La passione di Cristo |
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Un film di Mel Gibson.
Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
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Titolo originale The Passion of the Christ.
Religioso,
durata 126 min.
- USA, Italia 2004.
MYMONETRO
La passione di Cristo
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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più fiction che bibilicodi MARVELmanFeedback: -9041 | altri commenti e recensioni di MARVELman |
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giovedì 7 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cercando di giudicare obiettivamente questo film senza trasportarsi in lunghe considerazioni derivanti dalla mia fede o non fede mi limito a dire che è un prodotto appena corretto, questo perchè è un mix di due tipologie di spettacolo: una che porta qualità al film e cioè lo stile Hollywoodiano nella regia impeccabile di Gibson e l'altra che ne abbassa la qualità e cioè la caratteristica di apparire come una fiction italiana infatti la presenza location e di attori nostrani si sente, per la poca prestanza scenica in un film del genere, ma soprattutto non giova...non a caso, al di là di essere il protagonista, il migliore è lo statunitense Caviezel seguito a ruota dalla Morgenstern. Il film in sè, a livello di sceneggiatura è buono, uno spaccato quasi impersonale delle ultime ore di Gesù ma che assume un piglio personale dal cattolicissimo Mel Gibson, ma purtroppo altri difetti sono in agguato: l'eccessiva violenza quasi ossessiva e in un ambito del genere anche commovente, tuttavia emozionare il pubblico così e con un personaggio così è troppo comodo, in secondo luogo i clichè di genere del cinema americano volti alla forzata presenza del villain della situazione che per questa pellicola non sono il massimo. Satana con il suo serpente tentatore o con in braccio l'essere immondo, i bambini demoni persecutori e l'ombra maligna che fa fuggire Giuda dopo l'inutile scena di Gesù che vola giù dallo strapiombo sono tanto inutili alla storia quanto messi a forza, per il semplice motivo che provengono da un cinema che non centra nulla con quello bilico e perfino Il Principe d'Egitto della Dreamworks aveva la decenza di farne a meno. Tutto sommato il film non è brutto però poteva essere fatto molto meglio tanto da chiamarlo capolavoro in ogni caso, nonostante non sia tale Gibson merita gli applausi per il risultato equilibrato che ha ottenuto. Da non scordare il successo del film: oltre 600 milioni in tutto il mondo e il maggiore incasso per un film R.
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