The Village |
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Un film di M. Night Shyamalan.
Con Joaquin Phoenix, Adrien Brody, Bryce Dallas Howard, William Hurt, Sigourney Weaver.
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Titolo originale The Village.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
- USA 2004.
uscita venerdì 29 ottobre 2004.
MYMONETRO
The Village ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il viaggio dell'Amore al di la' della Paura
di Peer GyntFeedback: 0 |
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domenica 17 settembre 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Siamo in Pennsylvania nel 1897 (lo dice la lapide della prima scena del film), a Covington, un villaggio che si stende pigro e solitario in una verde vallata. Gli abitanti vivono la loro vita tutti insieme, stretti l'uno all'altro, accerchiati da un bosco abitato dalle cosiddette "creature innominabili", sorta di incrocio fra terribili angeli posti a guardia dell'Eden da un Dio terribile e austero e divinita' malefiche di un tempo primordiale. Cosi' comincia l'ultimo, straordinario film di Night Shyamalan, un apologo sulla lotta fra la Paura (intesa come politico strumento di controllo degli altri) e l'Amore (inteso come fede cieca - proprio come e' cieca Ivy, il personaggio principale - nella propria natura di esseri innocenti e luminosi). Sempre alla ricerca dei colpi di scena e dello spostamento dei punti di vista della narrazione, il regista idolatra di Hitchcock (al punto da comparire anche qui come attore, in un cameo, alla fine del film, riflesso in una porta a vetri) ci parla del desiderio di tutti noi di ritornare alla semplice vita di un'umanita' giovanile, ancora non compromessa col divenire della Storia; ma nello stesso tempo ci mostra come questa utopia buonista si puo' edificare soltanto sulle fondamenta della Menzogna, dell'Aurea Menzogna, della Religiosa Menzogna che unica puo' dare salda aggregazione all'isola felice che vogliamo creare. E non basta questa negazione della verita', ad essa vanno aggiunte delle vite, da sacrificare sul nobile altare delle Tradizioni intoccate e intoccabili. Se dobbiamo segnalare un difetto di questo regista e', forse, quello di volerci parlare di temi assai elevati in modo austero, sempre metaforico, talvolta quasi dottrinario. Ma si tratta, invero, di pregi, in un panorama cinematografico spesso vuoto o perlomeno troppo leggero. E altri pregi troviamo pure in un sagace senso della tensione, in un gusto per una bella fotografia dal cromatismo simbolico e nella scelta di una colonna sonora allusiva ed evocativa (veramente "ottocentesca", opera di James Newton Howard). E se e' vero che ogni muro protettivo ci preserva dal Male ma ci trasforma anche in prigionieri, e' ancor piu' vero che un grande Amore e una grande Fede ti salvano in una prigione dorata che non ha piu' nulla di negativo. Forse e' questo l'aspetto del film che piu' e' stato bersagliato dalla critica ma piu' ha affascianto il pubblico: il messaggio finale gioioso e pieno di speranza in chi, per amore, ha compiuto un viaggio al di la' della paura.
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