decisamente quella dei maggiorenti spagnoli(o messicani, dato che il film era stato realizzato in Mexico, essendo Buneul profugo anti-fanchista, minacciato dal regime), Da segnalare, questo film, anche come fattore di crisi dei primi anni 2000, senza necessariamente una reductio alla condizione di terrrore(poi rienttata ma molto e troppo ricomparsa con l'IS.ISIS)indotta dall'11 settembre 2001. Gli/le interpreti qui sono più che altro strumenti nelle mani di un creatore decisamente intelligente. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
fabio
|
domenica 27 gennaio 2019
|
un thriller malinconico e pessimista
|
|
|
|
Il regista conferma appieno tutte le sue qualità: la capacità di raccontare, l'occhio cinematografico, il coraggio di fare scelte non convenzionali. Il film oscilla tra la favola nera e il thriller; molti gli spunti di riflessione: l'integrazione nella società Americana, l'illusione di un modello perfetto d'innocenza e purezza. I dialoghi a volte risultano deboli e qualche lentezza si avverte ma nel complesso il risultato è valido.
|
|
[+] lascia un commento a fabio »
[ - ] lascia un commento a fabio »
|
|
d'accordo? |
|
stefanocapasso
|
mercoledì 17 gennaio 2018
|
quando la verità non fa crescere
|
|
|
|
Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi.
[+]
Tre coppie e un single si incontrano a cena per il consueto ritrovo tra amici. E’ prevista l’eclissi di luna per quella sera e c’è attesa per l’evento. Quando il discorso cade sulle identità che ognuno può nascondere viene proposto di fare un gioco; condividere con tutti ogni messaggio, notizia e notifica che arriva sul proprio telefono. Col passare della serata le cose prendono una piega drammatica.
Film corale di Paolo Genovese che riflette sulla verità, e sui modi che ognuno usa per costruire la propria. In un crescendo di rivelazioni chi più, chi meno, dimostra di avere un territorio personale che vuole proteggere. E dovrebbe essere un territorio invalicabile, perché è quello che assicura protezione alla persona… Probabilmente proprio la persona che più di tutti è consapevole dei bisogni dell’uomo, Rocco che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, ha il buonsenso di interrompere il gioco prima che inizi. Le conseguenze della verità che ognuno di noi può rivelare non sono gestibili fintanto che non si è pronti a farlo. Ogni cosa che viene scoperta forzatamente in realtà non produce quella che è la cosa più importante per l’essere umano: il cambiamento evolutivo. Il percorso dello svelamento forzato non si adatta ad una giusta evoluzione della persona
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefanocapasso »
[ - ] lascia un commento a stefanocapasso »
|
|
d'accordo? |
|
toty bottalla
|
mercoledì 16 aprile 2014
|
una storia surreale che non sfugge la realtà!
|
|
|
|
Un ottimo shyamalan, dirige un thriller originale supportato da una buona location e da una brillante fotografia, una storia dal grande fascino proiettata in un contesto psicologico nel quale la paura diventa un'arma di ricatto e di difesa che alla fine serve a poco o niente, la fase in cui ivy (cieca) si avventura da sola oltre i boschi, fa fuori un pazzo e torna indietro con le medicine, è troppo accomodante, coincidente e poco credibile ma utile per chiudere una storia surreale! Saluti.
|
|
[+] lascia un commento a toty bottalla »
[ - ] lascia un commento a toty bottalla »
|
|
d'accordo? |
|
domenico rizzi
|
lunedì 13 gennaio 2014
|
l'oasi della paura
|
|
|
|
Ritagliarsi un'oasi al limitare di un bosco, con una barriera fittizia che protegga da mostri immaginari è un modo per sfuggire la nevrotica realtà di una civiltà angosciante. Il risultato può essere però la creazione di una micro-realtà, fatta di costumi e usanze antiquate, nella quale finiscono per svilupparsi le stesse ansie che hanno provocato la fuga dal progresso. "The Village" è un complesso cocktail che intreccia il gotico dei più celebri autori americani dell'Ottocento - specialmente Washinton Irving, con "Il mistero di Sleepy Hollow" - con le atmosfere scandinave del basso medioevo. Il racconto riesce ad essere asettico e glaciale, l'azione dei personaggi è condizionata da una minaccia invisibile e incombente, ma il suo svolgimento non è sempre lineare e smarrisce a tratti la sua credibilità.
[+]
Ritagliarsi un'oasi al limitare di un bosco, con una barriera fittizia che protegga da mostri immaginari è un modo per sfuggire la nevrotica realtà di una civiltà angosciante. Il risultato può essere però la creazione di una micro-realtà, fatta di costumi e usanze antiquate, nella quale finiscono per svilupparsi le stesse ansie che hanno provocato la fuga dal progresso. "The Village" è un complesso cocktail che intreccia il gotico dei più celebri autori americani dell'Ottocento - specialmente Washinton Irving, con "Il mistero di Sleepy Hollow" - con le atmosfere scandinave del basso medioevo. Il racconto riesce ad essere asettico e glaciale, l'azione dei personaggi è condizionata da una minaccia invisibile e incombente, ma il suo svolgimento non è sempre lineare e smarrisce a tratti la sua credibilità. Nel complesso, però, lo spunto è più che buono e l'idea di dar vita ad una sorta di villaggio "amish" (del resto, siamo in Pennsylvania e i costumi degli abitanti riportano al XIX secolo)non è priva di originalità. La tematica del regista Shyamalan si colloca fra la fantascienza, la fantasy e l'horror, con accenti da thriller classico.La conclusione lascia intendere che la strana comunità non sopravviverà a lungo, perchè la finzione dei mostri "innominabili" che popolano il bosco (una riserva protetta)è stata svelata e per salvare la vita ad un giovane ferito si è dovuto chiedere aiuto alla tanto deprecata civiltà. La ragazza cieca che incontra l'agente della Forestale ha violato un tabù tuffandosi nel passato (in realtà nel futuro)e il "mostro" da lei ucciso nella foresta si rivela per uno psicopatico. La "no trespassing line" che delimitava il bosco è ormai violata e i suoi spaventosi segreti sono stati irrimediabilmente svelati. Sconfitta la paura, svanisce probabilmente anche il sogno dell'isola felice.
Domenico Rizzi, scrittore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a domenico rizzi »
[ - ] lascia un commento a domenico rizzi »
|
|
d'accordo? |
|
ewagalli
|
lunedì 13 gennaio 2014
|
piekna basn
|
|
|
|
Ja tez mysle ze film jest niedoceniony i nie zrozumiany do konca. Jest to piekna bajka o milosci i o ludziach ktorych zranilo zycie i wybrali zycie z dala od cywilizacji.
Sa w niej wlasnie wszystkie basniowe elementy , tajemniczy las , tajemnicze potwory , piekna dziewczyna i chmurny mlodzian , nie mowiac juz o wiejskim glupku w rypie Iwanuszka Duraczok
W tym wypadku to nie krolewicz wyzwala kksiezniczke a jest odwrotnie , to piekna i zakochana dziewczyna rusza w za siodma gore i siodma rzeke aby uratowac swego najdrozszego , ktory umiera zraniony zla reka.
Wspaniala rezyseria , zdjecia , muzyka i aktorzy, szkoda ze nie ma wiecej takich filmow.
|
|
[+] lascia un commento a ewagalli »
[ - ] lascia un commento a ewagalli »
|
|
d'accordo? |
|
nick simon
|
venerdì 1 novembre 2013
|
inquietante ma profondamente romantico
|
|
|
|
Un gruppo di anziani governa un tranquillo villaggio rurale dell’America di fine Ottocento, impedendo ai più giovani di abbandonarlo e tenendoli a bada con leggende e terribili messinscene. È una comunità di persone disperatamente fuggite da un mondo spietato e senza regole, in una apparente serenità in cui il tempo si è fermato. Sono Lucius e Ivy, giovani innamorati, e poi Edward, padre di lei, a opporsi con coraggio e speranza. Scritto e diretto con perizia da M. Night Shyamalan che mescola sapientemente reale, fantastico, politica, psicologia, umanità, suspense, angoscia e mistero. Supportato dalle splendide musiche di J.N. Howard, è un film inquietante ma profondamente romantico: intriso di paura (per i misteriosi esseri che vivono nei boschi, per la violenta realtà esterna e per il futuro) e di amore (quello platonico tra Ivy e Lucius, e quello paterno di Edward per Ivy).
[+]
Un gruppo di anziani governa un tranquillo villaggio rurale dell’America di fine Ottocento, impedendo ai più giovani di abbandonarlo e tenendoli a bada con leggende e terribili messinscene. È una comunità di persone disperatamente fuggite da un mondo spietato e senza regole, in una apparente serenità in cui il tempo si è fermato. Sono Lucius e Ivy, giovani innamorati, e poi Edward, padre di lei, a opporsi con coraggio e speranza. Scritto e diretto con perizia da M. Night Shyamalan che mescola sapientemente reale, fantastico, politica, psicologia, umanità, suspense, angoscia e mistero. Supportato dalle splendide musiche di J.N. Howard, è un film inquietante ma profondamente romantico: intriso di paura (per i misteriosi esseri che vivono nei boschi, per la violenta realtà esterna e per il futuro) e di amore (quello platonico tra Ivy e Lucius, e quello paterno di Edward per Ivy). L’ottima fotografia di R. Deakins ne esalta il fascino cupo e autunnale. Recitato benissimo da tutti: l’impavida B.D. Howard, il taciturno J. Phoenix, lo squilibrato A. Brody, il premuroso W. Hurt e l’afflitta S. Weaver. Il film riflette il mondo occidentale odierno alle prese con la minaccia del terrorismo, e che ricorda con nostalgia il passato. Può essere letto come una condanna sociale verso quell’America xenofoba e ancorata alle sue tradizioni, verso le superstizioni religiose e in generale verso il potere che soffoca i sogni dei più giovani.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nick simon »
[ - ] lascia un commento a nick simon »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
lunedì 6 maggio 2013
|
the village: un (non) film horror sull'america
|
|
|
|
In un villaggio apparentemente di fine Ottocento circondato dai boschi, gli abitanti vivono felicemente, ma sempre nel timore delle “creature innominabili” che popolano il bosco, in cui è vietato entrare, proprio per paura di irritare quest’ultime. Tre giovani (Dallas Howard, Phoenix e Brody) cominciano a porsi delle domande e scopriranno che nulla è come sembra o gli è stato detto. Quinto film prodotto, scritto e diretto dal giovane talento indiano-americano Shyamalan. È un piccolo gioiello del cinema moderno che è stato un notevole successo di pubblico e critica. È un film totalmente diverso da quello che ci si aspetta da un film del genere, dato che parte come un horror-fantastico, molto particolare e raffinato.
[+]
In un villaggio apparentemente di fine Ottocento circondato dai boschi, gli abitanti vivono felicemente, ma sempre nel timore delle “creature innominabili” che popolano il bosco, in cui è vietato entrare, proprio per paura di irritare quest’ultime. Tre giovani (Dallas Howard, Phoenix e Brody) cominciano a porsi delle domande e scopriranno che nulla è come sembra o gli è stato detto. Quinto film prodotto, scritto e diretto dal giovane talento indiano-americano Shyamalan. È un piccolo gioiello del cinema moderno che è stato un notevole successo di pubblico e critica. È un film totalmente diverso da quello che ci si aspetta da un film del genere, dato che parte come un horror-fantastico, molto particolare e raffinato. Ma quando tutte le domande trovano risposta si trasforma in un complesso dramma sulla paura: non è un film che fa paura, anche se le sequenze inquietanti non mancano, ma che parla della paura che gli anziani del villaggio impiantano sin da bambini nelle menti delle persone, per impedire che esse lascino il villaggio e la loro vita apparentemente idilliaca. Così diventa un’allegoria sulla paura seguita all’attentato delle Twin Towers e al fatto che, dopo di questo tutto venga imputato agli attentatori. Tutto ciò che è negativo nel villaggio è colpa delle inesistenti ed inventate dagli anziani “creature innominabili”. Inoltre il colpo di scena finale con Ivy (Dallas Howard) che esce dal bosco e trova la jeep non è banale: il tempo si è fermato in un villaggio fuori dal tempo. Interessante il fatto che la protagonista in realtà la jeep non la veda, essendo cieca: non riferirà nulla agli abitanti del villaggio e tutto rimarrà invariato. È anche un film sull’amore, visto come antidoto alla paura. È perciò un film estremamente complesso (più di quel che può sembrare a prima vista), un thriller psicologico ad altissima tensione, che tiene lo spettatore incollato alla poltrona fino al finale drammatico e quasi apocalittico. Shyamalan ha talento e non va sottovalutato. Da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
|